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diff --git a/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/README.rst b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/README.rst new file mode 100644 index 000000000..b37166817 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/README.rst @@ -0,0 +1,12 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/admin-guide/README.rst <readme>` + +.. _it_readme: + +Rilascio del kernel Linux 5.x <http://kernel.org/> +=================================================== + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/kernel-parameters.rst b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/kernel-parameters.rst new file mode 100644 index 000000000..0e36d82a9 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/kernel-parameters.rst @@ -0,0 +1,12 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/admin-guide/kernel-parameters.rst <kernelparameters>` + +.. _it_kernelparameters: + +I parametri da linea di comando del kernel +========================================== + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/security-bugs.rst b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/security-bugs.rst new file mode 100644 index 000000000..18a5822c7 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/admin-guide/security-bugs.rst @@ -0,0 +1,12 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/admin-guide/security-bugs.rst <securitybugs>` + +.. _it_securitybugs: + +Bachi di sicurezza +================== + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/core-api/index.rst b/Documentation/translations/it_IT/core-api/index.rst new file mode 100644 index 000000000..cc4c4328a --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/core-api/index.rst @@ -0,0 +1,18 @@ +=============================== +Documentazione dell'API di base +=============================== + +Utilità di base +=============== + +.. toctree:: + :maxdepth: 1 + + symbol-namespaces + +.. only:: subproject and html + + Indices + ======= + + * :ref:`genindex` diff --git a/Documentation/translations/it_IT/core-api/memory-allocation.rst b/Documentation/translations/it_IT/core-api/memory-allocation.rst new file mode 100644 index 000000000..11d5148f8 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/core-api/memory-allocation.rst @@ -0,0 +1,13 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/core-api/memory-allocation.rst <memory_allocation>` + +.. _it_memory_allocation: + +================================ +Guida all'allocazione di memoria +================================ + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/core-api/symbol-namespaces.rst b/Documentation/translations/it_IT/core-api/symbol-namespaces.rst new file mode 100644 index 000000000..0f6898860 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/core-api/symbol-namespaces.rst @@ -0,0 +1,166 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :doc:`../../../core-api/symbol-namespaces` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +=========================== +Spazio dei nomi dei simboli +=========================== + +Questo documento descrive come usare lo spazio dei nomi dei simboli +per strutturare quello che viene esportato internamente al kernel +grazie alle macro della famiglia EXPORT_SYMBOL(). + +1. Introduzione +=============== + +Lo spazio dei nomi dei simboli è stato introdotto come mezzo per strutturare +l'API esposta internamente al kernel. Permette ai manutentori di un +sottosistema di organizzare i simboli esportati in diversi spazi di +nomi. Questo meccanismo è utile per la documentazione (pensate ad +esempio allo spazio dei nomi SUBSYSTEM_DEBUG) così come per limitare +la disponibilità di un gruppo di simboli in altre parti del kernel. Ad +oggi, i moduli che usano simboli esportati da uno spazio di nomi +devono prima importare detto spazio. Altrimenti il kernel, a seconda +della configurazione, potrebbe rifiutare di caricare il modulo o +avvisare l'utente di un'importazione mancante. + +2. Come definire uno spazio dei nomi dei simboli +================================================ + +I simboli possono essere esportati in spazi dei nomi usando diversi +meccanismi. Tutti questi meccanismi cambiano il modo in cui +EXPORT_SYMBOL e simili vengono guidati verso la creazione di voci in ksymtab. + +2.1 Usare le macro EXPORT_SYMBOL +================================ + +In aggiunta alle macro EXPORT_SYMBOL() e EXPORT_SYMBOL_GPL(), che permettono +di esportare simboli del kernel nella rispettiva tabella, ci sono +varianti che permettono di esportare simboli all'interno di uno spazio dei +nomi: EXPORT_SYMBOL_NS() ed EXPORT_SYMBOL_NS_GPL(). Queste macro richiedono un +argomento aggiuntivo: lo spazio dei nomi. +Tenete presente che per via dell'espansione delle macro questo argomento deve +essere un simbolo di preprocessore. Per esempio per esportare il +simbolo ``usb_stor_suspend`` nello spazio dei nomi ``USB_STORAGE`` usate:: + + EXPORT_SYMBOL_NS(usb_stor_suspend, USB_STORAGE); + +Di conseguenza, nella tabella dei simboli del kernel ci sarà una voce +rappresentata dalla struttura ``kernel_symbol`` che avrà il campo +``namespace`` (spazio dei nomi) impostato. Un simbolo esportato senza uno spazio +dei nomi avrà questo campo impostato a ``NULL``. Non esiste uno spazio dei nomi +di base. Il programma ``modpost`` e il codice in kernel/module/main.c usano lo +spazio dei nomi, rispettivamente, durante la compilazione e durante il +caricamento di un modulo. + +2.2 Usare il simbolo di preprocessore DEFAULT_SYMBOL_NAMESPACE +============================================================== + +Definire lo spazio dei nomi per tutti i simboli di un sottosistema può essere +logorante e di difficile manutenzione. Perciò è stato fornito un simbolo +di preprocessore di base (DEFAULT_SYMBOL_NAMESPACE), che, se impostato, +diventa lo spazio dei simboli di base per tutti gli usi di EXPORT_SYMBOL() +ed EXPORT_SYMBOL_GPL() che non specificano esplicitamente uno spazio dei nomi. + +Ci sono molti modi per specificare questo simbolo di preprocessore e il loro +uso dipende dalle preferenze del manutentore di un sottosistema. La prima +possibilità è quella di definire il simbolo nel ``Makefile`` del sottosistema. +Per esempio per esportare tutti i simboli definiti in usb-common nello spazio +dei nomi USB_COMMON, si può aggiungere la seguente linea in +drivers/usb/common/Makefile:: + + ccflags-y += -DDEFAULT_SYMBOL_NAMESPACE=USB_COMMON + +Questo cambierà tutte le macro EXPORT_SYMBOL() ed EXPORT_SYMBOL_GPL(). Invece, +un simbolo esportato con EXPORT_SYMBOL_NS() non verrà cambiato e il simbolo +verrà esportato nello spazio dei nomi indicato. + +Una seconda possibilità è quella di definire il simbolo di preprocessore +direttamente nei file da compilare. L'esempio precedente diventerebbe:: + + #undef DEFAULT_SYMBOL_NAMESPACE + #define DEFAULT_SYMBOL_NAMESPACE USB_COMMON + +Questo va messo prima di un qualsiasi uso di EXPORT_SYMBOL. + +3. Come usare i simboli esportati attraverso uno spazio dei nomi +================================================================ + +Per usare i simboli esportati da uno spazio dei nomi, i moduli del +kernel devono esplicitamente importare il relativo spazio dei nomi; altrimenti +il kernel potrebbe rifiutarsi di caricare il modulo. Il codice del +modulo deve usare la macro MODULE_IMPORT_NS per importare lo spazio +dei nomi che contiene i simboli desiderati. Per esempio un modulo che +usa il simbolo usb_stor_suspend deve importare lo spazio dei nomi +USB_STORAGE usando la seguente dichiarazione:: + + MODULE_IMPORT_NS(USB_STORAGE); + +Questo creerà un'etichetta ``modinfo`` per ogni spazio dei nomi +importato. Un risvolto di questo fatto è che gli spazi dei +nomi importati da un modulo possono essere ispezionati tramite +modinfo:: + + $ modinfo drivers/usb/storage/ums-karma.ko + [...] + import_ns: USB_STORAGE + [...] + + +Si consiglia di posizionare la dichiarazione MODULE_IMPORT_NS() vicino +ai metadati del modulo come MODULE_AUTHOR() o MODULE_LICENSE(). Fate +riferimento alla sezione 5. per creare automaticamente le importazioni +mancanti. + +4. Caricare moduli che usano simboli provenienti da spazi dei nomi +================================================================== + +Quando un modulo viene caricato (per esempio usando ``insmod``), il kernel +verificherà la disponibilità di ogni simbolo usato e se lo spazio dei nomi +che potrebbe contenerli è stato importato. Il comportamento di base del kernel +è di rifiutarsi di caricare quei moduli che non importano tutti gli spazi dei +nomi necessari. L'errore verrà annotato e il caricamento fallirà con l'errore +EINVAL. Per caricare i moduli che non soddisfano questo requisito esiste +un'opzione di configurazione: impostare +MODULE_ALLOW_MISSING_NAMESPACE_IMPORTS=y caricherà i moduli comunque ma +emetterà un avviso. + +5. Creare automaticamente la dichiarazione MODULE_IMPORT_NS +=========================================================== + +La mancanza di un'importazione può essere individuata facilmente al momento +della compilazione. Infatti, modpost emetterà un avviso se il modulo usa +un simbolo da uno spazio dei nomi che non è stato importato. +La dichiarazione MODULE_IMPORT_NS() viene solitamente aggiunta in un posto +ben definito (assieme agli altri metadati del modulo). Per facilitare +la vita di chi scrive moduli (e i manutentori di sottosistemi), esistono uno +script e un target make per correggere le importazioni mancanti. Questo può +essere fatto con:: + + $ make nsdeps + +Lo scenario tipico di chi scrive un modulo potrebbe essere:: + + - scrivere codice che dipende da un simbolo appartenente ad uno spazio + dei nomi non importato + - eseguire ``make`` + - aver notato un avviso da modpost che parla di un'importazione + mancante + - eseguire ``make nsdeps`` per aggiungere import nel posto giusto + +Per i manutentori di sottosistemi che vogliono aggiungere uno spazio dei nomi, +l'approccio è simile. Di nuovo, eseguendo ``make nsdeps`` aggiungerà le +importazioni mancanti nei moduli inclusi nel kernel:: + + - spostare o aggiungere simboli ad uno spazio dei nomi (per esempio + usando EXPORT_SYMBOL_NS()) + - eseguire ``make`` (preferibilmente con allmodconfig per coprire tutti + i moduli del kernel) + - aver notato un avviso da modpost che parla di un'importazione + mancante + - eseguire ``make nsdeps`` per aggiungere import nel posto giusto + +Potete anche eseguire nsdeps per moduli esterni. Solitamente si usa così:: + + $ make -C <path_to_kernel_src> M=$PWD nsdeps diff --git a/Documentation/translations/it_IT/devicetree/bindings/submitting-patches.rst b/Documentation/translations/it_IT/devicetree/bindings/submitting-patches.rst new file mode 100644 index 000000000..b473cd219 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/devicetree/bindings/submitting-patches.rst @@ -0,0 +1,11 @@ +.. SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + +.. include:: ../../disclaimer-ita.rst + +:Original: Documentation/devicetree/bindings/submitting-patches.rst + +================================================ +Sottomettere patch per devicetree (DT) *binding* +================================================ + +.. note:: to be translated diff --git a/Documentation/translations/it_IT/disclaimer-ita.rst b/Documentation/translations/it_IT/disclaimer-ita.rst new file mode 100644 index 000000000..bfe8a384b --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/disclaimer-ita.rst @@ -0,0 +1,6 @@ +:orphan: + +.. warning:: + In caso di dubbi sulla correttezza del contenuto di questa traduzione, + l'unico riferimento valido è la documentazione ufficiale in inglese. + Per maggiori informazioni consultate le :ref:`avvertenze <it_disclaimer>`. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/index.rst b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/index.rst new file mode 100644 index 000000000..9fffff626 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/index.rst @@ -0,0 +1,24 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. note:: Per leggere la documentazione originale in inglese: + :ref:`Documentation/doc-guide/index.rst <doc_guide>` + +.. _it_doc_guide: + +========================================== +Come scrivere la documentazione del kernel +========================================== + +.. toctree:: + :maxdepth: 1 + + sphinx + kernel-doc + parse-headers + +.. only:: subproject and html + + Indices + ======= + + * :ref:`genindex` diff --git a/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/kernel-doc.rst b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/kernel-doc.rst new file mode 100644 index 000000000..78082281a --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/kernel-doc.rst @@ -0,0 +1,561 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. note:: Per leggere la documentazione originale in inglese: + :ref:`Documentation/doc-guide/index.rst <doc_guide>` + +.. _it_kernel_doc: + +================================= +Scrivere i commenti in kernel-doc +================================= + +Nei file sorgenti del kernel Linux potrete trovare commenti di documentazione +strutturanti secondo il formato kernel-doc. Essi possono descrivere funzioni, +tipi di dati, e l'architettura del codice. + +.. note:: Il formato kernel-doc può sembrare simile a gtk-doc o Doxygen ma + in realtà è molto differente per ragioni storiche. I sorgenti del kernel + contengono decine di migliaia di commenti kernel-doc. Siete pregati + d'attenervi allo stile qui descritto. + +La struttura kernel-doc è estratta a partire dai commenti; da questi viene +generato il `dominio Sphinx per il C`_ con un'adeguata descrizione per le +funzioni ed i tipi di dato con i loro relativi collegamenti. Le descrizioni +vengono filtrare per cercare i riferimenti ed i marcatori. + +Vedere di seguito per maggiori dettagli. + +.. _`dominio Sphinx per il C`: http://www.sphinx-doc.org/en/stable/domains.html + +Tutte le funzioni esportate verso i moduli esterni utilizzando +``EXPORT_SYMBOL`` o ``EXPORT_SYMBOL_GPL`` dovrebbero avere un commento +kernel-doc. Quando l'intenzione è di utilizzarle nei moduli, anche le funzioni +e le strutture dati nei file d'intestazione dovrebbero avere dei commenti +kernel-doc. + +È considerata una buona pratica quella di fornire una documentazione formattata +secondo kernel-doc per le funzioni che sono visibili da altri file del kernel +(ovvero, che non siano dichiarate utilizzando ``static``). Raccomandiamo, +inoltre, di fornire una documentazione kernel-doc anche per procedure private +(ovvero, dichiarate "static") al fine di fornire una struttura più coerente +dei sorgenti. Quest'ultima raccomandazione ha una priorità più bassa ed è a +discrezione dal manutentore (MAINTAINER) del file sorgente. + + + +Sicuramente la documentazione formattata con kernel-doc è necessaria per +le funzioni che sono esportate verso i moduli esterni utilizzando +``EXPORT_SYMBOL`` o ``EXPORT_SYMBOL_GPL``. + +Cerchiamo anche di fornire una documentazione formattata secondo kernel-doc +per le funzioni che sono visibili da altri file del kernel (ovvero, che non +siano dichiarate utilizzando "static") + +Raccomandiamo, inoltre, di fornire una documentazione formattata con kernel-doc +anche per procedure private (ovvero, dichiarate "static") al fine di fornire +una struttura più coerente dei sorgenti. Questa raccomandazione ha una priorità +più bassa ed è a discrezione dal manutentore (MAINTAINER) del file sorgente. + +Le strutture dati visibili nei file di intestazione dovrebbero essere anch'esse +documentate utilizzando commenti formattati con kernel-doc. + +Come formattare i commenti kernel-doc +------------------------------------- + +I commenti kernel-doc iniziano con il marcatore ``/**``. Il programma +``kernel-doc`` estrarrà i commenti marchiati in questo modo. Il resto +del commento è formattato come un normale commento multilinea, ovvero +con un asterisco all'inizio d'ogni riga e che si conclude con ``*/`` +su una riga separata. + +I commenti kernel-doc di funzioni e tipi dovrebbero essere posizionati +appena sopra la funzione od il tipo che descrivono. Questo allo scopo di +aumentare la probabilità che chi cambia il codice si ricordi di aggiornare +anche la documentazione. I commenti kernel-doc di tipo più generale possono +essere posizionati ovunque nel file. + +Al fine di verificare che i commenti siano formattati correttamente, potete +eseguire il programma ``kernel-doc`` con un livello di verbosità alto e senza +che questo produca alcuna documentazione. Per esempio:: + + scripts/kernel-doc -v -none drivers/foo/bar.c + +Il formato della documentazione è verificato della procedura di generazione +del kernel quando viene richiesto di effettuare dei controlli extra con GCC:: + + make W=n + +Documentare le funzioni +------------------------ + +Generalmente il formato di un commento kernel-doc per funzioni e +macro simil-funzioni è il seguente:: + + /** + * function_name() - Brief description of function. + * @arg1: Describe the first argument. + * @arg2: Describe the second argument. + * One can provide multiple line descriptions + * for arguments. + * + * A longer description, with more discussion of the function function_name() + * that might be useful to those using or modifying it. Begins with an + * empty comment line, and may include additional embedded empty + * comment lines. + * + * The longer description may have multiple paragraphs. + * + * Context: Describes whether the function can sleep, what locks it takes, + * releases, or expects to be held. It can extend over multiple + * lines. + * Return: Describe the return value of function_name. + * + * The return value description can also have multiple paragraphs, and should + * be placed at the end of the comment block. + */ + +La descrizione introduttiva (*brief description*) che segue il nome della +funzione può continuare su righe successive e termina con la descrizione di +un argomento, una linea di commento vuota, oppure la fine del commento. + +Parametri delle funzioni +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Ogni argomento di una funzione dovrebbe essere descritto in ordine, subito +dopo la descrizione introduttiva. Non lasciare righe vuote né fra la +descrizione introduttiva e quella degli argomenti, né fra gli argomenti. + +Ogni ``@argument:`` può estendersi su più righe. + +.. note:: + + Se la descrizione di ``@argument:`` si estende su più righe, + la continuazione dovrebbe iniziare alla stessa colonna della riga + precedente:: + + * @argument: some long description + * that continues on next lines + + or:: + + * @argument: + * some long description + * that continues on next lines + +Se una funzione ha un numero variabile di argomento, la sua descrizione +dovrebbe essere scritta con la notazione kernel-doc:: + + * @...: description + +Contesto delle funzioni +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Il contesto in cui le funzioni vengono chiamate viene descritto in una +sezione chiamata ``Context``. Questo dovrebbe informare sulla possibilità +che una funzione dorma (*sleep*) o che possa essere chiamata in un contesto +d'interruzione, così come i *lock* che prende, rilascia e che si aspetta che +vengano presi dal chiamante. + +Esempi:: + + * Context: Any context. + * Context: Any context. Takes and releases the RCU lock. + * Context: Any context. Expects <lock> to be held by caller. + * Context: Process context. May sleep if @gfp flags permit. + * Context: Process context. Takes and releases <mutex>. + * Context: Softirq or process context. Takes and releases <lock>, BH-safe. + * Context: Interrupt context. + +Valore di ritorno +~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Il valore di ritorno, se c'è, viene descritto in una sezione dedicata di nome +``Return``. + +.. note:: + + #) La descrizione multiriga non riconosce il termine d'una riga, per cui + se provate a formattare bene il vostro testo come nel seguente esempio:: + + * Return: + * 0 - OK + * -EINVAL - invalid argument + * -ENOMEM - out of memory + + le righe verranno unite e il risultato sarà:: + + Return: 0 - OK -EINVAL - invalid argument -ENOMEM - out of memory + + Quindi, se volete che le righe vengano effettivamente generate, dovete + utilizzare una lista ReST, ad esempio:: + + * Return: + * * 0 - OK to runtime suspend the device + * * -EBUSY - Device should not be runtime suspended + + #) Se il vostro testo ha delle righe che iniziano con una frase seguita dai + due punti, allora ognuna di queste frasi verrà considerata come il nome + di una nuova sezione, e probabilmente non produrrà gli effetti desiderati. + +Documentare strutture, unioni ed enumerazioni +--------------------------------------------- + +Generalmente il formato di un commento kernel-doc per struct, union ed enum è:: + + /** + * struct struct_name - Brief description. + * @member1: Description of member1. + * @member2: Description of member2. + * One can provide multiple line descriptions + * for members. + * + * Description of the structure. + */ + +Nell'esempio qui sopra, potete sostituire ``struct`` con ``union`` o ``enum`` +per descrivere unioni ed enumerati. ``member`` viene usato per indicare i +membri di strutture ed unioni, ma anche i valori di un tipo enumerato. + +La descrizione introduttiva (*brief description*) che segue il nome della +funzione può continuare su righe successive e termina con la descrizione di +un argomento, una linea di commento vuota, oppure la fine del commento. + +Membri +~~~~~~ + +I membri di strutture, unioni ed enumerati devo essere documentati come i +parametri delle funzioni; seguono la descrizione introduttiva e possono +estendersi su più righe. + +All'interno d'una struttura o d'un unione, potete utilizzare le etichette +``private:`` e ``public:``. I campi che sono nell'area ``private:`` non +verranno inclusi nella documentazione finale. + +Le etichette ``private:`` e ``public:`` devono essere messe subito dopo +il marcatore di un commento ``/*``. Opzionalmente, possono includere commenti +fra ``:`` e il marcatore di fine commento ``*/``. + +Esempio:: + + /** + * struct my_struct - short description + * @a: first member + * @b: second member + * @d: fourth member + * + * Longer description + */ + struct my_struct { + int a; + int b; + /* private: internal use only */ + int c; + /* public: the next one is public */ + int d; + }; + +Strutture ed unioni annidate +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +È possibile documentare strutture ed unioni annidate, ad esempio:: + + /** + * struct nested_foobar - a struct with nested unions and structs + * @memb1: first member of anonymous union/anonymous struct + * @memb2: second member of anonymous union/anonymous struct + * @memb3: third member of anonymous union/anonymous struct + * @memb4: fourth member of anonymous union/anonymous struct + * @bar: non-anonymous union + * @bar.st1: struct st1 inside @bar + * @bar.st2: struct st2 inside @bar + * @bar.st1.memb1: first member of struct st1 on union bar + * @bar.st1.memb2: second member of struct st1 on union bar + * @bar.st2.memb1: first member of struct st2 on union bar + * @bar.st2.memb2: second member of struct st2 on union bar + */ + struct nested_foobar { + /* Anonymous union/struct*/ + union { + struct { + int memb1; + int memb2; + } + struct { + void *memb3; + int memb4; + } + } + union { + struct { + int memb1; + int memb2; + } st1; + struct { + void *memb1; + int memb2; + } st2; + } bar; + }; + +.. note:: + + #) Quando documentate una struttura od unione annidata, ad esempio + di nome ``foo``, il suo campo ``bar`` dev'essere documentato + usando ``@foo.bar:`` + #) Quando la struttura od unione annidata è anonima, il suo campo + ``bar`` dev'essere documentato usando ``@bar:`` + +Commenti in linea per la documentazione dei membri +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +I membri d'una struttura possono essere documentati in linea all'interno +della definizione stessa. Ci sono due stili: una singola riga di commento +che inizia con ``/**`` e finisce con ``*/``; commenti multi riga come +qualsiasi altro commento kernel-doc:: + + /** + * struct foo - Brief description. + * @foo: The Foo member. + */ + struct foo { + int foo; + /** + * @bar: The Bar member. + */ + int bar; + /** + * @baz: The Baz member. + * + * Here, the member description may contain several paragraphs. + */ + int baz; + union { + /** @foobar: Single line description. */ + int foobar; + }; + /** @bar2: Description for struct @bar2 inside @foo */ + struct { + /** + * @bar2.barbar: Description for @barbar inside @foo.bar2 + */ + int barbar; + } bar2; + }; + + +Documentazione dei tipi di dato +------------------------------- +Generalmente il formato di un commento kernel-doc per typedef è +il seguente:: + + /** + * typedef type_name - Brief description. + * + * Description of the type. + */ + +Anche i tipi di dato per prototipi di funzione possono essere documentati:: + + /** + * typedef type_name - Brief description. + * @arg1: description of arg1 + * @arg2: description of arg2 + * + * Description of the type. + * + * Context: Locking context. + * Return: Meaning of the return value. + */ + typedef void (*type_name)(struct v4l2_ctrl *arg1, void *arg2); + +Marcatori e riferimenti +----------------------- + +All'interno dei commenti di tipo kernel-doc vengono riconosciuti i seguenti +*pattern* che vengono convertiti in marcatori reStructuredText ed in riferimenti +del `dominio Sphinx per il C`_. + +.. attention:: Questi sono riconosciuti **solo** all'interno di commenti + kernel-doc, e **non** all'interno di documenti reStructuredText. + +``funcname()`` + Riferimento ad una funzione. + +``@parameter`` + Nome di un parametro di una funzione (nessun riferimento, solo formattazione). + +``%CONST`` + Il nome di una costante (nessun riferimento, solo formattazione) + +````literal```` + Un blocco di testo che deve essere riportato così com'è. La rappresentazione + finale utilizzerà caratteri a ``spaziatura fissa``. + + Questo è utile se dovete utilizzare caratteri speciali che altrimenti + potrebbero assumere un significato diverso in kernel-doc o in reStructuredText + + Questo è particolarmente utile se dovete scrivere qualcosa come ``%ph`` + all'interno della descrizione di una funzione. + +``$ENVVAR`` + Il nome di una variabile d'ambiente (nessun riferimento, solo formattazione). + +``&struct name`` + Riferimento ad una struttura. + +``&enum name`` + Riferimento ad un'enumerazione. + +``&typedef name`` + Riferimento ad un tipo di dato. + +``&struct_name->member`` or ``&struct_name.member`` + Riferimento ad un membro di una struttura o di un'unione. Il riferimento sarà + la struttura o l'unione, non il memembro. + +``&name`` + Un generico riferimento ad un tipo. Usate, preferibilmente, il riferimento + completo come descritto sopra. Questo è dedicato ai commenti obsoleti. + +Riferimenti usando reStructuredText +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Nei documenti reStructuredText non serve alcuna sintassi speciale per +fare riferimento a funzioni e tipi definiti nei commenti +kernel-doc. Sarà sufficiente terminare i nomi di funzione con ``()``, +e scrivere ``struct``, ``union``, ``enum``, o ``typedef`` prima di un +tipo. Per esempio:: + + See foo() + See struct foo. + See union bar. + See enum baz. + See typedef meh. + +Tuttavia, la personalizzazione dei collegamenti è possibile solo con +la seguente sintassi:: + + See :c:func:`my custom link text for function foo <foo>`. + See :c:type:`my custom link text for struct bar <bar>`. + + +Commenti per una documentazione generale +---------------------------------------- + +Al fine d'avere il codice ed i commenti nello stesso file, potete includere +dei blocchi di documentazione kernel-doc con un formato libero invece +che nel formato specifico per funzioni, strutture, unioni, enumerati o tipi +di dato. Per esempio, questo tipo di commento potrebbe essere usato per la +spiegazione delle operazioni di un driver o di una libreria + +Questo s'ottiene utilizzando la parola chiave ``DOC:`` a cui viene associato +un titolo. + +Generalmente il formato di un commento generico o di visione d'insieme è +il seguente:: + + /** + * DOC: Theory of Operation + * + * The whizbang foobar is a dilly of a gizmo. It can do whatever you + * want it to do, at any time. It reads your mind. Here's how it works. + * + * foo bar splat + * + * The only drawback to this gizmo is that is can sometimes damage + * hardware, software, or its subject(s). + */ + +Il titolo che segue ``DOC:`` funziona da intestazione all'interno del file +sorgente, ma anche come identificatore per l'estrazione di questi commenti di +documentazione. Quindi, il titolo dev'essere unico all'interno del file. + +======================================= +Includere i commenti di tipo kernel-doc +======================================= + +I commenti di documentazione possono essere inclusi in un qualsiasi documento +di tipo reStructuredText mediante l'apposita direttiva nell'estensione +kernel-doc per Sphinx. + +Le direttive kernel-doc sono nel formato:: + + .. kernel-doc:: source + :option: + +Il campo *source* è il percorso ad un file sorgente, relativo alla cartella +principale dei sorgenti del kernel. La direttiva supporta le seguenti opzioni: + +export: *[source-pattern ...]* + Include la documentazione per tutte le funzioni presenti nel file sorgente + (*source*) che sono state esportate utilizzando ``EXPORT_SYMBOL`` o + ``EXPORT_SYMBOL_GPL`` in *source* o in qualsiasi altro *source-pattern* + specificato. + + Il campo *source-patter* è utile quando i commenti kernel-doc sono stati + scritti nei file d'intestazione, mentre ``EXPORT_SYMBOL`` e + ``EXPORT_SYMBOL_GPL`` si trovano vicino alla definizione delle funzioni. + + Esempi:: + + .. kernel-doc:: lib/bitmap.c + :export: + + .. kernel-doc:: include/net/mac80211.h + :export: net/mac80211/*.c + +internal: *[source-pattern ...]* + Include la documentazione per tutte le funzioni ed i tipi presenti nel file + sorgente (*source*) che **non** sono stati esportati utilizzando + ``EXPORT_SYMBOL`` o ``EXPORT_SYMBOL_GPL`` né in *source* né in qualsiasi + altro *source-pattern* specificato. + + Esempio:: + + .. kernel-doc:: drivers/gpu/drm/i915/intel_audio.c + :internal: + +identifiers: *[ function/type ...]* + Include la documentazione per ogni *function* e *type* in *source*. + Se non vengono esplicitamente specificate le funzioni da includere, allora + verranno incluse tutte quelle disponibili in *source*. + + Esempi:: + + .. kernel-doc:: lib/bitmap.c + :identifiers: bitmap_parselist bitmap_parselist_user + + .. kernel-doc:: lib/idr.c + :identifiers: + +functions: *[ function ...]* + Questo è uno pseudonimo, deprecato, per la direttiva 'identifiers'. + +doc: *title* + Include la documentazione del paragrafo ``DOC:`` identificato dal titolo + (*title*) all'interno del file sorgente (*source*). Gli spazi in *title* sono + permessi; non virgolettate *title*. Il campo *title* è utilizzato per + identificare un paragrafo e per questo non viene incluso nella documentazione + finale. Verificate d'avere l'intestazione appropriata nei documenti + reStructuredText. + + Esempio:: + + .. kernel-doc:: drivers/gpu/drm/i915/intel_audio.c + :doc: High Definition Audio over HDMI and Display Port + +Senza alcuna opzione, la direttiva kernel-doc include tutti i commenti di +documentazione presenti nel file sorgente (*source*). + +L'estensione kernel-doc fa parte dei sorgenti del kernel, la si può trovare +in ``Documentation/sphinx/kerneldoc.py``. Internamente, viene utilizzato +lo script ``scripts/kernel-doc`` per estrarre i commenti di documentazione +dai file sorgenti. + +Come utilizzare kernel-doc per generare pagine man +-------------------------------------------------- + +Se volete utilizzare kernel-doc solo per generare delle pagine man, potete +farlo direttamente dai sorgenti del kernel:: + + $ scripts/kernel-doc -man $(git grep -l '/\*\*' -- :^Documentation :^tools) | scripts/split-man.pl /tmp/man diff --git a/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/parse-headers.rst b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/parse-headers.rst new file mode 100644 index 000000000..993d549ee --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/parse-headers.rst @@ -0,0 +1,196 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. note:: Per leggere la documentazione originale in inglese: + :ref:`Documentation/doc-guide/index.rst <doc_guide>` + +========================================= +Includere gli i file di intestazione uAPI +========================================= + +Qualche volta è utile includere dei file di intestazione e degli esempi di codice C +al fine di descrivere l'API per lo spazio utente e per generare dei riferimenti +fra il codice e la documentazione. Aggiungere i riferimenti ai file dell'API +dello spazio utente ha ulteriori vantaggi: Sphinx genererà dei messaggi +d'avviso se un simbolo non viene trovato nella documentazione. Questo permette +di mantenere allineate la documentazione della uAPI (API spazio utente) +con le modifiche del kernel. +Il programma :ref:`parse_headers.pl <it_parse_headers>` genera questi riferimenti. +Esso dev'essere invocato attraverso un Makefile, mentre si genera la +documentazione. Per avere un esempio su come utilizzarlo all'interno del kernel +consultate ``Documentation/userspace-api/media/Makefile``. + +.. _it_parse_headers: + +parse_headers.pl +^^^^^^^^^^^^^^^^ + +NOME +**** + + +parse_headers.pl - analizza i file C al fine di identificare funzioni, +strutture, enumerati e definizioni, e creare riferimenti per Sphinx + +SINTASSI +******** + + +\ **parse_headers.pl**\ [<options>] <C_FILE> <OUT_FILE> [<EXCEPTIONS_FILE>] + +Dove <options> può essere: --debug, --usage o --help. + + +OPZIONI +******* + + + +\ **--debug**\ + + Lo script viene messo in modalità verbosa, utile per il debugging. + + +\ **--usage**\ + + Mostra un messaggio d'aiuto breve e termina. + + +\ **--help**\ + + Mostra un messaggio d'aiuto dettagliato e termina. + + +DESCRIZIONE +*********** + +Converte un file d'intestazione o un file sorgente C (C_FILE) in un testo +ReStructuredText incluso mediante il blocco ..parsed-literal +con riferimenti alla documentazione che descrive l'API. Opzionalmente, +il programma accetta anche un altro file (EXCEPTIONS_FILE) che +descrive quali elementi debbano essere ignorati o il cui riferimento +deve puntare ad elemento diverso dal predefinito. + +Il file generato sarà disponibile in (OUT_FILE). + +Il programma è capace di identificare *define*, funzioni, strutture, +tipi di dato, enumerati e valori di enumerati, e di creare i riferimenti +per ognuno di loro. Inoltre, esso è capace di distinguere le #define +utilizzate per specificare i comandi ioctl di Linux. + +Il file EXCEPTIONS_FILE contiene due tipi di dichiarazioni: +\ **ignore**\ o \ **replace**\ . + +La sintassi per ignore è: + +ignore \ **tipo**\ \ **nome**\ + +La dichiarazione \ **ignore**\ significa che non verrà generato alcun +riferimento per il simbolo \ **name**\ di tipo \ **tipo**\ . + + +La sintassi per replace è: + +replace \ **tipo**\ \ **nome**\ \ **nuovo_valore**\ + +La dichiarazione \ **replace**\ significa che verrà generato un +riferimento per il simbolo \ **name**\ di tipo \ **tipo**\ , ma, invece +di utilizzare il valore predefinito, verrà utilizzato il valore +\ **nuovo_valore**\ . + +Per entrambe le dichiarazioni, il \ **tipo**\ può essere uno dei seguenti: + + +\ **ioctl**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata su definizioni di ioctl + come la seguente: + + #define VIDIOC_DBG_S_REGISTER _IOW('V', 79, struct v4l2_dbg_register) + + + +\ **define**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata su una qualsiasi #define + trovata in C_FILE. + + + +\ **typedef**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata ad una dichiarazione typedef + in C_FILE. + + + +\ **struct**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata ai nomi di strutture + in C_FILE. + + + +\ **enum**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata ai nomi di enumerati + in C_FILE. + + + +\ **symbol**\ + + La dichiarazione ignore o replace verrà applicata ai nomi di valori di + enumerati in C_FILE. + + Per le dichiarazioni di tipo replace, il campo \ **new_value**\ utilizzerà + automaticamente i riferimenti :c:type: per \ **typedef**\ , \ **enum**\ e + \ **struct**\. Invece, utilizzerà :ref: per \ **ioctl**\ , \ **define**\ e + \ **symbol**\. Il tipo di riferimento può essere definito esplicitamente + nella dichiarazione stessa. + + +ESEMPI +****** + + +ignore define _VIDEODEV2_H + + +Ignora una definizione #define _VIDEODEV2_H nel file C_FILE. + +ignore symbol PRIVATE + + +In un enumerato come il seguente: + +enum foo { BAR1, BAR2, PRIVATE }; + +Non genererà alcun riferimento per \ **PRIVATE**\ . + +replace symbol BAR1 :c:type:\`foo\` +replace symbol BAR2 :c:type:\`foo\` + + +In un enumerato come il seguente: + +enum foo { BAR1, BAR2, PRIVATE }; + +Genererà un riferimento ai valori BAR1 e BAR2 dal simbolo foo nel dominio C. + + +BUGS +**** + +Riferire ogni malfunzionamento a Mauro Carvalho Chehab <mchehab@s-opensource.com> + + +COPYRIGHT +********* + + +Copyright (c) 2016 by Mauro Carvalho Chehab <mchehab@s-opensource.com>. + +Licenza GPLv2: GNU GPL version 2 <http://gnu.org/licenses/gpl.html>. + +Questo è software libero: siete liberi di cambiarlo e ridistribuirlo. +Non c'è alcuna garanzia, nei limiti permessi dalla legge. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/sphinx.rst b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/sphinx.rst new file mode 100644 index 000000000..64528790d --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/doc-guide/sphinx.rst @@ -0,0 +1,489 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. note:: Per leggere la documentazione originale in inglese: + :ref:`Documentation/doc-guide/index.rst <doc_guide>` + +.. _it_sphinxdoc: + +============================================= +Usare Sphinx per la documentazione del kernel +============================================= + +Il kernel Linux usa `Sphinx`_ per la generazione della documentazione a partire +dai file `reStructuredText`_ che si trovano nella cartella ``Documentation``. +Per generare la documentazione in HTML o PDF, usate comandi ``make htmldocs`` o +``make pdfdocs``. La documentazione così generata sarà disponibile nella +cartella ``Documentation/output``. + +.. _Sphinx: http://www.sphinx-doc.org/ +.. _reStructuredText: http://docutils.sourceforge.net/rst.html + +I file reStructuredText possono contenere delle direttive che permettono di +includere i commenti di documentazione, o di tipo kernel-doc, dai file +sorgenti. +Solitamente questi commenti sono utilizzati per descrivere le funzioni, i tipi +e l'architettura del codice. I commenti di tipo kernel-doc hanno una struttura +e formato speciale, ma a parte questo vengono processati come reStructuredText. + +Inoltre, ci sono migliaia di altri documenti in formato testo sparsi nella +cartella ``Documentation``. Alcuni di questi verranno probabilmente convertiti, +nel tempo, in formato reStructuredText, ma la maggior parte di questi rimarranno +in formato testo. + +.. _it_sphinx_install: + +Installazione Sphinx +==================== + +I marcatori ReST utilizzati nei file in Documentation/ sono pensati per essere +processati da ``Sphinx`` nella versione 1.7 o superiore. + +Esiste uno script che verifica i requisiti Sphinx. Per ulteriori dettagli +consultate :ref:`it_sphinx-pre-install`. + +La maggior parte delle distribuzioni Linux forniscono Sphinx, ma l'insieme dei +programmi e librerie è fragile e non è raro che dopo un aggiornamento di +Sphinx, o qualche altro pacchetto Python, la documentazione non venga più +generata correttamente. + +Un modo per evitare questo genere di problemi è quello di utilizzare una +versione diversa da quella fornita dalla vostra distribuzione. Per fare questo, +vi raccomandiamo di installare Sphinx dentro ad un ambiente virtuale usando +``virtualenv-3`` o ``virtualenv`` a seconda di come Python 3 è stato +pacchettizzato dalla vostra distribuzione. + +.. note:: + + #) Viene raccomandato l'uso del tema RTD per la documentazione in HTML. + A seconda della versione di Sphinx, potrebbe essere necessaria + l'installazione tramite il comando ``pip install sphinx_rtd_theme``. + + #) Alcune pagine ReST contengono delle formule matematiche. A causa del + modo in cui Sphinx funziona, queste espressioni sono scritte + utilizzando LaTeX. Per una corretta interpretazione, è necessario aver + installato texlive con i pacchetti amdfonts e amsmath. + +Riassumendo, se volete installare la versione 2.4.4 di Sphinx dovete eseguire:: + + $ virtualenv sphinx_2.4.4 + $ . sphinx_2.4.4/bin/activate + (sphinx_2.4.4) $ pip install -r Documentation/sphinx/requirements.txt + +Dopo aver eseguito ``. sphinx_2.4.4/bin/activate``, il prompt cambierà per +indicare che state usando il nuovo ambiente. Se aprite un nuova sessione, +prima di generare la documentazione, dovrete rieseguire questo comando per +rientrare nell'ambiente virtuale. + +Generazione d'immagini +---------------------- + +Il meccanismo che genera la documentazione del kernel contiene un'estensione +capace di gestire immagini in formato Graphviz e SVG (per maggior informazioni +vedere :ref:`it_sphinx_kfigure`). + +Per far si che questo funzioni, dovete installare entrambe i pacchetti +Graphviz e ImageMagick. Il sistema di generazione della documentazione è in +grado di procedere anche se questi pacchetti non sono installati, ma il +risultato, ovviamente, non includerà le immagini. + +Generazione in PDF e LaTeX +-------------------------- + +Al momento, la generazione di questi documenti è supportata solo dalle +versioni di Sphinx superiori alla 2.4. + +Per la generazione di PDF e LaTeX, avrete bisogno anche del pacchetto +``XeLaTeX`` nella versione 3.14159265 + +Per alcune distribuzioni Linux potrebbe essere necessario installare +anche una serie di pacchetti ``texlive`` in modo da fornire il supporto +minimo per il funzionamento di ``XeLaTeX``. + +.. _it_sphinx-pre-install: + +Verificare le dipendenze Sphinx +------------------------------- + +Esiste uno script che permette di verificare automaticamente le dipendenze di +Sphinx. Se lo script riesce a riconoscere la vostra distribuzione, allora +sarà in grado di darvi dei suggerimenti su come procedere per completare +l'installazione:: + + $ ./scripts/sphinx-pre-install + Checking if the needed tools for Fedora release 26 (Twenty Six) are available + Warning: better to also install "texlive-luatex85". + You should run: + + sudo dnf install -y texlive-luatex85 + /usr/bin/virtualenv sphinx_2.4.4 + . sphinx_2.4.4/bin/activate + pip install -r Documentation/sphinx/requirements.txt + + Can't build as 1 mandatory dependency is missing at ./scripts/sphinx-pre-install line 468. + +L'impostazione predefinita prevede il controllo dei requisiti per la generazione +di documenti html e PDF, includendo anche il supporto per le immagini, le +espressioni matematiche e LaTeX; inoltre, presume che venga utilizzato un +ambiente virtuale per Python. I requisiti per generare i documenti html +sono considerati obbligatori, gli altri sono opzionali. + +Questo script ha i seguenti parametri: + +``--no-pdf`` + Disabilita i controlli per la generazione di PDF; + +``--no-virtualenv`` + Utilizza l'ambiente predefinito dal sistema operativo invece che + l'ambiente virtuale per Python; + + +Generazione della documentazione Sphinx +======================================= + +Per generare la documentazione in formato HTML o PDF si eseguono i rispettivi +comandi ``make htmldocs`` o ``make pdfdocs``. Esistono anche altri formati +in cui è possibile generare la documentazione; per maggiori informazioni +potere eseguire il comando ``make help``. +La documentazione così generata sarà disponibile nella sottocartella +``Documentation/output``. + +Ovviamente, per generare la documentazione, Sphinx (``sphinx-build``) +dev'essere installato. Se disponibile, il tema *Read the Docs* per Sphinx +verrà utilizzato per ottenere una documentazione HTML più gradevole. +Per la documentazione in formato PDF, invece, avrete bisogno di ``XeLaTeX` +e di ``convert(1)`` disponibile in ImageMagick (https://www.imagemagick.org). +Tipicamente, tutti questi pacchetti sono disponibili e pacchettizzati nelle +distribuzioni Linux. + +Per poter passare ulteriori opzioni a Sphinx potete utilizzare la variabile +make ``SPHINXOPTS``. Per esempio, se volete che Sphinx sia più verboso durante +la generazione potete usare il seguente comando ``make SPHINXOPTS=-v htmldocs``. + +Potete anche personalizzare l'ouptut html passando un livello aggiuntivo +DOCS_CSS usando la rispettiva variabile d'ambiente ``DOCS_CSS``. + +Potete eliminare la documentazione generata tramite il comando +``make cleandocs``. + +Scrivere la documentazione +========================== + +Aggiungere nuova documentazione è semplice: + +1. aggiungete un file ``.rst`` nella sottocartella ``Documentation`` +2. aggiungete un riferimento ad esso nell'indice (`TOC tree`_) in + ``Documentation/index.rst``. + +.. _TOC tree: http://www.sphinx-doc.org/en/stable/markup/toctree.html + +Questo, di solito, è sufficiente per la documentazione più semplice (come +quella che state leggendo ora), ma per una documentazione più elaborata è +consigliato creare una sottocartella dedicata (o, quando possibile, utilizzarne +una già esistente). Per esempio, il sottosistema grafico è documentato nella +sottocartella ``Documentation/gpu``; questa documentazione è divisa in +diversi file ``.rst`` ed un indice ``index.rst`` (con un ``toctree`` +dedicato) a cui si fa riferimento nell'indice principale. + +Consultate la documentazione di `Sphinx`_ e `reStructuredText`_ per maggiori +informazione circa le loro potenzialità. In particolare, il +`manuale introduttivo a reStructuredText`_ di Sphinx è un buon punto da +cui cominciare. Esistono, inoltre, anche alcuni +`costruttori specifici per Sphinx`_. + +.. _`manuale introduttivo a reStructuredText`: http://www.sphinx-doc.org/en/stable/rest.html +.. _`costruttori specifici per Sphinx`: http://www.sphinx-doc.org/en/stable/markup/index.html + +Guide linea per la documentazione del kernel +-------------------------------------------- + +In questa sezione troverete alcune linee guida specifiche per la documentazione +del kernel: + +* Non esagerate con i costrutti di reStructuredText. Mantenete la + documentazione semplice. La maggior parte della documentazione dovrebbe + essere testo semplice con una strutturazione minima che permetta la + conversione in diversi formati. + +* Mantenete la strutturazione il più fedele possibile all'originale quando + convertite un documento in formato reStructuredText. + +* Aggiornate i contenuti quando convertite della documentazione, non limitatevi + solo alla formattazione. + +* Mantenete la decorazione dei livelli di intestazione come segue: + + 1. ``=`` con una linea superiore per il titolo del documento:: + + ====== + Titolo + ====== + + 2. ``=`` per i capitoli:: + + Capitoli + ======== + + 3. ``-`` per le sezioni:: + + Sezioni + ------- + + 4. ``~`` per le sottosezioni:: + + Sottosezioni + ~~~~~~~~~~~~ + + Sebbene RST non forzi alcun ordine specifico (*Piuttosto che imporre + un numero ed un ordine fisso di decorazioni, l'ordine utilizzato sarà + quello incontrato*), avere uniformità dei livelli principali rende più + semplice la lettura dei documenti. + +* Per inserire blocchi di testo con caratteri a dimensione fissa (codici di + esempio, casi d'uso, eccetera): utilizzate ``::`` quando non è necessario + evidenziare la sintassi, specialmente per piccoli frammenti; invece, + utilizzate ``.. code-block:: <language>`` per blocchi più lunghi che + beneficeranno della sintassi evidenziata. Per un breve pezzo di codice da + inserire nel testo, usate \`\`. + + +Il dominio C +------------ + +Il **Dominio Sphinx C** (denominato c) è adatto alla documentazione delle API C. +Per esempio, un prototipo di una funzione: + +.. code-block:: rst + + .. c:function:: int ioctl( int fd, int request ) + +Il dominio C per kernel-doc ha delle funzionalità aggiuntive. Per esempio, +potete assegnare un nuovo nome di riferimento ad una funzione con un nome +molto comune come ``open`` o ``ioctl``: + +.. code-block:: rst + + .. c:function:: int ioctl( int fd, int request ) + :name: VIDIOC_LOG_STATUS + +Il nome della funzione (per esempio ioctl) rimane nel testo ma il nome del suo +riferimento cambia da ``ioctl`` a ``VIDIOC_LOG_STATUS``. Anche la voce +nell'indice cambia in ``VIDIOC_LOG_STATUS``. + +Notate che per una funzione non c'è bisogno di usare ``c:func:`` per generarne +i riferimenti nella documentazione. Grazie a qualche magica estensione a +Sphinx, il sistema di generazione della documentazione trasformerà +automaticamente un riferimento ad una ``funzione()`` in un riferimento +incrociato quando questa ha una voce nell'indice. Se trovate degli usi di +``c:func:`` nella documentazione del kernel, sentitevi liberi di rimuoverli. + + +Tabelle a liste +--------------- + +Il formato ``list-table`` può essere utile per tutte quelle tabelle che non +possono essere facilmente scritte usando il formato ASCII-art di Sphinx. Però, +questo genere di tabelle sono illeggibili per chi legge direttamente i file di +testo. Dunque, questo formato dovrebbe essere evitato senza forti argomenti che +ne giustifichino l'uso. + +La ``flat-table`` è anch'essa una lista di liste simile alle ``list-table`` +ma con delle funzionalità aggiuntive: + +* column-span: col ruolo ``cspan`` una cella può essere estesa attraverso + colonne successive + +* raw-span: col ruolo ``rspan`` una cella può essere estesa attraverso + righe successive + +* auto-span: la cella più a destra viene estesa verso destra per compensare + la mancanza di celle. Con l'opzione ``:fill-cells:`` questo comportamento + può essere cambiato da *auto-span* ad *auto-fill*, il quale inserisce + automaticamente celle (vuote) invece che estendere l'ultima. + +opzioni: + +* ``:header-rows:`` [int] conta le righe di intestazione +* ``:stub-columns:`` [int] conta le colonne di stub +* ``:widths:`` [[int] [int] ... ] larghezza delle colonne +* ``:fill-cells:`` invece di estendere automaticamente una cella su quelle + mancanti, ne crea di vuote. + +ruoli: + +* ``:cspan:`` [int] colonne successive (*morecols*) +* ``:rspan:`` [int] righe successive (*morerows*) + +L'esempio successivo mostra come usare questo marcatore. Il primo livello della +nostra lista di liste è la *riga*. In una *riga* è possibile inserire solamente +la lista di celle che compongono la *riga* stessa. Fanno eccezione i *commenti* +( ``..`` ) ed i *collegamenti* (per esempio, un riferimento a +``:ref:`last row <last row>``` / :ref:`last row <it last row>`) + +.. code-block:: rst + + .. flat-table:: table title + :widths: 2 1 1 3 + + * - head col 1 + - head col 2 + - head col 3 + - head col 4 + + * - row 1 + - field 1.1 + - field 1.2 with autospan + + * - row 2 + - field 2.1 + - :rspan:`1` :cspan:`1` field 2.2 - 3.3 + + * .. _`it last row`: + + - row 3 + +Che verrà rappresentata nel seguente modo: + + .. flat-table:: table title + :widths: 2 1 1 3 + + * - head col 1 + - head col 2 + - head col 3 + - head col 4 + + * - row 1 + - field 1.1 + - field 1.2 with autospan + + * - row 2 + - field 2.1 + - :rspan:`1` :cspan:`1` field 2.2 - 3.3 + + * .. _`it last row`: + + - row 3 + +Riferimenti incrociati +---------------------- + +Aggiungere un riferimento incrociato da una pagina della +documentazione ad un'altra può essere fatto scrivendo il percorso al +file corrispondende, non serve alcuna sintassi speciale. Si possono +usare sia percorsi assoluti che relativi. Quelli assoluti iniziano con +"documentation/". Per esempio, potete fare riferimento a questo +documento in uno dei seguenti modi (da notare che l'estensione +``.rst`` è necessaria):: + + Vedere Documentation/doc-guide/sphinx.rst. Questo funziona sempre + Guardate pshinx.rst, che si trova nella stessa cartella. + Leggete ../sphinx.rst, che si trova nella cartella precedente. + +Se volete che il collegamento abbia un testo diverso rispetto al +titolo del documento, allora dovrete usare la direttiva Sphinx +``doc``. Per esempio:: + + Vedere :doc:`il mio testo per il collegamento <sphinx>`. + +Nella maggioranza dei casi si consiglia il primo metodo perché è più +pulito ed adatto a chi legge dai sorgenti. Se incontrare un ``:doc:`` +che non da alcun valore, sentitevi liberi di convertirlo in un +percorso al documento. + +Per informazioni riguardo ai riferimenti incrociati ai commenti +kernel-doc per funzioni o tipi, consultate + +.. _it_sphinx_kfigure: + +Figure ed immagini +================== + +Se volete aggiungere un'immagine, utilizzate le direttive ``kernel-figure`` +e ``kernel-image``. Per esempio, per inserire una figura di un'immagine in +formato SVG (:ref:`it_svg_image_example`):: + + .. kernel-figure:: ../../../doc-guide/svg_image.svg + :alt: una semplice immagine SVG + + Una semplice immagine SVG + +.. _it_svg_image_example: + +.. kernel-figure:: ../../../doc-guide/svg_image.svg + :alt: una semplice immagine SVG + + Una semplice immagine SVG + +Le direttive del kernel per figure ed immagini supportano il formato **DOT**, +per maggiori informazioni + +* DOT: http://graphviz.org/pdf/dotguide.pdf +* Graphviz: http://www.graphviz.org/content/dot-language + +Un piccolo esempio (:ref:`it_hello_dot_file`):: + + .. kernel-figure:: ../../../doc-guide/hello.dot + :alt: ciao mondo + + Esempio DOT + +.. _it_hello_dot_file: + +.. kernel-figure:: ../../../doc-guide/hello.dot + :alt: ciao mondo + + Esempio DOT + +Tramite la direttiva ``kernel-render`` è possibile aggiungere codice specifico; +ad esempio nel formato **DOT** di Graphviz.:: + + .. kernel-render:: DOT + :alt: foobar digraph + :caption: Codice **DOT** (Graphviz) integrato + + digraph foo { + "bar" -> "baz"; + } + +La rappresentazione dipenderà dei programmi installati. Se avete Graphviz +installato, vedrete un'immagine vettoriale. In caso contrario, il codice grezzo +verrà rappresentato come *blocco testuale* (:ref:`it_hello_dot_render`). + +.. _it_hello_dot_render: + +.. kernel-render:: DOT + :alt: foobar digraph + :caption: Codice **DOT** (Graphviz) integrato + + digraph foo { + "bar" -> "baz"; + } + +La direttiva *render* ha tutte le opzioni della direttiva *figure*, con +l'aggiunta dell'opzione ``caption``. Se ``caption`` ha un valore allora +un nodo *figure* viene aggiunto. Altrimenti verrà aggiunto un nodo *image*. +L'opzione ``caption`` è necessaria in caso si vogliano aggiungere dei +riferimenti (:ref:`it_hello_svg_render`). + +Per la scrittura di codice **SVG**:: + + .. kernel-render:: SVG + :caption: Integrare codice **SVG** + :alt: so-nw-arrow + + <?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?> + <svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" version="1.1" ...> + ... + </svg> + +.. _it_hello_svg_render: + +.. kernel-render:: SVG + :caption: Integrare codice **SVG** + :alt: so-nw-arrow + + <?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?> + <svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" + version="1.1" baseProfile="full" width="70px" height="40px" viewBox="0 0 700 400"> + <line x1="180" y1="370" x2="500" y2="50" stroke="black" stroke-width="15px"/> + <polygon points="585 0 525 25 585 50" transform="rotate(135 525 25)"/> + </svg> diff --git a/Documentation/translations/it_IT/index.rst b/Documentation/translations/it_IT/index.rst new file mode 100644 index 000000000..e80a3097a --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/index.rst @@ -0,0 +1,141 @@ +.. _it_linux_doc: + +=================== +Traduzione italiana +=================== + +.. raw:: latex + + \kerneldocCJKoff + +:manutentore: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_disclaimer: + +Avvertenze +========== + +L'obiettivo di questa traduzione è di rendere più facile la lettura e +la comprensione per chi non capisce l'inglese o ha dubbi sulla sua +interpretazione, oppure semplicemente per chi preferisce leggere in lingua +italiana. Tuttavia, tenete ben presente che l'*unica* documentazione +ufficiale è quella in lingua inglese: :ref:`linux_doc` + +La propagazione simultanea a tutte le traduzioni di una modifica in +:ref:`linux_doc` è altamente improbabile. I manutentori delle traduzioni - +e i contributori - seguono l'evolversi della documentazione ufficiale e +cercano di mantenere le rispettive traduzioni allineate nel limite del +possibile. Per questo motivo non c'è garanzia che una traduzione sia +aggiornata all'ultima modifica. Se quello che leggete in una traduzione +non corrisponde a quello che leggete nel codice, informate il manutentore +della traduzione e - se potete - verificate anche la documentazione in +inglese. + +Una traduzione non è un *fork* della documentazione ufficiale, perciò gli +utenti non vi troveranno alcuna informazione diversa rispetto alla versione +ufficiale. Ogni aggiunta, rimozione o modifica dei contenuti deve essere +fatta prima nei documenti in inglese. In seguito, e quando è possibile, la +stessa modifica dovrebbe essere applicata anche alle traduzioni. I manutentori +delle traduzioni accettano contributi che interessano prettamente l'attività +di traduzione (per esempio, nuove traduzioni, aggiornamenti, correzioni). + +Le traduzioni cercano di essere il più possibile accurate ma non è possibile +mappare direttamente una lingua in un'altra. Ogni lingua ha la sua grammatica +e una sua cultura alle spalle, quindi la traduzione di una frase in inglese +potrebbe essere modificata per adattarla all'italiano. Per questo motivo, +quando leggete questa traduzione, potreste trovare alcune differenze di forma +ma che trasmettono comunque il messaggio originale. Nonostante la grande +diffusione di inglesismi nella lingua parlata, quando possibile, questi +verranno sostituiti dalle corrispettive parole italiane + +Se avete bisogno d'aiuto per comunicare con la comunità Linux ma non vi sentite +a vostro agio nello scrivere in inglese, potete chiedere aiuto al manutentore +della traduzione. + +La documentazione del kernel Linux +================================== + +Questo è il livello principale della documentazione del kernel in +lingua italiana. La traduzione è incompleta, noterete degli avvisi +che vi segnaleranno la mancanza di una traduzione o di un gruppo di +traduzioni. + +Più in generale, la documentazione, come il kernel stesso, sono in +costante sviluppo; particolarmente vero in quanto stiamo lavorando +alla riorganizzazione della documentazione in modo più coerente. +I miglioramenti alla documentazione sono sempre i benvenuti; per cui, +se vuoi aiutare, iscriviti alla lista di discussione linux-doc presso +vger.kernel.org. + +Documentazione sulla licenza dei sorgenti +----------------------------------------- + +I seguenti documenti descrivono la licenza usata nei sorgenti del kernel Linux +(GPLv2), come licenziare i singoli file; inoltre troverete i riferimenti al +testo integrale della licenza. + +* :ref:`it_kernel_licensing` + +Documentazione per gli utenti +----------------------------- + +I seguenti manuali sono scritti per gli *utenti* del kernel - ovvero, +coloro che cercano di farlo funzionare in modo ottimale su un dato sistema + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre + +Documentazione per gli sviluppatori di applicazioni +--------------------------------------------------- + +Il manuale delle API verso lo spazio utente è una collezione di documenti +che descrivono le interfacce del kernel viste dagli sviluppatori +di applicazioni. + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre + + +Introduzione allo sviluppo del kernel +------------------------------------- + +Questi manuali contengono informazioni su come contribuire allo sviluppo +del kernel. +Attorno al kernel Linux gira una comunità molto grande con migliaia di +sviluppatori che contribuiscono ogni anno. Come in ogni grande comunità, +sapere come le cose vengono fatte renderà il processo di integrazione delle +vostre modifiche molto più semplice + +.. toctree:: + :maxdepth: 2 + + process/index + doc-guide/index + kernel-hacking/index + +Documentazione della API del kernel +----------------------------------- + +Questi manuali forniscono dettagli su come funzionano i sottosistemi del +kernel dal punto di vista degli sviluppatori del kernel. Molte delle +informazioni contenute in questi manuali sono prese direttamente dai +file sorgenti, informazioni aggiuntive vengono aggiunte solo se necessarie +(o almeno ci proviamo — probabilmente *non* tutto quello che è davvero +necessario). + +.. toctree:: + :maxdepth: 2 + + core-api/index + +Documentazione specifica per architettura +----------------------------------------- + +Questi manuali forniscono dettagli di programmazione per le diverse +implementazioni d'architettura. + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/hacking.rst b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/hacking.rst new file mode 100644 index 000000000..560f1d048 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/hacking.rst @@ -0,0 +1,870 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. note:: Per leggere la documentazione originale in inglese: + :ref:`Documentation/kernel-hacking/hacking.rst <kernel_hacking_hack>` + +:Original: :ref:`Documentation/kernel-hacking/hacking.rst <kernel_hacking_hack>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_kernel_hacking_hack: + +================================================= +L'inaffidabile guida all'hacking del kernel Linux +================================================= + +:Author: Rusty Russell + +Introduzione +============ + +Benvenuto, gentile lettore, alla notevole ed inaffidabile guida all'hacking +del kernel Linux ad opera di Rusty. Questo documento descrive le procedure +più usate ed i concetti necessari per scrivere codice per il kernel: lo scopo +è di fornire ai programmatori C più esperti un manuale di base per sviluppo. +Eviterò dettagli implementativi: per questo abbiamo il codice, +ed ignorerò intere parti di alcune procedure. + +Prima di leggere questa guida, sappiate che non ho mai voluto scriverla, +essendo esageratamente sotto qualificato, ma ho sempre voluto leggere +qualcosa di simile, e quindi questa era l'unica via. Spero che possa +crescere e diventare un compendio di buone pratiche, punti di partenza +e generiche informazioni. + +Gli attori +========== + +In qualsiasi momento ognuna delle CPU di un sistema può essere: + +- non associata ad alcun processo, servendo un'interruzione hardware; + +- non associata ad alcun processo, servendo un softirq o tasklet; + +- in esecuzione nello spazio kernel, associata ad un processo + (contesto utente); + +- in esecuzione di un processo nello spazio utente; + +Esiste un ordine fra questi casi. Gli ultimi due possono avvicendarsi (preempt) +l'un l'altro, ma a parte questo esiste una gerarchia rigida: ognuno di questi +può avvicendarsi solo ad uno di quelli sottostanti. Per esempio, mentre un +softirq è in esecuzione su d'una CPU, nessun altro softirq può avvicendarsi +nell'esecuzione, ma un'interruzione hardware può. Ciò nonostante, le altre CPU +del sistema operano indipendentemente. + +Più avanti vedremo alcuni modi in cui dal contesto utente è possibile bloccare +le interruzioni, così da impedirne davvero il diritto di prelazione. + +Contesto utente +--------------- + +Ci si trova nel contesto utente quando si arriva da una chiamata di sistema +od altre eccezioni: come nello spazio utente, altre procedure più importanti, +o le interruzioni, possono far valere il proprio diritto di prelazione sul +vostro processo. Potete sospendere l'esecuzione chiamando :c:func:`schedule()`. + +.. note:: + + Si è sempre in contesto utente quando un modulo viene caricato o rimosso, + e durante le operazioni nello strato dei dispositivi a blocchi + (*block layer*). + +Nel contesto utente, il puntatore ``current`` (il quale indica il processo al +momento in esecuzione) è valido, e :c:func:`in_interrupt()` +(``include/linux/preempt.h``) è falsa. + +.. warning:: + + Attenzione che se avete la prelazione o i softirq disabilitati (vedere + di seguito), :c:func:`in_interrupt()` ritornerà un falso positivo. + +Interruzioni hardware (Hard IRQs) +--------------------------------- + +Temporizzatori, schede di rete e tastiere sono esempi di vero hardware +che possono produrre interruzioni in un qualsiasi momento. Il kernel esegue +i gestori d'interruzione che prestano un servizio all'hardware. Il kernel +garantisce che questi gestori non vengano mai interrotti: se una stessa +interruzione arriva, questa verrà accodata (o scartata). +Dato che durante la loro esecuzione le interruzioni vengono disabilitate, +i gestori d'interruzioni devono essere veloci: spesso si limitano +esclusivamente a notificare la presa in carico dell'interruzione, +programmare una 'interruzione software' per l'esecuzione e quindi terminare. + +Potete dire d'essere in una interruzione hardware perché in_hardirq() +ritorna vero. + +.. warning:: + + Attenzione, questa ritornerà un falso positivo se le interruzioni + sono disabilitate (vedere di seguito). + +Contesto d'interruzione software: softirq e tasklet +--------------------------------------------------- + +Quando una chiamata di sistema sta per tornare allo spazio utente, +oppure un gestore d'interruzioni termina, qualsiasi 'interruzione software' +marcata come pendente (solitamente da un'interruzione hardware) viene +eseguita (``kernel/softirq.c``). + +La maggior parte del lavoro utile alla gestione di un'interruzione avviene qui. +All'inizio della transizione ai sistemi multiprocessore, c'erano solo i +cosiddetti 'bottom half' (BH), i quali non traevano alcun vantaggio da questi +sistemi. Non appena abbandonammo i computer raffazzonati con fiammiferi e +cicche, abbandonammo anche questa limitazione e migrammo alle interruzioni +software 'softirqs'. + +Il file ``include/linux/interrupt.h`` elenca i differenti tipi di 'softirq'. +Un tipo di softirq molto importante è il timer (``include/linux/timer.h``): +potete programmarlo per far si che esegua funzioni dopo un determinato +periodo di tempo. + +Dato che i softirq possono essere eseguiti simultaneamente su più di un +processore, spesso diventa estenuante l'averci a che fare. Per questa ragione, +i tasklet (``include/linux/interrupt.h``) vengo usati più di frequente: +possono essere registrati dinamicamente (il che significa che potete averne +quanti ne volete), e garantiscono che un qualsiasi tasklet verrà eseguito +solo su un processore alla volta, sebbene diversi tasklet possono essere +eseguiti simultaneamente. + +.. warning:: + + Il nome 'tasklet' è ingannevole: non hanno niente a che fare + con i 'processi' ('tasks'). + +Potete determinate se siete in un softirq (o tasklet) utilizzando la +macro :c:func:`in_softirq()` (``include/linux/preempt.h``). + +.. warning:: + + State attenti che questa macro ritornerà un falso positivo + se :ref:`botton half lock <it_local_bh_disable>` è bloccato. + +Alcune regole basilari +====================== + +Nessuna protezione della memoria + Se corrompete la memoria, che sia in contesto utente o d'interruzione, + la macchina si pianterà. Siete sicuri che quello che volete fare + non possa essere fatto nello spazio utente? + +Nessun numero in virgola mobile o MMX + Il contesto della FPU non è salvato; anche se siete in contesto utente + lo stato dell'FPU probabilmente non corrisponde a quello del processo + corrente: vi incasinerete con lo stato di qualche altro processo. Se + volete davvero usare la virgola mobile, allora dovrete salvare e recuperare + lo stato dell'FPU (ed evitare cambi di contesto). Generalmente è una + cattiva idea; usate l'aritmetica a virgola fissa. + +Un limite rigido dello stack + A seconda della configurazione del kernel lo stack è fra 3K e 6K per la + maggior parte delle architetture a 32-bit; è di 14K per la maggior + parte di quelle a 64-bit; e spesso è condiviso con le interruzioni, + per cui non si può usare. + Evitare profonde ricorsioni ad enormi array locali nello stack + (allocateli dinamicamente). + +Il kernel Linux è portabile + Quindi mantenetelo tale. Il vostro codice dovrebbe essere a 64-bit ed + indipendente dall'ordine dei byte (endianess) di un processore. Inoltre, + dovreste minimizzare il codice specifico per un processore; per esempio + il codice assembly dovrebbe essere incapsulato in modo pulito e minimizzato + per facilitarne la migrazione. Generalmente questo codice dovrebbe essere + limitato alla parte di kernel specifica per un'architettura. + +ioctl: non scrivere nuove chiamate di sistema +============================================= + +Una chiamata di sistema, generalmente, è scritta così:: + + asmlinkage long sys_mycall(int arg) + { + return 0; + } + +Primo, nella maggior parte dei casi non volete creare nuove chiamate di +sistema. +Create un dispositivo a caratteri ed implementate l'appropriata chiamata ioctl. +Questo meccanismo è molto più flessibile delle chiamate di sistema: esso non +dev'essere dichiarato in tutte le architetture nei file +``include/asm/unistd.h`` e ``arch/kernel/entry.S``; inoltre, è improbabile +che questo venga accettato da Linus. + +Se tutto quello che il vostro codice fa è leggere o scrivere alcuni parametri, +considerate l'implementazione di un'interfaccia :c:func:`sysfs()`. + +All'interno di una ioctl vi trovate nel contesto utente di un processo. Quando +avviene un errore dovete ritornare un valore negativo di errno (consultate +``include/uapi/asm-generic/errno-base.h``, +``include/uapi/asm-generic/errno.h`` e ``include/linux/errno.h``), altrimenti +ritornate 0. + +Dopo aver dormito dovreste verificare se ci sono stati dei segnali: il modo +Unix/Linux di gestire un segnale è di uscire temporaneamente dalla chiamata +di sistema con l'errore ``-ERESTARTSYS``. La chiamata di sistema ritornerà +al contesto utente, eseguirà il gestore del segnale e poi la vostra chiamata +di sistema riprenderà (a meno che l'utente non l'abbia disabilitata). Quindi, +dovreste essere pronti per continuare l'esecuzione, per esempio nel mezzo +della manipolazione di una struttura dati. + +:: + + if (signal_pending(current)) + return -ERESTARTSYS; + +Se dovete eseguire dei calcoli molto lunghi: pensate allo spazio utente. +Se **davvero** volete farlo nel kernel ricordatevi di verificare periodicamente +se dovete *lasciare* il processore (ricordatevi che, per ogni processore, c'è +un sistema multi-processo senza diritto di prelazione). +Esempio:: + + cond_resched(); /* Will sleep */ + +Una breve nota sulla progettazione delle interfacce: il motto dei sistemi +UNIX è "fornite meccanismi e non politiche" + +La ricetta per uno stallo +========================= + +Non è permesso invocare una procedura che potrebbe dormire, fanno eccezione +i seguenti casi: + +- Siete in un contesto utente. + +- Non trattenete alcun spinlock. + +- Avete abilitato le interruzioni (in realtà, Andy Kleen dice che + lo schedulatore le abiliterà per voi, ma probabilmente questo non è quello + che volete). + +Da tener presente che alcune funzioni potrebbero dormire implicitamente: +le più comuni sono quelle per l'accesso allo spazio utente (\*_user) e +quelle per l'allocazione della memoria senza l'opzione ``GFP_ATOMIC`` + +Dovreste sempre compilare il kernel con l'opzione ``CONFIG_DEBUG_ATOMIC_SLEEP`` +attiva, questa vi avviserà se infrangete una di queste regole. +Se **infrangete** le regole, allora potreste bloccare il vostro scatolotto. + +Veramente. + +Alcune delle procedure più comuni +================================= + +:c:func:`printk()` +------------------ + +Definita in ``include/linux/printk.h`` + +:c:func:`printk()` fornisce messaggi alla console, dmesg, e al demone syslog. +Essa è utile per il debugging o per la notifica di errori; può essere +utilizzata anche all'interno del contesto d'interruzione, ma usatela con +cautela: una macchina che ha la propria console inondata da messaggi diventa +inutilizzabile. La funzione utilizza un formato stringa quasi compatibile con +la printf ANSI C, e la concatenazione di una stringa C come primo argomento +per indicare la "priorità":: + + printk(KERN_INFO "i = %u\n", i); + +Consultate ``include/linux/kern_levels.h`` per gli altri valori ``KERN_``; +questi sono interpretati da syslog come livelli. Un caso speciale: +per stampare un indirizzo IP usate:: + + __be32 ipaddress; + printk(KERN_INFO "my ip: %pI4\n", &ipaddress); + + +:c:func:`printk()` utilizza un buffer interno di 1K e non s'accorge di +eventuali sforamenti. Accertatevi che vi basti. + +.. note:: + + Saprete di essere un vero hacker del kernel quando inizierete a digitare + nei vostri programmi utenti le printf come se fossero printk :) + +.. note:: + + Un'altra nota a parte: la versione originale di Unix 6 aveva un commento + sopra alla funzione printf: "Printf non dovrebbe essere usata per il + chiacchiericcio". Dovreste seguire questo consiglio. + +:c:func:`copy_to_user()` / :c:func:`copy_from_user()` / :c:func:`get_user()` / :c:func:`put_user()` +--------------------------------------------------------------------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/uaccess.h`` / ``asm/uaccess.h`` + +**[DORMONO]** + +:c:func:`put_user()` e :c:func:`get_user()` sono usate per ricevere ed +impostare singoli valori (come int, char, o long) da e verso lo spazio utente. +Un puntatore nello spazio utente non dovrebbe mai essere dereferenziato: i dati +dovrebbero essere copiati usando suddette procedure. Entrambe ritornano +``-EFAULT`` oppure 0. + +:c:func:`copy_to_user()` e :c:func:`copy_from_user()` sono più generiche: +esse copiano una quantità arbitraria di dati da e verso lo spazio utente. + +.. warning:: + + Al contrario di:c:func:`put_user()` e :c:func:`get_user()`, queste + funzioni ritornano la quantità di dati copiati (0 è comunque un successo). + +[Sì, questa interfaccia mi imbarazza. La battaglia torna in auge anno +dopo anno. --RR] + +Le funzioni potrebbero dormire implicitamente. Queste non dovrebbero mai essere +invocate fuori dal contesto utente (non ha senso), con le interruzioni +disabilitate, o con uno spinlock trattenuto. + +:c:func:`kmalloc()`/:c:func:`kfree()` +------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/slab.h`` + +**[POTREBBERO DORMIRE: LEGGI SOTTO]** + +Queste procedure sono utilizzate per la richiesta dinamica di un puntatore ad +un pezzo di memoria allineato, esattamente come malloc e free nello spazio +utente, ma :c:func:`kmalloc()` ha un argomento aggiuntivo per indicare alcune +opzioni. Le opzioni più importanti sono: + +``GFP_KERNEL`` + Potrebbe dormire per librarare della memoria. L'opzione fornisce il modo + più affidabile per allocare memoria, ma il suo uso è strettamente limitato + allo spazio utente. + +``GFP_ATOMIC`` + Non dorme. Meno affidabile di ``GFP_KERNEL``, ma può essere usata in un + contesto d'interruzione. Dovreste avere **davvero** una buona strategia + per la gestione degli errori in caso di mancanza di memoria. + +``GFP_DMA`` + Alloca memoria per il DMA sul bus ISA nello spazio d'indirizzamento + inferiore ai 16MB. Se non sapete cos'è allora non vi serve. + Molto inaffidabile. + +Se vedete un messaggio d'avviso per una funzione dormiente che viene chiamata +da un contesto errato, allora probabilmente avete usato una funzione +d'allocazione dormiente da un contesto d'interruzione senza ``GFP_ATOMIC``. +Dovreste correggerlo. Sbrigatevi, non cincischiate. + +Se allocate almeno ``PAGE_SIZE``(``asm/page.h`` o ``asm/page_types.h``) byte, +considerate l'uso di :c:func:`__get_free_pages()` (``include/linux/gfp.h``). +Accetta un argomento che definisce l'ordine (0 per per la dimensione di una +pagine, 1 per una doppia pagina, 2 per quattro pagine, eccetra) e le stesse +opzioni d'allocazione viste precedentemente. + +Se state allocando un numero di byte notevolemnte superiore ad una pagina +potete usare :c:func:`vmalloc()`. Essa allocherà memoria virtuale all'interno +dello spazio kernel. Questo è un blocco di memoria fisica non contiguo, ma +la MMU vi darà l'impressione che lo sia (quindi, sarà contiguo solo dal punto +di vista dei processori, non dal punto di vista dei driver dei dispositivi +esterni). +Se per qualche strana ragione avete davvero bisogno di una grossa quantità di +memoria fisica contigua, avete un problema: Linux non ha un buon supporto per +questo caso d'uso perché, dopo un po' di tempo, la frammentazione della memoria +rende l'operazione difficile. Il modo migliore per allocare un simile blocco +all'inizio dell'avvio del sistema è attraverso la procedura +:c:func:`alloc_bootmem()`. + +Prima di inventare la vostra cache per gli oggetti più usati, considerate +l'uso di una cache slab disponibile in ``include/linux/slab.h``. + +:c:macro:`current` +------------------- + +Definita in ``include/asm/current.h`` + +Questa variabile globale (in realtà una macro) contiene un puntatore alla +struttura del processo corrente, quindi è valido solo dal contesto utente. +Per esempio, quando un processo esegue una chiamata di sistema, questo +punterà alla struttura dati del processo chiamate. +Nel contesto d'interruzione in suo valore **non è NULL**. + +:c:func:`mdelay()`/:c:func:`udelay()` +------------------------------------- + +Definite in ``include/asm/delay.h`` / ``include/linux/delay.h`` + +Le funzioni :c:func:`udelay()` e :c:func:`ndelay()` possono essere utilizzate +per brevi pause. Non usate grandi valori perché rischiate d'avere un +overflow - in questo contesto la funzione :c:func:`mdelay()` è utile, +oppure considerate :c:func:`msleep()`. + +:c:func:`cpu_to_be32()`/:c:func:`be32_to_cpu()`/:c:func:`cpu_to_le32()`/:c:func:`le32_to_cpu()` +----------------------------------------------------------------------------------------------- + +Definite in ``include/asm/byteorder.h`` + +La famiglia di funzioni :c:func:`cpu_to_be32()` (dove "32" può essere +sostituito da 64 o 16, e "be" con "le") forniscono un modo generico +per fare conversioni sull'ordine dei byte (endianess): esse ritornano +il valore convertito. Tutte le varianti supportano anche il processo inverso: +:c:func:`be32_to_cpu()`, eccetera. + +Queste funzioni hanno principalmente due varianti: la variante per +puntatori, come :c:func:`cpu_to_be32p()`, che prende un puntatore +ad un tipo, e ritorna il valore convertito. L'altra variante per +la famiglia di conversioni "in-situ", come :c:func:`cpu_to_be32s()`, +che convertono il valore puntato da un puntatore, e ritornano void. + +:c:func:`local_irq_save()`/:c:func:`local_irq_restore()` +-------------------------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/irqflags.h`` + +Queste funzioni abilitano e disabilitano le interruzioni hardware +sul processore locale. Entrambe sono rientranti; esse salvano lo stato +precedente nel proprio argomento ``unsigned long flags``. Se sapete +che le interruzioni sono abilite, potete semplicemente utilizzare +:c:func:`local_irq_disable()` e :c:func:`local_irq_enable()`. + +.. _it_local_bh_disable: + +:c:func:`local_bh_disable()`/:c:func:`local_bh_enable()` +-------------------------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/bottom_half.h`` + + +Queste funzioni abilitano e disabilitano le interruzioni software +sul processore locale. Entrambe sono rientranti; se le interruzioni +software erano già state disabilitate in precedenza, rimarranno +disabilitate anche dopo aver invocato questa coppia di funzioni. +Lo scopo è di prevenire l'esecuzione di softirq e tasklet sul processore +attuale. + +:c:func:`smp_processor_id()` +---------------------------- + +Definita in ``include/linux/smp.h`` + +:c:func:`get_cpu()` nega il diritto di prelazione (quindi non potete essere +spostati su un altro processore all'improvviso) e ritorna il numero +del processore attuale, fra 0 e ``NR_CPUS``. Da notare che non è detto +che la numerazione dei processori sia continua. Quando avete terminato, +ritornate allo stato precedente con :c:func:`put_cpu()`. + +Se sapete che non dovete essere interrotti da altri processi (per esempio, +se siete in un contesto d'interruzione, o il diritto di prelazione +è disabilitato) potete utilizzare smp_processor_id(). + + +``__init``/``__exit``/``__initdata`` +------------------------------------ + +Definite in ``include/linux/init.h`` + +Dopo l'avvio, il kernel libera una sezione speciale; le funzioni marcate +con ``__init`` e le strutture dati marcate con ``__initdata`` vengono +eliminate dopo il completamento dell'avvio: in modo simile i moduli eliminano +questa memoria dopo l'inizializzazione. ``__exit`` viene utilizzato per +dichiarare che una funzione verrà utilizzata solo in fase di rimozione: +la detta funzione verrà eliminata quando il file che la contiene non è +compilato come modulo. Guardate l'header file per informazioni. Da notare che +non ha senso avere una funzione marcata come ``__init`` e al tempo stesso +esportata ai moduli utilizzando :c:func:`EXPORT_SYMBOL()` o +:c:func:`EXPORT_SYMBOL_GPL()` - non funzionerà. + + +:c:func:`__initcall()`/:c:func:`module_init()` +---------------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/init.h`` / ``include/linux/module.h`` + +Molte parti del kernel funzionano bene come moduli (componenti del kernel +caricabili dinamicamente). L'utilizzo delle macro :c:func:`module_init()` +e :c:func:`module_exit()` semplifica la scrittura di codice che può funzionare +sia come modulo, sia come parte del kernel, senza l'ausilio di #ifdef. + +La macro :c:func:`module_init()` definisce quale funzione dev'essere +chiamata quando il modulo viene inserito (se il file è stato compilato come +tale), o in fase di avvio : se il file non è stato compilato come modulo la +macro :c:func:`module_init()` diventa equivalente a :c:func:`__initcall()`, +la quale, tramite qualche magia del linker, s'assicura che la funzione venga +chiamata durante l'avvio. + +La funzione può ritornare un numero d'errore negativo per scatenare un +fallimento del caricamento (sfortunatamente, questo non ha effetto se il +modulo è compilato come parte integrante del kernel). Questa funzione è chiamata +in contesto utente con le interruzioni abilitate, quindi potrebbe dormire. + + +:c:func:`module_exit()` +----------------------- + + +Definita in ``include/linux/module.h`` + +Questa macro definisce la funzione che dev'essere chiamata al momento della +rimozione (o mai, nel caso in cui il file sia parte integrante del kernel). +Essa verrà chiamata solo quando il contatore d'uso del modulo raggiunge lo +zero. Questa funzione può anche dormire, ma non può fallire: tutto dev'essere +ripulito prima che la funzione ritorni. + +Da notare che questa macro è opzionale: se non presente, il modulo non sarà +removibile (a meno che non usiate 'rmmod -f' ). + + +:c:func:`try_module_get()`/:c:func:`module_put()` +------------------------------------------------- + +Definite in ``include/linux/module.h`` + +Queste funzioni maneggiano il contatore d'uso del modulo per proteggerlo dalla +rimozione (in aggiunta, un modulo non può essere rimosso se un altro modulo +utilizzo uno dei sui simboli esportati: vedere di seguito). Prima di eseguire +codice del modulo, dovreste chiamare :c:func:`try_module_get()` su quel modulo: +se fallisce significa che il modulo è stato rimosso e dovete agire come se +non fosse presente. Altrimenti, potete accedere al modulo in sicurezza, e +chiamare :c:func:`module_put()` quando avete finito. + +La maggior parte delle strutture registrabili hanno un campo owner +(proprietario), come nella struttura +:c:type:`struct file_operations <file_operations>`. +Impostate questo campo al valore della macro ``THIS_MODULE``. + + +Code d'attesa ``include/linux/wait.h`` +====================================== + +**[DORMONO]** + +Una coda d'attesa è usata per aspettare che qualcuno vi attivi quando una +certa condizione s'avvera. Per evitare corse critiche, devono essere usate +con cautela. Dichiarate una :c:type:`wait_queue_head_t`, e poi i processi +che vogliono attendere il verificarsi di quella condizione dichiareranno +una :c:type:`wait_queue_entry_t` facendo riferimento a loro stessi, poi +metteranno questa in coda. + +Dichiarazione +------------- + +Potere dichiarare una ``wait_queue_head_t`` utilizzando la macro +:c:func:`DECLARE_WAIT_QUEUE_HEAD()` oppure utilizzando la procedura +:c:func:`init_waitqueue_head()` nel vostro codice d'inizializzazione. + +Accodamento +----------- + +Mettersi in una coda d'attesa è piuttosto complesso, perché dovete +mettervi in coda prima di verificare la condizione. Esiste una macro +a questo scopo: :c:func:`wait_event_interruptible()` (``include/linux/wait.h``). +Il primo argomento è la testa della coda d'attesa, e il secondo è +un'espressione che dev'essere valutata; la macro ritorna 0 quando questa +espressione è vera, altrimenti ``-ERESTARTSYS`` se è stato ricevuto un segnale. +La versione :c:func:`wait_event()` ignora i segnali. + +Svegliare una procedura in coda +------------------------------- + +Chiamate :c:func:`wake_up()` (``include/linux/wait.h``); questa attiverà tutti +i processi in coda. Ad eccezione se uno di questi è impostato come +``TASK_EXCLUSIVE``, in questo caso i rimanenti non verranno svegliati. +Nello stesso header file esistono altre varianti di questa funzione. + +Operazioni atomiche +=================== + +Certe operazioni sono garantite come atomiche su tutte le piattaforme. +Il primo gruppo di operazioni utilizza :c:type:`atomic_t` +(``include/asm/atomic.h``); questo contiene un intero con segno (minimo 32bit), +e dovete utilizzare queste funzione per modificare o leggere variabili di tipo +:c:type:`atomic_t`. :c:func:`atomic_read()` e :c:func:`atomic_set()` leggono ed +impostano il contatore, :c:func:`atomic_add()`, :c:func:`atomic_sub()`, +:c:func:`atomic_inc()`, :c:func:`atomic_dec()`, e +:c:func:`atomic_dec_and_test()` (ritorna vero se raggiunge zero dopo essere +stata decrementata). + +Sì. Ritorna vero (ovvero != 0) se la variabile atomica è zero. + +Da notare che queste funzioni sono più lente rispetto alla normale aritmetica, +e quindi non dovrebbero essere usate a sproposito. + +Il secondo gruppo di operazioni atomiche sono definite in +``include/linux/bitops.h`` ed agiscono sui bit d'una variabile di tipo +``unsigned long``. Queste operazioni prendono come argomento un puntatore +alla variabile, e un numero di bit dove 0 è quello meno significativo. +:c:func:`set_bit()`, :c:func:`clear_bit()` e :c:func:`change_bit()` +impostano, cancellano, ed invertono il bit indicato. +:c:func:`test_and_set_bit()`, :c:func:`test_and_clear_bit()` e +:c:func:`test_and_change_bit()` fanno la stessa cosa, ad eccezione che +ritornano vero se il bit era impostato; queste sono particolarmente +utili quando si vuole impostare atomicamente dei flag. + +Con queste operazioni è possibile utilizzare indici di bit che eccedono +il valore ``BITS_PER_LONG``. Il comportamento è strano sulle piattaforme +big-endian quindi è meglio evitarlo. + +Simboli +======= + +All'interno del kernel, si seguono le normali regole del linker (ovvero, +a meno che un simbolo non venga dichiarato con visibilita limitata ad un +file con la parola chiave ``static``, esso può essere utilizzato in qualsiasi +parte del kernel). Nonostante ciò, per i moduli, esiste una tabella dei +simboli esportati che limita i punti di accesso al kernel. Anche i moduli +possono esportare simboli. + +:c:func:`EXPORT_SYMBOL()` +------------------------- + +Definita in ``include/linux/export.h`` + +Questo è il classico metodo per esportare un simbolo: i moduli caricati +dinamicamente potranno utilizzare normalmente il simbolo. + +:c:func:`EXPORT_SYMBOL_GPL()` +----------------------------- + +Definita in ``include/linux/export.h`` + +Essa è simile a :c:func:`EXPORT_SYMBOL()` ad eccezione del fatto che i +simboli esportati con :c:func:`EXPORT_SYMBOL_GPL()` possono essere +utilizzati solo dai moduli che hanno dichiarato una licenza compatibile +con la GPL attraverso :c:func:`MODULE_LICENSE()`. Questo implica che la +funzione esportata è considerata interna, e non una vera e propria interfaccia. +Alcuni manutentori e sviluppatori potrebbero comunque richiedere +:c:func:`EXPORT_SYMBOL_GPL()` quando si aggiungono nuove funzionalità o +interfacce. + +:c:func:`EXPORT_SYMBOL_NS()` +---------------------------- + +Definita in ``include/linux/export.h`` + +Questa è una variate di `EXPORT_SYMBOL()` che permette di specificare uno +spazio dei nomi. Lo spazio dei nomi è documentato in +Documentation/translations/it_IT/core-api/symbol-namespaces.rst. + +:c:func:`EXPORT_SYMBOL_NS_GPL()` +-------------------------------- + +Definita in ``include/linux/export.h`` + +Questa è una variate di `EXPORT_SYMBOL_GPL()` che permette di specificare uno +spazio dei nomi. Lo spazio dei nomi è documentato in +Documentation/translations/it_IT/core-api/symbol-namespaces.rst. + +Procedure e convenzioni +======================= + +Liste doppiamente concatenate ``include/linux/list.h`` +------------------------------------------------------ + +Un tempo negli header del kernel c'erano tre gruppi di funzioni per +le liste concatenate, ma questa è stata la vincente. Se non avete particolari +necessità per una semplice lista concatenata, allora questa è una buona scelta. + +In particolare, :c:func:`list_for_each_entry()` è utile. + +Convenzione dei valori di ritorno +--------------------------------- + +Per codice chiamato in contesto utente, è molto comune sfidare le convenzioni +C e ritornare 0 in caso di successo, ed un codice di errore negativo +(eg. ``-EFAULT``) nei casi fallimentari. Questo potrebbe essere controintuitivo +a prima vista, ma è abbastanza diffuso nel kernel. + +Utilizzate :c:func:`ERR_PTR()` (``include/linux/err.h``) per codificare +un numero d'errore negativo in un puntatore, e :c:func:`IS_ERR()` e +:c:func:`PTR_ERR()` per recuperarlo di nuovo: così si evita d'avere un +puntatore dedicato per il numero d'errore. Da brividi, ma in senso positivo. + +Rompere la compilazione +----------------------- + +Linus e gli altri sviluppatori a volte cambiano i nomi delle funzioni e +delle strutture nei kernel in sviluppo; questo non è solo per tenere +tutti sulle spine: questo riflette cambiamenti fondamentati (eg. la funzione +non può più essere chiamata con le funzioni attive, o fa controlli aggiuntivi, +o non fa più controlli che venivano fatti in precedenza). Solitamente a questo +s'accompagna un'adeguata e completa nota sulla lista di discussone +più adatta; cercate negli archivi. Solitamente eseguire una semplice +sostituzione su tutto un file rendere le cose **peggiori**. + +Inizializzazione dei campi d'una struttura +------------------------------------------ + +Il metodo preferito per l'inizializzazione delle strutture è quello +di utilizzare gli inizializzatori designati, come definiti nello +standard ISO C99, eg:: + + static struct block_device_operations opt_fops = { + .open = opt_open, + .release = opt_release, + .ioctl = opt_ioctl, + .check_media_change = opt_media_change, + }; + +Questo rende più facile la ricerca con grep, e rende più chiaro quale campo +viene impostato. Dovreste fare così perché si mostra meglio. + +Estensioni GNU +-------------- + +Le estensioni GNU sono esplicitamente permesse nel kernel Linux. Da notare +che alcune delle più complesse non sono ben supportate, per via dello scarso +sviluppo, ma le seguenti sono da considerarsi la norma (per maggiori dettagli, +leggete la sezione "C Extensions" nella pagina info di GCC - Sì, davvero +la pagina info, la pagina man è solo un breve riassunto delle cose nella +pagina info). + +- Funzioni inline + +- Istruzioni in espressioni (ie. il costrutto ({ and }) ). + +- Dichiarate attributi di una funzione / variabile / tipo + (__attribute__) + +- typeof + +- Array con lunghezza zero + +- Macro varargs + +- Aritmentica sui puntatori void + +- Inizializzatori non costanti + +- Istruzioni assembler (non al di fuori di 'arch/' e 'include/asm/') + +- Nomi delle funzioni come stringhe (__func__). + +- __builtin_constant_p() + +Siate sospettosi quando utilizzate long long nel kernel, il codice generato +da gcc è orribile ed anche peggio: le divisioni e le moltiplicazioni non +funzionano sulle piattaforme i386 perché le rispettive funzioni di runtime +di GCC non sono incluse nell'ambiente del kernel. + +C++ +--- + +Solitamente utilizzare il C++ nel kernel è una cattiva idea perché +il kernel non fornisce il necessario ambiente di runtime e gli header file +non sono stati verificati. Rimane comunque possibile, ma non consigliato. +Se davvero volete usarlo, almeno evitate le eccezioni. + +NUMif +----- + +Viene generalmente considerato più pulito l'uso delle macro negli header file +(o all'inizio dei file .c) per astrarre funzioni piuttosto che utlizzare +l'istruzione di pre-processore \`#if' all'interno del codice sorgente. + +Mettere le vostre cose nel kernel +================================= + +Al fine d'avere le vostre cose in ordine per l'inclusione ufficiale, o +anche per avere patch pulite, c'è del lavoro amministrativo da fare: + +- Trovare chi è responsabile del codice che state modificando. Guardare in cima + ai file sorgenti, all'interno del file ``MAINTAINERS``, ed alla fine + di tutti nel file ``CREDITS``. Dovreste coordinarvi con queste persone + per evitare di duplicare gli sforzi, o provare qualcosa che è già stato + rigettato. + + Assicuratevi di mettere il vostro nome ed indirizzo email in cima a + tutti i file che create o che maneggiate significativamente. Questo è + il primo posto dove le persone guarderanno quando troveranno un baco, + o quando **loro** vorranno fare una modifica. + +- Solitamente vorrete un'opzione di configurazione per la vostra modifica + al kernel. Modificate ``Kconfig`` nella cartella giusta. Il linguaggio + Config è facile con copia ed incolla, e c'è una completa documentazione + nel file ``Documentation/kbuild/kconfig-language.rst``. + + Nella descrizione della vostra opzione, assicuratevi di parlare sia agli + utenti esperti sia agli utente che non sanno nulla del vostro lavoro. + Menzionate qui le incompatibilità ed i problemi. Chiaramente la + descrizione deve terminare con “if in doubt, say N” (se siete in dubbio, + dite N) (oppure, occasionalmente, \`Y'); questo è per le persone che non + hanno idea di che cosa voi stiate parlando. + +- Modificate il file ``Makefile``: le variabili CONFIG sono esportate qui, + quindi potete solitamente aggiungere una riga come la seguete + "obj-$(CONFIG_xxx) += xxx.o". La sintassi è documentata nel file + ``Documentation/kbuild/makefiles.rst``. + +- Aggiungete voi stessi in ``CREDITS`` se credete di aver fatto qualcosa di + notevole, solitamente qualcosa che supera il singolo file (comunque il vostro + nome dovrebbe essere all'inizio dei file sorgenti). ``MAINTAINERS`` significa + che volete essere consultati quando vengono fatte delle modifiche ad un + sottosistema, e quando ci sono dei bachi; questo implica molto di più di un + semplice impegno su una parte del codice. + +- Infine, non dimenticatevi di leggere + ``Documentation/process/submitting-patches.rst``. + +Trucchetti del kernel +===================== + +Dopo una rapida occhiata al codice, questi sono i preferiti. Sentitevi liberi +di aggiungerne altri. + +``arch/x86/include/asm/delay.h``:: + + #define ndelay(n) (__builtin_constant_p(n) ? \ + ((n) > 20000 ? __bad_ndelay() : __const_udelay((n) * 5ul)) : \ + __ndelay(n)) + + +``include/linux/fs.h``:: + + /* + * Kernel pointers have redundant information, so we can use a + * scheme where we can return either an error code or a dentry + * pointer with the same return value. + * + * This should be a per-architecture thing, to allow different + * error and pointer decisions. + */ + #define ERR_PTR(err) ((void *)((long)(err))) + #define PTR_ERR(ptr) ((long)(ptr)) + #define IS_ERR(ptr) ((unsigned long)(ptr) > (unsigned long)(-1000)) + +``arch/x86/include/asm/uaccess_32.h:``:: + + #define copy_to_user(to,from,n) \ + (__builtin_constant_p(n) ? \ + __constant_copy_to_user((to),(from),(n)) : \ + __generic_copy_to_user((to),(from),(n))) + + +``arch/sparc/kernel/head.S:``:: + + /* + * Sun people can't spell worth damn. "compatability" indeed. + * At least we *know* we can't spell, and use a spell-checker. + */ + + /* Uh, actually Linus it is I who cannot spell. Too much murky + * Sparc assembly will do this to ya. + */ + C_LABEL(cputypvar): + .asciz "compatibility" + + /* Tested on SS-5, SS-10. Probably someone at Sun applied a spell-checker. */ + .align 4 + C_LABEL(cputypvar_sun4m): + .asciz "compatible" + + +``arch/sparc/lib/checksum.S:``:: + + /* Sun, you just can't beat me, you just can't. Stop trying, + * give up. I'm serious, I am going to kick the living shit + * out of you, game over, lights out. + */ + + +Ringraziamenti +============== + +Ringrazio Andi Kleen per le sue idee, le risposte alle mie domande, +le correzioni dei miei errori, l'aggiunta di contenuti, eccetera. +Philipp Rumpf per l'ortografia e per aver reso più chiaro il testo, e +per alcuni eccellenti punti tutt'altro che ovvi. Werner Almesberger +per avermi fornito un ottimo riassunto di :c:func:`disable_irq()`, +e Jes Sorensen e Andrea Arcangeli per le precisazioni. Michael Elizabeth +Chastain per aver verificato ed aggiunto la sezione configurazione. +Telsa Gwynne per avermi insegnato DocBook. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/index.rst b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/index.rst new file mode 100644 index 000000000..50228380b --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/index.rst @@ -0,0 +1,16 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/kernel-hacking/index.rst <kernel_hacking>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_kernel_hacking: + +============================ +Guida all'hacking del kernel +============================ + +.. toctree:: + :maxdepth: 2 + + hacking + locking diff --git a/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/locking.rst b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/locking.rst new file mode 100644 index 000000000..51af37f2d --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/kernel-hacking/locking.rst @@ -0,0 +1,1495 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +.. c:namespace:: it_IT + +:Original: :ref:`Documentation/kernel-hacking/locking.rst <kernel_hacking_lock>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_kernel_hacking_lock: + +========================================== +L'inaffidabile guida alla sincronizzazione +========================================== + +:Author: Rusty Russell + +Introduzione +============ + +Benvenuto, alla notevole ed inaffidabile guida ai problemi di sincronizzazione +(locking) nel kernel. Questo documento descrive il sistema di sincronizzazione +nel kernel Linux 2.6. + +Dato il largo utilizzo del multi-threading e della prelazione nel kernel +Linux, chiunque voglia dilettarsi col kernel deve conoscere i concetti +fondamentali della concorrenza e della sincronizzazione nei sistemi +multi-processore. + +Il problema con la concorrenza +============================== + +(Saltatelo se sapete già cos'è una corsa critica). + +In un normale programma, potete incrementare un contatore nel seguente modo: + +:: + + contatore++; + +Questo è quello che vi aspettereste che accada sempre: + + +.. table:: Risultati attesi + + +------------------------------------+------------------------------------+ + | Istanza 1 | Istanza 2 | + +====================================+====================================+ + | leggi contatore (5) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | aggiungi 1 (6) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | scrivi contatore (6) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | leggi contatore (6) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | aggiungi 1 (7) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | scrivi contatore (7) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + +Questo è quello che potrebbe succedere in realtà: + +.. table:: Possibile risultato + + +------------------------------------+------------------------------------+ + | Istanza 1 | Istanza 2 | + +====================================+====================================+ + | leggi contatore (5) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | leggi contatore (5) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | aggiungi 1 (6) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | aggiungi 1 (6) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | scrivi contatore (6) | | + +------------------------------------+------------------------------------+ + | | scrivi contatore (6) | + +------------------------------------+------------------------------------+ + + +Corse critiche e sezioni critiche +--------------------------------- + +Questa sovrapposizione, ovvero quando un risultato dipende dal tempo che +intercorre fra processi diversi, è chiamata corsa critica. La porzione +di codice che contiene questo problema è chiamata sezione critica. +In particolar modo da quando Linux ha incominciato a girare su +macchine multi-processore, le sezioni critiche sono diventate uno dei +maggiori problemi di progettazione ed implementazione del kernel. + +La prelazione può sortire gli stessi effetti, anche se c'è una sola CPU: +interrompendo un processo nella sua sezione critica otterremo comunque +la stessa corsa critica. In questo caso, il thread che si avvicenda +nell'esecuzione potrebbe eseguire anch'esso la sezione critica. + +La soluzione è quella di riconoscere quando avvengono questi accessi +simultanei, ed utilizzare i *lock* per accertarsi che solo un'istanza +per volta possa entrare nella sezione critica. Il kernel offre delle buone +funzioni a questo scopo. E poi ci sono quelle meno buone, ma farò finta +che non esistano. + +Sincronizzazione nel kernel Linux +================================= + +Se dovessi darvi un suggerimento sulla sincronizzazione: **mantenetela +semplice**. + +Siate riluttanti nell'introduzione di nuovi *lock*. + +I due principali tipi di *lock* nel kernel: spinlock e mutex +------------------------------------------------------------ + +Ci sono due tipi principali di *lock* nel kernel. Il tipo fondamentale è lo +spinlock (``include/asm/spinlock.h``), un semplice *lock* che può essere +trattenuto solo da un processo: se non si può trattenere lo spinlock, allora +rimane in attesa attiva (in inglese *spinning*) finché non ci riesce. +Gli spinlock sono molto piccoli e rapidi, possono essere utilizzati ovunque. + +Il secondo tipo è il mutex (``include/linux/mutex.h``): è come uno spinlock, +ma potreste bloccarvi trattenendolo. Se non potete trattenere un mutex +il vostro processo si auto-sospenderà; verrà riattivato quando il mutex +verrà rilasciato. Questo significa che il processore potrà occuparsi d'altro +mentre il vostro processo è in attesa. Esistono molti casi in cui non potete +permettervi di sospendere un processo (vedere +`Quali funzioni possono essere chiamate in modo sicuro dalle interruzioni?`_) +e quindi dovrete utilizzare gli spinlock. + +Nessuno di questi *lock* è ricorsivo: vedere +`Stallo: semplice ed avanzato`_ + +I *lock* e i kernel per sistemi monoprocessore +---------------------------------------------- + +Per i kernel compilati senza ``CONFIG_SMP`` e senza ``CONFIG_PREEMPT`` +gli spinlock non esistono. Questa è un'ottima scelta di progettazione: +quando nessun altro processo può essere eseguito in simultanea, allora +non c'è la necessità di avere un *lock*. + +Se il kernel è compilato senza ``CONFIG_SMP`` ma con ``CONFIG_PREEMPT``, +allora gli spinlock disabilitano la prelazione; questo è sufficiente a +prevenire le corse critiche. Nella maggior parte dei casi, possiamo considerare +la prelazione equivalente ad un sistema multi-processore senza preoccuparci +di trattarla indipendentemente. + +Dovreste verificare sempre la sincronizzazione con le opzioni ``CONFIG_SMP`` e +``CONFIG_PREEMPT`` abilitate, anche quando non avete un sistema +multi-processore, questo vi permetterà di identificare alcuni problemi +di sincronizzazione. + +Come vedremo di seguito, i mutex continuano ad esistere perché sono necessari +per la sincronizzazione fra processi in contesto utente. + +Sincronizzazione in contesto utente +----------------------------------- + +Se avete una struttura dati che verrà utilizzata solo dal contesto utente, +allora, per proteggerla, potete utilizzare un semplice mutex +(``include/linux/mutex.h``). Questo è il caso più semplice: inizializzate il +mutex; invocate mutex_lock_interruptible() per trattenerlo e +mutex_unlock() per rilasciarlo. C'è anche mutex_lock() +ma questa dovrebbe essere evitata perché non ritorna in caso di segnali. + +Per esempio: ``net/netfilter/nf_sockopt.c`` permette la registrazione +di nuove chiamate per setsockopt() e getsockopt() +usando la funzione nf_register_sockopt(). La registrazione e +la rimozione vengono eseguite solamente quando il modulo viene caricato +o scaricato (e durante l'avvio del sistema, qui non abbiamo concorrenza), +e la lista delle funzioni registrate viene consultata solamente quando +setsockopt() o getsockopt() sono sconosciute al sistema. +In questo caso ``nf_sockopt_mutex`` è perfetto allo scopo, in particolar modo +visto che setsockopt e getsockopt potrebbero dormire. + +Sincronizzazione fra il contesto utente e i softirq +--------------------------------------------------- + +Se un softirq condivide dati col contesto utente, avete due problemi. +Primo, il contesto utente corrente potrebbe essere interroto da un softirq, +e secondo, la sezione critica potrebbe essere eseguita da un altro +processore. Questo è quando spin_lock_bh() +(``include/linux/spinlock.h``) viene utilizzato. Questo disabilita i softirq +sul processore e trattiene il *lock*. Invece, spin_unlock_bh() fa +l'opposto. (Il suffisso '_bh' è un residuo storico che fa riferimento al +"Bottom Halves", il vecchio nome delle interruzioni software. In un mondo +perfetto questa funzione si chiamerebbe 'spin_lock_softirq()'). + +Da notare che in questo caso potete utilizzare anche spin_lock_irq() +o spin_lock_irqsave(), queste fermano anche le interruzioni hardware: +vedere `Contesto di interruzione hardware`_. + +Questo funziona alla perfezione anche sui sistemi monoprocessore: gli spinlock +svaniscono e questa macro diventa semplicemente local_bh_disable() +(``include/linux/interrupt.h``), la quale impedisce ai softirq d'essere +eseguiti. + +Sincronizzazione fra contesto utente e i tasklet +------------------------------------------------ + +Questo caso è uguale al precedente, un tasklet viene eseguito da un softirq. + +Sincronizzazione fra contesto utente e i timer +---------------------------------------------- + +Anche questo caso è uguale al precedente, un timer viene eseguito da un +softirq. +Dal punto di vista della sincronizzazione, tasklet e timer sono identici. + +Sincronizzazione fra tasklet e timer +------------------------------------ + +Qualche volta un tasklet od un timer potrebbero condividere i dati con +un altro tasklet o timer + +Lo stesso tasklet/timer +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Dato che un tasklet non viene mai eseguito contemporaneamente su due +processori, non dovete preoccuparvi che sia rientrante (ovvero eseguito +più volte in contemporanea), perfino su sistemi multi-processore. + +Differenti tasklet/timer +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Se un altro tasklet/timer vuole condividere dati col vostro tasklet o timer, +allora avrete bisogno entrambe di spin_lock() e +spin_unlock(). Qui spin_lock_bh() è inutile, siete già +in un tasklet ed avete la garanzia che nessun altro verrà eseguito sullo +stesso processore. + +Sincronizzazione fra softirq +---------------------------- + +Spesso un softirq potrebbe condividere dati con se stesso o un tasklet/timer. + +Lo stesso softirq +~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Lo stesso softirq può essere eseguito su un diverso processore: allo scopo +di migliorare le prestazioni potete utilizzare dati riservati ad ogni +processore (vedere `Dati per processore`_). Se siete arrivati +fino a questo punto nell'uso dei softirq, probabilmente tenete alla scalabilità +delle prestazioni abbastanza da giustificarne la complessità aggiuntiva. + +Dovete utilizzare spin_lock() e spin_unlock() per +proteggere i dati condivisi. + +Diversi Softirqs +~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Dovete utilizzare spin_lock() e spin_unlock() per +proteggere i dati condivisi, che siano timer, tasklet, diversi softirq o +lo stesso o altri softirq: uno qualsiasi di essi potrebbe essere in esecuzione +su un diverso processore. + +.. _`it_hardirq-context`: + +Contesto di interruzione hardware +================================= + +Solitamente le interruzioni hardware comunicano con un tasklet o un softirq. +Spesso questo si traduce nel mettere in coda qualcosa da fare che verrà +preso in carico da un softirq. + +Sincronizzazione fra interruzioni hardware e softirq/tasklet +------------------------------------------------------------ + +Se un gestore di interruzioni hardware condivide dati con un softirq, allora +avrete due preoccupazioni. Primo, il softirq può essere interrotto da +un'interruzione hardware, e secondo, la sezione critica potrebbe essere +eseguita da un'interruzione hardware su un processore diverso. Questo è il caso +dove spin_lock_irq() viene utilizzato. Disabilita le interruzioni +sul processore che l'esegue, poi trattiene il lock. spin_unlock_irq() +fa l'opposto. + +Il gestore d'interruzione hardware non ha bisogno di usare spin_lock_irq() +perché i softirq non possono essere eseguiti quando il gestore d'interruzione +hardware è in esecuzione: per questo si può usare spin_lock(), che è un po' +più veloce. L'unica eccezione è quando un altro gestore d'interruzioni +hardware utilizza lo stesso *lock*: spin_lock_irq() impedirà a questo +secondo gestore di interrompere quello in esecuzione. + +Questo funziona alla perfezione anche sui sistemi monoprocessore: gli spinlock +svaniscono e questa macro diventa semplicemente local_irq_disable() +(``include/asm/smp.h``), la quale impedisce a softirq/tasklet/BH d'essere +eseguiti. + +spin_lock_irqsave() (``include/linux/spinlock.h``) è una variante che +salva lo stato delle interruzioni in una variabile, questa verrà poi passata +a spin_unlock_irqrestore(). Questo significa che lo stesso codice +potrà essere utilizzato in un'interruzione hardware (dove le interruzioni sono +già disabilitate) e in un softirq (dove la disabilitazione delle interruzioni +è richiesta). + +Da notare che i softirq (e quindi tasklet e timer) sono eseguiti al ritorno +da un'interruzione hardware, quindi spin_lock_irq() interrompe +anche questi. Tenuto conto di questo si può dire che +spin_lock_irqsave() è la funzione di sincronizzazione più generica +e potente. + +Sincronizzazione fra due gestori d'interruzioni hardware +-------------------------------------------------------- + +Condividere dati fra due gestori di interruzione hardware è molto raro, ma se +succede, dovreste usare spin_lock_irqsave(): è una specificità +dell'architettura il fatto che tutte le interruzioni vengano interrotte +quando si eseguono di gestori di interruzioni. + +Bigino della sincronizzazione +============================= + +Pete Zaitcev ci offre il seguente riassunto: + +- Se siete in un contesto utente (una qualsiasi chiamata di sistema) + e volete sincronizzarvi con altri processi, usate i mutex. Potete trattenere + il mutex e dormire (``copy_from_user(`` o ``kmalloc(x,GFP_KERNEL)``). + +- Altrimenti (== i dati possono essere manipolati da un'interruzione) usate + spin_lock_irqsave() e spin_unlock_irqrestore(). + +- Evitate di trattenere uno spinlock per più di 5 righe di codice incluse + le chiamate a funzione (ad eccezione di quell per l'accesso come + readb()). + +Tabella dei requisiti minimi +---------------------------- + +La tabella seguente illustra i requisiti **minimi** per la sincronizzazione fra +diversi contesti. In alcuni casi, lo stesso contesto può essere eseguito solo +da un processore per volta, quindi non ci sono requisiti per la +sincronizzazione (per esempio, un thread può essere eseguito solo su un +processore alla volta, ma se deve condividere dati con un altro thread, allora +la sincronizzazione è necessaria). + +Ricordatevi il suggerimento qui sopra: potete sempre usare +spin_lock_irqsave(), che è un sovrainsieme di tutte le altre funzioni +per spinlock. + +============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ============== +. IRQ Handler A IRQ Handler B Softirq A Softirq B Tasklet A Tasklet B Timer A Timer B User Context A User Context B +============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ============== +IRQ Handler A None +IRQ Handler B SLIS None +Softirq A SLI SLI SL +Softirq B SLI SLI SL SL +Tasklet A SLI SLI SL SL None +Tasklet B SLI SLI SL SL SL None +Timer A SLI SLI SL SL SL SL None +Timer B SLI SLI SL SL SL SL SL None +User Context A SLI SLI SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH None +User Context B SLI SLI SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH MLI None +============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ============== + +Table: Tabella dei requisiti per la sincronizzazione + ++--------+----------------------------+ +| SLIS | spin_lock_irqsave | ++--------+----------------------------+ +| SLI | spin_lock_irq | ++--------+----------------------------+ +| SL | spin_lock | ++--------+----------------------------+ +| SLBH | spin_lock_bh | ++--------+----------------------------+ +| MLI | mutex_lock_interruptible | ++--------+----------------------------+ + +Table: Legenda per la tabella dei requisiti per la sincronizzazione + +Le funzioni *trylock* +===================== + +Ci sono funzioni che provano a trattenere un *lock* solo una volta e +ritornano immediatamente comunicato il successo od il fallimento +dell'operazione. Posso essere usate quando non serve accedere ai dati +protetti dal *lock* quando qualche altro thread lo sta già facendo +trattenendo il *lock*. Potrete acquisire il *lock* più tardi se vi +serve accedere ai dati protetti da questo *lock*. + +La funzione spin_trylock() non ritenta di acquisire il *lock*, +se ci riesce al primo colpo ritorna un valore diverso da zero, altrimenti +se fallisce ritorna 0. Questa funzione può essere utilizzata in un qualunque +contesto, ma come spin_lock(): dovete disabilitare i contesti che +potrebbero interrompervi e quindi trattenere lo spinlock. + +La funzione mutex_trylock() invece di sospendere il vostro processo +ritorna un valore diverso da zero se è possibile trattenere il lock al primo +colpo, altrimenti se fallisce ritorna 0. Nonostante non dorma, questa funzione +non può essere usata in modo sicuro in contesti di interruzione hardware o +software. + +Esempi più comuni +================= + +Guardiamo un semplice esempio: una memoria che associa nomi a numeri. +La memoria tiene traccia di quanto spesso viene utilizzato ogni oggetto; +quando è piena, l'oggetto meno usato viene eliminato. + +Tutto in contesto utente +------------------------ + +Nel primo esempio, supponiamo che tutte le operazioni avvengano in contesto +utente (in soldoni, da una chiamata di sistema), quindi possiamo dormire. +Questo significa che possiamo usare i mutex per proteggere la nostra memoria +e tutti gli oggetti che contiene. Ecco il codice:: + + #include <linux/list.h> + #include <linux/slab.h> + #include <linux/string.h> + #include <linux/mutex.h> + #include <asm/errno.h> + + struct object + { + struct list_head list; + int id; + char name[32]; + int popularity; + }; + + /* Protects the cache, cache_num, and the objects within it */ + static DEFINE_MUTEX(cache_lock); + static LIST_HEAD(cache); + static unsigned int cache_num = 0; + #define MAX_CACHE_SIZE 10 + + /* Must be holding cache_lock */ + static struct object *__cache_find(int id) + { + struct object *i; + + list_for_each_entry(i, &cache, list) + if (i->id == id) { + i->popularity++; + return i; + } + return NULL; + } + + /* Must be holding cache_lock */ + static void __cache_delete(struct object *obj) + { + BUG_ON(!obj); + list_del(&obj->list); + kfree(obj); + cache_num--; + } + + /* Must be holding cache_lock */ + static void __cache_add(struct object *obj) + { + list_add(&obj->list, &cache); + if (++cache_num > MAX_CACHE_SIZE) { + struct object *i, *outcast = NULL; + list_for_each_entry(i, &cache, list) { + if (!outcast || i->popularity < outcast->popularity) + outcast = i; + } + __cache_delete(outcast); + } + } + + int cache_add(int id, const char *name) + { + struct object *obj; + + if ((obj = kmalloc(sizeof(*obj), GFP_KERNEL)) == NULL) + return -ENOMEM; + + strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name)); + obj->id = id; + obj->popularity = 0; + + mutex_lock(&cache_lock); + __cache_add(obj); + mutex_unlock(&cache_lock); + return 0; + } + + void cache_delete(int id) + { + mutex_lock(&cache_lock); + __cache_delete(__cache_find(id)); + mutex_unlock(&cache_lock); + } + + int cache_find(int id, char *name) + { + struct object *obj; + int ret = -ENOENT; + + mutex_lock(&cache_lock); + obj = __cache_find(id); + if (obj) { + ret = 0; + strcpy(name, obj->name); + } + mutex_unlock(&cache_lock); + return ret; + } + +Da notare che ci assicuriamo sempre di trattenere cache_lock quando +aggiungiamo, rimuoviamo od ispezioniamo la memoria: sia la struttura +della memoria che il suo contenuto sono protetti dal *lock*. Questo +caso è semplice dato che copiamo i dati dall'utente e non permettiamo +mai loro di accedere direttamente agli oggetti. + +C'è una piccola ottimizzazione qui: nella funzione cache_add() +impostiamo i campi dell'oggetto prima di acquisire il *lock*. Questo è +sicuro perché nessun altro potrà accedervi finché non lo inseriremo +nella memoria. + +Accesso dal contesto utente +--------------------------- + +Ora consideriamo il caso in cui cache_find() può essere invocata +dal contesto d'interruzione: sia hardware che software. Un esempio potrebbe +essere un timer che elimina oggetti dalla memoria. + +Qui di seguito troverete la modifica nel formato *patch*: le righe ``-`` +sono quelle rimosse, mentre quelle ``+`` sono quelle aggiunte. + +:: + + --- cache.c.usercontext 2003-12-09 13:58:54.000000000 +1100 + +++ cache.c.interrupt 2003-12-09 14:07:49.000000000 +1100 + @@ -12,7 +12,7 @@ + int popularity; + }; + + -static DEFINE_MUTEX(cache_lock); + +static DEFINE_SPINLOCK(cache_lock); + static LIST_HEAD(cache); + static unsigned int cache_num = 0; + #define MAX_CACHE_SIZE 10 + @@ -55,6 +55,7 @@ + int cache_add(int id, const char *name) + { + struct object *obj; + + unsigned long flags; + + if ((obj = kmalloc(sizeof(*obj), GFP_KERNEL)) == NULL) + return -ENOMEM; + @@ -63,30 +64,33 @@ + obj->id = id; + obj->popularity = 0; + + - mutex_lock(&cache_lock); + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + __cache_add(obj); + - mutex_unlock(&cache_lock); + + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + return 0; + } + + void cache_delete(int id) + { + - mutex_lock(&cache_lock); + + unsigned long flags; + + + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + __cache_delete(__cache_find(id)); + - mutex_unlock(&cache_lock); + + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + } + + int cache_find(int id, char *name) + { + struct object *obj; + int ret = -ENOENT; + + unsigned long flags; + + - mutex_lock(&cache_lock); + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + obj = __cache_find(id); + if (obj) { + ret = 0; + strcpy(name, obj->name); + } + - mutex_unlock(&cache_lock); + + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + return ret; + } + +Da notare che spin_lock_irqsave() disabiliterà le interruzioni +se erano attive, altrimenti non farà niente (quando siamo già in un contesto +d'interruzione); dunque queste funzioni possono essere chiamante in +sicurezza da qualsiasi contesto. + +Sfortunatamente, cache_add() invoca kmalloc() con +l'opzione ``GFP_KERNEL`` che è permessa solo in contesto utente. Ho supposto +che cache_add() venga chiamata dal contesto utente, altrimenti +questa opzione deve diventare un parametro di cache_add(). + +Esporre gli oggetti al di fuori del file +---------------------------------------- + +Se i vostri oggetti contengono più informazioni, potrebbe non essere +sufficiente copiare i dati avanti e indietro: per esempio, altre parti del +codice potrebbero avere un puntatore a questi oggetti piuttosto che cercarli +ogni volta. Questo introduce due problemi. + +Il primo problema è che utilizziamo ``cache_lock`` per proteggere gli oggetti: +dobbiamo renderlo dinamico così che il resto del codice possa usarlo. Questo +rende la sincronizzazione più complicata dato che non avviene più in un unico +posto. + +Il secondo problema è il problema del ciclo di vita: se un'altra struttura +mantiene un puntatore ad un oggetto, presumibilmente si aspetta che questo +puntatore rimanga valido. Sfortunatamente, questo è garantito solo mentre +si trattiene il *lock*, altrimenti qualcuno potrebbe chiamare +cache_delete() o peggio, aggiungere un oggetto che riutilizza lo +stesso indirizzo. + +Dato che c'è un solo *lock*, non potete trattenerlo a vita: altrimenti +nessun altro potrà eseguire il proprio lavoro. + +La soluzione a questo problema è l'uso di un contatore di riferimenti: +chiunque punti ad un oggetto deve incrementare il contatore, e decrementarlo +quando il puntatore non viene più usato. Quando il contatore raggiunge lo zero +significa che non è più usato e l'oggetto può essere rimosso. + +Ecco il codice:: + + --- cache.c.interrupt 2003-12-09 14:25:43.000000000 +1100 + +++ cache.c.refcnt 2003-12-09 14:33:05.000000000 +1100 + @@ -7,6 +7,7 @@ + struct object + { + struct list_head list; + + unsigned int refcnt; + int id; + char name[32]; + int popularity; + @@ -17,6 +18,35 @@ + static unsigned int cache_num = 0; + #define MAX_CACHE_SIZE 10 + + +static void __object_put(struct object *obj) + +{ + + if (--obj->refcnt == 0) + + kfree(obj); + +} + + + +static void __object_get(struct object *obj) + +{ + + obj->refcnt++; + +} + + + +void object_put(struct object *obj) + +{ + + unsigned long flags; + + + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + + __object_put(obj); + + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + +} + + + +void object_get(struct object *obj) + +{ + + unsigned long flags; + + + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + + __object_get(obj); + + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + +} + + + /* Must be holding cache_lock */ + static struct object *__cache_find(int id) + { + @@ -35,6 +65,7 @@ + { + BUG_ON(!obj); + list_del(&obj->list); + + __object_put(obj); + cache_num--; + } + + @@ -63,6 +94,7 @@ + strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name)); + obj->id = id; + obj->popularity = 0; + + obj->refcnt = 1; /* The cache holds a reference */ + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + __cache_add(obj); + @@ -79,18 +111,15 @@ + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + } + + -int cache_find(int id, char *name) + +struct object *cache_find(int id) + { + struct object *obj; + - int ret = -ENOENT; + unsigned long flags; + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + obj = __cache_find(id); + - if (obj) { + - ret = 0; + - strcpy(name, obj->name); + - } + + if (obj) + + __object_get(obj); + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + - return ret; + + return obj; + } + +Abbiamo incapsulato il contatore di riferimenti nelle tipiche funzioni +di 'get' e 'put'. Ora possiamo ritornare l'oggetto da cache_find() +col vantaggio che l'utente può dormire trattenendo l'oggetto (per esempio, +copy_to_user() per copiare il nome verso lo spazio utente). + +Un altro punto da notare è che ho detto che il contatore dovrebbe incrementarsi +per ogni puntatore ad un oggetto: quindi il contatore di riferimenti è 1 +quando l'oggetto viene inserito nella memoria. In altre versione il framework +non trattiene un riferimento per se, ma diventa più complicato. + +Usare operazioni atomiche per il contatore di riferimenti +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +In sostanza, :c:type:`atomic_t` viene usato come contatore di riferimenti. +Ci sono un certo numbero di operazioni atomiche definite +in ``include/asm/atomic.h``: queste sono garantite come atomiche su qualsiasi +processore del sistema, quindi non sono necessari i *lock*. In questo caso è +più semplice rispetto all'uso degli spinlock, benché l'uso degli spinlock +sia più elegante per casi non banali. Le funzioni atomic_inc() e +atomic_dec_and_test() vengono usate al posto dei tipici operatori di +incremento e decremento, e i *lock* non sono più necessari per proteggere il +contatore stesso. + +:: + + --- cache.c.refcnt 2003-12-09 15:00:35.000000000 +1100 + +++ cache.c.refcnt-atomic 2003-12-11 15:49:42.000000000 +1100 + @@ -7,7 +7,7 @@ + struct object + { + struct list_head list; + - unsigned int refcnt; + + atomic_t refcnt; + int id; + char name[32]; + int popularity; + @@ -18,33 +18,15 @@ + static unsigned int cache_num = 0; + #define MAX_CACHE_SIZE 10 + + -static void __object_put(struct object *obj) + -{ + - if (--obj->refcnt == 0) + - kfree(obj); + -} + - + -static void __object_get(struct object *obj) + -{ + - obj->refcnt++; + -} + - + void object_put(struct object *obj) + { + - unsigned long flags; + - + - spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + - __object_put(obj); + - spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + + if (atomic_dec_and_test(&obj->refcnt)) + + kfree(obj); + } + + void object_get(struct object *obj) + { + - unsigned long flags; + - + - spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + - __object_get(obj); + - spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + + atomic_inc(&obj->refcnt); + } + + /* Must be holding cache_lock */ + @@ -65,7 +47,7 @@ + { + BUG_ON(!obj); + list_del(&obj->list); + - __object_put(obj); + + object_put(obj); + cache_num--; + } + + @@ -94,7 +76,7 @@ + strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name)); + obj->id = id; + obj->popularity = 0; + - obj->refcnt = 1; /* The cache holds a reference */ + + atomic_set(&obj->refcnt, 1); /* The cache holds a reference */ + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + __cache_add(obj); + @@ -119,7 +101,7 @@ + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + obj = __cache_find(id); + if (obj) + - __object_get(obj); + + object_get(obj); + spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + return obj; + } + +Proteggere l'oggetto stesso +--------------------------- + +In questo esempio, assumiamo che gli oggetti (ad eccezione del contatore +di riferimenti) non cambino mai dopo la loro creazione. Se vogliamo permettere +al nome di cambiare abbiamo tre possibilità: + +- Si può togliere static da ``cache_lock`` e dire agli utenti che devono + trattenere il *lock* prima di modificare il nome di un oggetto. + +- Si può fornire una funzione cache_obj_rename() che prende il + *lock* e cambia il nome per conto del chiamante; si dirà poi agli utenti + di usare questa funzione. + +- Si può decidere che ``cache_lock`` protegge solo la memoria stessa, ed + un altro *lock* è necessario per la protezione del nome. + +Teoricamente, possiamo avere un *lock* per ogni campo e per ogni oggetto. +In pratica, le varianti più comuni sono: + +- un *lock* che protegge l'infrastruttura (la lista ``cache`` di questo + esempio) e gli oggetti. Questo è quello che abbiamo fatto finora. + +- un *lock* che protegge l'infrastruttura (inclusi i puntatori alla lista + negli oggetti), e un *lock* nell'oggetto per proteggere il resto + dell'oggetto stesso. + +- *lock* multipli per proteggere l'infrastruttura (per esempio un *lock* + per ogni lista), possibilmente con un *lock* per oggetto. + +Qui di seguito un'implementazione con "un lock per oggetto": + +:: + + --- cache.c.refcnt-atomic 2003-12-11 15:50:54.000000000 +1100 + +++ cache.c.perobjectlock 2003-12-11 17:15:03.000000000 +1100 + @@ -6,11 +6,17 @@ + + struct object + { + + /* These two protected by cache_lock. */ + struct list_head list; + + int popularity; + + + atomic_t refcnt; + + + + /* Doesn't change once created. */ + int id; + + + + spinlock_t lock; /* Protects the name */ + char name[32]; + - int popularity; + }; + + static DEFINE_SPINLOCK(cache_lock); + @@ -77,6 +84,7 @@ + obj->id = id; + obj->popularity = 0; + atomic_set(&obj->refcnt, 1); /* The cache holds a reference */ + + spin_lock_init(&obj->lock); + + spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + __cache_add(obj); + +Da notare che ho deciso che il contatore di popolarità dovesse essere +protetto da ``cache_lock`` piuttosto che dal *lock* dell'oggetto; questo +perché è logicamente parte dell'infrastruttura (come +:c:type:`struct list_head <list_head>` nell'oggetto). In questo modo, +in __cache_add(), non ho bisogno di trattenere il *lock* di ogni +oggetto mentre si cerca il meno popolare. + +Ho anche deciso che il campo id è immutabile, quindi non ho bisogno di +trattenere il lock dell'oggetto quando si usa __cache_find() +per leggere questo campo; il *lock* dell'oggetto è usato solo dal chiamante +che vuole leggere o scrivere il campo name. + +Inoltre, da notare che ho aggiunto un commento che descrive i dati che sono +protetti dal *lock*. Questo è estremamente importante in quanto descrive il +comportamento del codice, che altrimenti sarebbe di difficile comprensione +leggendo solamente il codice. E come dice Alan Cox: “Lock data, not code”. + +Problemi comuni +=============== + +Stallo: semplice ed avanzato +---------------------------- + +Esiste un tipo di baco dove un pezzo di codice tenta di trattenere uno +spinlock due volte: questo rimarrà in attesa attiva per sempre aspettando che +il *lock* venga rilasciato (in Linux spinlocks, rwlocks e mutex non sono +ricorsivi). +Questo è facile da diagnosticare: non è uno di quei problemi che ti tengono +sveglio 5 notti a parlare da solo. + +Un caso un pochino più complesso; immaginate d'avere una spazio condiviso +fra un softirq ed il contesto utente. Se usate spin_lock() per +proteggerlo, il contesto utente potrebbe essere interrotto da un softirq +mentre trattiene il lock, da qui il softirq rimarrà in attesa attiva provando +ad acquisire il *lock* già trattenuto nel contesto utente. + +Questi casi sono chiamati stalli (*deadlock*), e come mostrato qui sopra, +può succedere anche con un solo processore (Ma non sui sistemi +monoprocessore perché gli spinlock spariscano quando il kernel è compilato +con ``CONFIG_SMP``\ =n. Nonostante ciò, nel secondo caso avrete comunque +una corruzione dei dati). + +Questi casi sono facili da diagnosticare; sui sistemi multi-processore +il supervisione (*watchdog*) o l'opzione di compilazione ``DEBUG_SPINLOCK`` +(``include/linux/spinlock.h``) permettono di scovare immediatamente quando +succedono. + +Esiste un caso più complesso che è conosciuto come l'abbraccio della morte; +questo coinvolge due o più *lock*. Diciamo che avete un vettore di hash in cui +ogni elemento è uno spinlock a cui è associata una lista di elementi con lo +stesso hash. In un gestore di interruzioni software, dovete modificare un +oggetto e spostarlo su un altro hash; quindi dovrete trattenete lo spinlock +del vecchio hash e di quello nuovo, quindi rimuovere l'oggetto dal vecchio ed +inserirlo nel nuovo. + +Qui abbiamo due problemi. Primo, se il vostro codice prova a spostare un +oggetto all'interno della stessa lista, otterrete uno stallo visto che +tenterà di trattenere lo stesso *lock* due volte. Secondo, se la stessa +interruzione software su un altro processore sta tentando di spostare +un altro oggetto nella direzione opposta, potrebbe accadere quanto segue: + ++---------------------------------+---------------------------------+ +| CPU 1 | CPU 2 | ++=================================+=================================+ +| Trattiene *lock* A -> OK | Trattiene *lock* B -> OK | ++---------------------------------+---------------------------------+ +| Trattiene *lock* B -> attesa | Trattiene *lock* A -> attesa | ++---------------------------------+---------------------------------+ + +Table: Conseguenze + +Entrambe i processori rimarranno in attesa attiva sul *lock* per sempre, +aspettando che l'altro lo rilasci. Sembra e puzza come un blocco totale. + +Prevenire gli stalli +-------------------- + +I libri di testo vi diranno che se trattenete i *lock* sempre nello stesso +ordine non avrete mai un simile stallo. La pratica vi dirà che questo +approccio non funziona all'ingrandirsi del sistema: quando creo un nuovo +*lock* non ne capisco abbastanza del kernel per dire in quale dei 5000 *lock* +si incastrerà. + +I *lock* migliori sono quelli incapsulati: non vengono esposti nei file di +intestazione, e non vengono mai trattenuti fuori dallo stesso file. Potete +rileggere questo codice e vedere che non ci sarà mai uno stallo perché +non tenterà mai di trattenere un altro *lock* quando lo ha già. +Le persone che usano il vostro codice non devono nemmeno sapere che voi +state usando dei *lock*. + +Un classico problema deriva dall'uso di *callback* e di *hook*: se li +chiamate mentre trattenete un *lock*, rischiate uno stallo o un abbraccio +della morte (chi lo sa cosa farà una *callback*?). + +Ossessiva prevenzione degli stalli +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Gli stalli sono un problema, ma non così terribile come la corruzione dei dati. +Un pezzo di codice trattiene un *lock* di lettura, cerca in una lista, +fallisce nel trovare quello che vuole, quindi rilascia il *lock* di lettura, +trattiene un *lock* di scrittura ed inserisce un oggetto; questo genere di +codice presenta una corsa critica. + +corsa fra temporizzatori: un passatempo del kernel +-------------------------------------------------- + +I temporizzatori potrebbero avere dei problemi con le corse critiche. +Considerate una collezione di oggetti (liste, hash, eccetera) dove ogni oggetto +ha un temporizzatore che sta per distruggerlo. + +Se volete eliminare l'intera collezione (diciamo quando rimuovete un modulo), +potreste fare come segue:: + + /* THIS CODE BAD BAD BAD BAD: IF IT WAS ANY WORSE IT WOULD USE + HUNGARIAN NOTATION */ + spin_lock_bh(&list_lock); + + while (list) { + struct foo *next = list->next; + del_timer(&list->timer); + kfree(list); + list = next; + } + + spin_unlock_bh(&list_lock); + +Primo o poi, questo esploderà su un sistema multiprocessore perché un +temporizzatore potrebbe essere già partiro prima di spin_lock_bh(), +e prenderà il *lock* solo dopo spin_unlock_bh(), e cercherà +di eliminare il suo oggetto (che però è già stato eliminato). + +Questo può essere evitato controllando il valore di ritorno di +del_timer(): se ritorna 1, il temporizzatore è stato già +rimosso. Se 0, significa (in questo caso) che il temporizzatore è in +esecuzione, quindi possiamo fare come segue:: + + retry: + spin_lock_bh(&list_lock); + + while (list) { + struct foo *next = list->next; + if (!del_timer(&list->timer)) { + /* Give timer a chance to delete this */ + spin_unlock_bh(&list_lock); + goto retry; + } + kfree(list); + list = next; + } + + spin_unlock_bh(&list_lock); + +Un altro problema è l'eliminazione dei temporizzatori che si riavviano +da soli (chiamando add_timer() alla fine della loro esecuzione). +Dato che questo è un problema abbastanza comune con una propensione +alle corse critiche, dovreste usare del_timer_sync() +(``include/linux/timer.h``) per gestire questo caso. Questa ritorna il +numero di volte che il temporizzatore è stato interrotto prima che +fosse in grado di fermarlo senza che si riavviasse. + +Velocità della sincronizzazione +=============================== + +Ci sono tre cose importanti da tenere in considerazione quando si valuta +la velocità d'esecuzione di un pezzo di codice che necessita di +sincronizzazione. La prima è la concorrenza: quante cose rimangono in attesa +mentre qualcuno trattiene un *lock*. La seconda è il tempo necessario per +acquisire (senza contese) e rilasciare un *lock*. La terza è di usare meno +*lock* o di più furbi. Immagino che i *lock* vengano usati regolarmente, +altrimenti, non sareste interessati all'efficienza. + +La concorrenza dipende da quanto a lungo un *lock* è trattenuto: dovreste +trattenere un *lock* solo il tempo minimo necessario ma non un istante in più. +Nella memoria dell'esempio precedente, creiamo gli oggetti senza trattenere +il *lock*, poi acquisiamo il *lock* quando siamo pronti per inserirlo nella +lista. + +Il tempo di acquisizione di un *lock* dipende da quanto danno fa +l'operazione sulla *pipeline* (ovvero stalli della *pipeline*) e quant'è +probabile che il processore corrente sia stato anche l'ultimo ad acquisire +il *lock* (in pratica, il *lock* è nella memoria cache del processore +corrente?): su sistemi multi-processore questa probabilità precipita +rapidamente. Consideriamo un processore Intel Pentium III a 700Mhz: questo +esegue un'istruzione in 0.7ns, un incremento atomico richiede 58ns, acquisire +un *lock* che è nella memoria cache del processore richiede 160ns, e un +trasferimento dalla memoria cache di un altro processore richiede altri +170/360ns (Leggetevi l'articolo di Paul McKenney's `Linux Journal RCU +article <http://www.linuxjournal.com/article.php?sid=6993>`__). + +Questi due obiettivi sono in conflitto: trattenere un *lock* per il minor +tempo possibile potrebbe richiedere la divisione in più *lock* per diverse +parti (come nel nostro ultimo esempio con un *lock* per ogni oggetto), +ma questo aumenta il numero di acquisizioni di *lock*, ed il risultato +spesso è che tutto è più lento che con un singolo *lock*. Questo è un altro +argomento in favore della semplicità quando si parla di sincronizzazione. + +Il terzo punto è discusso di seguito: ci sono alcune tecniche per ridurre +il numero di sincronizzazioni che devono essere fatte. + +Read/Write Lock Variants +------------------------ + +Sia gli spinlock che i mutex hanno una variante per la lettura/scrittura +(read/write): ``rwlock_t`` e :c:type:`struct rw_semaphore <rw_semaphore>`. +Queste dividono gli utenti in due categorie: i lettori e gli scrittori. +Se state solo leggendo i dati, potete acquisire il *lock* di lettura, ma +per scrivere avrete bisogno del *lock* di scrittura. Molti possono trattenere +il *lock* di lettura, ma solo uno scrittore alla volta può trattenere +quello di scrittura. + +Se il vostro codice si divide chiaramente in codice per lettori e codice +per scrittori (come nel nostro esempio), e il *lock* dei lettori viene +trattenuto per molto tempo, allora l'uso di questo tipo di *lock* può aiutare. +Questi sono leggermente più lenti rispetto alla loro versione normale, quindi +nella pratica l'uso di ``rwlock_t`` non ne vale la pena. + +Evitare i *lock*: Read Copy Update +-------------------------------------------- + +Esiste un metodo di sincronizzazione per letture e scritture detto +Read Copy Update. Con l'uso della tecnica RCU, i lettori possono scordarsi +completamente di trattenere i *lock*; dato che nel nostro esempio ci +aspettiamo d'avere più lettore che scrittori (altrimenti questa memoria +sarebbe uno spreco) possiamo dire che questo meccanismo permette +un'ottimizzazione. + +Come facciamo a sbarazzarci dei *lock* di lettura? Sbarazzarsi dei *lock* di +lettura significa che uno scrittore potrebbe cambiare la lista sotto al naso +dei lettori. Questo è abbastanza semplice: possiamo leggere una lista +concatenata se lo scrittore aggiunge elementi alla fine e con certe +precauzioni. Per esempio, aggiungendo ``new`` ad una lista concatenata +chiamata ``list``:: + + new->next = list->next; + wmb(); + list->next = new; + +La funzione wmb() è una barriera di sincronizzazione delle +scritture. Questa garantisce che la prima operazione (impostare l'elemento +``next`` del nuovo elemento) venga completata e vista da tutti i processori +prima che venga eseguita la seconda operazione (che sarebbe quella di mettere +il nuovo elemento nella lista). Questo è importante perché i moderni +compilatori ed i moderni processori possono, entrambe, riordinare le istruzioni +se non vengono istruiti altrimenti: vogliamo che i lettori non vedano +completamente il nuovo elemento; oppure che lo vedano correttamente e quindi +il puntatore ``next`` deve puntare al resto della lista. + +Fortunatamente, c'è una funzione che fa questa operazione sulle liste +:c:type:`struct list_head <list_head>`: list_add_rcu() +(``include/linux/list.h``). + +Rimuovere un elemento dalla lista è anche più facile: sostituiamo il puntatore +al vecchio elemento con quello del suo successore, e i lettori vedranno +l'elemento o lo salteranno. + +:: + + list->next = old->next; + +La funzione list_del_rcu() (``include/linux/list.h``) fa esattamente +questo (la versione normale corrompe il vecchio oggetto, e non vogliamo che +accada). + +Anche i lettori devono stare attenti: alcuni processori potrebbero leggere +attraverso il puntatore ``next`` il contenuto dell'elemento successivo +troppo presto, ma non accorgersi che il contenuto caricato è sbagliato quando +il puntatore ``next`` viene modificato alla loro spalle. Ancora una volta +c'è una funzione che viene in vostro aiuto list_for_each_entry_rcu() +(``include/linux/list.h``). Ovviamente, gli scrittori possono usare +list_for_each_entry() dato che non ci possono essere due scrittori +in contemporanea. + +Il nostro ultimo dilemma è il seguente: quando possiamo realmente distruggere +l'elemento rimosso? Ricordate, un lettore potrebbe aver avuto accesso a questo +elemento proprio ora: se eliminiamo questo elemento ed il puntatore ``next`` +cambia, il lettore salterà direttamente nella spazzatura e scoppierà. Dobbiamo +aspettare finché tutti i lettori che stanno attraversando la lista abbiano +finito. Utilizziamo call_rcu() per registrare una funzione di +richiamo che distrugga l'oggetto quando tutti i lettori correnti hanno +terminato. In alternative, potrebbe essere usata la funzione +synchronize_rcu() che blocca l'esecuzione finché tutti i lettori +non terminano di ispezionare la lista. + +Ma come fa l'RCU a sapere quando i lettori sono finiti? Il meccanismo è +il seguente: innanzi tutto i lettori accedono alla lista solo fra la coppia +rcu_read_lock()/rcu_read_unlock() che disabilita la +prelazione così che i lettori non vengano sospesi mentre stanno leggendo +la lista. + +Poi, l'RCU aspetta finché tutti i processori non abbiano dormito almeno +una volta; a questo punto, dato che i lettori non possono dormire, possiamo +dedurre che un qualsiasi lettore che abbia consultato la lista durante la +rimozione abbia già terminato, quindi la *callback* viene eseguita. Il vero +codice RCU è un po' più ottimizzato di così, ma questa è l'idea di fondo. + +:: + + --- cache.c.perobjectlock 2003-12-11 17:15:03.000000000 +1100 + +++ cache.c.rcupdate 2003-12-11 17:55:14.000000000 +1100 + @@ -1,15 +1,18 @@ + #include <linux/list.h> + #include <linux/slab.h> + #include <linux/string.h> + +#include <linux/rcupdate.h> + #include <linux/mutex.h> + #include <asm/errno.h> + + struct object + { + - /* These two protected by cache_lock. */ + + /* This is protected by RCU */ + struct list_head list; + int popularity; + + + struct rcu_head rcu; + + + atomic_t refcnt; + + /* Doesn't change once created. */ + @@ -40,7 +43,7 @@ + { + struct object *i; + + - list_for_each_entry(i, &cache, list) { + + list_for_each_entry_rcu(i, &cache, list) { + if (i->id == id) { + i->popularity++; + return i; + @@ -49,19 +52,25 @@ + return NULL; + } + + +/* Final discard done once we know no readers are looking. */ + +static void cache_delete_rcu(void *arg) + +{ + + object_put(arg); + +} + + + /* Must be holding cache_lock */ + static void __cache_delete(struct object *obj) + { + BUG_ON(!obj); + - list_del(&obj->list); + - object_put(obj); + + list_del_rcu(&obj->list); + cache_num--; + + call_rcu(&obj->rcu, cache_delete_rcu); + } + + /* Must be holding cache_lock */ + static void __cache_add(struct object *obj) + { + - list_add(&obj->list, &cache); + + list_add_rcu(&obj->list, &cache); + if (++cache_num > MAX_CACHE_SIZE) { + struct object *i, *outcast = NULL; + list_for_each_entry(i, &cache, list) { + @@ -104,12 +114,11 @@ + struct object *cache_find(int id) + { + struct object *obj; + - unsigned long flags; + + - spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags); + + rcu_read_lock(); + obj = __cache_find(id); + if (obj) + object_get(obj); + - spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags); + + rcu_read_unlock(); + return obj; + } + +Da notare che i lettori modificano il campo popularity nella funzione +__cache_find(), e ora non trattiene alcun *lock*. Una soluzione +potrebbe essere quella di rendere la variabile ``atomic_t``, ma per l'uso +che ne abbiamo fatto qui, non ci interessano queste corse critiche perché un +risultato approssimativo è comunque accettabile, quindi non l'ho cambiato. + +Il risultato è che la funzione cache_find() non ha bisogno di alcuna +sincronizzazione con le altre funzioni, quindi è veloce su un sistema +multi-processore tanto quanto lo sarebbe su un sistema mono-processore. + +Esiste un'ulteriore ottimizzazione possibile: vi ricordate il codice originale +della nostra memoria dove non c'erano contatori di riferimenti e il chiamante +semplicemente tratteneva il *lock* prima di accedere ad un oggetto? Questo è +ancora possibile: se trattenete un *lock* nessuno potrà cancellare l'oggetto, +quindi non avete bisogno di incrementare e decrementare il contatore di +riferimenti. + +Ora, dato che il '*lock* di lettura' di un RCU non fa altro che disabilitare +la prelazione, un chiamante che ha sempre la prelazione disabilitata fra le +chiamate cache_find() e object_put() non necessita +di incrementare e decrementare il contatore di riferimenti. Potremmo +esporre la funzione __cache_find() dichiarandola non-static, +e quel chiamante potrebbe usare direttamente questa funzione. + +Il beneficio qui sta nel fatto che il contatore di riferimenti no +viene scritto: l'oggetto non viene alterato in alcun modo e quindi diventa +molto più veloce su sistemi molti-processore grazie alla loro memoria cache. + + +Dati per processore +------------------- + +Un'altra tecnica comunemente usata per evitare la sincronizzazione è quella +di duplicare le informazioni per ogni processore. Per esempio, se volete +avere un contatore di qualcosa, potreste utilizzare uno spinlock ed un +singolo contatore. Facile e pulito. + +Se questo dovesse essere troppo lento (solitamente non lo è, ma se avete +dimostrato che lo è devvero), potreste usare un contatore per ogni processore +e quindi non sarebbe più necessaria la mutua esclusione. Vedere +DEFINE_PER_CPU(), get_cpu_var() e put_cpu_var() +(``include/linux/percpu.h``). + +Il tipo di dato ``local_t``, la funzione cpu_local_inc() e tutte +le altre funzioni associate, sono di particolare utilità per semplici contatori +per-processore; su alcune architetture sono anche più efficienti +(``include/asm/local.h``). + +Da notare che non esiste un modo facile ed affidabile per ottenere il valore +di un simile contatore senza introdurre altri *lock*. In alcuni casi questo +non è un problema. + +Dati che sono usati prevalentemente dai gestori d'interruzioni +-------------------------------------------------------------- + +Se i dati vengono utilizzati sempre dallo stesso gestore d'interruzioni, +allora i *lock* non vi servono per niente: il kernel già vi garantisce che +il gestore d'interruzione non verrà eseguito in contemporanea su diversi +processori. + +Manfred Spraul fa notare che potreste comunque comportarvi così anche +se i dati vengono occasionalmente utilizzati da un contesto utente o +da un'interruzione software. Il gestore d'interruzione non utilizza alcun +*lock*, e tutti gli altri accessi verranno fatti così:: + + spin_lock(&lock); + disable_irq(irq); + ... + enable_irq(irq); + spin_unlock(&lock); + +La funzione disable_irq() impedisce al gestore d'interruzioni +d'essere eseguito (e aspetta che finisca nel caso fosse in esecuzione su +un altro processore). Lo spinlock, invece, previene accessi simultanei. +Naturalmente, questo è più lento della semplice chiamata +spin_lock_irq(), quindi ha senso solo se questo genere di accesso +è estremamente raro. + + +Quali funzioni possono essere chiamate in modo sicuro dalle interruzioni? +========================================================================= + +Molte funzioni del kernel dormono (in sostanza, chiamano schedule()) +direttamente od indirettamente: non potete chiamarle se trattenere uno +spinlock o avete la prelazione disabilitata, mai. Questo significa che +dovete necessariamente essere nel contesto utente: chiamarle da un +contesto d'interruzione è illegale. + +Alcune funzioni che dormono +--------------------------- + +Le più comuni sono elencate qui di seguito, ma solitamente dovete leggere +il codice per scoprire se altre chiamate sono sicure. Se chiunque altro +le chiami dorme, allora dovreste poter dormire anche voi. In particolar +modo, le funzioni di registrazione e deregistrazione solitamente si +aspettano d'essere chiamante da un contesto utente e quindi che possono +dormire. + +- Accessi allo spazio utente: + + - copy_from_user() + + - copy_to_user() + + - get_user() + + - put_user() + +- kmalloc(GFP_KERNEL) <kmalloc>` + +- mutex_lock_interruptible() and + mutex_lock() + + C'è anche mutex_trylock() che però non dorme. + Comunque, non deve essere usata in un contesto d'interruzione dato + che la sua implementazione non è sicura in quel contesto. + Anche mutex_unlock() non dorme mai. Non può comunque essere + usata in un contesto d'interruzione perché un mutex deve essere rilasciato + dallo stesso processo che l'ha acquisito. + +Alcune funzioni che non dormono +------------------------------- + +Alcune funzioni possono essere chiamate tranquillamente da qualsiasi +contesto, o trattenendo un qualsiasi *lock*. + +- printk() + +- kfree() + +- add_timer() e del_timer() + +Riferimento per l'API dei Mutex +=============================== + +.. kernel-doc:: include/linux/mutex.h + :internal: + +.. kernel-doc:: kernel/locking/mutex.c + :export: + +Riferimento per l'API dei Futex +=============================== + +.. kernel-doc:: kernel/futex/core.c + :internal: + +.. kernel-doc:: kernel/futex/futex.h + :internal: + +.. kernel-doc:: kernel/futex/pi.c + :internal: + +.. kernel-doc:: kernel/futex/requeue.c + :internal: + +.. kernel-doc:: kernel/futex/waitwake.c + :internal: + +Approfondimenti +=============== + +- ``Documentation/locking/spinlocks.rst``: la guida di Linus Torvalds agli + spinlock del kernel. + +- Unix Systems for Modern Architectures: Symmetric Multiprocessing and + Caching for Kernel Programmers. + + L'introduzione alla sincronizzazione a livello di kernel di Curt Schimmel + è davvero ottima (non è scritta per Linux, ma approssimativamente si adatta + a tutte le situazioni). Il libro è costoso, ma vale ogni singolo spicciolo + per capire la sincronizzazione nei sistemi multi-processore. + [ISBN: 0201633388] + +Ringraziamenti +============== + +Grazie a Telsa Gwynne per aver formattato questa guida in DocBook, averla +pulita e aggiunto un po' di stile. + +Grazie a Martin Pool, Philipp Rumpf, Stephen Rothwell, Paul Mackerras, +Ruedi Aschwanden, Alan Cox, Manfred Spraul, Tim Waugh, Pete Zaitcev, +James Morris, Robert Love, Paul McKenney, John Ashby per aver revisionato, +corretto, maledetto e commentato. + +Grazie alla congrega per non aver avuto alcuna influenza su questo documento. + +Glossario +========= + +prelazione + Prima del kernel 2.5, o quando ``CONFIG_PREEMPT`` non è impostato, i processi + in contesto utente non si avvicendano nell'esecuzione (in pratica, il + processo userà il processore fino al proprio termine, a meno che non ci siano + delle interruzioni). Con l'aggiunta di ``CONFIG_PREEMPT`` nella versione + 2.5.4 questo è cambiato: quando si è in contesto utente, processi con una + priorità maggiore possono subentrare nell'esecuzione: gli spinlock furono + cambiati per disabilitare la prelazioni, anche su sistemi monoprocessore. + +bh + Bottom Half: per ragioni storiche, le funzioni che contengono '_bh' nel + loro nome ora si riferiscono a qualsiasi interruzione software; per esempio, + spin_lock_bh() blocca qualsiasi interuzione software sul processore + corrente. I *Bottom Halves* sono deprecati, e probabilmente verranno + sostituiti dai tasklet. In un dato momento potrà esserci solo un + *bottom half* in esecuzione. + +contesto d'interruzione + Non è il contesto utente: qui si processano le interruzioni hardware e + software. La macro in_interrupt() ritorna vero. + +contesto utente + Il kernel che esegue qualcosa per conto di un particolare processo (per + esempio una chiamata di sistema) o di un thread del kernel. Potete + identificare il processo con la macro ``current``. Da non confondere + con lo spazio utente. Può essere interrotto sia da interruzioni software + che hardware. + +interruzione hardware + Richiesta di interruzione hardware. in_hardirq() ritorna vero in un + gestore d'interruzioni hardware. + +interruzione software / softirq + Gestore di interruzioni software: in_hardirq() ritorna falso; + in_softirq() ritorna vero. I tasklet e le softirq sono entrambi + considerati 'interruzioni software'. + + In soldoni, un softirq è uno delle 32 interruzioni software che possono + essere eseguite su più processori in contemporanea. A volte si usa per + riferirsi anche ai tasklet (in pratica tutte le interruzioni software). + +monoprocessore / UP + (Uni-Processor) un solo processore, ovvero non è SMP. (``CONFIG_SMP=n``). + +multi-processore / SMP + (Symmetric Multi-Processor) kernel compilati per sistemi multi-processore + (``CONFIG_SMP=y``). + +spazio utente + Un processo che esegue il proprio codice fuori dal kernel. + +tasklet + Un'interruzione software registrabile dinamicamente che ha la garanzia + d'essere eseguita solo su un processore alla volta. + +timer + Un'interruzione software registrabile dinamicamente che viene eseguita + (circa) in un determinato momento. Quando è in esecuzione è come un tasklet + (infatti, sono chiamati da ``TIMER_SOFTIRQ``). diff --git a/Documentation/translations/it_IT/maintainer/configure-git.rst b/Documentation/translations/it_IT/maintainer/configure-git.rst new file mode 100644 index 000000000..8316fa539 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/maintainer/configure-git.rst @@ -0,0 +1,10 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: Documentation/process/botching-up-ioctls.rst + +.. _it_configuregit: + +Configurare Git +=============== + +.. note:: To be translated diff --git a/Documentation/translations/it_IT/networking/netdev-FAQ.rst b/Documentation/translations/it_IT/networking/netdev-FAQ.rst new file mode 100644 index 000000000..8a1e04958 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/networking/netdev-FAQ.rst @@ -0,0 +1,13 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/maintainer-netdev.rst <netdev-FAQ>` + +.. _it_netdev-FAQ: + +========== +netdev FAQ +========== + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/1.Intro.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/1.Intro.rst new file mode 100644 index 000000000..c1be6dc39 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/1.Intro.rst @@ -0,0 +1,297 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/1.Intro.rst <development_process_intro>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_intro: + +Introduzione +============ + +Riepilogo generale +------------------ + +Il resto di questa sezione riguarda il processo di sviluppo del kernel e +quella sorta di frustrazione che gli sviluppatori e i loro datori di lavoro +potrebbero dover affrontare. Ci sono molte ragioni per le quali del codice +per il kernel debba essere incorporato nel kernel ufficiale, fra le quali: +disponibilità immediata agli utilizzatori, supporto della comunità in +differenti modalità, e la capacità di influenzare la direzione dello sviluppo +del kernel. +Il codice che contribuisce al kernel Linux deve essere reso disponibile sotto +una licenza GPL-compatibile. + +La sezione :ref:`it_development_process` introduce il processo di sviluppo, +il ciclo di rilascio del kernel, ed i meccanismi della finestra +d'incorporazione. Il capitolo copre le varie fasi di una modifica: sviluppo, +revisione e ciclo d'incorporazione. Ci sono alcuni dibattiti su strumenti e +liste di discussione. Gli sviluppatori che sono in attesa di poter sviluppare +qualcosa per il kernel sono invitati ad individuare e sistemare bachi come +esercizio iniziale. + +La sezione :ref:`it_development_early_stage` copre i primi stadi della +pianificazione di un progetto di sviluppo, con particolare enfasi sul +coinvolgimento della comunità, il prima possibile. + +La sezione :ref:`it_development_coding` riguarda il processo di scrittura +del codice. Qui, sono esposte le diverse insidie che sono state già affrontate +da altri sviluppatori. Il capitolo copre anche alcuni dei requisiti per le +modifiche, ed esiste un'introduzione ad alcuni strumenti che possono aiutarvi +nell'assicurarvi che le modifiche per il kernel siano corrette. + +La sezione :ref:`it_development_posting` parla del processo di pubblicazione +delle modifiche per la revisione. Per essere prese in considerazione dalla +comunità di sviluppo, le modifiche devono essere propriamente formattate ed +esposte, e devono essere inviate nel posto giusto. Seguire i consigli presenti +in questa sezione dovrebbe essere d'aiuto nell'assicurare la migliore +accoglienza possibile del vostro lavoro. + +La sezione :ref:`it_development_followthrough` copre ciò che accade dopo +la pubblicazione delle modifiche; a questo punto il lavoro è lontano +dall'essere concluso. Lavorare con i revisori è una parte cruciale del +processo di sviluppo; questa sezione offre una serie di consigli su come +evitare problemi in questa importante fase. Gli sviluppatori sono diffidenti +nell'affermare che il lavoro è concluso quando una modifica è incorporata nei +sorgenti principali. + +La sezione :ref:`it_development_advancedtopics` introduce un paio di argomenti +"avanzati": gestire le modifiche con git e controllare le modifiche pubblicate +da altri. + +La sezione :ref:`it_development_conclusion` chiude il documento con dei +riferimenti ad altre fonti che forniscono ulteriori informazioni sullo sviluppo +del kernel. + +Di cosa parla questo documento +------------------------------ + +Il kernel Linux, ha oltre 8 milioni di linee di codice e ben oltre 1000 +contributori ad ogni rilascio; è uno dei più vasti e più attivi software +liberi progettati mai esistiti. Sin dal sul modesto inizio nel 1991, +questo kernel si è evoluto nel miglior componente per sistemi operativi +che fanno funzionare piccoli riproduttori musicali, PC, grandi super computer +e tutte le altre tipologie di sistemi fra questi estremi. È una soluzione +robusta, efficiente ed adattabile a praticamente qualsiasi situazione. + +Con la crescita di Linux è arrivato anche un aumento di sviluppatori +(ed aziende) desiderosi di partecipare a questo sviluppo. I produttori di +hardware vogliono assicurarsi che il loro prodotti siano supportati da Linux, +rendendo questi prodotti attrattivi agli utenti Linux. I produttori di +sistemi integrati, che usano Linux come componente di un prodotto integrato, +vogliono che Linux sia capace ed adeguato agli obiettivi ed il più possibile +alla mano. Fornitori ed altri produttori di software che basano i propri +prodotti su Linux hanno un chiaro interesse verso capacità, prestazioni ed +affidabilità del kernel Linux. E gli utenti finali, anche, spesso vorrebbero +cambiare Linux per renderlo più aderente alle proprie necessità. + +Una delle caratteristiche più coinvolgenti di Linux è quella dell'accessibilità +per gli sviluppatori; chiunque con le capacità richieste può migliorare +Linux ed influenzarne la direzione di sviluppo. Prodotti non open-source non +possono offrire questo tipo di apertura, che è una caratteristica del software +libero. Ma, anzi, il kernel è persino più aperto rispetto a molti altri +progetti di software libero. Un classico ciclo di sviluppo trimestrale può +coinvolgere 1000 sviluppatori che lavorano per più di 100 differenti aziende +(o per nessuna azienda). + +Lavorare con la comunità di sviluppo del kernel non è particolarmente +difficile. Ma, ciononostante, diversi potenziali contributori hanno trovato +delle difficoltà quando hanno cercato di lavorare sul kernel. La comunità del +kernel utilizza un proprio modo di operare che gli permette di funzionare +agevolmente (e genera un prodotto di alta qualità) in un ambiente dove migliaia +di stringhe di codice sono modificate ogni giorni. Quindi non deve sorprendere +che il processo di sviluppo del kernel differisca notevolmente dai metodi di +sviluppo privati. + +Il processo di sviluppo del Kernel può, dall'altro lato, risultare +intimidatorio e strano ai nuovi sviluppatori, ma ha dietro di se buone ragioni +e solide esperienze. Uno sviluppatore che non comprende i modi della comunità +del kernel (o, peggio, che cerchi di aggirarli o violarli) avrà un'esperienza +deludente nel proprio bagaglio. La comunità di sviluppo, sebbene sia utile +a coloro che cercano di imparare, ha poco tempo da dedicare a coloro che non +ascoltano o coloro che non sono interessati al processo di sviluppo. + +Si spera che coloro che leggono questo documento saranno in grado di evitare +queste esperienze spiacevoli. C'è molto materiale qui, ma lo sforzo della +lettura sarà ripagato in breve tempo. La comunità di sviluppo ha sempre +bisogno di sviluppatori che vogliano aiutare a rendere il kernel migliore; +il testo seguente potrebbe esservi d'aiuto - o essere d'aiuto ai vostri +collaboratori- per entrare a far parte della nostra comunità. + +Crediti +------- + +Questo documento è stato scritto da Jonathan Corbet, corbet@lwn.net. +È stato migliorato da Johannes Berg, James Berry, Alex Chiang, Roland +Dreier, Randy Dunlap, Jake Edge, Jiri Kosina, Matt Mackall, Arthur Marsh, +Amanda McPherson, Andrew Morton, Andrew Price, Tsugikazu Shibata e Jochen Voß. + +Questo lavoro è stato supportato dalla Linux Foundation; un ringraziamento +speciale ad Amanda McPherson, che ha visto il valore di questo lavoro e lo ha +reso possibile. + +L'importanza d'avere il codice nei sorgenti principali +------------------------------------------------------ + +Alcune aziende e sviluppatori ogni tanto si domandano perché dovrebbero +preoccuparsi di apprendere come lavorare con la comunità del kernel e di +inserire il loro codice nel ramo di sviluppo principale (per ramo principale +s'intende quello mantenuto da Linus Torvalds e usato come base dai +distributori Linux). Nel breve termine, contribuire al codice può sembrare +un costo inutile; può sembra più facile tenere separato il proprio codice e +supportare direttamente i suoi utilizzatori. La verità è che il tenere il +codice separato ("fuori dai sorgenti", *"out-of-tree"*) è un falso risparmio. + +Per dimostrare i costi di un codice "fuori dai sorgenti", eccovi +alcuni aspetti rilevanti del processo di sviluppo kernel; la maggior parte +di essi saranno approfonditi dettagliatamente più avanti in questo documento. +Considerate: + +- Il codice che è stato inserito nel ramo principale del kernel è disponibile + a tutti gli utilizzatori Linux. Sarà automaticamente presente in tutte le + distribuzioni che lo consentono. Non c'è bisogno di: driver per dischi, + scaricare file, o della scocciatura del dover supportare diverse versioni di + diverse distribuzioni; funziona già tutto, per gli sviluppatori e per gli + utilizzatori. L'inserimento nel ramo principale risolve un gran numero di + problemi di distribuzione e di supporto. + +- Nonostante gli sviluppatori kernel si sforzino di tenere stabile + l'interfaccia dello spazio utente, quella interna al kernel è in continuo + cambiamento. La mancanza di un'interfaccia interna è deliberatamente una + decisione di progettazione; ciò permette che i miglioramenti fondamentali + vengano fatti in un qualsiasi momento e che risultino fatti con un codice di + alta qualità. Ma una delle conseguenze di questa politica è che qualsiasi + codice "fuori dai sorgenti" richiede costante manutenzione per renderlo + funzionante coi kernel più recenti. Tenere un codice "fuori dai sorgenti" + richiede una mole di lavoro significativa solo per farlo funzionare. + + Invece, il codice che si trova nel ramo principale non necessita di questo + tipo di lavoro poiché ad ogni sviluppatore che faccia una modifica alle + interfacce viene richiesto di sistemare anche il codice che utilizza + quell'interfaccia. Quindi, il codice che è stato inserito nel ramo principale + ha dei costi di mantenimento significativamente più bassi. + +- Oltre a ciò, spesso il codice che è all'interno del kernel sarà migliorato da + altri sviluppatori. Dare pieni poteri alla vostra comunità di utenti e ai + clienti può portare a sorprendenti risultati che migliorano i vostri + prodotti. + +- Il codice kernel è soggetto a revisioni, sia prima che dopo l'inserimento + nel ramo principale. Non importa quanto forti fossero le abilità dello + sviluppatore originale, il processo di revisione troverà il modo di migliore + il codice. Spesso la revisione trova bachi importanti e problemi di + sicurezza. Questo è particolarmente vero per il codice che è stato + sviluppato in un ambiente chiuso; tale codice ottiene un forte beneficio + dalle revisioni provenienti da sviluppatori esteri. Il codice + "fuori dai sorgenti", invece, è un codice di bassa qualità. + +- La partecipazione al processo di sviluppo costituisce la vostra via per + influenzare la direzione di sviluppo del kernel. Gli utilizzatori che + "reclamano da bordo campo" sono ascoltati, ma gli sviluppatori attivi + hanno una voce più forte - e la capacità di implementare modifiche che + renderanno il kernel più funzionale alle loro necessità. + +- Quando il codice è gestito separatamente, esiste sempre la possibilità che + terze parti contribuiscano con una differente implementazione che fornisce + le stesse funzionalità. Se dovesse accadere, l'inserimento del codice + diventerà molto più difficile - fino all'impossibilità. Poi, dovrete far + fronte a delle alternative poco piacevoli, come: (1) mantenere un elemento + non standard "fuori dai sorgenti" per un tempo indefinito, o (2) abbandonare + il codice e far migrare i vostri utenti alla versione "nei sorgenti". + +- Contribuire al codice è l'azione fondamentale che fa funzionare tutto il + processo. Contribuendo attraverso il vostro codice potete aggiungere nuove + funzioni al kernel e fornire competenze ed esempi che saranno utili ad + altri sviluppatori. Se avete sviluppato del codice Linux (o state pensando + di farlo), avete chiaramente interesse nel far proseguire il successo di + questa piattaforma. Contribuire al codice è une delle migliori vie per + aiutarne il successo. + +Il ragionamento sopra citato si applica ad ogni codice "fuori dai sorgenti" +dal kernel, incluso il codice proprietario distribuito solamente in formato +binario. Ci sono, comunque, dei fattori aggiuntivi che dovrebbero essere +tenuti in conto prima di prendere in considerazione qualsiasi tipo di +distribuzione binaria di codice kernel. Questo include che: + +- Le questioni legali legate alla distribuzione di moduli kernel proprietari + sono molto nebbiose; parecchi detentori di copyright sul kernel credono che + molti moduli binari siano prodotti derivati del kernel e che, come risultato, + la loro diffusione sia una violazione della licenza generale di GNU (della + quale si parlerà più avanti). L'autore qui non è un avvocato, e + niente in questo documento può essere considerato come un consiglio legale. + Il vero stato legale dei moduli proprietari può essere determinato + esclusivamente da un giudice. Ma l'incertezza che perseguita quei moduli + è lì comunque. + +- I moduli binari aumentano di molto la difficoltà di fare debugging del + kernel, al punto che la maggior parte degli sviluppatori del kernel non + vorranno nemmeno tentare. Quindi la diffusione di moduli esclusivamente + binari renderà difficile ai vostri utilizzatori trovare un supporto dalla + comunità. + +- Il supporto è anche difficile per i distributori di moduli binari che devono + fornire una versione del modulo per ogni distribuzione e per ogni versione + del kernel che vogliono supportate. Per fornire una copertura ragionevole e + comprensiva, può essere richiesto di produrre dozzine di singoli moduli. + E inoltre i vostri utilizzatori dovranno aggiornare il vostro modulo + separatamente ogni volta che aggiornano il loro kernel. + +- Tutto ciò che è stato detto prima riguardo alla revisione del codice si + applica doppiamente al codice proprietario. Dato che questo codice non è + del tutto disponibile, non può essere revisionato dalla comunità e avrà, + senza dubbio, seri problemi. + +I produttori di sistemi integrati, in particolare, potrebbero esser tentati +dall'evitare molto di ciò che è stato detto in questa sezione, credendo che +stiano distribuendo un prodotto finito che utilizza una versione del kernel +immutabile e che non richiede un ulteriore sviluppo dopo il rilascio. Questa +idea non comprende il valore di una vasta revisione del codice e il valore +del permettere ai propri utenti di aggiungere funzionalità al vostro prodotto. +Ma anche questi prodotti, hanno una vita commerciale limitata, dopo la quale +deve essere rilasciata una nuova versione. A quel punto, i produttori il cui +codice è nel ramo principale di sviluppo avranno un codice ben mantenuto e +saranno in una posizione migliore per ottenere velocemente un nuovo prodotto +pronto per essere distribuito. + + +Licenza +------- + +IL codice Linux utilizza diverse licenze, ma il codice completo deve essere +compatibile con la seconda versione della licenza GNU General Public License +(GPLv2), che è la licenza che copre la distribuzione del kernel. +Nella pratica, ciò significa che tutti i contributi al codice sono coperti +anche'essi dalla GPLv2 (con, opzionalmente, una dicitura che permette la +possibilità di distribuirlo con licenze più recenti di GPL) o dalla licenza +three-clause BSD. Qualsiasi contributo che non è coperto da una licenza +compatibile non verrà accettata nel kernel. + +Per il codice sottomesso al kernel non è necessario (o richiesto) la +concessione del Copyright. Tutto il codice inserito nel ramo principale del +kernel conserva la sua proprietà originale; ne risulta che ora il kernel abbia +migliaia di proprietari. + +Una conseguenza di questa organizzazione della proprietà è che qualsiasi +tentativo di modifica della licenza del kernel è destinata ad un quasi sicuro +fallimento. Esistono alcuni scenari pratici nei quali il consenso di tutti +i detentori di copyright può essere ottenuto (o il loro codice verrà rimosso +dal kernel). Quindi, in sostanza, non esiste la possibilità che si giunga ad +una versione 3 della licenza GPL nel prossimo futuro. + +È imperativo che tutto il codice che contribuisce al kernel sia legittimamente +software libero. Per questa ragione, un codice proveniente da un contributore +anonimo (o sotto pseudonimo) non verrà accettato. È richiesto a tutti i +contributori di firmare il proprio codice, attestando così che quest'ultimo +può essere distribuito insieme al kernel sotto la licenza GPL. Il codice che +non è stato licenziato come software libero dal proprio creatore, o che +potrebbe creare problemi di copyright per il kernel (come il codice derivante +da processi di ingegneria inversa senza le opportune tutele), non può essere +diffuso. + +Domande relative a questioni legate al copyright sono frequenti nelle liste +di discussione dedicate allo sviluppo di Linux. Tali quesiti, normalmente, +non riceveranno alcuna risposta, ma una cosa deve essere tenuta presente: +le persone che risponderanno a quelle domande non sono avvocati e non possono +fornire supporti legali. Se avete questioni legali relative ai sorgenti +del codice Linux, non esiste alternativa che quella di parlare con un +avvocato esperto nel settore. Fare affidamento sulle risposte ottenute da +una lista di discussione tecnica è rischioso. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/2.Process.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/2.Process.rst new file mode 100644 index 000000000..62826034e --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/2.Process.rst @@ -0,0 +1,534 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/2.Process.rst <development_process>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_process: + +Come funziona il processo di sviluppo +===================================== + +Lo sviluppo del Kernel agli inizi degli anno '90 era abbastanza libero, con +un numero di utenti e sviluppatori relativamente basso. Con una base +di milioni di utenti e con 2000 sviluppatori coinvolti nel giro di un anno, +il kernel da allora ha messo in atto un certo numero di procedure per rendere +lo sviluppo più agevole. È richiesta una solida conoscenza di come tale +processo si svolge per poter esserne parte attiva. + +Il quadro d'insieme +------------------- + +Gli sviluppatori kernel utilizzano un calendario di rilascio generico, dove +ogni due o tre mesi viene effettuata un rilascio importante del kernel. +I rilasci più recenti sono stati: + + ====== ================= + 5.0 3 marzo, 2019 + 5.1 5 maggio, 2019 + 5.2 7 luglio, 2019 + 5.3 15 settembre, 2019 + 5.4 24 novembre, 2019 + 5.5 6 gennaio, 2020 + ====== ================= + +Ciascun rilascio 5.x è un importante rilascio del kernel con nuove +funzionalità, modifiche interne dell'API, e molto altro. Un tipico +rilascio contiene quasi 13,000 gruppi di modifiche con ulteriori +modifiche a parecchie migliaia di linee di codice. La 5.x. è pertanto la +linea di confine nello sviluppo del kernel Linux; il kernel utilizza un sistema +di sviluppo continuo che integra costantemente nuove importanti modifiche. + +Viene seguita una disciplina abbastanza lineare per l'inclusione delle +patch di ogni rilascio. All'inizio di ogni ciclo di sviluppo, la +"finestra di inclusione" viene dichiarata aperta. In quel momento il codice +ritenuto sufficientemente stabile(e che è accettato dalla comunità di sviluppo) +viene incluso nel ramo principale del kernel. La maggior parte delle +patch per un nuovo ciclo di sviluppo (e tutte le più importanti modifiche) +saranno inserite durante questo periodo, ad un ritmo che si attesta sulle +1000 modifiche ("patch" o "gruppo di modifiche") al giorno. + +(per inciso, vale la pena notare che i cambiamenti integrati durante la +"finestra di inclusione" non escono dal nulla; questi infatti, sono stati +raccolti e, verificati in anticipo. Il funzionamento di tale procedimento +verrà descritto dettagliatamente più avanti). + +La finestra di inclusione resta attiva approssimativamente per due settimane. +Al termine di questo periodo, Linus Torvald dichiarerà che la finestra è +chiusa e rilascerà il primo degli "rc" del kernel. +Per il kernel che è destinato ad essere 5.6, per esempio, il rilascio +che emerge al termine della finestra d'inclusione si chiamerà 5.6-rc1. +Questo rilascio indica che il momento di aggiungere nuovi componenti è +passato, e che è iniziato il periodo di stabilizzazione del prossimo kernel. + +Nelle successive sei/dieci settimane, potranno essere sottoposte solo modifiche +che vanno a risolvere delle problematiche. Occasionalmente potrà essere +consentita una modifica più consistente, ma tali occasioni sono rare. +Gli sviluppatori che tenteranno di aggiungere nuovi elementi al di fuori della +finestra di inclusione, tendenzialmente, riceveranno un accoglienza poco +amichevole. Come regola generale: se vi perdete la finestra di inclusione per +un dato componente, la cosa migliore da fare è aspettare il ciclo di sviluppo +successivo (un'eccezione può essere fatta per i driver per hardware non +supportati in precedenza; se toccano codice non facente parte di quello +attuale, che non causino regressioni e che potrebbero essere aggiunti in +sicurezza in un qualsiasi momento) + +Mentre le correzioni si aprono la loro strada all'interno del ramo principale, +il ritmo delle modifiche rallenta col tempo. Linus rilascia un nuovo +kernel -rc circa una volta alla settimana; e ne usciranno circa 6 o 9 prima +che il kernel venga considerato sufficientemente stabile e che il rilascio +finale venga fatto. A quel punto tutto il processo ricomincerà. + +Esempio: ecco com'è andato il ciclo di sviluppo della versione 5.4 +(tutte le date si collocano nel 2018) + + + ============== ======================================= + 15 settembre 5.3 rilascio stabile + 30 settembre 5.4-rc1, finestra di inclusione chiusa + 6 ottobre 5.4-rc2 + 13 ottobre 5.4-rc3 + 20 ottobre 5.4-rc4 + 27 ottobre 5.4-rc5 + 3 novembre 5.4-rc6 + 10 novembre 5.4-rc7 + 17 novembre 5.4-rc8 + 24 novembre 5.4 rilascio stabile + ============== ======================================= + +In che modo gli sviluppatori decidono quando chiudere il ciclo di sviluppo e +creare quindi una rilascio stabile? Un metro valido è il numero di regressioni +rilevate nel precedente rilascio. Nessun baco è il benvenuto, ma quelli che +procurano problemi su sistemi che hanno funzionato in passato sono considerati +particolarmente seri. Per questa ragione, le modifiche che portano ad una +regressione sono viste sfavorevolmente e verranno quasi sicuramente annullate +durante il periodo di stabilizzazione. + +L'obiettivo degli sviluppatori è quello di aggiustare tutte le regressioni +conosciute prima che avvenga il rilascio stabile. Nel mondo reale, questo +tipo di perfezione difficilmente viene raggiunta; esistono troppe variabili +in un progetto di questa portata. Arriva un punto dove ritardare il rilascio +finale peggiora la situazione; la quantità di modifiche in attesa della +prossima finestra di inclusione crescerà enormemente, creando ancor più +regressioni al giro successivo. Quindi molti kernel 5.x escono con una +manciata di regressioni delle quali, si spera, nessuna è grave. + +Una volta che un rilascio stabile è fatto, il suo costante mantenimento è +affidato al "squadra stabilità", attualmente composta da Greg Kroah-Hartman. +Questa squadra rilascia occasionalmente degli aggiornamenti relativi al +rilascio stabile usando la numerazione 5.x.y. Per essere presa in +considerazione per un rilascio d'aggiornamento, una modifica deve: +(1) correggere un baco importante (2) essere già inserita nel ramo principale +per il prossimo sviluppo del kernel. Solitamente, passato il loro rilascio +iniziale, i kernel ricevono aggiornamenti per più di un ciclo di sviluppo. +Quindi, per esempio, la storia del kernel 5.2 appare così (anno 2019): + + ============== =============================== + 7 luglio 5.2 rilascio stabile + 14 luglio 5.2.1 + 21 luglio 5.2.2 + 26 luglio 5.2.3 + 28 luglio 5.2.4 + 31 luglio 5.2.5 + ... ... + 11 ottobre 5.2.21 + ============== =============================== + +La 5.2.21 fu l'aggiornamento finale per la versione 5.2. + +Alcuni kernel sono destinati ad essere kernel a "lungo termine"; questi +riceveranno assistenza per un lungo periodo di tempo. Al momento in cui +scriviamo, i manutentori dei kernel stabili a lungo termine sono: + + ====== ================================ ========================================== + 3.16 Ben Hutchings (kernel stabile molto più a lungo termine) + 4.4 Greg Kroah-Hartman e Sasha Levin (kernel stabile molto più a lungo termine) + 4.9 Greg Kroah-Hartman e Sasha Levin + 4.14 Greg Kroah-Hartman e Sasha Levin + 4.19 Greg Kroah-Hartman e Sasha Levin + 5.4i Greg Kroah-Hartman e Sasha Levin + ====== ================================ ========================================== + + +Questa selezione di kernel di lungo periodo sono puramente dovuti ai loro +manutentori, alla loro necessità e al tempo per tenere aggiornate proprio +quelle versioni. Non ci sono altri kernel a lungo termine in programma per +alcun rilascio in arrivo. + +Il ciclo di vita di una patch +----------------------------- + +Le patch non passano direttamente dalla tastiera dello sviluppatori +al ramo principale del kernel. Esiste, invece, una procedura disegnata +per assicurare che ogni patch sia di buona qualità e desiderata nel +ramo principale. Questo processo avviene velocemente per le correzioni +meno importanti, o, nel caso di patch ampie e controverse, va avanti per anni. +Per uno sviluppatore la maggior frustrazione viene dalla mancanza di +comprensione di questo processo o dai tentativi di aggirarlo. + +Nella speranza di ridurre questa frustrazione, questo documento spiegherà +come una patch viene inserita nel kernel. Ciò che segue è un'introduzione +che descrive il processo ideale. Approfondimenti verranno invece trattati +più avanti. + +Una patch attraversa, generalmente, le seguenti fasi: + + - Progetto. In questa fase sono stabilite quelli che sono i requisiti + della modifica - e come verranno soddisfatti. Il lavoro di progettazione + viene spesso svolto senza coinvolgere la comunità, ma è meglio renderlo + il più aperto possibile; questo può far risparmiare molto tempo evitando + eventuali riprogettazioni successive. + + - Prima revisione. Le patch vengono pubblicate sulle liste di discussione + interessate, e gli sviluppatori in quella lista risponderanno coi loro + commenti. Se si svolge correttamente, questo procedimento potrebbe far + emergere problemi rilevanti in una patch. + + - Revisione più ampia. Quando la patch è quasi pronta per essere inserita + nel ramo principale, un manutentore importante del sottosistema dovrebbe + accettarla - anche se, questa accettazione non è una garanzia che la + patch arriverà nel ramo principale. La patch sarà visibile nei sorgenti + del sottosistema in questione e nei sorgenti -next (descritti sotto). + Quando il processo va a buon fine, questo passo porta ad una revisione + più estesa della patch e alla scoperta di problemi d'integrazione + con il lavoro altrui. + +- Per favore, tenete da conto che la maggior parte dei manutentori ha + anche un lavoro quotidiano, quindi integrare le vostre patch potrebbe + non essere la loro priorità più alta. Se una vostra patch riceve + dei suggerimenti su dei cambiamenti necessari, dovreste applicare + quei cambiamenti o giustificare perché non sono necessari. Se la vostra + patch non riceve alcuna critica ma non è stata integrata dal + manutentore del driver o sottosistema, allora dovreste continuare con + i necessari aggiornamenti per mantenere la patch aggiornata al kernel + più recente cosicché questa possa integrarsi senza problemi; continuate + ad inviare gli aggiornamenti per essere revisionati e integrati. + + - Inclusione nel ramo principale. Eventualmente, una buona patch verrà + inserita all'interno nel repositorio principale, gestito da + Linus Torvalds. In questa fase potrebbero emergere nuovi problemi e/o + commenti; è importante che lo sviluppatore sia collaborativo e che sistemi + ogni questione che possa emergere. + + - Rilascio stabile. Ora, il numero di utilizzatori che sono potenzialmente + toccati dalla patch è aumentato, quindi, ancora una volta, potrebbero + emergere nuovi problemi. + + - Manutenzione di lungo periodo. Nonostante sia possibile che uno sviluppatore + si dimentichi del codice dopo la sua integrazione, questo comportamento + lascia una brutta impressione nella comunità di sviluppo. Integrare il + codice elimina alcuni degli oneri facenti parte della manutenzione, in + particolare, sistemerà le problematiche causate dalle modifiche all'API. + Ma lo sviluppatore originario dovrebbe continuare ad assumersi la + responsabilità per il codice se quest'ultimo continua ad essere utile + nel lungo periodo. + +Uno dei più grandi errori fatti dagli sviluppatori kernel (o dai loro datori +di lavoro) è quello di cercare di ridurre tutta la procedura ad una singola +"integrazione nel remo principale". Questo approccio inevitabilmente conduce +a una condizione di frustrazione per tutti coloro che sono coinvolti. + +Come le modifiche finiscono nel Kernel +-------------------------------------- + +Esiste una sola persona che può inserire le patch nel repositorio principale +del kernel: Linus Torvalds. Ma, per esempio, di tutte le 9500 patch +che entrarono nella versione 2.6.38 del kernel, solo 112 (circa +l'1,3%) furono scelte direttamente da Linus in persona. Il progetto +del kernel è cresciuto fino a raggiungere una dimensione tale per cui +un singolo sviluppatore non può controllare e selezionare +indipendentemente ogni modifica senza essere supportato. La via +scelta dagli sviluppatori per indirizzare tale crescita è stata quella +di utilizzare un sistema di "sottotenenti" basato sulla fiducia. + +Il codice base del kernel è spezzato in una serie si sottosistemi: rete, +supporto per specifiche architetture, gestione della memoria, video e +strumenti, etc. Molti sottosistemi hanno un manutentore designato: ovvero uno +sviluppatore che ha piena responsabilità di tutto il codice presente in quel +sottosistema. Tali manutentori di sottosistema sono i guardiani +(in un certo senso) della parte di kernel che gestiscono; sono coloro che +(solitamente) accetteranno una patch per l'inclusione nel ramo principale +del kernel. + +I manutentori di sottosistema gestiscono ciascuno la propria parte dei sorgenti +del kernel, utilizzando abitualmente (ma certamente non sempre) git. +Strumenti come git (e affini come quilt o mercurial) permettono ai manutentori +di stilare una lista delle patch, includendo informazioni sull'autore ed +altri metadati. In ogni momento, il manutentore può individuare quale patch +nel sua repositorio non si trova nel ramo principale. + +Quando la "finestra di integrazione" si apre, i manutentori di alto livello +chiederanno a Linus di "prendere" dai loro repositori le modifiche che hanno +selezionato per l'inclusione. Se Linus acconsente, il flusso di patch si +convoglierà nel repositorio di quest ultimo, divenendo così parte del ramo +principale del kernel. La quantità d'attenzione che Linus presta alle +singole patch ricevute durante l'operazione di integrazione varia. +È chiaro che, qualche volta, guardi più attentamente. Ma, come regola +generale, Linus confida nel fatto che i manutentori di sottosistema non +selezionino pessime patch. + +I manutentori di sottosistemi, a turno, possono "prendere" patch +provenienti da altri manutentori. Per esempio, i sorgenti per la rete rete +sono costruiti da modifiche che si sono accumulate inizialmente nei sorgenti +dedicati ai driver per dispositivi di rete, rete senza fili, ecc. Tale +catena di repositori può essere più o meno lunga, benché raramente ecceda +i due o tre collegamenti. Questo processo è conosciuto come +"la catena della fiducia", perché ogni manutentore all'interno della +catena si fida di coloro che gestiscono i livelli più bassi. + +Chiaramente, in un sistema come questo, l'inserimento delle patch all'interno +del kernel si basa sul trovare il manutentore giusto. Di norma, inviare +patch direttamente a Linus non è la via giusta. + + +Sorgenti -next +-------------- + +La catena di sottosistemi guida il flusso di patch all'interno del kernel, +ma solleva anche un interessante quesito: se qualcuno volesse vedere tutte le +patch pronte per la prossima finestra di integrazione? +Gli sviluppatori si interesseranno alle patch in sospeso per verificare +che non ci siano altri conflitti di cui preoccuparsi; una modifica che, per +esempio, cambia il prototipo di una funzione fondamentale del kernel andrà in +conflitto con qualsiasi altra modifica che utilizzi la vecchia versione di +quella funzione. Revisori e tester vogliono invece avere accesso alle +modifiche nella loro totalità prima che approdino nel ramo principale del +kernel. Uno potrebbe prendere le patch provenienti da tutti i sottosistemi +d'interesse, ma questo sarebbe un lavoro enorme e fallace. + +La risposta ci viene sotto forma di sorgenti -next, dove i sottosistemi sono +raccolti per essere testati e controllati. Il più vecchio di questi sorgenti, +gestito da Andrew Morton, è chiamato "-mm" (memory management, che è l'inizio +di tutto). L'-mm integra patch proveniente da una lunga lista di sottosistemi; +e ha, inoltre, alcune patch destinate al supporto del debugging. + +Oltre a questo, -mm contiene una raccolta significativa di patch che sono +state selezionate da Andrew direttamente. Queste patch potrebbero essere +state inviate in una lista di discussione, o possono essere applicate ad una +parte del kernel per la quale non esiste un sottosistema dedicato. +Di conseguenza, -mm opera come una specie di sottosistema "ultima spiaggia"; +se per una patch non esiste una via chiara per entrare nel ramo principale, +allora è probabile che finirà in -mm. Le patch passate per -mm +eventualmente finiranno nel sottosistema più appropriato o saranno inviate +direttamente a Linus. In un tipico ciclo di sviluppo, circa il 5-10% delle +patch andrà nel ramo principale attraverso -mm. + +La patch -mm correnti sono disponibili nella cartella "mmotm" (-mm of +the moment) all'indirizzo: + + http://www.ozlabs.org/~akpm/mmotm/ + +È molto probabile che l'uso dei sorgenti MMOTM diventi un'esperienza +frustrante; ci sono buone probabilità che non compili nemmeno. + +I sorgenti principali per il prossimo ciclo d'integrazione delle patch +è linux-next, gestito da Stephen Rothwell. I sorgenti linux-next sono, per +definizione, un'istantanea di come dovrà apparire il ramo principale dopo che +la prossima finestra di inclusione si chiuderà. I linux-next sono annunciati +sulla lista di discussione linux-kernel e linux-next nel momento in cui +vengono assemblati; e possono essere scaricate da: + + http://www.kernel.org/pub/linux/kernel/next/ + +Linux-next è divenuto parte integrante del processo di sviluppo del kernel; +tutte le patch incorporate durante una finestra di integrazione dovrebbero +aver trovato la propria strada in linux-next, a volte anche prima dell'apertura +della finestra di integrazione. + + +Sorgenti in preparazione +------------------------ + +Nei sorgenti del kernel esiste la cartella drivers/staging/, dove risiedono +molte sotto-cartelle per i driver o i filesystem che stanno per essere aggiunti +al kernel. Questi restano nella cartella drivers/staging fintanto che avranno +bisogno di maggior lavoro; una volta completato, possono essere spostate +all'interno del kernel nel posto più appropriato. Questo è il modo di tener +traccia dei driver che non sono ancora in linea con gli standard di codifica +o qualità, ma che le persone potrebbero voler usare ugualmente e tracciarne +lo sviluppo. + +Greg Kroah-Hartman attualmente gestisce i sorgenti in preparazione. I driver +che non sono completamente pronti vengono inviati a lui, e ciascun driver avrà +la propria sotto-cartella in drivers/staging/. Assieme ai file sorgenti +dei driver, dovrebbe essere presente nella stessa cartella anche un file TODO. +Il file TODO elenca il lavoro ancora da fare su questi driver per poter essere +accettati nel kernel, e indica anche la lista di persone da inserire in copia +conoscenza per ogni modifica fatta. Le regole attuali richiedono che i +driver debbano, come minimo, compilare adeguatamente. + +La *preparazione* può essere una via relativamente facile per inserire nuovi +driver all'interno del ramo principale, dove, con un po' di fortuna, saranno +notati da altri sviluppatori e migliorati velocemente. Entrare nella fase +di preparazione non è però la fine della storia, infatti, il codice che si +trova nella cartella staging che non mostra regolari progressi potrebbe +essere rimosso. Le distribuzioni, inoltre, tendono a dimostrarsi relativamente +riluttanti nell'attivare driver in preparazione. Quindi lo preparazione è, +nel migliore dei casi, una tappa sulla strada verso il divenire un driver +del ramo principale. + + +Strumenti +--------- + +Come è possibile notare dal testo sopra, il processo di sviluppo del kernel +dipende pesantemente dalla capacità di guidare la raccolta di patch in +diverse direzioni. L'intera cosa non funzionerebbe se non venisse svolta +con l'uso di strumenti appropriati e potenti. Spiegare l'uso di tali +strumenti non è lo scopo di questo documento, ma c'è spazio per alcuni +consigli. + +In assoluto, nella comunità del kernel, predomina l'uso di git come sistema +di gestione dei sorgenti. Git è una delle diverse tipologie di sistemi +distribuiti di controllo versione che sono stati sviluppati nella comunità +del software libero. Esso è calibrato per lo sviluppo del kernel, e si +comporta abbastanza bene quando ha a che fare con repositori grandi e con un +vasto numero di patch. Git ha inoltre la reputazione di essere difficile +da imparare e utilizzare, benché stia migliorando. Agli sviluppatori +del kernel viene richiesta un po' di familiarità con git; anche se non lo +utilizzano per il proprio lavoro, hanno bisogno di git per tenersi al passo +con il lavoro degli altri sviluppatori (e con il ramo principale). + +Git è ora compreso in quasi tutte le distribuzioni Linux. Esiste una sito che +potete consultare: + + http://git-scm.com/ + +Qui troverete i riferimenti alla documentazione e alle guide passo-passo. + +Tra gli sviluppatori Kernel che non usano git, la scelta alternativa più +popolare è quasi sicuramente Mercurial: + + http://www.selenic.com/mercurial/ + +Mercurial condivide diverse caratteristiche con git, ma fornisce +un'interfaccia che potrebbe risultare più semplice da utilizzare. + +L'altro strumento che vale la pena conoscere è Quilt: + + http://savannah.nongnu.org/projects/quilt/ + + +Quilt è un sistema di gestione delle patch, piuttosto che un sistema +di gestione dei sorgenti. Non mantiene uno storico degli eventi; ma piuttosto +è orientato verso il tracciamento di uno specifico insieme di modifiche +rispetto ad un codice in evoluzione. Molti dei più grandi manutentori di +sottosistema utilizzano quilt per gestire le patch che dovrebbero essere +integrate. Per la gestione di certe tipologie di sorgenti (-mm, per esempio), +quilt è il miglior strumento per svolgere il lavoro. + + +Liste di discussione +-------------------- + +Una grossa parte del lavoro di sviluppo del Kernel Linux viene svolto tramite +le liste di discussione. È difficile essere un membro della comunità +pienamente coinvolto se non si partecipa almeno ad una lista da qualche +parte. Ma, le liste di discussione di Linux rappresentano un potenziale +problema per gli sviluppatori, che rischiano di venir sepolti da un mare di +email, restare incagliati nelle convenzioni in vigore nelle liste Linux, +o entrambi. + +Molte delle liste di discussione del Kernel girano su vger.kernel.org; +l'elenco principale lo si trova sul sito: + + http://vger.kernel.org/vger-lists.html + +Esistono liste gestite altrove; un certo numero di queste sono in +redhat.com/mailman/listinfo. + +La lista di discussione principale per lo sviluppo del kernel è, ovviamente, +linux-kernel. Questa lista è un luogo ostile dove trovarsi; i volumi possono +raggiungere i 500 messaggi al giorno, la quantità di "rumore" è elevata, +la conversazione può essere strettamente tecnica e i partecipanti non sono +sempre preoccupati di mostrare un alto livello di educazione. Ma non esiste +altro luogo dove la comunità di sviluppo del kernel si unisce per intero; +gli sviluppatori che evitano tale lista si perderanno informazioni importanti. + +Ci sono alcuni consigli che possono essere utili per sopravvivere a +linux-kernel: + +- Tenete la lista in una cartella separata, piuttosto che inserirla nella + casella di posta principale. Così da essere in grado di ignorare il flusso + di mail per un certo periodo di tempo. + +- Non cercate di seguire ogni conversazione - nessuno lo fa. È importante + filtrare solo gli argomenti d'interesse (sebbene va notato che le + conversazioni di lungo periodo possono deviare dall'argomento originario + senza cambiare il titolo della mail) e le persone che stanno partecipando. + +- Non alimentate i troll. Se qualcuno cerca di creare nervosismo, ignoratelo. + +- Quando rispondete ad una mail linux-kernel (o ad altre liste) mantenete + tutti i Cc:. In assenza di importanti motivazioni (come una richiesta + esplicita), non dovreste mai togliere destinatari. Assicuratevi sempre che + la persona alla quale state rispondendo sia presente nella lista Cc. Questa + usanza fa si che divenga inutile chiedere esplicitamente di essere inseriti + in copia nel rispondere al vostro messaggio. + +- Cercate nell'archivio della lista (e nella rete nella sua totalità) prima + di far domande. Molti sviluppatori possono divenire impazienti con le + persone che chiaramente non hanno svolto i propri compiti a casa. + +- Evitate il *top-posting* (cioè la pratica di mettere la vostra risposta sopra + alla frase alla quale state rispondendo). Ciò renderebbe la vostra risposta + difficile da leggere e genera scarsa impressione. + +- Chiedete nella lista di discussione corretta. Linux-kernel può essere un + punto di incontro generale, ma non è il miglior posto dove trovare + sviluppatori da tutti i sottosistemi. + +Infine, la ricerca della corretta lista di discussione è uno degli errori più +comuni per gli sviluppatori principianti. Qualcuno che pone una domanda +relativa alla rete su linux-kernel riceverà quasi certamente il suggerimento +di chiedere sulla lista netdev, che è la lista frequentata dagli sviluppatori +di rete. Ci sono poi altre liste per i sottosistemi SCSI, video4linux, IDE, +filesystem, etc. Il miglior posto dove cercare una lista di discussione è il +file MAINTAINERS che si trova nei sorgenti del kernel. + +Iniziare con lo sviluppo del Kernel +----------------------------------- + +Sono comuni le domande sul come iniziare con lo sviluppo del kernel - sia da +singole persone che da aziende. Altrettanto comuni sono i passi falsi che +rendono l'inizio di tale relazione più difficile di quello che dovrebbe essere. + +Le aziende spesso cercano di assumere sviluppatori noti per creare un gruppo +di sviluppo iniziale. Questo, in effetti, può essere una tecnica efficace. +Ma risulta anche essere dispendiosa e non va ad accrescere il bacino di +sviluppatori kernel con esperienza. È possibile anche "portare a casa" +sviluppatori per accelerare lo sviluppo del kernel, dando comunque +all'investimento un po' di tempo. Prendersi questo tempo può fornire +al datore di lavoro un gruppo di sviluppatori che comprendono sia il kernel +che l'azienda stessa, e che possono supportare la formazione di altre persone. +Nel medio periodo, questa è spesso uno delle soluzioni più proficue. + +I singoli sviluppatori sono spesso, comprensibilmente, una perdita come punto +di partenza. Iniziare con un grande progetto può rivelarsi intimidatorio; +spesso all'inizio si vuole solo verificare il terreno con qualcosa di piccolo. +Questa è una delle motivazioni per le quali molti sviluppatori saltano alla +creazione di patch che vanno a sistemare errori di battitura o +problematiche minori legate allo stile del codice. Sfortunatamente, tali +patch creano un certo livello di rumore che distrae l'intera comunità di +sviluppo, quindi, sempre di più, esse vengono degradate. I nuovi sviluppatori +che desiderano presentarsi alla comunità non riceveranno l'accoglienza +che vorrebbero con questi mezzi. + +Andrew Morton da questo consiglio agli aspiranti sviluppatori kernel + +:: + + Il primo progetto per un neofita del kernel dovrebbe essere + sicuramente quello di "assicurarsi che il kernel funzioni alla + perfezione sempre e su tutte le macchine sulle quali potete stendere + la vostra mano". Solitamente il modo per fare ciò è quello di + collaborare con gli altri nel sistemare le cose (questo richiede + persistenza!) ma va bene - è parte dello sviluppo kernel. + +(http://lwn.net/Articles/283982/). + +In assenza di problemi ovvi da risolvere, si consiglia agli sviluppatori +di consultare, in generale, la lista di regressioni e di bachi aperti. +Non c'è mai carenza di problematiche bisognose di essere sistemate; +accollandosi tali questioni gli sviluppatori accumuleranno esperienza con +la procedura, ed allo stesso tempo, aumenteranno la loro rispettabilità +all'interno della comunità di sviluppo. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/3.Early-stage.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/3.Early-stage.rst new file mode 100644 index 000000000..0809de391 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/3.Early-stage.rst @@ -0,0 +1,242 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/3.Early-stage.rst <development_early_stage>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_early_stage: + +I primi passi della pianificazione +================================== + +Osservando un progetto di sviluppo per il kernel Linux, si potrebbe essere +tentati dal saltare tutto e iniziare a codificare. Tuttavia, come ogni +progetto significativo, molta della preparazione per giungere al successo +viene fatta prima che una sola linea di codice venga scritta. Il tempo speso +nella pianificazione e la comunicazione può far risparmiare molto +tempo in futuro. + +Specificare il problema +----------------------- + +Come qualsiasi progetto ingegneristico, un miglioramento del kernel di +successo parte con una chiara descrizione del problema da risolvere. +In alcuni casi, questo passaggio è facile: ad esempio quando un driver è +richiesto per un particolare dispositivo. In altri casi invece, si +tende a confondere il problema reale con le soluzioni proposte e questo +può portare all'emergere di problemi. + +Facciamo un esempio: qualche anno fa, gli sviluppatori che lavoravano con +linux audio cercarono un modo per far girare le applicazioni senza dropouts +o altri artefatti dovuti all'eccessivo ritardo nel sistema. La soluzione +alla quale giunsero fu un modulo del kernel destinato ad agganciarsi al +framework Linux Security Module (LSM); questo modulo poteva essere +configurato per dare ad una specifica applicazione accesso allo +schedulatore *realtime*. Tale modulo fu implementato e inviato nella +lista di discussione linux-kernel, dove incontrò subito dei problemi. + +Per gli sviluppatori audio, questo modulo di sicurezza era sufficiente a +risolvere il loro problema nell'immediato. Per l'intera comunità kernel, +invece, era un uso improprio del framework LSM (che non è progettato per +conferire privilegi a processi che altrimenti non avrebbero potuto ottenerli) +e un rischio per la stabilità del sistema. Le loro soluzioni di punta nel +breve periodo, comportavano un accesso alla schedulazione realtime attraverso +il meccanismo rlimit, e nel lungo periodo un costante lavoro nella riduzione +dei ritardi. + +La comunità audio, comunque, non poteva vedere al di là della singola +soluzione che avevano implementato; erano riluttanti ad accettare alternative. +Il conseguente dissenso lasciò in quegli sviluppatori un senso di +disillusione nei confronti dell'intero processo di sviluppo; uno di loro +scrisse questo messaggio: + + Ci sono numerosi sviluppatori del kernel Linux davvero bravi, ma + rischiano di restare sovrastati da una vasta massa di stolti arroganti. + Cercare di comunicare le richieste degli utenti a queste persone è + una perdita di tempo. Loro sono troppo "intelligenti" per stare ad + ascoltare dei poveri mortali. + + (http://lwn.net/Articles/131776/). + +La realtà delle cose fu differente; gli sviluppatori del kernel erano molto +più preoccupati per la stabilità del sistema, per la manutenzione di lungo +periodo e cercavano la giusta soluzione alla problematica esistente con uno +specifico modulo. La morale della storia è quella di concentrarsi sul +problema - non su di una specifica soluzione- e di discuterne con la comunità +di sviluppo prima di investire tempo nella scrittura del codice. + +Quindi, osservando un progetto di sviluppo del kernel, si dovrebbe +rispondere a questa lista di domande: + +- Qual'è, precisamente, il problema che dev'essere risolto? + +- Chi sono gli utenti coinvolti da tal problema? A quale caso dovrebbe + essere indirizzata la soluzione? + +- In che modo il kernel risulta manchevole nell'indirizzare il problema + in questione? + +Solo dopo ha senso iniziare a considerare le possibili soluzioni. + +Prime discussioni +----------------- + +Quando si pianifica un progetto di sviluppo per il kernel, sarebbe quanto meno +opportuno discuterne inizialmente con la comunità prima di lanciarsi +nell'implementazione. Una discussione preliminare può far risparmiare sia +tempo che problemi in svariati modi: + + - Potrebbe essere che il problema sia già stato risolto nel kernel in + una maniera che non avete ancora compreso. Il kernel Linux è grande e ha + una serie di funzionalità e capacità che non sono scontate nell'immediato. + Non tutte le capacità del kernel sono documentate così bene come ci + piacerebbe, ed è facile perdersi qualcosa. Il vostro autore ha assistito + alla pubblicazione di un driver intero che duplica un altro driver + esistente di cui il nuovo autore era ignaro. Il codice che rinnova + ingranaggi già esistenti non è soltanto dispendioso; non verrà nemmeno + accettato nel ramo principale del kernel. + + - Potrebbero esserci proposte che non sono considerate accettabili per + l'integrazione all'interno del ramo principale. È meglio affrontarle + prima di scrivere il codice. + + - È possibile che altri sviluppatori abbiano pensato al problema; potrebbero + avere delle idee per soluzioni migliori, e potrebbero voler contribuire + alla loro creazione. + +Anni di esperienza con la comunità di sviluppo del kernel hanno impartito una +chiara lezione: il codice per il kernel che è pensato e sviluppato a porte +chiuse, inevitabilmente, ha problematiche che si rivelano solo quando il +codice viene rilasciato pubblicamente. Qualche volta tali problemi sono +importanti e richiedono mesi o anni di sforzi prima che il codice possa +raggiungere gli standard richiesti della comunità. +Alcuni esempi possono essere: + + - La rete Devicescape è stata creata e implementata per sistemi + mono-processore. Non avrebbe potuto essere inserita nel ramo principale + fino a che non avesse supportato anche i sistemi multi-processore. + Riadattare i meccanismi di sincronizzazione e simili è un compito difficile; + come risultato, l'inserimento di questo codice (ora chiamato mac80211) + fu rimandato per più di un anno. + + - Il filesystem Reiser4 include una seria di funzionalità che, secondo + l'opinione degli sviluppatori principali del kernel, avrebbero dovuto + essere implementate a livello di filesystem virtuale. Comprende + anche funzionalità che non sono facilmente implementabili senza esporre + il sistema al rischio di uno stallo. La scoperta tardiva di questi + problemi - e il diniego a risolverne alcuni - ha avuto come conseguenza + il fatto che Raiser4 resta fuori dal ramo principale del kernel. + + - Il modulo di sicurezza AppArmor utilizzava strutture dati del + filesystem virtuale interno in modi che sono stati considerati rischiosi e + inattendibili. Questi problemi (tra le altre cose) hanno tenuto AppArmor + fuori dal ramo principale per anni. + +Ciascuno di questi casi è stato un travaglio e ha richiesto del lavoro +straordinario, cose che avrebbero potuto essere evitate con alcune +"chiacchierate" preliminari con gli sviluppatori kernel. + +Con chi parlare? +---------------- + +Quando gli sviluppatori hanno deciso di rendere pubblici i propri progetti, la +domanda successiva sarà: da dove partiamo? La risposta è quella di trovare +la giusta lista di discussione e il giusto manutentore. Per le liste di +discussione, il miglior approccio è quello di cercare la lista più adatta +nel file MAINTAINERS. Se esiste una lista di discussione di sottosistema, +è preferibile pubblicare lì piuttosto che sulla lista di discussione generale +del kernel Linux; avrete maggiori probabilità di trovare sviluppatori con +esperienza sul tema, e l'ambiente che troverete potrebbe essere più +incoraggiante. + +Trovare manutentori può rivelarsi un po' difficoltoso. Ancora, il file +MAINTAINERS è il posto giusto da dove iniziare. Il file potrebbe non essere +sempre aggiornato, inoltre, non tutti i sottosistemi sono rappresentati qui. +Coloro che sono elencati nel file MAINTAINERS potrebbero, in effetti, non +essere le persone che attualmente svolgono quel determinato ruolo. Quindi, +quando c'è un dubbio su chi contattare, un trucco utile è quello di usare +git (git log in particolare) per vedere chi attualmente è attivo all'interno +del sottosistema interessato. Controllate chi sta scrivendo le patch, +e chi, se non ci fosse nessuno, sta aggiungendo la propria firma +(Signed-off-by) a quelle patch. Quelle sono le persone maggiormente +qualificate per aiutarvi con lo sviluppo di nuovo progetto. + +Il compito di trovare il giusto manutentore, a volte, è una tale sfida che +ha spinto gli sviluppatori del kernel a scrivere uno script che li aiutasse +in questa ricerca: + +:: + + .../scripts/get_maintainer.pl + +Se questo script viene eseguito con l'opzione "-f" ritornerà il manutentore(i) +attuale per un dato file o cartella. Se viene passata una patch sulla linea di +comando, lo script elencherà i manutentori che dovrebbero riceverne una copia. +Questo è la maniera raccomandata (non quella con "-f") per ottenere la lista di +persone da aggiungere a Cc per le vostre patch. Ci sono svariate opzioni che +regolano quanto a fondo get_maintainer.pl debba cercare i manutentori; siate +quindi prudenti nell'utilizzare le opzioni più aggressive poiché potreste finire +per includere sviluppatori che non hanno un vero interesse per il codice che +state modificando. + +Se tutto ciò dovesse fallire, parlare con Andrew Morton potrebbe essere +un modo efficace per capire chi è il manutentore di un dato pezzo di codice. + +Quando pubblicare +----------------- + +Se potete, pubblicate i vostri intenti durante le fasi preliminari, sarà +molto utile. Descrivete il problema da risolvere e ogni piano che è stato +elaborato per l'implementazione. Ogni informazione fornita può aiutare +la comunità di sviluppo a fornire spunti utili per il progetto. + +Un evento che potrebbe risultare scoraggiate e che potrebbe accadere in +questa fase non è il ricevere una risposta ostile, ma, invece, ottenere +una misera o inesistente reazione. La triste verità è che: (1) gli +sviluppatori del kernel tendono ad essere occupati, (2) ci sono tante persone +con grandi progetti e poco codice (o anche solo la prospettiva di +avere un codice) a cui riferirsi e (3) nessuno è obbligato a revisionare +o a fare osservazioni in merito ad idee pubblicate da altri. Oltre a +questo, progetti di alto livello spesso nascondono problematiche che si +rivelano solo quando qualcuno cerca di implementarle; per questa ragione +gli sviluppatori kernel preferirebbero vedere il codice. + +Quindi, se una richiesta pubblica di commenti riscuote poco successo, non +pensate che ciò significhi che non ci sia interesse nel progetto. +Sfortunatamente, non potete nemmeno assumere che non ci siano problemi con +la vostra idea. La cosa migliore da fare in questa situazione è quella di +andare avanti e tenere la comunità informata mentre procedete. + +Ottenere riscontri ufficiali +---------------------------- + +Se il vostro lavoro è stato svolto in un ambiente aziendale - come molto +del lavoro fatto su Linux - dovete, ovviamente, avere il permesso dei +dirigenti prima che possiate pubblicare i progetti, o il codice aziendale, +su una lista di discussione pubblica. La pubblicazione di codice che non +è stato rilascio espressamente con licenza GPL-compatibile può rivelarsi +problematico; prima la dirigenza, e il personale legale, troverà una decisione +sulla pubblicazione di un progetto, meglio sarà per tutte le persone coinvolte. + +A questo punto, alcuni lettori potrebbero pensare che il loro lavoro sul +kernel è preposto a supportare un prodotto che non è ancora ufficialmente +riconosciuto. Rivelare le intenzioni dei propri datori di lavori in una +lista di discussione pubblica potrebbe non essere una soluzione valida. +In questi casi, vale la pena considerare se la segretezza sia necessaria +o meno; spesso non c'è una reale necessità di mantenere chiusi i progetti di +sviluppo. + +Detto ciò, ci sono anche casi dove l'azienda legittimamente non può rivelare +le proprie intenzioni in anticipo durante il processo di sviluppo. Le aziende +che hanno sviluppatori kernel esperti possono scegliere di procedere a +carte coperte partendo dall'assunto che saranno in grado di evitare, o gestire, +in futuro, eventuali problemi d'integrazione. Per le aziende senza questo tipo +di esperti, la migliore opzione è spesso quella di assumere uno sviluppatore +esterno che revisioni i progetti con un accordo di segretezza. +La Linux Foundation applica un programma di NDA creato appositamente per +aiutare le aziende in questa particolare situazione; potrete trovare più +informazioni sul sito: + + http://www.linuxfoundation.org/en/NDA_program + +Questa tipologia di revisione è spesso sufficiente per evitare gravi problemi +senza che sia richiesta l'esposizione pubblica del progetto. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/4.Coding.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/4.Coding.rst new file mode 100644 index 000000000..54fd255b7 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/4.Coding.rst @@ -0,0 +1,446 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/4.Coding.rst <development_coding>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_coding: + +Scrivere codice corretto +======================== + +Nonostante ci sia molto da dire sul processo di creazione, sulla sua solidità +e sul suo orientamento alla comunità, la prova di ogni progetto di sviluppo +del kernel si trova nel codice stesso. È il codice che sarà esaminato dagli +altri sviluppatori ed inserito (o no) nel ramo principale. Quindi è la +qualità di questo codice che determinerà il successo finale del progetto. + +Questa sezione esaminerà il processo di codifica. Inizieremo con uno sguardo +sulle diverse casistiche nelle quali gli sviluppatori kernel possono +sbagliare. Poi, l'attenzione si sposterà verso "il fare le cose +correttamente" e sugli strumenti che possono essere utili in questa missione. + +Trappole +-------- + +Lo stile del codice +******************* + +Il kernel ha da tempo delle norme sullo stile di codifica che sono descritte in +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst <codingstyle>`. +Per la maggior parte del tempo, la politica descritta in quel file è stata +praticamente informativa. Ne risulta che ci sia una quantità sostanziale di +codice nel kernel che non rispetta le linee guida relative allo stile. +La presenza di quel codice conduce a due distinti pericoli per gli +sviluppatori kernel. + +Il primo di questi è credere che gli standard di codifica del kernel +non sono importanti e possono non essere applicati. La verità è che +aggiungere nuovo codice al kernel è davvero difficile se questo non +rispetta le norme; molti sviluppatori richiederanno che il codice sia +riformulato prima che anche solo lo revisionino. Una base di codice larga +quanto il kernel richiede una certa uniformità, in modo da rendere possibile +per gli sviluppatori una comprensione veloce di ogni sua parte. Non ci sono, +quindi, più spazi per un codice formattato alla carlona. + +Occasionalmente, lo stile di codifica del kernel andrà in conflitto con lo +stile richiesto da un datore di lavoro. In alcuni casi, lo stile del kernel +dovrà prevalere prima che il codice venga inserito. Mettere il codice +all'interno del kernel significa rinunciare a un certo grado di controllo +in differenti modi - incluso il controllo sul come formattare il codice. + +L’altra trappola è quella di pensare che il codice già presente nel kernel +abbia urgentemente bisogno di essere sistemato. Gli sviluppatori potrebbero +iniziare a generare patch che correggono lo stile come modo per prendere +famigliarità con il processo, o come modo per inserire i propri nomi nei +changelog del kernel – o entrambe. La comunità di sviluppo vede un attività +di codifica puramente correttiva come "rumore"; queste attività riceveranno +una fredda accoglienza. Di conseguenza è meglio evitare questo tipo di patch. +Mentre si lavora su un pezzo di codice è normale correggerne anche lo stile, +ma le modifiche di stile non dovrebbero essere fatte fini a se stesse. + +Il documento sullo stile del codice non dovrebbe essere letto come una legge +assoluta che non può mai essere trasgredita. Se c’è un a buona ragione +(per esempio, una linea che diviene poco leggibile se divisa per rientrare +nel limite di 80 colonne), fatelo e basta. + +Notate che potete utilizzare lo strumento “clang-format” per aiutarvi con +le regole, per una riformattazione automatica e veloce del vostro codice +e per revisionare interi file per individuare errori nello stile di codifica, +refusi e possibili miglioramenti. Inoltre è utile anche per classificare gli +``#includes``, per allineare variabili/macro, per testi derivati ed altri +compiti del genere. Consultate il file +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/clang-format.rst <clangformat>` +per maggiori dettagli + + +Livelli di astrazione +********************* + + +I professori di Informatica insegnano ai propri studenti a fare ampio uso dei +livelli di astrazione nel nome della flessibilità e del nascondere informazioni. +Certo il kernel fa un grande uso dell'astrazione; nessun progetto con milioni +di righe di codice potrebbe fare altrimenti e sopravvivere. Ma l'esperienza +ha dimostrato che un'eccessiva o prematura astrazione può rivelarsi dannosa +al pari di una prematura ottimizzazione. L'astrazione dovrebbe essere usata +fino al livello necessario e non oltre. + +Ad un livello base, considerate una funzione che ha un argomento che viene +sempre impostato a zero da tutti i chiamanti. Uno potrebbe mantenere +quell'argomento nell'eventualità qualcuno volesse sfruttare la flessibilità +offerta. In ogni caso, tuttavia, ci sono buone possibilità che il codice +che va ad implementare questo argomento aggiuntivo, sia stato rotto in maniera +sottile, in un modo che non è mai stato notato - perché non è mai stato usato. +Oppure, quando sorge la necessità di avere più flessibilità, questo argomento +non la fornisce in maniera soddisfacente. Gli sviluppatori di Kernel, +sottopongono costantemente patch che vanno a rimuovere gli argomenti +inutilizzate; anche se, in generale, non avrebbero dovuto essere aggiunti. + +I livelli di astrazione che nascondono l'accesso all'hardware - +spesso per poter usare dei driver su diversi sistemi operativi - vengono +particolarmente disapprovati. Tali livelli oscurano il codice e possono +peggiorare le prestazioni; essi non appartengono al kernel Linux. + +D'altro canto, se vi ritrovate a dover copiare una quantità significativa di +codice proveniente da un altro sottosistema del kernel, è tempo di chiedersi +se, in effetti, non avrebbe più senso togliere parte di quel codice e metterlo +in una libreria separata o di implementare quella funzionalità ad un livello +più elevato. Non c'è utilità nel replicare lo stesso codice per tutto +il kernel. + + +#ifdef e l'uso del preprocessore in generale +******************************************** + +Il preprocessore C sembra essere una fonte di attrazione per qualche +programmatore C, che ci vede una via per ottenere una grande flessibilità +all'interno di un file sorgente. Ma il preprocessore non è scritto in C, +e un suo massiccio impiego conduce a un codice che è molto più difficile +da leggere per gli altri e che rende più difficile il lavoro di verifica del +compilatore. L'uso eccessivo del preprocessore è praticamente sempre il segno +di un codice che necessita di un certo lavoro di pulizia. + +La compilazione condizionata con #ifdef è, in effetti, un potente strumento, +ed esso viene usato all'interno del kernel. Ma esiste un piccolo desiderio: +quello di vedere il codice coperto solo da una leggera spolverata di +blocchi #ifdef. Come regola generale, quando possibile, l'uso di #ifdef +dovrebbe essere confinato nei file d'intestazione. Il codice compilato +condizionatamente può essere confinato a funzioni tali che, nel caso in cui +il codice non deve essere presente, diventano vuote. Il compilatore poi +ottimizzerà la chiamata alla funzione vuota rimuovendola. Il risultato è +un codice molto più pulito, più facile da seguire. + +Le macro del preprocessore C presentano una serie di pericoli, inclusi +valutazioni multiple di espressioni che hanno effetti collaterali e non +garantiscono una sicurezza rispetto ai tipi. Se siete tentati dal definire +una macro, considerate l'idea di creare invece una funzione inline. Il codice +che ne risulterà sarà lo stesso, ma le funzioni inline sono più leggibili, +non considerano i propri argomenti più volte, e permettono al compilatore di +effettuare controlli sul tipo degli argomenti e del valore di ritorno. + + +Funzioni inline +*************** + +Comunque, anche le funzioni inline hanno i loro pericoli. I programmatori +potrebbero innamorarsi dell'efficienza percepita derivata dalla rimozione +di una chiamata a funzione. Queste funzioni, tuttavia, possono ridurre le +prestazioni. Dato che il loro codice viene replicato ovunque vi sia una +chiamata ad esse, si finisce per gonfiare le dimensioni del kernel compilato. +Questi, a turno, creano pressione sulla memoria cache del processore, e questo +può causare rallentamenti importanti. Le funzioni inline, di norma, dovrebbero +essere piccole e usate raramente. Il costo di una chiamata a funzione, dopo +tutto, non è così alto; la creazione di molte funzioni inline è il classico +esempio di un'ottimizzazione prematura. + +In generale, i programmatori del kernel ignorano gli effetti della cache a +loro rischio e pericolo. Il classico compromesso tempo/spazio teorizzato +all'inizio delle lezioni sulle strutture dati spesso non si applica +all'hardware moderno. Lo spazio *è* tempo, in questo senso un programma +più grande sarà più lento rispetto ad uno più compatto. + +I compilatori più recenti hanno preso un ruolo attivo nel decidere se +una data funzione deve essere resa inline oppure no. Quindi l'uso +indiscriminato della parola chiave "inline" potrebbe non essere non solo +eccessivo, ma anche irrilevante. + +Sincronizzazione +**************** + +Nel maggio 2006, il sistema di rete "Devicescape" fu rilasciato in pompa magna +sotto la licenza GPL e reso disponibile per la sua inclusione nella ramo +principale del kernel. Questa donazione fu una notizia bene accolta; +il supporto per le reti senza fili era considerata, nel migliore dei casi, +al di sotto degli standard; il sistema Deviscape offrì la promessa di una +risoluzione a tale situazione. Tuttavia, questo codice non fu inserito nel +ramo principale fino al giugno del 2007 (2.6.22). Cosa accadde? + +Quel codice mostrava numerosi segnali di uno sviluppo in azienda avvenuto +a porte chiuse. Ma in particolare, un grosso problema fu che non fu +progettato per girare in un sistema multiprocessore. Prima che questo +sistema di rete (ora chiamato mac80211) potesse essere inserito, fu necessario +un lavoro sugli schemi di sincronizzazione. + +Una volta, il codice del kernel Linux poteva essere sviluppato senza pensare +ai problemi di concorrenza presenti nei sistemi multiprocessore. Ora, +comunque, questo documento è stato scritto su di un portatile dual-core. +Persino su sistemi a singolo processore, il lavoro svolto per incrementare +la capacità di risposta aumenterà il livello di concorrenza interno al kernel. +I giorni nei quali il codice poteva essere scritto senza pensare alla +sincronizzazione sono da passati tempo. + +Ogni risorsa (strutture dati, registri hardware, etc.) ai quali si potrebbe +avere accesso simultaneo da più di un thread deve essere sincronizzato. Il +nuovo codice dovrebbe essere scritto avendo tale accortezza in testa; +riadattare la sincronizzazione a posteriori è un compito molto più difficile. +Gli sviluppatori del kernel dovrebbero prendersi il tempo di comprendere bene +le primitive di sincronizzazione, in modo da sceglier lo strumento corretto +per eseguire un compito. Il codice che presenta una mancanza di attenzione +alla concorrenza avrà un percorso difficile all'interno del ramo principale. + +Regressioni +*********** + +Vale la pena menzionare un ultimo pericolo: potrebbe rivelarsi accattivante +l'idea di eseguire un cambiamento (che potrebbe portare a grandi +miglioramenti) che porterà ad alcune rotture per gli utenti esistenti. +Questa tipologia di cambiamento è chiamata "regressione", e le regressioni son +diventate mal viste nel ramo principale del kernel. Con alcune eccezioni, +i cambiamenti che causano regressioni saranno fermati se quest'ultime non +potranno essere corrette in tempo utile. È molto meglio quindi evitare +la regressione fin dall'inizio. + +Spesso si è argomentato che una regressione può essere giustificata se essa +porta risolve più problemi di quanti non ne crei. Perché, dunque, non fare +un cambiamento se questo porta a nuove funzionalità a dieci sistemi per +ognuno dei quali esso determina una rottura? La migliore risposta a questa +domanda ci è stata fornita da Linus nel luglio 2007: + +:: + Dunque, noi non sistemiamo bachi introducendo nuovi problemi. Quella + via nasconde insidie, e nessuno può sapere del tutto se state facendo + dei progressi reali. Sono due passi avanti e uno indietro, oppure + un passo avanti e due indietro? + +(http://lwn.net/Articles/243460/). + +Una particolare tipologia di regressione mal vista consiste in una qualsiasi +sorta di modifica all'ABI dello spazio utente. Una volta che un'interfaccia +viene esportata verso lo spazio utente, dev'essere supportata all'infinito. +Questo fatto rende la creazione di interfacce per lo spazio utente +particolarmente complicato: dato che non possono venir cambiate introducendo +incompatibilità, esse devono essere fatte bene al primo colpo. Per questa +ragione sono sempre richieste: ampie riflessioni, documentazione chiara e +ampie revisioni dell'interfaccia verso lo spazio utente. + + +Strumenti di verifica del codice +-------------------------------- +Almeno per ora la scrittura di codice priva di errori resta un ideale +irraggiungibile ai più. Quello che speriamo di poter fare, tuttavia, è +trovare e correggere molti di questi errori prima che il codice entri nel +ramo principale del kernel. A tal scopo gli sviluppatori del kernel devono +mettere insieme una schiera impressionante di strumenti che possano +localizzare automaticamente un'ampia varietà di problemi. Qualsiasi problema +trovato dal computer è un problema che non affliggerà l'utente in seguito, +ne consegue che gli strumenti automatici dovrebbero essere impiegati ovunque +possibile. + +Il primo passo consiste semplicemente nel fare attenzione agli avvertimenti +proveniente dal compilatore. Versioni moderne di gcc possono individuare +(e segnalare) un gran numero di potenziali errori. Molto spesso, questi +avvertimenti indicano problemi reali. Di regola, il codice inviato per la +revisione non dovrebbe produrre nessun avvertimento da parte del compilatore. +Per mettere a tacere gli avvertimenti, cercate di comprenderne le cause reali +e cercate di evitare le "riparazioni" che fan sparire l'avvertimento senza +però averne trovato la causa. + +Tenete a mente che non tutti gli avvertimenti sono disabilitati di default. +Costruite il kernel con "make KCFLAGS=-W" per ottenerli tutti. + +Il kernel fornisce differenti opzioni che abilitano funzionalità di debugging; +molti di queste sono trovano all'interno del sotto menu "kernel hacking". +La maggior parte di queste opzioni possono essere attivate per qualsiasi +kernel utilizzato per lo sviluppo o a scopo di test. In particolare dovreste +attivare: + + - FRAME_WARN per ottenere degli avvertimenti su stack frame più + grandi di un dato valore. Il risultato generato da questi + avvertimenti può risultare verboso, ma non bisogna preoccuparsi per + gli avvertimenti provenienti da altre parti del kernel. + + - DEBUG_OBJECTS aggiungerà un codice per tracciare il ciclo di vita di + diversi oggetti creati dal kernel e avvisa quando qualcosa viene eseguito + fuori controllo. Se state aggiungendo un sottosistema che crea (ed + esporta) oggetti complessi propri, considerate l'aggiunta di un supporto + al debugging dell'oggetto. + + - DEBUG_SLAB può trovare svariati errori di uso e di allocazione di memoria; + esso dovrebbe esser usato dalla maggior parte dei kernel di sviluppo. + + - DEBUG_SPINLOCK, DEBUG_ATOMIC_SLEEP, e DEBUG_MUTEXES troveranno un certo + numero di errori comuni di sincronizzazione. + +Esistono ancora delle altre opzioni di debugging, di alcune di esse +discuteremo qui sotto. Alcune di esse hanno un forte impatto e non dovrebbero +essere usate tutte le volte. Ma qualche volta il tempo speso nell'capire +le opzioni disponibili porterà ad un risparmio di tempo nel breve termine. + +Uno degli strumenti di debugging più tosti è il *locking checker*, o +"lockdep". Questo strumento traccerà qualsiasi acquisizione e rilascio di +ogni *lock* (spinlock o mutex) nel sistema, l'ordine con il quale i *lock* +sono acquisiti in relazione l'uno con l'altro, l'ambiente corrente di +interruzione, eccetera. Inoltre esso può assicurare che i *lock* vengano +acquisiti sempre nello stesso ordine, che le stesse assunzioni sulle +interruzioni si applichino in tutte le occasioni, e così via. In altre parole, +lockdep può scovare diversi scenari nei quali il sistema potrebbe, in rari +casi, trovarsi in stallo. Questa tipologia di problema può essere grave +(sia per gli sviluppatori che per gli utenti) in un sistema in uso; lockdep +permette di trovare tali problemi automaticamente e in anticipo. + +In qualità di programmatore kernel diligente, senza dubbio, dovrete controllare +il valore di ritorno di ogni operazione (come l'allocazione della memoria) +poiché esso potrebbe fallire. Il nocciolo della questione è che i percorsi +di gestione degli errori, con grande probabilità, non sono mai stati +collaudati del tutto. Il codice collaudato tende ad essere codice bacato; +potrete quindi essere più a vostro agio con il vostro codice se tutti questi +percorsi fossero stati verificati un po' di volte. + +Il kernel fornisce un framework per l'inserimento di fallimenti che fa +esattamente al caso, specialmente dove sono coinvolte allocazioni di memoria. +Con l'opzione per l'inserimento dei fallimenti abilitata, una certa percentuale +di allocazione di memoria sarà destinata al fallimento; questi fallimenti +possono essere ridotti ad uno specifico pezzo di codice. Procedere con +l'inserimento dei fallimenti attivo permette al programmatore di verificare +come il codice risponde quando le cose vanno male. Consultate: +Documentation/fault-injection/fault-injection.rst per avere maggiori +informazioni su come utilizzare questo strumento. + +Altre tipologie di errori possono essere riscontrati con lo strumento di +analisi statica "sparse". Con Sparse, il programmatore può essere avvisato +circa la confusione tra gli indirizzi dello spazio utente e dello spazio +kernel, un miscuglio fra quantità big-endian e little-endian, il passaggio +di un valore intero dove ci sia aspetta un gruppo di flag, e così via. +Sparse deve essere installato separatamente (se il vostra distribuzione non +lo prevede, potete trovarlo su https://sparse.wiki.kernel.org/index.php/Main_Page); +può essere attivato sul codice aggiungendo "C=1" al comando make. + +Lo strumento "Coccinelle" (http://coccinelle.lip6.fr/) è in grado di trovare +una vasta varietà di potenziali problemi di codifica; e può inoltre proporre +soluzioni per risolverli. Un buon numero di "patch semantiche" per il kernel +sono state preparate nella cartella scripts/coccinelle; utilizzando +"make coccicheck" esso percorrerà tali patch semantiche e farà rapporto su +qualsiasi problema trovato. Per maggiori informazioni, consultate +:ref:`Documentation/dev-tools/coccinelle.rst <devtools_coccinelle>`. + +Altri errori di portabilità sono meglio scovati compilando il vostro codice +per altre architetture. Se non vi accade di avere un sistema S/390 o una +scheda di sviluppo Blackfin sotto mano, potete comunque continuare la fase +di compilazione. Un vasto numero di cross-compilatori per x86 possono +essere trovati al sito: + + http://www.kernel.org/pub/tools/crosstool/ + +Il tempo impiegato nell'installare e usare questi compilatori sarà d'aiuto +nell'evitare situazioni imbarazzanti nel futuro. + + +Documentazione +-------------- + +La documentazione è spesso stata più un'eccezione che una regola nello +sviluppo del kernel. Nonostante questo, un'adeguata documentazione aiuterà +a facilitare l'inserimento di nuovo codice nel kernel, rende la vita più +facile per gli altri sviluppatori e sarà utile per i vostri utenti. In molti +casi, la documentazione è divenuta sostanzialmente obbligatoria. + +La prima parte di documentazione per qualsiasi patch è il suo changelog. +Questi dovrebbero descrivere le problematiche risolte, la tipologia di +soluzione, le persone che lavorano alla patch, ogni effetto rilevante +sulle prestazioni e tutto ciò che può servire per la comprensione della +patch. Assicuratevi che il changelog dica *perché*, vale la pena aggiungere +la patch; un numero sorprendente di sviluppatori sbaglia nel fornire tale +informazione. + +Qualsiasi codice che aggiunge una nuova interfaccia in spazio utente - inclusi +nuovi file in sysfs o /proc - dovrebbe includere la documentazione di tale +interfaccia così da permette agli sviluppatori dello spazio utente di sapere +con cosa stanno lavorando. Consultate: Documentation/ABI/README per avere una +descrizione di come questi documenti devono essere impostati e quali +informazioni devono essere fornite. + +Il file :ref:`Documentation/translations/it_IT/admin-guide/kernel-parameters.rst <kernelparameters>` +descrive tutti i parametri di avvio del kernel. Ogni patch che aggiunga +nuovi parametri dovrebbe aggiungere nuove voci a questo file. + +Ogni nuova configurazione deve essere accompagnata da un testo di supporto +che spieghi chiaramente le opzioni e spieghi quando l'utente potrebbe volerle +selezionare. + +Per molti sottosistemi le informazioni sull'API interna sono documentate sotto +forma di commenti formattati in maniera particolare; questi commenti possono +essere estratti e formattati in differenti modi attraverso lo script +"kernel-doc". Se state lavorando all'interno di un sottosistema che ha +commenti kerneldoc dovreste mantenerli e aggiungerli, in maniera appropriata, +per le funzioni disponibili esternamente. Anche in aree che non sono molto +documentate, non c'è motivo per non aggiungere commenti kerneldoc per il +futuro; infatti, questa può essere un'attività utile per sviluppatori novizi +del kernel. Il formato di questi commenti, assieme alle informazione su come +creare modelli per kerneldoc, possono essere trovati in +:ref:`Documentation/translations/it_IT/doc-guide/ <doc_guide>`. + +Chiunque legga un ammontare significativo di codice kernel noterà che, spesso, +i commenti si fanno maggiormente notare per la loro assenza. Ancora una volta, +le aspettative verso il nuovo codice sono più alte rispetto al passato; +inserire codice privo di commenti sarà più difficile. Detto ciò, va aggiunto +che non si desiderano commenti prolissi per il codice. Il codice dovrebbe +essere, di per sé, leggibile, con dei commenti che spieghino gli aspetti più +sottili. + +Determinate cose dovrebbero essere sempre commentate. L'uso di barriere +di memoria dovrebbero essere accompagnate da una riga che spieghi perché sia +necessaria. Le regole di sincronizzazione per le strutture dati, generalmente, +necessitano di una spiegazioni da qualche parte. Le strutture dati più +importanti, in generale, hanno bisogno di una documentazione onnicomprensiva. +Le dipendenze che non sono ovvie tra bit separati di codice dovrebbero essere +indicate. Tutto ciò che potrebbe indurre un inserviente del codice a fare +una "pulizia" incorretta, ha bisogno di un commento che dica perché è stato +fatto in quel modo. E così via. + +Cambiamenti interni dell'API +---------------------------- + +L'interfaccia binaria fornita dal kernel allo spazio utente non può essere +rotta tranne che in circostanze eccezionali. L'interfaccia di programmazione +interna al kernel, invece, è estremamente fluida e può essere modificata al +bisogno. Se vi trovate a dover lavorare attorno ad un'API del kernel o +semplicemente non state utilizzando una funzionalità offerta perché questa +non rispecchia i vostri bisogni, allora questo potrebbe essere un segno che +l'API ha bisogno di essere cambiata. In qualità di sviluppatore del kernel, +hai il potere di fare questo tipo di modifica. + +Ci sono ovviamente alcuni punti da cogliere. I cambiamenti API possono essere +fatti, ma devono essere giustificati. Quindi ogni patch che porta ad una +modifica dell'API interna dovrebbe essere accompagnata da una descrizione +della modifica in sé e del perché essa è necessaria. Questo tipo di +cambiamenti dovrebbero, inoltre, essere fatti in una patch separata, invece di +essere sepolti all'interno di una patch più grande. + +L'altro punto da cogliere consiste nel fatto che uno sviluppatore che +modifica l'API deve, in generale, essere responsabile della correzione +di tutto il codice del kernel che viene rotto per via della sua modifica. +Per una funzione ampiamente usata, questo compito può condurre letteralmente +a centinaia o migliaia di modifiche, molte delle quali sono in conflitto con +il lavoro svolto da altri sviluppatori. Non c'è bisogno di dire che questo +può essere un lavoro molto grosso, quindi è meglio essere sicuri che la +motivazione sia ben solida. Notate che lo strumento Coccinelle può fornire +un aiuto con modifiche estese dell'API. + +Quando viene fatta una modifica API incompatibile, una persona dovrebbe, +quando possibile, assicurarsi che quel codice non aggiornato sia trovato +dal compilatore. Questo vi aiuterà ad essere sicuri d'avere trovato, +tutti gli usi di quell'interfaccia. Inoltre questo avviserà gli sviluppatori +di codice fuori dal kernel che c'è un cambiamento per il quale è necessario del +lavoro. Il supporto al codice fuori dal kernel non è qualcosa di cui gli +sviluppatori del kernel devono preoccuparsi, ma non dobbiamo nemmeno rendere +più difficile del necessario la vita agli sviluppatori di questo codice. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/5.Posting.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/5.Posting.rst new file mode 100644 index 000000000..cf92a16ed --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/5.Posting.rst @@ -0,0 +1,364 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/5.Posting.rst <development_posting>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_development_posting: + +Pubblicare modifiche +==================== + +Prima o poi arriva il momento in cui il vostro lavoro è pronto per essere +presentato alla comunità per una revisione ed eventualmente per la sua +inclusione nel ramo principale del kernel. Com'era prevedibile, +la comunità di sviluppo del kernel ha elaborato un insieme di convenzioni +e di procedure per la pubblicazione delle patch; seguirle renderà la vita +più facile a tutti quanti. Questo documento cercherà di coprire questi +argomenti con un ragionevole livello di dettaglio; più informazioni possono +essere trovare nella cartella 'Documentation', nei file +:ref:`translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>` +e :ref:`translations/it_IT/process/submit-checklist.rst <it_submitchecklist>`. + + +Quando pubblicarle +------------------ + +C'è sempre una certa resistenza nel pubblicare patch finché non sono +veramente "pronte". Per semplici patch questo non è un problema. +Ma quando il lavoro è di una certa complessità, c'è molto da guadagnare +dai riscontri che la comunità può darvi prima che completiate il lavoro. +Dovreste considerare l'idea di pubblicare un lavoro incompleto, o anche +preparare un ramo git disponibile agli sviluppatori interessati, cosicché +possano stare al passo col vostro lavoro in qualunque momento. + +Quando pubblicate del codice che non è considerato pronto per l'inclusione, +è bene che lo diciate al momento della pubblicazione. Inoltre, aggiungete +informazioni sulle cose ancora da sviluppare e sui problemi conosciuti. +Poche persone guarderanno delle patch che si sa essere fatte a metà, +ma quelli che lo faranno penseranno di potervi aiutare a condurre il vostro +sviluppo nella giusta direzione. + + +Prima di creare patch +--------------------- + +Ci sono un certo numero di cose che dovreste fare prima di considerare +l'invio delle patch alla comunità di sviluppo. Queste cose includono: + + - Verificare il codice fino al massimo che vi è consentito. Usate gli + strumenti di debug del kernel, assicuratevi che il kernel compili con + tutte le più ragionevoli combinazioni d'opzioni, usate cross-compilatori + per compilare il codice per differenti architetture, eccetera. + + - Assicuratevi che il vostro codice sia conforme alla linee guida del + kernel sullo stile del codice. + + - La vostra patch ha delle conseguenze in termini di prestazioni? + Se è così, dovreste eseguire dei *benchmark* che mostrino il loro + impatto (anche positivo); un riassunto dei risultati dovrebbe essere + incluso nella patch. + + - Siate certi d'avere i diritti per pubblicare il codice. Se questo + lavoro è stato fatto per un datore di lavoro, egli avrà dei diritti su + questo lavoro e dovrà quindi essere d'accordo alla sua pubblicazione + con una licenza GPL + +Come regola generale, pensarci un po' di più prima di inviare il codice +ripaga quasi sempre lo sforzo. + + +Preparazione di una patch +------------------------- + +La preparazione delle patch per la pubblicazione può richiedere una quantità +di lavoro significativa, ma, ripetiamolo ancora, generalmente sconsigliamo +di risparmiare tempo in questa fase, anche sul breve periodo. + +Le patch devono essere preparate per una specifica versione del kernel. +Come regola generale, una patch dovrebbe basarsi sul ramo principale attuale +così come lo si trova nei sorgenti git di Linus. Quando vi basate sul ramo +principale, cominciate da un punto di rilascio ben noto - uno stabile o +un -rc - piuttosto che creare il vostro ramo da quello principale in un punto +a caso. + +Per facilitare una revisione e una verifica più estesa, potrebbe diventare +necessaria la produzione di versioni per -mm, linux-next o i sorgenti di un +sottosistema. Basare questa patch sui suddetti sorgenti potrebbe richiedere +un lavoro significativo nella risoluzione dei conflitti e nella correzione dei +cambiamenti di API; questo potrebbe variare a seconda dell'area d'interesse +della vostra patch e da quello che succede altrove nel kernel. + +Solo le modifiche più semplici dovrebbero essere preparate come una singola +patch; tutto il resto dovrebbe essere preparato come una serie logica di +modifiche. Spezzettare le patch è un po' un'arte; alcuni sviluppatori +passano molto tempo nel capire come farlo in modo che piaccia alla comunità. +Ci sono alcune regole spannometriche, che comunque possono aiutare +considerevolmente: + + - La serie di patch che pubblicherete, quasi sicuramente, non sarà + come quella che trovate nel vostro sistema di controllo di versione. + Invece, le vostre modifiche dovranno essere considerate nella loro forma + finale, e quindi separate in parti che abbiano un senso. Gli sviluppatori + sono interessati in modifiche che siano discrete e indipendenti, non + alla strada che avete percorso per ottenerle. + + - Ogni modifica logicamente indipendente dovrebbe essere preparata come una + patch separata. Queste modifiche possono essere piccole ("aggiunto un + campo in questa struttura") o grandi (l'aggiunta di un driver nuovo, + per esempio), ma dovrebbero essere concettualmente piccole da permettere + una descrizione in una sola riga. Ogni patch dovrebbe fare modifiche + specifiche che si possano revisionare indipendentemente e di cui si possa + verificare la veridicità. + + - Giusto per riaffermare quando detto sopra: non mischiate diversi tipi di + modifiche nella stessa patch. Se una modifica corregge un baco critico + per la sicurezza, riorganizza alcune strutture, e riformatta il codice, + ci sono buone probabilità che venga ignorata e che la correzione importante + venga persa. + + - Ogni modifica dovrebbe portare ad un kernel che compila e funziona + correttamente; se la vostra serie di patch si interrompe a metà il + risultato dovrebbe essere comunque un kernel funzionante. L'applicazione + parziale di una serie di patch è uno scenario comune nel quale il + comando "git bisect" viene usato per trovare delle regressioni; se il + risultato è un kernel guasto, renderete la vita degli sviluppatori più + difficile così come quella di chi s'impegna nel nobile lavoro di + scovare i problemi. + + - Però, non strafate. Una volta uno sviluppatore pubblicò una serie di 500 + patch che modificavano un unico file - un atto che non lo rese la persona + più popolare sulla lista di discussione del kernel. Una singola patch + può essere ragionevolmente grande fintanto che contenga un singolo + cambiamento *logico*. + + - Potrebbe essere allettante l'idea di aggiungere una nuova infrastruttura + come una serie di patch, ma di lasciare questa infrastruttura inutilizzata + finché l'ultima patch della serie non abilita tutto quanto. Quando è + possibile, questo dovrebbe essere evitato; se questa serie aggiunge delle + regressioni, "bisect" indicherà quest'ultima patch come causa del + problema anche se il baco si trova altrove. Possibilmente, quando una + patch aggiunge del nuovo codice dovrebbe renderlo attivo immediatamente. + +Lavorare per creare la serie di patch perfetta potrebbe essere frustrante +perché richiede un certo tempo e soprattutto dopo che il "vero lavoro" è +già stato fatto. Quando ben fatto, comunque, è tempo ben speso. + + +Formattazione delle patch e i changelog +--------------------------------------- + +Quindi adesso avete una serie perfetta di patch pronte per la pubblicazione, +ma il lavoro non è davvero finito. Ogni patch deve essere preparata con +un messaggio che spieghi al resto del mondo, in modo chiaro e veloce, +il suo scopo. Per ottenerlo, ogni patch sarà composta dai seguenti elementi: + + - Un campo opzionale "From" col nome dell'autore della patch. Questa riga + è necessaria solo se state passando la patch di qualcun altro via email, + ma nel dubbio non fa di certo male aggiungerlo. + + - Una descrizione di una riga che spieghi cosa fa la patch. Questo + messaggio dovrebbe essere sufficiente per far comprendere al lettore lo + scopo della patch senza altre informazioni. Questo messaggio, + solitamente, presenta in testa il nome del sottosistema a cui si riferisce, + seguito dallo scopo della patch. Per esempio: + + :: + + gpio: fix build on CONFIG_GPIO_SYSFS=n + + - Una riga bianca seguita da una descrizione dettagliata della patch. + Questa descrizione può essere lunga tanto quanto serve; dovrebbe spiegare + cosa fa e perché dovrebbe essere aggiunta al kernel. + + - Una o più righe etichette, con, minimo, una riga *Signed-off-by:* + col nome dall'autore della patch. Queste etichette verranno descritte + meglio più avanti. + +Gli elementi qui sopra, assieme, formano il changelog di una patch. +Scrivere un buon changelog è cruciale ma è spesso un'arte trascurata; +vale la pena spendere qualche parola in più al riguardo. Quando scrivete +un changelog dovreste tenere ben presente che molte persone leggeranno +le vostre parole. Queste includono i manutentori di un sotto-sistema, e i +revisori che devono decidere se la patch debba essere inclusa o no, +le distribuzioni e altri manutentori che cercano di valutare se la patch +debba essere applicata su kernel più vecchi, i cacciatori di bachi che si +chiederanno se la patch è la causa di un problema che stanno cercando, +gli utenti che vogliono sapere com'è cambiato il kernel, e molti altri. +Un buon changelog fornisce le informazioni necessarie a tutte queste +persone nel modo più diretto e conciso possibile. + +A questo scopo, la riga riassuntiva dovrebbe descrivere gli effetti della +modifica e la motivazione della patch nel modo migliore possibile nonostante +il limite di una sola riga. La descrizione dettagliata può spiegare meglio +i temi e fornire maggiori informazioni. Se una patch corregge un baco, +citate, se possibile, il commit che lo introdusse (e per favore, quando +citate un commit aggiungete sia il suo identificativo che il titolo), +Se il problema è associabile ad un file di log o all' output del compilatore, +includeteli al fine d'aiutare gli altri a trovare soluzioni per lo stesso +problema. Se la modifica ha lo scopo di essere di supporto a sviluppi +successivi, ditelo. Se le API interne vengono cambiate, dettagliate queste +modifiche e come gli altri dovrebbero agire per applicarle. In generale, +più riuscirete ad entrare nei panni di tutti quelli che leggeranno il +vostro changelog, meglio sarà il changelog (e il kernel nel suo insieme). + +Non serve dirlo, un changelog dovrebbe essere il testo usato nel messaggio +di commit in un sistema di controllo di versione. Sarà seguito da: + + - La patch stessa, nel formato unificato per patch ("-u"). Usare + l'opzione "-p" assocerà alla modifica il nome della funzione alla quale + si riferisce, rendendo il risultato più facile da leggere per gli altri. + +Dovreste evitare di includere nelle patch delle modifiche per file +irrilevanti (quelli generati dal processo di generazione, per esempio, o i file +di backup del vostro editor). Il file "dontdiff" nella cartella Documentation +potrà esservi d'aiuto su questo punto; passatelo a diff con l'opzione "-X". + +Le etichette sopracitate danno un'idea di come una patch prende vita e sono +descritte nel dettaglio nel documento +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>`. +Qui di seguito un breve riassunto. + +Un'etichetta ci può dire quale commit ha introdotto il problema che viene corretto nella patch:: + + Fixes: 1f2e3d4c5b6a ("The first line of the commit specified by the first 12 characters of its SHA-1 ID") + +Un'altra etichetta viene usata per fornire collegamenti a pagine web contenenti +maggiori informazioni, per esempio un rapporto circa il baco risolto dalla +patch, oppure un documento con le specifiche implementate dalla patch:: + + Link: https://example.com/somewhere.html optional-other-stuff + +Alcuni manutentori aggiungono quest'etichetta alla patch per fare riferimento +alla più recente discussione pubblica. A volte questo è fatto automaticamente da +alcuni strumenti come b4 or un *hook* git come quello descritto qui +'Documentation/translations/it_IT/maintainer/configure-git.rst' + +Un terzo tipo di etichetta viene usato per indicare chi ha contribuito allo +sviluppo della patch. Tutte queste etichette seguono il formato:: + + tag: Full Name <email address> optional-other-stuff + +Le etichette in uso più comuni sono: + + - Signed-off-by: questa è la certificazione che lo sviluppatore ha il diritto + di sottomettere la patch per l'integrazione nel kernel. Questo rappresenta + il consenso verso il certificato d'origine degli sviluppatori, il testo + completo potrà essere trovato in + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>`. + Codice che non presenta una firma appropriata non potrà essere integrato. + + - Co-developed-by: indica che la patch è stata cosviluppata da diversi + sviluppatori; viene usato per assegnare più autori (in aggiunta a quello + associato all'etichetta From:) quando più persone lavorano ad una patch. + Ogni Co-developed-by: dev'essere seguito immediatamente da un Signed-off-by: + del corrispondente coautore. Maggiori dettagli ed esempi sono disponibili + in :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>`. + + - Acked-by: indica il consenso di un altro sviluppatore (spesso il manutentore + del codice in oggetto) all'integrazione della patch nel kernel. + + - Tested-by: menziona la persona che ha verificato la patch e l'ha trovata + funzionante. + + - Reviwed-by: menziona lo sviluppatore che ha revisionato la patch; per + maggiori dettagli leggete la dichiarazione dei revisori in + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>` + + - Reported-by: menziona l'utente che ha riportato il problema corretto da + questa patch; quest'etichetta viene usata per dare credito alle persone + che hanno verificato il codice e ci hanno fatto sapere quando le cose non + funzionavano correttamente. + + - Cc: la persona menzionata ha ricevuto una copia della patch ed ha avuto + l'opportunità di commentarla. + +State attenti ad aggiungere queste etichette alla vostra patch: solo +"Cc:" può essere aggiunta senza il permesso esplicito della persona menzionata. + +Inviare la modifica +------------------- + +Prima di inviare la vostra patch, ci sarebbero ancora un paio di cose di cui +dovreste aver cura: + + - Siete sicuri che il vostro programma di posta non corromperà le patch? + Le patch che hanno spazi bianchi in libertà o andate a capo aggiunti + dai programmi di posta non funzioneranno per chi le riceve, e spesso + non verranno nemmeno esaminate in dettaglio. Se avete un qualsiasi dubbio, + inviate la patch a voi stessi e verificate che sia integra. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst <it_email_clients>` + contiene alcuni suggerimenti utili sulla configurazione dei programmi + di posta al fine di inviare patch. + + - Siete sicuri che la vostra patch non contenga sciocchi errori? Dovreste + sempre processare le patch con scripts/checkpatch.pl e correggere eventuali + problemi riportati. Per favore tenete ben presente che checkpatch.pl non è + più intelligente di voi, nonostante sia il risultato di un certa quantità di + ragionamenti su come debba essere una patch per il kernel. Se seguire + i suggerimenti di checkpatch.pl rende il codice peggiore, allora non fatelo. + +Le patch dovrebbero essere sempre inviate come testo puro. Per favore non +inviatele come allegati; questo rende molto più difficile, per i revisori, +citare parti della patch che si vogliono commentare. Invece, mettete la vostra +patch direttamente nel messaggio. + +Quando inviate le patch, è importante inviarne una copia a tutte le persone che +potrebbero esserne interessate. Al contrario di altri progetti, il kernel +incoraggia le persone a peccare nell'invio di tante copie; non presumente che +le persone interessate vedano i vostri messaggi sulla lista di discussione. +In particolare le copie dovrebbero essere inviate a: + + - I manutentori dei sottosistemi affetti della modifica. Come descritto + in precedenza, il file MAINTAINERS è il primo luogo dove cercare i nomi + di queste persone. + + - Altri sviluppatori che hanno lavorato nello stesso ambiente - specialmente + quelli che potrebbero lavorarci proprio ora. Usate git potrebbe essere + utile per vedere chi altri ha modificato i file su cui state lavorando. + + - Se state rispondendo a un rapporto su un baco, o a una richiesta di + funzionalità, includete anche gli autori di quei rapporti/richieste. + + - Inviate una copia alle liste di discussione interessate, o, se nient'altro + è adatto, alla lista linux-kernel + + - Se state correggendo un baco, pensate se la patch dovrebbe essere inclusa + nel prossimo rilascio stabile. Se è così, la lista di discussione + stable@vger.kernel.org dovrebbe riceverne una copia. Aggiungete anche + l'etichetta "Cc: stable@vger.kernel.org" nella patch stessa; questo + permetterà alla squadra *stable* di ricevere una notifica quando questa + correzione viene integrata nel ramo principale. + +Quando scegliete i destinatari della patch, è bene avere un'idea di chi +pensiate che sia colui che, eventualmente, accetterà la vostra patch e +la integrerà. Nonostante sia possibile inviare patch direttamente a +Linus Torvalds, e lasciare che sia lui ad integrarle,solitamente non è la +strada migliore da seguire. Linus è occupato, e ci sono dei manutentori di +sotto-sistema che controllano una parte specifica del kernel. Solitamente, +vorreste che siano questi manutentori ad integrare le vostre patch. Se non +c'è un chiaro manutentore, l'ultima spiaggia è spesso Andrew Morton. + +Le patch devono avere anche un buon oggetto. Il tipico formato per l'oggetto +di una patch assomiglia a questo: + +:: + + [PATCH nn/mm] subsys: one-line description of the patch + +dove "nn" è il numero ordinale della patch, "mm" è il numero totale delle patch +nella serie, e "subsys" è il nome del sottosistema interessato. Chiaramente, +nn/mm può essere omesso per una serie composta da una singola patch. + +Se avete una significative serie di patch, è prassi inviare una descrizione +introduttiva come parte zero. Tuttavia questa convenzione non è universalmente +seguita; se la usate, ricordate che le informazioni nell'introduzione non +faranno parte del changelog del kernel. Quindi per favore, assicuratevi che +ogni patch abbia un changelog completo. + +In generale, la seconda parte e quelle successive di una patch "composta" +dovrebbero essere inviate come risposta alla prima, cosicché vengano viste +come un unico *thread*. Strumenti come git e quilt hanno comandi per inviare +gruppi di patch con la struttura appropriata. Se avete una serie lunga +e state usando git, per favore state alla larga dall'opzione --chain-reply-to +per evitare di creare un annidamento eccessivo. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/6.Followthrough.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/6.Followthrough.rst new file mode 100644 index 000000000..df7d5fb28 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/6.Followthrough.rst @@ -0,0 +1,240 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/6.Followthrough.rst <development_followthrough>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_followthrough: + +============= +Completamento +============= + +A questo punto, avete seguito le linee guida fino a questo punto e, con +l'aggiunta delle vostre capacità ingegneristiche, avete pubblicato una serie +perfetta di patch. Uno dei più grandi errori che possono essere commessi +persino da sviluppatori kernel esperti è quello di concludere che il +lavoro sia ormai finito. In verità, la pubblicazione delle patch +simboleggia una transizione alla fase successiva del processo, con, +probabilmente, ancora un po' di lavoro da fare. + +È raro che una modifica sia così bella alla sua prima pubblicazione che non +ci sia alcuno spazio di miglioramento. Il programma di sviluppo del kernel +riconosce questo fatto e quindi, è fortemente orientato al miglioramento +del codice pubblicato. Voi, in qualità di autori del codice, dovrete +lavorare con la comunità del kernel per assicurare che il vostro codice +mantenga gli standard qualitativi richiesti. Un fallimento in questo +processo è quasi come impedire l'inclusione delle vostre patch nel +ramo principale. + +Lavorare con i revisori +======================= + +Una patch che abbia una certa rilevanza avrà ricevuto numerosi commenti +da parte di altri sviluppatori dato che avranno revisionato il codice. +Lavorare con i revisori può rivelarsi, per molti sviluppatori, la parte +più intimidatoria del processo di sviluppo del kernel. La vita può esservi +resa molto più facile se tenete presente alcuni dettagli: + + - Se avete descritto la vostra modifica correttamente, i revisori ne + comprenderanno il valore e il perché vi siete presi il disturbo di + scriverla. Ma tale valore non li tratterrà dal porvi una domanda + fondamentale: come verrà mantenuto questo codice nel kernel nei prossimi + cinque o dieci anni? Molti dei cambiamenti che potrebbero esservi + richiesti - da piccoli problemi di stile a sostanziali ristesure - + vengono dalla consapevolezza che Linux resterà in circolazione e in + continuo sviluppo ancora per diverse decadi. + + - La revisione del codice è un duro lavoro, ed è un mestiere poco + riconosciuto; le persone ricordano chi ha scritto il codice, ma meno + fama è attribuita a chi lo ha revisionato. Quindi i revisori potrebbero + divenire burberi, specialmente quando vendono i medesimi errori venire + fatti ancora e ancora. Se ricevete una revisione che vi sembra abbia + un tono arrabbiato, insultante o addirittura offensivo, resistente alla + tentazione di rispondere a tono. La revisione riguarda il codice e non + la persona, e i revisori non vi stanno attaccando personalmente. + + - Similarmente, i revisori del codice non stanno cercando di promuovere + i loro interessi a vostre spese. Gli sviluppatori del kernel spesso si + aspettano di lavorare sul kernel per anni, ma sanno che il loro datore + di lavoro può cambiare. Davvero, senza praticamente eccezioni, loro + stanno lavorando per la creazione del miglior kernel possibile; non + stanno cercando di creare un disagio ad aziende concorrenti. + +Quello che si sta cercando di dire è che, quando i revisori vi inviano degli +appunti dovete fare attenzione alle osservazioni tecniche che vi stanno +facendo. Non lasciate che il loro modo di esprimersi o il vostro orgoglio +impediscano che ciò accada. Quando avete dei suggerimenti sulla revisione, +prendetevi il tempo per comprendere cosa il revisore stia cercando di +comunicarvi. Se possibile, sistemate le cose che il revisore vi chiede di +modificare. E rispondete al revisore ringraziandolo e spiegando come +intendete fare. + +Notate che non dovete per forza essere d'accordo con ogni singola modifica +suggerita dai revisori. Se credete che il revisore non abbia compreso +il vostro codice, spiegateglielo. Se avete un'obiezione tecnica da fargli +su di una modifica suggerita, spiegatela inserendo anche la vostra soluzione +al problema. Se la vostra spiegazione ha senso, il revisore la accetterà. +Tuttavia, la vostra motivazione potrebbe non essere del tutto persuasiva, +specialmente se altri iniziano ad essere d'accordo con il revisore. +Prendetevi quindi un po' di tempo per pensare ancora alla cosa. Può risultare +facile essere accecati dalla propria soluzione al punto che non realizzate che +c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato o, magari, non state nemmeno +risolvendo il problema giusto. + +Andrew Morton suggerisce che ogni suggerimento di revisione che non è +presente nella modifica del codice dovrebbe essere inserito in un commento +aggiuntivo; ciò può essere d'aiuto ai futuri revisori nell'evitare domande +che sorgono al primo sguardo. + +Un errore fatale è quello di ignorare i commenti di revisione nella speranza +che se ne andranno. Non andranno via. Se pubblicherete nuovamente il +codice senza aver risposto ai commenti ricevuti, probabilmente le vostre +modifiche non andranno da nessuna parte. + +Parlando di ripubblicazione del codice: per favore tenete a mente che i +revisori non ricorderanno tutti i dettagli del codice che avete pubblicato +l'ultima volta. Quindi è sempre una buona idea quella di ricordare ai +revisori le questioni sollevate precedetemene e come le avete risolte. +I revisori non dovrebbero star lì a cercare all'interno degli archivi per +famigliarizzare con ciò che è stato detto l'ultima volta; se li aiutate +in questo senso, saranno di umore migliore quando riguarderanno il vostro +codice. + +Se invece avete cercato di far tutto correttamente ma le cose continuano +a non andar bene? Molti disaccordi di natura tecnica possono essere risolti +attraverso la discussione, ma ci sono volte dove qualcuno deve prendere +una decisione. Se credete veramente che tale decisione andrà contro di voi +ingiustamente, potete sempre tentare di rivolgervi a qualcuno più +in alto di voi. Per cose di questo genere la persona con più potere è +Andrew Morton. Andrew è una figura molto rispettata all'interno della +comunità di sviluppo del kernel; lui può spesso sbrogliare situazioni che +sembrano irrimediabilmente bloccate. Rivolgersi ad Andrew non deve essere +fatto alla leggera, e non deve essere fatto prima di aver esplorato tutte +le altre alternative. E tenete a mente, ovviamente, che nemmeno lui +potrebbe non essere d'accordo con voi. + +Cosa accade poi +=============== + +Se la modifica è ritenuta un elemento valido da essere aggiunta al kernel, +e una volta che la maggior parte degli appunti dei revisori sono stati +sistemati, il passo successivo solitamente è quello di entrare in un +sottosistema gestito da un manutentore. Come ciò avviene dipende dal +sottosistema medesimo; ogni manutentore ha il proprio modo di fare le cose. +In particolare, ci potrebbero essere diversi sorgenti - uno, magari, dedicato +alle modifiche pianificate per la finestra di fusione successiva, e un altro +per il lavoro di lungo periodo. + +Per le modifiche proposte in aree per le quali non esiste un sottosistema +preciso (modifiche di gestione della memoria, per esempio), i sorgenti di +ripiego finiscono per essere -mm. Ed anche le modifiche che riguardano +più sottosistemi possono finire in quest'ultimo. + +L'inclusione nei sorgenti di un sottosistema può comportare per una patch, +un alto livello di visibilità. Ora altri sviluppatori che stanno lavorando +in quei medesimi sorgenti avranno le vostre modifiche. I sottosistemi +solitamente riforniscono anche Linux-next, rendendo i propri contenuti +visibili all'intera comunità di sviluppo. A questo punto, ci sono buone +possibilità per voi di ricevere ulteriori commenti da un nuovo gruppo di +revisori; anche a questi commenti dovrete rispondere come avete già fatto per +gli altri. + +Ciò che potrebbe accadere a questo punto, in base alla natura della vostra +modifica, riguarda eventuali conflitti con il lavoro svolto da altri. +Nella peggiore delle situazioni, i conflitti più pesanti tra modifiche possono +concludersi con la messa a lato di alcuni dei lavori svolti cosicché le +modifiche restanti possano funzionare ed essere integrate. Altre volte, la +risoluzione dei conflitti richiederà del lavoro con altri sviluppatori e, +possibilmente, lo spostamento di alcune patch da dei sorgenti a degli altri +in modo da assicurare che tutto sia applicato in modo pulito. Questo lavoro +può rivelarsi una spina nel fianco, ma consideratevi fortunati: prima +dell'avvento dei sorgenti linux-next, questi conflitti spesso emergevano solo +durante l'apertura della finestra di integrazione e dovevano essere smaltiti +in fretta. Ora essi possono essere risolti comodamente, prima dell'apertura +della finestra. + +Un giorno, se tutto va bene, vi collegherete e vedrete che la vostra patch +è stata inserita nel ramo principale de kernel. Congratulazioni! Terminati +i festeggiamenti (nel frattempo avrete inserito il vostro nome nel file +MAINTAINERS) vale la pena ricordare una piccola cosa, ma importante: il +lavoro non è ancora finito. L'inserimento nel ramo principale porta con se +nuove sfide. + +Cominciamo con il dire che ora la visibilità della vostra modifica è +ulteriormente cresciuta. Ci potrebbe portare ad una nuova fase di +commenti dagli sviluppatori che non erano ancora a conoscenza della vostra +patch. Ignorarli potrebbe essere allettante dato che non ci sono più +dubbi sull'integrazione della modifica. Resistete a tale tentazione, dovete +mantenervi disponibili agli sviluppatori che hanno domande o suggerimenti +per voi. + +Ancora più importante: l'inclusione nel ramo principale mette il vostro +codice nelle mani di un gruppo di *tester* molto più esteso. Anche se avete +contribuito ad un driver per un hardware che non è ancora disponibile, sarete +sorpresi da quante persone inseriranno il vostro codice nei loro kernel. +E, ovviamente, dove ci sono *tester*, ci saranno anche dei rapporti su +eventuali bachi. + +La peggior specie di rapporti sono quelli che indicano delle regressioni. +Se la vostra modifica causa una regressione, avrete un gran numero di +occhi puntati su di voi; la regressione deve essere sistemata il prima +possibile. Se non vorrete o non sarete capaci di sistemarla (e nessuno +lo farà per voi), la vostra modifica sarà quasi certamente rimossa durante +la fase di stabilizzazione. Oltre alla perdita di tutto il lavoro svolto +per far si che la vostra modifica fosse inserita nel ramo principale, +l'avere una modifica rimossa a causa del fallimento nel sistemare una +regressione, potrebbe rendere più difficile per voi far accettare +il vostro lavoro in futuro. + +Dopo che ogni regressione è stata affrontata, ci potrebbero essere altri +bachi ordinari da "sconfiggere". Il periodo di stabilizzazione è la +vostra migliore opportunità per sistemare questi bachi e assicurarvi che +il debutto del vostro codice nel ramo principale del kernel sia il più solido +possibile. Quindi, per favore, rispondete ai rapporti sui bachi e ponete +rimedio, se possibile, a tutti i problemi. È a questo che serve il periodo +di stabilizzazione; potete iniziare creando nuove fantastiche modifiche +una volta che ogni problema con le vecchie sia stato risolto. + +Non dimenticate che esistono altre pietre miliari che possono generare +rapporti sui bachi: il successivo rilascio stabile, quando una distribuzione +importante usa una versione del kernel nel quale è presente la vostra +modifica, eccetera. Il continuare a rispondere a questi rapporti è fonte di +orgoglio per il vostro lavoro. Se questa non è una sufficiente motivazione, +allora, è anche consigliabile considera che la comunità di sviluppo ricorda +gli sviluppatori che hanno perso interesse per il loro codice una volta +integrato. La prossima volta che pubblicherete una patch, la comunità +la valuterà anche sulla base del fatto che non sarete disponibili a +prendervene cura anche nel futuro. + + +Altre cose che posso accadere +============================= + +Un giorno, potreste aprire la vostra email e vedere che qualcuno vi ha +inviato una patch per il vostro codice. Questo, dopo tutto, è uno dei +vantaggi di avere il vostro codice "là fuori". Se siete d'accordo con +la modifica, potrete anche inoltrarla ad un manutentore di sottosistema +(assicuratevi di includere la riga "From:" cosicché l'attribuzione sia +corretta, e aggiungete una vostra firma "Signed-off-by"), oppure inviate +un "Acked-by:" e lasciate che l'autore originale la invii. + +Se non siete d'accordo con la patch, inviate una risposta educata +spiegando il perché. Se possibile, dite all'autore quali cambiamenti +servirebbero per rendere la patch accettabile da voi. C'è una certa +riluttanza nell'inserire modifiche con un conflitto fra autore +e manutentore del codice, ma solo fino ad un certo punto. Se siete visti +come qualcuno che blocca un buon lavoro senza motivo, quelle patch vi +passeranno oltre e andranno nel ramo principale in ogni caso. Nel kernel +Linux, nessuno ha potere di veto assoluto su alcun codice. Eccezione +fatta per Linus, forse. + +In rarissime occasioni, potreste vedere qualcosa di completamente diverso: +un altro sviluppatore che pubblica una soluzione differente al vostro +problema. A questo punto, c'è una buona probabilità che una delle due +modifiche non verrà integrata, e il "c'ero prima io" non è considerato +un argomento tecnico rilevante. Se la modifica di qualcun'altro rimpiazza +la vostra ed entra nel ramo principale, esiste un unico modo di reagire: +siate contenti che il vostro problema sia stato risolto e andate avanti con +il vostro lavoro. L'avere un vostro lavoro spintonato da parte in questo +modo può essere avvilente e scoraggiante, ma la comunità ricorderà come +avrete reagito anche dopo che avrà dimenticato quale fu la modifica accettata. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/7.AdvancedTopics.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/7.AdvancedTopics.rst new file mode 100644 index 000000000..cc1cff5d2 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/7.AdvancedTopics.rst @@ -0,0 +1,191 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/7.AdvancedTopics.rst <development_advancedtopics>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_development_advancedtopics: + +Argomenti avanzati +================== + +A questo punto, si spera, dovreste avere un'idea su come funziona il processo +di sviluppo. Ma rimane comunque molto da imparare! Questo capitolo copre +alcuni argomenti che potrebbero essere utili per gli sviluppatori che stanno +per diventare parte integrante del processo di sviluppo del kernel. + +Gestire le modifiche con git +----------------------------- + +L'uso di un sistema distribuito per il controllo delle versioni del kernel +ebbe iniziò nel 2002 quando Linux iniziò a provare il programma proprietario +BitKeeper. Nonostante l'uso di BitKeeper fosse opinabile, di certo il suo +approccio alla gestione dei sorgenti non lo era. Un sistema distribuito per +il controllo delle versioni accelerò immediatamente lo sviluppo del kernel. +Oggigiorno, ci sono diverse alternative libere a BitKeeper. Per il meglio o il +peggio, il progetto del kernel ha deciso di usare git per gestire i sorgenti. + +Gestire le modifiche con git può rendere la vita dello sviluppatore molto +più facile, specialmente quando il volume delle modifiche cresce. +Git ha anche i suoi lati taglienti che possono essere pericolosi; è uno +strumento giovane e potente che è ancora in fase di civilizzazione da parte +dei suoi sviluppatori. Questo documento non ha lo scopo di insegnare l'uso +di git ai suoi lettori; ci sarebbe materiale a sufficienza per un lungo +documento al riguardo. Invece, qui ci concentriamo in particolare su come +git è parte del processo di sviluppo del kernel. Gli sviluppatori che +desiderassero diventare agili con git troveranno più informazioni ai +seguenti indirizzi: + + http://git-scm.com/ + + http://www.kernel.org/pub/software/scm/git/docs/user-manual.html + +e su varie guide che potrete trovare su internet. + +La prima cosa da fare prima di usarlo per produrre patch che saranno +disponibili ad altri, è quella di leggere i siti qui sopra e di acquisire una +base solida su come funziona git. Uno sviluppatore che sappia usare git +dovrebbe essere capace di ottenere una copia del repositorio principale, +esplorare la storia della revisione, registrare le modifiche, usare i rami, +eccetera. Una certa comprensione degli strumenti git per riscrivere la storia +(come ``rebase``) è altrettanto utile. Git ha i propri concetti e la propria +terminologia; un nuovo utente dovrebbe conoscere *refs*, *remote branch*, +*index*, *fast-forward merge*, *push* e *pull*, *detached head*, eccetera. +Il tutto potrebbe essere un po' intimidatorio visto da fuori, ma con un po' +di studio i concetti non saranno così difficili da capire. + +Utilizzare git per produrre patch da sottomettere via email può essere +un buon esercizio da fare mentre si sta prendendo confidenza con lo strumento. + +Quando sarete in grado di creare rami git che siano guardabili da altri, +vi servirà, ovviamente, un server dal quale sia possibile attingere le vostre +modifiche. Se avete un server accessibile da Internet, configurarlo per +eseguire git-daemon è relativamente semplice . Altrimenti, iniziano a +svilupparsi piattaforme che offrono spazi pubblici, e gratuiti (Github, +per esempio). Gli sviluppatori permanenti possono ottenere un account +su kernel.org, ma non è proprio facile da ottenere; per maggiori informazioni +consultate la pagina web http://kernel.org/faq/. + +In git è normale avere a che fare con tanti rami. Ogni linea di sviluppo +può essere separata in "rami per argomenti" e gestiti indipendentemente. +In git i rami sono facilissimi, per cui non c'è motivo per non usarli +in libertà. In ogni caso, non dovreste sviluppare su alcun ramo dal +quale altri potrebbero attingere. I rami disponibili pubblicamente dovrebbero +essere creati con attenzione; integrate patch dai rami di sviluppo +solo quando sono complete e pronte ad essere consegnate - non prima. + +Git offre alcuni strumenti che vi permettono di riscrivere la storia del +vostro sviluppo. Una modifica errata (diciamo, una che rompe la bisezione, +oppure che ha un qualche tipo di baco evidente) può essere corretta sul posto +o fatta sparire completamente dalla storia. Una serie di patch può essere +riscritta come se fosse stata scritta in cima al ramo principale di oggi, +anche se ci avete lavorato per mesi. Le modifiche possono essere spostate +in modo trasparente da un ramo ad un altro. E così via. Un uso giudizioso +di git per revisionare la storia può aiutare nella creazione di una serie +di patch pulite e con meno problemi. + +Un uso eccessivo può portare ad altri tipi di problemi, tuttavia, oltre +alla semplice ossessione per la creazione di una storia del progetto che sia +perfetta. Riscrivere la storia riscriverà le patch contenute in quella +storia, trasformando un kernel verificato (si spera) in uno da verificare. +Ma, oltre a questo, gli sviluppatori non possono collaborare se non condividono +la stessa vista sulla storia del progetto; se riscrivete la storia dalla quale +altri sviluppatori hanno attinto per i loro repositori, renderete la loro vita +molto più difficile. Quindi tenete conto di questa semplice regola generale: +la storia che avete esposto ad altri, generalmente, dovrebbe essere vista come +immutabile. + +Dunque, una volta che il vostro insieme di patch è stato reso disponibile +pubblicamente non dovrebbe essere più sovrascritto. Git tenterà di imporre +questa regola, e si rifiuterà di pubblicare nuove patch che non risultino +essere dirette discendenti di quelle pubblicate in precedenza (in altre parole, +patch che non condividono la stessa storia). È possibile ignorare questo +controllo, e ci saranno momenti in cui sarà davvero necessario riscrivere +un ramo già pubblicato. Un esempio è linux-next dove le patch vengono +spostate da un ramo all'altro al fine di evitare conflitti. Ma questo tipo +d'azione dovrebbe essere un'eccezione. Questo è uno dei motivi per cui lo +sviluppo dovrebbe avvenire in rami privati (che possono essere sovrascritti +quando lo si ritiene necessario) e reso pubblico solo quando è in uno stato +avanzato. + +Man mano che il ramo principale (o altri rami su cui avete basato le +modifiche) avanza, diventa allettante l'idea di integrare tutte le patch +per rimanere sempre aggiornati. Per un ramo privato, il *rebase* può essere +un modo semplice per rimanere aggiornati, ma questa non è un'opzione nel +momento in cui il vostro ramo è stato esposto al mondo intero. +*Merge* occasionali possono essere considerati di buon senso, ma quando +diventano troppo frequenti confondono inutilmente la storia. La tecnica +suggerita in questi casi è quella di fare *merge* raramente, e più in generale +solo nei momenti di rilascio (per esempio gli -rc del ramo principale). +Se siete nervosi circa alcune patch in particolare, potete sempre fare +dei *merge* di test in un ramo privato. In queste situazioni git "rerere" +può essere utile; questo strumento si ricorda come i conflitti di *merge* +furono risolti in passato cosicché non dovrete fare lo stesso lavoro due volte. + +Una delle lamentele più grosse e ricorrenti sull'uso di strumenti come git +è il grande movimento di patch da un repositorio all'altro che rende +facile l'integrazione nel ramo principale di modifiche mediocri, il tutto +sotto il naso dei revisori. Gli sviluppatori del kernel tendono ad essere +scontenti quando vedono succedere queste cose; preparare un ramo git con +patch che non hanno ricevuto alcuna revisione o completamente avulse, potrebbe +influire sulla vostra capacita di proporre, in futuro, l'integrazione dei +vostri rami. Citando Linus + +:: + + Potete inviarmi le vostre patch, ma per far si che io integri una + vostra modifica da git, devo sapere che voi sappiate cosa state + facendo, e ho bisogno di fidarmi *senza* dover passare tutte + le modifiche manualmente una per una. + +(http://lwn.net/Articles/224135/). + +Per evitare queste situazioni, assicuratevi che tutte le patch in un ramo +siano strettamente correlate al tema delle modifiche; un ramo "driver fixes" +non dovrebbe fare modifiche al codice principale per la gestione della memoria. +E, più importante ancora, non usate un repositorio git per tentare di +evitare il processo di revisione. Pubblicate un sommario di quello che il +vostro ramo contiene sulle liste di discussione più opportune, e , quando +sarà il momento, richiedete che il vostro ramo venga integrato in linux-next. + +Se e quando altri inizieranno ad inviarvi patch per essere incluse nel +vostro repositorio, non dovete dimenticare di revisionarle. Inoltre +assicuratevi di mantenerne le informazioni di paternità; al riguardo git "am" +fa del suo meglio, ma potreste dover aggiungere una riga "From:" alla patch +nel caso in cui sia arrivata per vie traverse. + +Quando richiedete l'integrazione, siate certi di fornire tutte le informazioni: +dov'è il vostro repositorio, quale ramo integrare, e quali cambiamenti si +otterranno dall'integrazione. Il comando git request-pull può essere d'aiuto; +preparerà una richiesta nel modo in cui gli altri sviluppatori se l'aspettano, +e verificherà che vi siate ricordati di pubblicare quelle patch su un +server pubblico. + +Revisionare le patch +-------------------- + +Alcuni lettori potrebbero avere obiezioni sulla presenza di questa sezione +negli "argomenti avanzati" sulla base che anche gli sviluppatori principianti +dovrebbero revisionare le patch. É certamente vero che non c'è modo +migliore di imparare come programmare per il kernel che guardare il codice +pubblicato dagli altri. In aggiunta, i revisori sono sempre troppo pochi; +guardando il codice potete apportare un significativo contributo all'intero +processo. + +Revisionare il codice potrebbe risultare intimidatorio, specialmente per i +nuovi arrivati che potrebbero sentirsi un po' nervosi nel questionare +il codice - in pubblico - pubblicato da sviluppatori più esperti. Perfino +il codice scritto dagli sviluppatori più esperti può essere migliorato. +Forse il suggerimento migliore per i revisori (tutti) è questo: formulate +i commenti come domande e non come critiche. Chiedere "Come viene rilasciato +il *lock* in questo percorso?" funziona sempre molto meglio che +"qui la sincronizzazione è sbagliata". + +Diversi sviluppatori revisioneranno il codice con diversi punti di vista. +Alcuni potrebbero concentrarsi principalmente sullo stile del codice e se +alcune linee hanno degli spazio bianchi di troppo. Altri si chiederanno +se accettare una modifica interamente è una cosa positiva per il kernel +o no. E altri ancora si focalizzeranno sui problemi di sincronizzazione, +l'uso eccessivo di *stack*, problemi di sicurezza, duplicazione del codice +in altri contesti, documentazione, effetti negativi sulle prestazioni, cambi +all'ABI dello spazio utente, eccetera. Qualunque tipo di revisione è ben +accetta e di valore, se porta ad avere un codice migliore nel kernel. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/8.Conclusion.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/8.Conclusion.rst new file mode 100644 index 000000000..32659ff46 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/8.Conclusion.rst @@ -0,0 +1,84 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/8.Conclusion.rst <development_conclusion>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_conclusion: + +Per maggiori informazioni +========================= + +Esistono numerose fonti di informazioni sullo sviluppo del kernel Linux +e argomenti correlati. Primo tra questi sarà sempre la cartella Documentation +che si trova nei sorgenti kernel. + +Il file :ref:`process/howto.rst <it_process_howto>` è un punto di partenza +importante; :ref:`process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>` è +anch'esso qualcosa che tutti gli sviluppatori del kernel dovrebbero leggere. +Molte API interne al kernel sono documentate utilizzando il meccanismo +kerneldoc; "make htmldocs" o "make pdfdocs" possono essere usati per generare +quei documenti in HTML o PDF (sebbene le versioni di TeX di alcune +distribuzioni hanno dei limiti interni e fallisce nel processare +appropriatamente i documenti). + +Diversi siti web approfondiscono lo sviluppo del kernel ad ogni livello +di dettaglio. Il vostro autore vorrebbe umilmente suggerirvi +http://lwn.net/ come fonte; usando l'indice 'kernel' su LWN troverete +molti argomenti specifici sul kernel: + + http://lwn.net/Kernel/Index/ + +Oltre a ciò, una risorsa valida per gli sviluppatori kernel è: + + http://kernelnewbies.org/ + +E, ovviamente, una fonte da non dimenticare è http://kernel.org/, il luogo +definitivo per le informazioni sui rilasci del kernel. + +Ci sono numerosi libri sullo sviluppo del kernel: + + Linux Device Drivers, 3rd Edition (Jonathan Corbet, Alessandro + Rubini, and Greg Kroah-Hartman). In linea all'indirizzo + http://lwn.net/Kernel/LDD3/. + + Linux Kernel Development (Robert Love). + + Understanding the Linux Kernel (Daniel Bovet and Marco Cesati). + +Tutti questi libri soffrono di un errore comune: tendono a risultare in un +certo senso obsoleti dal momento che si trovano in libreria da diverso +tempo. Comunque contengono informazioni abbastanza buone. + +La documentazione per git la troverete su: + + http://www.kernel.org/pub/software/scm/git/docs/ + + http://www.kernel.org/pub/software/scm/git/docs/user-manual.html + + + +Conclusioni +=========== + +Congratulazioni a chiunque ce l'abbia fatta a terminare questo documento di +lungo-respiro. Si spera che abbia fornito un'utile comprensione d'insieme +di come il kernel Linux viene sviluppato e di come potete partecipare a +tale processo. + +Infine, quello che conta è partecipare. Qualsiasi progetto software +open-source non è altro che la somma di quello che i suoi contributori +mettono al suo interno. Il kernel Linux è cresciuto velocemente e bene +perché ha ricevuto il supporto di un impressionante gruppo di sviluppatori, +ognuno dei quali sta lavorando per renderlo migliore. Il kernel è un esempio +importante di cosa può essere fatto quando migliaia di persone lavorano +insieme verso un obiettivo comune. + +Il kernel può sempre beneficiare di una larga base di sviluppatori, tuttavia, +c'è sempre molto lavoro da fare. Ma, cosa non meno importante, molti degli +altri partecipanti all'ecosistema Linux possono trarre beneficio attraverso +il contributo al kernel. Inserire codice nel ramo principale è la chiave +per arrivare ad una qualità del codice più alta, bassa manutenzione e +bassi prezzi di distribuzione, alti livelli d'influenza sulla direzione +dello sviluppo del kernel, e molto altro. È una situazione nella quale +tutti coloro che sono coinvolti vincono. Mollate il vostro editor e +raggiungeteci; sarete più che benvenuti. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/adding-syscalls.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/adding-syscalls.rst new file mode 100644 index 000000000..df8c652d0 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/adding-syscalls.rst @@ -0,0 +1,643 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/adding-syscalls.rst <addsyscalls>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_addsyscalls: + +Aggiungere una nuova chiamata di sistema +======================================== + +Questo documento descrive quello che è necessario sapere per aggiungere +nuove chiamate di sistema al kernel Linux; questo è da considerarsi come +un'aggiunta ai soliti consigli su come proporre nuove modifiche +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>`. + + +Alternative alle chiamate di sistema +------------------------------------ + +La prima considerazione da fare quando si aggiunge una nuova chiamata di +sistema è quella di valutare le alternative. Nonostante le chiamate di sistema +siano il punto di interazione fra spazio utente e kernel più tradizionale ed +ovvio, esistono altre possibilità - scegliete quella che meglio si adatta alle +vostra interfaccia. + + - Se le operazioni coinvolte possono rassomigliare a quelle di un filesystem, + allora potrebbe avere molto più senso la creazione di un nuovo filesystem o + dispositivo. Inoltre, questo rende più facile incapsulare la nuova + funzionalità in un modulo kernel piuttosto che essere sviluppata nel cuore + del kernel. + + - Se la nuova funzionalità prevede operazioni dove il kernel notifica + lo spazio utente su un avvenimento, allora restituire un descrittore + di file all'oggetto corrispondente permette allo spazio utente di + utilizzare ``poll``/``select``/``epoll`` per ricevere quelle notifiche. + - Tuttavia, le operazioni che non si sposano bene con operazioni tipo + :manpage:`read(2)`/:manpage:`write(2)` dovrebbero essere implementate + come chiamate :manpage:`ioctl(2)`, il che potrebbe portare ad un'API in + un qualche modo opaca. + + - Se dovete esporre solo delle informazioni sul sistema, un nuovo nodo in + sysfs (vedere ``Documentation/filesystems/sysfs.rst``) o + in procfs potrebbe essere sufficiente. Tuttavia, l'accesso a questi + meccanismi richiede che il filesystem sia montato, il che potrebbe non + essere sempre vero (per esempio, in ambienti come namespace/sandbox/chroot). + Evitate d'aggiungere nuove API in debugfs perché questo non viene + considerata un'interfaccia di 'produzione' verso lo spazio utente. + - Se l'operazione è specifica ad un particolare file o descrittore, allora + potrebbe essere appropriata l'aggiunta di un comando :manpage:`fcntl(2)`. + Tuttavia, :manpage:`fcntl(2)` è una chiamata di sistema multiplatrice che + nasconde una notevole complessità, quindi è ottima solo quando la nuova + funzione assomiglia a quelle già esistenti in :manpage:`fcntl(2)`, oppure + la nuova funzionalità è veramente semplice (per esempio, leggere/scrivere + un semplice flag associato ad un descrittore di file). + - Se l'operazione è specifica ad un particolare processo, allora + potrebbe essere appropriata l'aggiunta di un comando :manpage:`prctl(2)`. + Come per :manpage:`fcntl(2)`, questa chiamata di sistema è un complesso + multiplatore quindi è meglio usarlo per cose molto simili a quelle esistenti + nel comando ``prctl`` oppure per leggere/scrivere un semplice flag relativo + al processo. + + +Progettare l'API: pianificare le estensioni +------------------------------------------- + +Una nuova chiamata di sistema diventerà parte dell'API del kernel, e +dev'essere supportata per un periodo indefinito. Per questo, è davvero +un'ottima idea quella di discutere apertamente l'interfaccia sulla lista +di discussione del kernel, ed è altrettanto importante pianificarne eventuali +estensioni future. + +(Nella tabella delle chiamate di sistema sono disseminati esempi dove questo +non fu fatto, assieme ai corrispondenti aggiornamenti - +``eventfd``/``eventfd2``, ``dup2``/``dup3``, ``inotify_init``/``inotify_init1``, +``pipe``/``pipe2``, ``renameat``/``renameat2`` --quindi imparate dalla storia +del kernel e pianificate le estensioni fin dall'inizio) + +Per semplici chiamate di sistema che accettano solo un paio di argomenti, +il modo migliore di permettere l'estensibilità è quello di includere un +argomento *flags* alla chiamata di sistema. Per assicurarsi che i programmi +dello spazio utente possano usare in sicurezza *flags* con diverse versioni +del kernel, verificate se *flags* contiene un qualsiasi valore sconosciuto, +in qual caso rifiutate la chiamata di sistema (con ``EINVAL``):: + + if (flags & ~(THING_FLAG1 | THING_FLAG2 | THING_FLAG3)) + return -EINVAL; + +(Se *flags* non viene ancora utilizzato, verificate che l'argomento sia zero) + +Per chiamate di sistema più sofisticate che coinvolgono un numero più grande di +argomenti, il modo migliore è quello di incapsularne la maggior parte in una +struttura dati che verrà passata per puntatore. Questa struttura potrà +funzionare con future estensioni includendo un campo *size*:: + + struct xyzzy_params { + u32 size; /* userspace sets p->size = sizeof(struct xyzzy_params) */ + u32 param_1; + u64 param_2; + u64 param_3; + }; + +Fintanto che un qualsiasi campo nuovo, diciamo ``param_4``, è progettato per +offrire il comportamento precedente quando vale zero, allora questo permetterà +di gestire un conflitto di versione in entrambe le direzioni: + + - un vecchio kernel può gestire l'accesso di una versione moderna di un + programma in spazio utente verificando che la memoria oltre la dimensione + della struttura dati attesa sia zero (in pratica verificare che + ``param_4 == 0``). + - un nuovo kernel può gestire l'accesso di una versione vecchia di un + programma in spazio utente estendendo la struttura dati con zeri (in pratica + ``param_4 = 0``). + +Vedere :manpage:`perf_event_open(2)` e la funzione ``perf_copy_attr()`` (in +``kernel/events/core.c``) per un esempio pratico di questo approccio. + + +Progettare l'API: altre considerazioni +-------------------------------------- + +Se la vostra nuova chiamata di sistema permette allo spazio utente di fare +riferimento ad un oggetto del kernel, allora questa dovrebbe usare un +descrittore di file per accesso all'oggetto - non inventatevi nuovi tipi di +accesso da spazio utente quando il kernel ha già dei meccanismi e una semantica +ben definita per utilizzare i descrittori di file. + +Se la vostra nuova chiamata di sistema :manpage:`xyzzy(2)` ritorna un nuovo +descrittore di file, allora l'argomento *flags* dovrebbe includere un valore +equivalente a ``O_CLOEXEC`` per i nuovi descrittori. Questo rende possibile, +nello spazio utente, la chiusura della finestra temporale fra le chiamate a +``xyzzy()`` e ``fcntl(fd, F_SETFD, FD_CLOEXEC)``, dove un inaspettato +``fork()`` o ``execve()`` potrebbe trasferire il descrittore al programma +eseguito (Comunque, resistete alla tentazione di riutilizzare il valore di +``O_CLOEXEC`` dato che è specifico dell'architettura e fa parte di una +enumerazione di flag ``O_*`` che è abbastanza ricca). + +Se la vostra nuova chiamata di sistema ritorna un nuovo descrittore di file, +dovreste considerare che significato avrà l'uso delle chiamate di sistema +della famiglia di :manpage:`poll(2)`. Rendere un descrittore di file pronto +per la lettura o la scrittura è il tipico modo del kernel per notificare lo +spazio utente circa un evento associato all'oggetto del kernel. + +Se la vostra nuova chiamata di sistema :manpage:`xyzzy(2)` ha un argomento +che è il percorso ad un file:: + + int sys_xyzzy(const char __user *path, ..., unsigned int flags); + +dovreste anche considerare se non sia più appropriata una versione +:manpage:`xyzzyat(2)`:: + + int sys_xyzzyat(int dfd, const char __user *path, ..., unsigned int flags); + +Questo permette più flessibilità su come lo spazio utente specificherà il file +in questione; in particolare, permette allo spazio utente di richiedere la +funzionalità su un descrittore di file già aperto utilizzando il *flag* +``AT_EMPTY_PATH``, in pratica otterremmo gratuitamente l'operazione +:manpage:`fxyzzy(3)`:: + + - xyzzyat(AT_FDCWD, path, ..., 0) is equivalent to xyzzy(path,...) + - xyzzyat(fd, "", ..., AT_EMPTY_PATH) is equivalent to fxyzzy(fd, ...) + +(Per maggiori dettagli sulla logica delle chiamate \*at(), leggete la pagina +man :manpage:`openat(2)`; per un esempio di AT_EMPTY_PATH, leggere la pagina +man :manpage:`fstatat(2)`). + +Se la vostra nuova chiamata di sistema :manpage:`xyzzy(2)` prevede un parametro +per descrivere uno scostamento all'interno di un file, usate ``loff_t`` come +tipo cosicché scostamenti a 64-bit potranno essere supportati anche su +architetture a 32-bit. + +Se la vostra nuova chiamata di sistema :manpage:`xyzzy(2)` prevede l'uso di +funzioni riservate, allora dev'essere gestita da un opportuno bit di privilegio +(verificato con una chiamata a ``capable()``), come descritto nella pagina man +:manpage:`capabilities(7)`. Scegliete un bit di privilegio già esistente per +gestire la funzionalità associata, ma evitate la combinazione di diverse +funzionalità vagamente collegate dietro lo stesso bit, in quanto va contro il +principio di *capabilities* di separare i poteri di root. In particolare, +evitate di aggiungere nuovi usi al fin-troppo-generico privilegio +``CAP_SYS_ADMIN``. + +Se la vostra nuova chiamata di sistema :manpage:`xyzzy(2)` manipola altri +processi oltre a quello chiamato, allora dovrebbe essere limitata (usando +la chiamata ``ptrace_may_access()``) di modo che solo un processo chiamante +con gli stessi permessi del processo in oggetto, o con i necessari privilegi, +possa manipolarlo. + +Infine, state attenti che in alcune architetture non-x86 la vita delle chiamate +di sistema con argomenti a 64-bit viene semplificata se questi argomenti +ricadono in posizioni dispari (pratica, i parametri 1, 3, 5); questo permette +l'uso di coppie contigue di registri a 32-bit. (Questo non conta se gli +argomenti sono parte di una struttura dati che viene passata per puntatore). + + +Proporre l'API +-------------- + +Al fine di rendere le nuove chiamate di sistema di facile revisione, è meglio +che dividiate le modifiche i pezzi separati. Questi dovrebbero includere +almeno le seguenti voci in *commit* distinti (ognuno dei quali sarà descritto +più avanti): + + - l'essenza dell'implementazione della chiamata di sistema, con i prototipi, + i numeri generici, le modifiche al Kconfig e l'implementazione *stub* di + ripiego. + - preparare la nuova chiamata di sistema per un'architettura specifica, + solitamente x86 (ovvero tutti: x86_64, x86_32 e x32). + - un programma di auto-verifica da mettere in ``tools/testing/selftests/`` + che mostri l'uso della chiamata di sistema. + - una bozza di pagina man per la nuova chiamata di sistema. Può essere + scritta nell'email di presentazione, oppure come modifica vera e propria + al repositorio delle pagine man. + +Le proposte di nuove chiamate di sistema, come ogni altro modifica all'API del +kernel, deve essere sottomessa alla lista di discussione +linux-api@vger.kernel.org. + + +Implementazione di chiamate di sistema generiche +------------------------------------------------ + +Il principale punto d'accesso alla vostra nuova chiamata di sistema +:manpage:`xyzzy(2)` verrà chiamato ``sys_xyzzy()``; ma, piuttosto che in modo +esplicito, lo aggiungerete tramite la macro ``SYSCALL_DEFINEn``. La 'n' +indica il numero di argomenti della chiamata di sistema; la macro ha come +argomento il nome della chiamata di sistema, seguito dalle coppie (tipo, nome) +per definire i suoi parametri. L'uso di questa macro permette di avere +i metadati della nuova chiamata di sistema disponibili anche per altri +strumenti. + +Il nuovo punto d'accesso necessita anche del suo prototipo di funzione in +``include/linux/syscalls.h``, marcato come asmlinkage di modo da abbinargli +il modo in cui quelle chiamate di sistema verranno invocate:: + + asmlinkage long sys_xyzzy(...); + +Alcune architetture (per esempio x86) hanno le loro specifiche tabelle di +chiamate di sistema (syscall), ma molte altre architetture condividono una +tabella comune di syscall. Aggiungete alla lista generica la vostra nuova +chiamata di sistema aggiungendo un nuovo elemento alla lista in +``include/uapi/asm-generic/unistd.h``:: + + #define __NR_xyzzy 292 + __SYSCALL(__NR_xyzzy, sys_xyzzy) + +Aggiornate anche il contatore __NR_syscalls di modo che sia coerente con +l'aggiunta della nuove chiamate di sistema; va notato che se più di una nuova +chiamata di sistema viene aggiunga nella stessa finestra di sviluppo, il numero +della vostra nuova syscall potrebbe essere aggiustato al fine di risolvere i +conflitti. + +Il file ``kernel/sys_ni.c`` fornisce le implementazioni *stub* di ripiego che +ritornano ``-ENOSYS``. Aggiungete la vostra nuova chiamata di sistema anche +qui:: + + COND_SYSCALL(xyzzy); + +La vostra nuova funzionalità del kernel, e la chiamata di sistema che la +controlla, dovrebbero essere opzionali. Quindi, aggiungete un'opzione +``CONFIG`` (solitamente in ``init/Kconfig``). Come al solito per le nuove +opzioni ``CONFIG``: + + - Includete una descrizione della nuova funzionalità e della chiamata di + sistema che la controlla. + - Rendete l'opzione dipendente da EXPERT se dev'essere nascosta agli utenti + normali. + - Nel Makefile, rendere tutti i nuovi file sorgenti, che implementano la + nuova funzionalità, dipendenti dall'opzione CONFIG (per esempio + ``obj-$(CONFIG_XYZZY_SYSCALL) += xyzzy.o``). + - Controllate due volte che sia possibile generare il kernel con la nuova + opzione CONFIG disabilitata. + +Per riassumere, vi serve un *commit* che includa: + + - un'opzione ``CONFIG``per la nuova funzione, normalmente in ``init/Kconfig`` + - ``SYSCALL_DEFINEn(xyzzy, ...)`` per il punto d'accesso + - il corrispondente prototipo in ``include/linux/syscalls.h`` + - un elemento nella tabella generica in ``include/uapi/asm-generic/unistd.h`` + - *stub* di ripiego in ``kernel/sys_ni.c`` + + +Implementazione delle chiamate di sistema x86 +--------------------------------------------- + +Per collegare la vostra nuova chiamate di sistema alle piattaforme x86, +dovete aggiornate la tabella principale di syscall. Assumendo che la vostra +nuova chiamata di sistema non sia particolarmente speciale (vedere sotto), +dovete aggiungere un elemento *common* (per x86_64 e x32) in +arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl:: + + 333 common xyzzy sys_xyzzy + +e un elemento per *i386* ``arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl``:: + + 380 i386 xyzzy sys_xyzzy + +Ancora una volta, questi numeri potrebbero essere cambiati se generano +conflitti durante la finestra di integrazione. + + +Chiamate di sistema compatibili (generico) +------------------------------------------ + +Per molte chiamate di sistema, la stessa implementazione a 64-bit può essere +invocata anche quando il programma in spazio utente è a 32-bit; anche se la +chiamata di sistema include esplicitamente un puntatore, questo viene gestito +in modo trasparente. + +Tuttavia, ci sono un paio di situazione dove diventa necessario avere un +livello di gestione della compatibilità per risolvere le differenze di +dimensioni fra 32-bit e 64-bit. + +Il primo caso è quando un kernel a 64-bit supporta anche programmi in spazio +utente a 32-bit, perciò dovrà ispezionare aree della memoria (``__user``) che +potrebbero contenere valori a 32-bit o a 64-bit. In particolar modo, questo +è necessario quando un argomento di una chiamata di sistema è: + + - un puntatore ad un puntatore + - un puntatore ad una struttura dati contenente a sua volta un puntatore + ( ad esempio ``struct iovec __user *``) + - un puntatore ad un tipo intero di dimensione variabile (``time_t``, + ``off_t``, ``long``, ...) + - un puntatore ad una struttura dati contenente un tipo intero di dimensione + variabile. + +Il secondo caso che richiede un livello di gestione della compatibilità è +quando uno degli argomenti di una chiamata a sistema è esplicitamente un tipo +a 64-bit anche su architetture a 32-bit, per esempio ``loff_t`` o ``__u64``. +In questo caso, un valore che arriva ad un kernel a 64-bit da un'applicazione +a 32-bit verrà diviso in due valori a 32-bit che dovranno essere riassemblati +in questo livello di compatibilità. + +(Da notare che non serve questo livello di compatibilità per argomenti che +sono puntatori ad un tipo esplicitamente a 64-bit; per esempio, in +:manpage:`splice(2)` l'argomento di tipo ``loff_t __user *`` non necessita +di una chiamata di sistema ``compat_``) + +La versione compatibile della nostra chiamata di sistema si chiamerà +``compat_sys_xyzzy()``, e viene aggiunta utilizzando la macro +``COMPAT_SYSCALL_DEFINEn()`` (simile a SYSCALL_DEFINEn). Questa versione +dell'implementazione è parte del kernel a 64-bit ma accetta parametri a 32-bit +che trasformerà secondo le necessità (tipicamente, la versione +``compat_sys_`` converte questi valori nello loro corrispondente a 64-bit e +può chiamare la versione ``sys_`` oppure invocare una funzione che implementa +le parti comuni). + +Il punto d'accesso *compat* deve avere il corrispondente prototipo di funzione +in ``include/linux/compat.h``, marcato come asmlinkage di modo da abbinargli +il modo in cui quelle chiamate di sistema verranno invocate:: + + asmlinkage long compat_sys_xyzzy(...); + +Se la chiamata di sistema prevede una struttura dati organizzata in modo +diverso per sistemi a 32-bit e per quelli a 64-bit, diciamo +``struct xyzzy_args``, allora il file d'intestazione +``then the include/linux/compat.h`` deve includere la sua versione +*compatibile* (``struct compat_xyzzy_args``); ogni variabile con +dimensione variabile deve avere il proprio tipo ``compat_`` corrispondente +a quello in ``struct xyzzy_args``. La funzione ``compat_sys_xyzzy()`` +può usare la struttura ``compat_`` per analizzare gli argomenti ricevuti +da una chiamata a 32-bit. + +Per esempio, se avete i seguenti campi:: + + struct xyzzy_args { + const char __user *ptr; + __kernel_long_t varying_val; + u64 fixed_val; + /* ... */ + }; + +nella struttura ``struct xyzzy_args``, allora la struttura +``struct compat_xyzzy_args`` dovrebbe avere:: + + struct compat_xyzzy_args { + compat_uptr_t ptr; + compat_long_t varying_val; + u64 fixed_val; + /* ... */ + }; + +La lista generica delle chiamate di sistema ha bisogno di essere +aggiustata al fine di permettere l'uso della versione *compatibile*; +la voce in ``include/uapi/asm-generic/unistd.h`` dovrebbero usare +``__SC_COMP`` piuttosto di ``__SYSCALL``:: + + #define __NR_xyzzy 292 + __SC_COMP(__NR_xyzzy, sys_xyzzy, compat_sys_xyzzy) + +Riassumendo, vi serve: + + - un ``COMPAT_SYSCALL_DEFINEn(xyzzy, ...)`` per il punto d'accesso + *compatibile* + - un prototipo in ``include/linux/compat.h`` + - (se necessario) una struttura di compatibilità a 32-bit in + ``include/linux/compat.h`` + - una voce ``__SC_COMP``, e non ``__SYSCALL``, in + ``include/uapi/asm-generic/unistd.h`` + +Compatibilità delle chiamate di sistema (x86) +--------------------------------------------- + +Per collegare una chiamata di sistema, su un'architettura x86, con la sua +versione *compatibile*, è necessario aggiustare la voce nella tabella +delle syscall. + +Per prima cosa, la voce in ``arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl`` prende +un argomento aggiuntivo per indicare che un programma in spazio utente +a 32-bit, eseguito su un kernel a 64-bit, dovrebbe accedere tramite il punto +d'accesso compatibile:: + + 380 i386 xyzzy sys_xyzzy __ia32_compat_sys_xyzzy + +Secondo, dovete capire cosa dovrebbe succedere alla nuova chiamata di sistema +per la versione dell'ABI x32. Qui C'è una scelta da fare: gli argomenti +possono corrisponde alla versione a 64-bit o a quella a 32-bit. + +Se c'è un puntatore ad un puntatore, la decisione è semplice: x32 è ILP32, +quindi gli argomenti dovrebbero corrispondere a quelli a 32-bit, e la voce in +``arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl`` sarà divisa cosicché i programmi +x32 eseguano la chiamata *compatibile*:: + + 333 64 xyzzy sys_xyzzy + ... + 555 x32 xyzzy __x32_compat_sys_xyzzy + +Se non ci sono puntatori, allora è preferibile riutilizzare la chiamata di +sistema a 64-bit per l'ABI x32 (e di conseguenza la voce in +arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl rimane immutata). + +In ambo i casi, dovreste verificare che i tipi usati dagli argomenti +abbiano un'esatta corrispondenza da x32 (-mx32) al loro equivalente a +32-bit (-m32) o 64-bit (-m64). + + +Chiamate di sistema che ritornano altrove +----------------------------------------- + +Nella maggior parte delle chiamate di sistema, al termine della loro +esecuzione, i programmi in spazio utente riprendono esattamente dal punto +in cui si erano interrotti -- quindi dall'istruzione successiva, con lo +stesso *stack* e con la maggior parte del registri com'erano stati +lasciati prima della chiamata di sistema, e anche con la stessa memoria +virtuale. + +Tuttavia, alcune chiamata di sistema fanno le cose in modo differente. +Potrebbero ritornare ad un punto diverso (``rt_sigreturn``) o cambiare +la memoria in spazio utente (``fork``/``vfork``/``clone``) o perfino +l'architettura del programma (``execve``/``execveat``). + +Per permettere tutto ciò, l'implementazione nel kernel di questo tipo di +chiamate di sistema potrebbero dover salvare e ripristinare registri +aggiuntivi nello *stack* del kernel, permettendo così un controllo completo +su dove e come l'esecuzione dovrà continuare dopo l'esecuzione della +chiamata di sistema. + +Queste saranno specifiche per ogni architettura, ma tipicamente si definiscono +dei punti d'accesso in *assembly* per salvare/ripristinare i registri +aggiuntivi e quindi chiamare il vero punto d'accesso per la chiamata di +sistema. + +Per l'architettura x86_64, questo è implementato come un punto d'accesso +``stub_xyzzy`` in ``arch/x86/entry/entry_64.S``, e la voce nella tabella +di syscall (``arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl``) verrà corretta di +conseguenza:: + + 333 common xyzzy stub_xyzzy + +L'equivalente per programmi a 32-bit eseguiti su un kernel a 64-bit viene +normalmente chiamato ``stub32_xyzzy`` e implementato in +``arch/x86/entry/entry_64_compat.S`` con la corrispondente voce nella tabella +di syscall ``arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl`` corretta nel +seguente modo:: + + 380 i386 xyzzy sys_xyzzy stub32_xyzzy + +Se una chiamata di sistema necessita di un livello di compatibilità (come +nella sezione precedente), allora la versione ``stub32_`` deve invocare +la versione ``compat_sys_`` piuttosto che quella nativa a 64-bit. In aggiunta, +se l'implementazione dell'ABI x32 è diversa da quella x86_64, allora la sua +voce nella tabella di syscall dovrà chiamare uno *stub* che invoca la versione +``compat_sys_``, + +Per completezza, sarebbe carino impostare una mappatura cosicché +*user-mode* Linux (UML) continui a funzionare -- la sua tabella di syscall +farà riferimento a stub_xyzzy, ma UML non include l'implementazione +in ``arch/x86/entry/entry_64.S`` (perché UML simula i registri eccetera). +Correggerlo è semplice, basta aggiungere una #define in +``arch/x86/um/sys_call_table_64.c``:: + + #define stub_xyzzy sys_xyzzy + + +Altri dettagli +-------------- + +La maggior parte dei kernel tratta le chiamate di sistema allo stesso modo, +ma possono esserci rare eccezioni per le quali potrebbe essere necessario +l'aggiornamento della vostra chiamata di sistema. + +Il sotto-sistema di controllo (*audit subsystem*) è uno di questi casi +speciali; esso include (per architettura) funzioni che classificano alcuni +tipi di chiamate di sistema -- in particolare apertura dei file +(``open``/``openat``), esecuzione dei programmi (``execve``/``exeveat``) +oppure multiplatori di socket (``socketcall``). Se la vostra nuova chiamata +di sistema è simile ad una di queste, allora il sistema di controllo dovrebbe +essere aggiornato. + +Più in generale, se esiste una chiamata di sistema che è simile alla vostra, +vale la pena fare una ricerca con ``grep`` su tutto il kernel per la chiamata +di sistema esistente per verificare che non ci siano altri casi speciali. + + +Verifica +-------- + +Una nuova chiamata di sistema dev'essere, ovviamente, provata; è utile fornire +ai revisori un programma in spazio utente che mostri l'uso della chiamata di +sistema. Un buon modo per combinare queste cose è quello di aggiungere un +semplice programma di auto-verifica in una nuova cartella in +``tools/testing/selftests/``. + +Per una nuova chiamata di sistema, ovviamente, non ci sarà alcuna funzione +in libc e quindi il programma di verifica dovrà invocarla usando ``syscall()``; +inoltre, se la nuova chiamata di sistema prevede un nuova struttura dati +visibile in spazio utente, il file d'intestazione necessario dev'essere +installato al fine di compilare il programma. + +Assicuratevi che il programma di auto-verifica possa essere eseguito +correttamente su tutte le architetture supportate. Per esempio, verificate che +funzioni quando viene compilato per x86_64 (-m64), x86_32 (-m32) e x32 (-mx32). + +Al fine di una più meticolosa ed estesa verifica della nuova funzionalità, +dovreste considerare l'aggiunta di nuove verifica al progetto 'Linux Test', +oppure al progetto xfstests per cambiamenti relativi al filesystem. + + - https://linux-test-project.github.io/ + - git://git.kernel.org/pub/scm/fs/xfs/xfstests-dev.git + + +Pagine man +---------- + +Tutte le nuove chiamate di sistema dovrebbero avere una pagina man completa, +idealmente usando i marcatori groff, ma anche il puro testo può andare. Se +state usando groff, è utile che includiate nella email di presentazione una +versione già convertita in formato ASCII: semplificherà la vita dei revisori. + +Le pagine man dovrebbero essere in copia-conoscenza verso +linux-man@vger.kernel.org +Per maggiori dettagli, leggere +https://www.kernel.org/doc/man-pages/patches.html + + +Non invocate chiamate di sistema dal kernel +------------------------------------------- + +Le chiamate di sistema sono, come già detto prima, punti di interazione fra +lo spazio utente e il kernel. Perciò, le chiamate di sistema come +``sys_xyzzy()`` o ``compat_sys_xyzzy()`` dovrebbero essere chiamate solo dallo +spazio utente attraverso la tabella syscall, ma non da nessun altro punto nel +kernel. Se la nuova funzionalità è utile all'interno del kernel, per esempio +dev'essere condivisa fra una vecchia e una nuova chiamata di sistema o +dev'essere utilizzata da una chiamata di sistema e la sua variante compatibile, +allora dev'essere implementata come una funzione di supporto +(*helper function*) (per esempio ``ksys_xyzzy()``). Questa funzione potrà +essere chiamata dallo *stub* (``sys_xyzzy()``), dalla variante compatibile +(``compat_sys_xyzzy()``), e/o da altri parti del kernel. + +Sui sistemi x86 a 64-bit, a partire dalla versione v4.17 è un requisito +fondamentale quello di non invocare chiamate di sistema all'interno del kernel. +Esso usa una diversa convenzione per l'invocazione di chiamate di sistema dove +``struct pt_regs`` viene decodificata al volo in una funzione che racchiude +la chiamata di sistema la quale verrà eseguita successivamente. +Questo significa che verranno passati solo i parametri che sono davvero +necessari ad una specifica chiamata di sistema, invece che riempire ogni volta +6 registri del processore con contenuti presi dallo spazio utente (potrebbe +causare seri problemi nella sequenza di chiamate). + +Inoltre, le regole su come i dati possano essere usati potrebbero differire +fra il kernel e l'utente. Questo è un altro motivo per cui invocare +``sys_xyzzy()`` è generalmente una brutta idea. + +Eccezioni a questa regola vengono accettate solo per funzioni d'architetture +che surclassano quelle generiche, per funzioni d'architettura di compatibilità, +o per altro codice in arch/ + + +Riferimenti e fonti +------------------- + + - Articolo di Michael Kerris su LWN sull'uso dell'argomento flags nelle + chiamate di sistema: https://lwn.net/Articles/585415/ + - Articolo di Michael Kerris su LWN su come gestire flag sconosciuti in + una chiamata di sistema: https://lwn.net/Articles/588444/ + - Articolo di Jake Edge su LWN che descrive i limiti degli argomenti a 64-bit + delle chiamate di sistema: https://lwn.net/Articles/311630/ + - Una coppia di articoli di David Drysdale che descrivono i dettagli del + percorso implementativo di una chiamata di sistema per la versione v3.14: + + - https://lwn.net/Articles/604287/ + - https://lwn.net/Articles/604515/ + + - Requisiti specifici alle architetture sono discussi nella pagina man + :manpage:`syscall(2)` : + http://man7.org/linux/man-pages/man2/syscall.2.html#NOTES + - Collezione di email di Linux Torvalds sui problemi relativi a ``ioctl()``: + http://yarchive.net/comp/linux/ioctl.html + - "Come non inventare interfacce del kernel", Arnd Bergmann, + http://www.ukuug.org/events/linux2007/2007/papers/Bergmann.pdf + - Articolo di Michael Kerris su LWN sull'evitare nuovi usi di CAP_SYS_ADMIN: + https://lwn.net/Articles/486306/ + - Raccomandazioni da Andrew Morton circa il fatto che tutte le informazioni + su una nuova chiamata di sistema dovrebbero essere contenute nello stesso + filone di discussione di email: https://lore.kernel.org/r/20140724144747.3041b208832bbdf9fbce5d96@linux-foundation.org + - Raccomandazioni da Michael Kerrisk circa il fatto che le nuove chiamate di + sistema dovrebbero avere una pagina man: https://lore.kernel.org/r/CAKgNAkgMA39AfoSoA5Pe1r9N+ZzfYQNvNPvcRN7tOvRb8+v06Q@mail.gmail.com + - Consigli da Thomas Gleixner sul fatto che il collegamento all'architettura + x86 dovrebbe avvenire in un *commit* differente: + https://lore.kernel.org/r/alpine.DEB.2.11.1411191249560.3909@nanos + - Consigli da Greg Kroah-Hartman circa la bontà d'avere una pagina man e un + programma di auto-verifica per le nuove chiamate di sistema: + https://lore.kernel.org/r/20140320025530.GA25469@kroah.com + - Discussione di Michael Kerrisk sulle nuove chiamate di sistema contro + le estensioni :manpage:`prctl(2)`: https://lore.kernel.org/r/CAHO5Pa3F2MjfTtfNxa8LbnkeeU8=YJ+9tDqxZpw7Gz59E-4AUg@mail.gmail.com + - Consigli da Ingo Molnar che le chiamate di sistema con più argomenti + dovrebbero incapsularli in una struttura che includa un argomento + *size* per garantire l'estensibilità futura: + https://lore.kernel.org/r/20150730083831.GA22182@gmail.com + - Un certo numero di casi strani emersi dall'uso (riuso) dei flag O_*: + + - commit 75069f2b5bfb ("vfs: renumber FMODE_NONOTIFY and add to uniqueness + check") + - commit 12ed2e36c98a ("fanotify: FMODE_NONOTIFY and __O_SYNC in sparc + conflict") + - commit bb458c644a59 ("Safer ABI for O_TMPFILE") + + - Discussion from Matthew Wilcox about restrictions on 64-bit arguments: + https://lore.kernel.org/r/20081212152929.GM26095@parisc-linux.org + - Raccomandazioni da Greg Kroah-Hartman sul fatto che i flag sconosciuti dovrebbero + essere controllati: https://lore.kernel.org/r/20140717193330.GB4703@kroah.com + - Raccomandazioni da Linus Torvalds che le chiamate di sistema x32 dovrebbero + favorire la compatibilità con le versioni a 64-bit piuttosto che quelle a 32-bit: + https://lore.kernel.org/r/CA+55aFxfmwfB7jbbrXxa=K7VBYPfAvmu3XOkGrLbB1UFjX1+Ew@mail.gmail.com diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/applying-patches.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/applying-patches.rst new file mode 100644 index 000000000..1d30e5cd2 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/applying-patches.rst @@ -0,0 +1,15 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/applying-patches.rst <applying_patches>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_applying_patches: + +Applicare patch al kernel Linux ++++++++++++++++++++++++++++++++ + +.. note:: + + Questo documento è obsoleto. Nella maggior parte dei casi, piuttosto + che usare ``patch`` manualmente, vorrete usare Git. Per questo motivo + il documento non verrà tradotto. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/changes.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/changes.rst new file mode 100644 index 000000000..10e0ef9c3 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/changes.rst @@ -0,0 +1,517 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/changes.rst <changes>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_changes: + +Requisiti minimi per compilare il kernel +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ + +Introduzione +============ + +Questo documento fornisce una lista dei software necessari per eseguire questa +versione del kernel. + +Questo documento è basato sul file "Changes" del kernel 2.0.x e quindi le +persone che lo scrissero meritano credito (Jared Mauch, Axel Boldt, +Alessandro Sigala, e tanti altri nella rete). + +Requisiti minimi correnti +************************* + +Prima di pensare d'avere trovato un baco, aggiornate i seguenti programmi +**almeno** alla versione indicata! Se non siete certi della versione che state +usando, il comando indicato dovrebbe dirvelo. + +Questa lista presume che abbiate già un kernel Linux funzionante. In aggiunta, +non tutti gli strumenti sono necessari ovunque; ovviamente, se non avete una +PC Card, per esempio, probabilmente non dovreste preoccuparvi di pcmciautils. + +====================== ================= ======================================== + Programma Versione minima Comando per verificare la versione +====================== ================= ======================================== +GNU C 5.1 gcc --version +Clang/LLVM (optional) 11.0.0 clang --version +GNU make 3.81 make --version +binutils 2.23 ld -v +flex 2.5.35 flex --version +bison 2.0 bison --version +pahole 1.16 pahole --version +util-linux 2.10o fdformat --version +kmod 13 depmod -V +e2fsprogs 1.41.4 e2fsck -V +jfsutils 1.1.3 fsck.jfs -V +reiserfsprogs 3.6.3 reiserfsck -V +xfsprogs 2.6.0 xfs_db -V +squashfs-tools 4.0 mksquashfs -version +btrfs-progs 0.18 btrfsck +pcmciautils 004 pccardctl -V +quota-tools 3.09 quota -V +PPP 2.4.0 pppd --version +nfs-utils 1.0.5 showmount --version +procps 3.2.0 ps --version +udev 081 udevd --version +grub 0.93 grub --version || grub-install --version +mcelog 0.6 mcelog --version +iptables 1.4.2 iptables -V +openssl & libcrypto 1.0.0 openssl version +bc 1.06.95 bc --version +Sphinx\ [#f1]_ 1.7 sphinx-build --version +cpio any cpio --version +====================== ================= ======================================== + +.. [#f1] Sphinx è necessario solo per produrre la documentazione del Kernel + +Compilazione del kernel +*********************** + +GCC +--- + +La versione necessaria di gcc potrebbe variare a seconda del tipo di CPU nel +vostro calcolatore. + +Clang/LLVM (opzionale) +---------------------- + +L'ultima versione di clang e *LLVM utils* (secondo `releases.llvm.org +<https://releases.llvm.org>`_) sono supportati per la generazione del +kernel. Non garantiamo che anche i rilasci più vecchi funzionino, inoltre +potremmo rimuovere gli espedienti che abbiamo implementato per farli +funzionare. Per maggiori informazioni +:ref:`Building Linux with Clang/LLVM <kbuild_llvm>`. + +Make +---- + +Per compilare il kernel vi servirà GNU make 3.81 o successivo. + +Binutils +-------- + +Per generare il kernel è necessario avere Binutils 2.23 o superiore. + +pkg-config +---------- + +Il sistema di compilazione, dalla versione 4.18, richiede pkg-config per +verificare l'esistenza degli strumenti kconfig e per determinare le +impostazioni da usare in 'make {g,x}config'. Precedentemente pkg-config +veniva usato ma non verificato o documentato. + +Flex +---- + +Dalla versione 4.16, il sistema di compilazione, durante l'esecuzione, genera +un analizzatore lessicale. Questo richiede flex 2.5.35 o successivo. + +Bison +----- + +Dalla versione 4.16, il sistema di compilazione, durante l'esecuzione, genera +un parsificatore. Questo richiede bison 2.0 o successivo. + +pahole +------ + +Dalla versione 5.2, quando viene impostato CONFIG_DEBUG_INFO_BTF, il sistema di +compilazione genera BTF (BPF Type Format) a partire da DWARF per vmlinux. Più +tardi anche per i moduli. Questo richiede pahole v1.16 o successivo. + +A seconda della distribuzione, lo si può trovare nei pacchetti 'dwarves' o +'pahole'. Oppure lo si può trovare qui: https://fedorapeople.org/~acme/dwarves/. + +Perl +---- + +Per compilare il kernel vi servirà perl 5 e i seguenti moduli ``Getopt::Long``, +``Getopt::Std``, ``File::Basename``, e ``File::Find``. + +BC +-- + +Vi servirà bc per compilare i kernel dal 3.10 in poi. + +OpenSSL +------- + +Il programma OpenSSL e la libreria crypto vengono usati per la firma dei moduli +e la gestione dei certificati; sono usati per la creazione della chiave e +la generazione della firma. + +Se la firma dei moduli è abilitata, allora vi servirà openssl per compilare il +kernel 3.7 e successivi. Vi serviranno anche i pacchetti di sviluppo di +openssl per compilare il kernel 4.3 o successivi. + + +Strumenti di sistema +******************** + +Modifiche architetturali +------------------------ + +DevFS è stato reso obsoleto da udev +(http://www.kernel.org/pub/linux/utils/kernel/hotplug/) + +Il supporto per UID a 32-bit è ora disponibile. Divertitevi! + +La documentazione delle funzioni in Linux è una fase di transizione +verso una documentazione integrata nei sorgenti stessi usando dei commenti +formattati in modo speciale e posizionati vicino alle funzioni che descrivono. +Al fine di arricchire la documentazione, questi commenti possono essere +combinati con i file ReST presenti in Documentation/; questi potranno +poi essere convertiti in formato PostScript, HTML, LaTex, ePUB o PDF. +Per convertire i documenti da ReST al formato che volete, avete bisogno di +Sphinx. + +Util-linux +---------- + +Le versioni più recenti di util-linux: forniscono il supporto a ``fdisk`` per +dischi di grandi dimensioni; supportano le nuove opzioni di mount; riconoscono +più tipi di partizioni; hanno un fdformat che funziona con i kernel 2.4; +e altre chicche. Probabilmente vorrete aggiornarlo. + +Ksymoops +-------- + +Se l'impensabile succede e il kernel va in oops, potrebbe servirvi lo strumento +ksymoops per decodificarlo, ma nella maggior parte dei casi non vi servirà. +Generalmente è preferibile compilare il kernel con l'opzione ``CONFIG_KALLSYMS`` +cosicché venga prodotto un output più leggibile che può essere usato così com'è +(produce anche un output migliore di ksymoops). Se per qualche motivo il +vostro kernel non è stato compilato con ``CONFIG_KALLSYMS`` e non avete modo di +ricompilarlo e riprodurre l'oops con quell'opzione abilitata, allora potete +usare ksymoops per decodificare l'oops. + +Mkinitrd +-------- + +I cambiamenti della struttura in ``/lib/modules`` necessita l'aggiornamento di +mkinitrd. + +E2fsprogs +--------- + +L'ultima versione di ``e2fsprogs`` corregge diversi bachi in fsck e debugfs. +Ovviamente, aggiornarlo è una buona idea. + +JFSutils +-------- + +Il pacchetto ``jfsutils`` contiene programmi per il file-system JFS. +Sono disponibili i seguenti strumenti: + +- ``fsck.jfs`` - avvia la ripetizione del log delle transizioni, e verifica e + ripara una partizione formattata secondo JFS + +- ``mkfs.jfs`` - crea una partizione formattata secondo JFS + +- sono disponibili altri strumenti per il file-system. + +Reiserfsprogs +------------- + +Il pacchetto reiserfsprogs dovrebbe essere usato con reiserfs-3.6.x (Linux +kernel 2.4.x). Questo è un pacchetto combinato che contiene versioni +funzionanti di ``mkreiserfs``, ``resize_reiserfs``, ``debugreiserfs`` e +``reiserfsck``. Questi programmi funzionano sulle piattaforme i386 e alpha. + +Xfsprogs +-------- + +L'ultima versione di ``xfsprogs`` contiene, fra i tanti, i programmi +``mkfs.xfs``, ``xfs_db`` e ``xfs_repair`` per il file-system XFS. +Dipendono dell'architettura e qualsiasi versione dalla 2.0.0 in poi +dovrebbe funzionare correttamente con la versione corrente del codice +XFS nel kernel (sono raccomandate le versioni 2.6.0 o successive per via +di importanti miglioramenti). + +PCMCIAutils +----------- + +PCMCIAutils sostituisce ``pcmica-cs``. Serve ad impostare correttamente i +connettori PCMCIA all'avvio del sistema e a caricare i moduli necessari per +i dispositivi a 16-bit se il kernel è stato modularizzato e il sottosistema +hotplug è in uso. + +Quota-tools +----------- + +Il supporto per uid e gid a 32 bit richiedono l'uso della versione 2 del +formato quota. La versione 3.07 e successive di quota-tools supportano +questo formato. Usate la versione raccomandata nella lista qui sopra o una +successiva. + +Micro codice per Intel IA32 +--------------------------- + +Per poter aggiornare il micro codice per Intel IA32, è stato aggiunto un +apposito driver; il driver è accessibile come un normale dispositivo a +caratteri (misc). Se non state usando udev probabilmente sarà necessario +eseguire i seguenti comandi come root prima di poterlo aggiornare:: + + mkdir /dev/cpu + mknod /dev/cpu/microcode c 10 184 + chmod 0644 /dev/cpu/microcode + +Probabilmente, vorrete anche il programma microcode_ctl da usare con questo +dispositivo. + +udev +---- + +``udev`` è un programma in spazio utente il cui scopo è quello di popolare +dinamicamente la cartella ``/dev`` coi dispositivi effettivamente presenti. +``udev`` sostituisce le funzionalità base di devfs, consentendo comunque +nomi persistenti per i dispositivi. + +FUSE +---- + +Serve libfuse 2.4.0 o successiva. Il requisito minimo assoluto è 2.3.0 ma +le opzioni di mount ``direct_io`` e ``kernel_cache`` non funzioneranno. + + +Rete +**** + +Cambiamenti generali +-------------------- + +Se per quanto riguarda la configurazione di rete avete esigenze di un certo +livello dovreste prendere in considerazione l'uso degli strumenti in ip-route2. + +Filtro dei pacchetti / NAT +-------------------------- + +Il codice per filtraggio dei pacchetti e il NAT fanno uso degli stessi +strumenti come nelle versioni del kernel antecedenti la 2.4.x (iptables). +Include ancora moduli di compatibilità per 2.2.x ipchains e 2.0.x ipdwadm. + +PPP +--- + +Il driver per PPP è stato ristrutturato per supportare collegamenti multipli e +per funzionare su diversi livelli. Se usate PPP, aggiornate pppd almeno alla +versione 2.4.0. + +Se non usate udev, dovete avere un file /dev/ppp che può essere creato da root +col seguente comando:: + + mknod /dev/ppp c 108 0 + + +NFS-utils +--------- + +Nei kernel più antichi (2.4 e precedenti), il server NFS doveva essere +informato sui clienti ai quali si voleva fornire accesso via NFS. Questa +informazione veniva passata al kernel quando un cliente montava un file-system +mediante ``mountd``, oppure usando ``exportfs`` all'avvio del sistema. +exportfs prende le informazioni circa i clienti attivi da ``/var/lib/nfs/rmtab``. + +Questo approccio è piuttosto delicato perché dipende dalla correttezza di +rmtab, che non è facile da garantire, in particolare quando si cerca di +implementare un *failover*. Anche quando il sistema funziona bene, ``rmtab`` +ha il problema di accumulare vecchie voci inutilizzate. + +Sui kernel più recenti il kernel ha la possibilità di informare mountd quando +arriva una richiesta da una macchina sconosciuta, e mountd può dare al kernel +le informazioni corrette per l'esportazione. Questo rimuove la dipendenza con +``rmtab`` e significa che il kernel deve essere al corrente solo dei clienti +attivi. + +Per attivare questa funzionalità, dovete eseguire il seguente comando prima di +usare exportfs o mountd:: + + mount -t nfsd nfsd /proc/fs/nfsd + +Dove possibile, raccomandiamo di proteggere tutti i servizi NFS dall'accesso +via internet mediante un firewall. + +mcelog +------ + +Quando ``CONFIG_x86_MCE`` è attivo, il programma mcelog processa e registra +gli eventi *machine check*. Gli eventi *machine check* sono errori riportati +dalla CPU. Incoraggiamo l'analisi di questi errori. + + +Documentazione del kernel +************************* + +Sphinx +------ + +Per i dettaglio sui requisiti di Sphinx, fate riferimento a :ref:`it_sphinx_install` +in :ref:`Documentation/translations/it_IT/doc-guide/sphinx.rst <it_sphinxdoc>` + +Ottenere software aggiornato +============================ + +Compilazione del kernel +*********************** + +gcc +--- + +- <ftp://ftp.gnu.org/gnu/gcc/> + +Clang/LLVM +---------- + +- :ref:`Getting LLVM <getting_llvm>`. + +Make +---- + +- <ftp://ftp.gnu.org/gnu/make/> + +Binutils +-------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/devel/binutils/> + +Flex +---- + +- <https://github.com/westes/flex/releases> + +Bison +----- + +- <ftp://ftp.gnu.org/gnu/bison/> + +OpenSSL +------- + +- <https://www.openssl.org/> + +Strumenti di sistema +******************** + +Util-linux +---------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/util-linux/> + +Kmod +---- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/kernel/kmod/> +- <https://git.kernel.org/pub/scm/utils/kernel/kmod/kmod.git> + +Ksymoops +-------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/kernel/ksymoops/v2.4/> + +Mkinitrd +-------- + +- <https://code.launchpad.net/initrd-tools/main> + +E2fsprogs +--------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/kernel/people/tytso/e2fsprogs/> +- <https://git.kernel.org/pub/scm/fs/ext2/e2fsprogs.git/> + +JFSutils +-------- + +- <http://jfs.sourceforge.net/> + +Reiserfsprogs +------------- + +- <https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/jeffm/reiserfsprogs.git/> + +Xfsprogs +-------- + +- <https://git.kernel.org/pub/scm/fs/xfs/xfsprogs-dev.git> +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/fs/xfs/xfsprogs/> + +Pcmciautils +----------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/kernel/pcmcia/> + +Quota-tools +----------- + +- <http://sourceforge.net/projects/linuxquota/> + + +Microcodice Intel P6 +-------------------- + +- <https://downloadcenter.intel.com/> + +udev +---- + +- <http://www.freedesktop.org/software/systemd/man/udev.html> + +FUSE +---- + +- <https://github.com/libfuse/libfuse/releases> + +mcelog +------ + +- <http://www.mcelog.org/> + +cpio +---- + +- <https://www.gnu.org/software/cpio/> + +Rete +**** + +PPP +--- + +- <https://download.samba.org/pub/ppp/> +- <https://git.ozlabs.org/?p=ppp.git> +- <https://github.com/paulusmack/ppp/> + + +NFS-utils +--------- + +- <http://sourceforge.net/project/showfiles.php?group_id=14> + +Iptables +-------- + +- <https://netfilter.org/projects/iptables/index.html> + +Ip-route2 +--------- + +- <https://www.kernel.org/pub/linux/utils/net/iproute2/> + +OProfile +-------- + +- <http://oprofile.sf.net/download/> + +NFS-Utils +--------- + +- <http://nfs.sourceforge.net/> + +Documentazione del kernel +************************* + +Sphinx +------ + +- <http://www.sphinx-doc.org/> diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/clang-format.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/clang-format.rst new file mode 100644 index 000000000..77eac809a --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/clang-format.rst @@ -0,0 +1,197 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/clang-format.rst <clangformat>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_clangformat: + +clang-format +============ +``clang-format`` è uno strumento per formattare codice C/C++/... secondo +un gruppo di regole ed euristiche. Come tutti gli strumenti, non è perfetto +e non copre tutti i singoli casi, ma è abbastanza buono per essere utile. + +``clang-format`` può essere usato per diversi fini: + + - Per riformattare rapidamente un blocco di codice secondo lo stile del + kernel. Particolarmente utile quando si sposta del codice e lo si + allinea/ordina. Vedere it_clangformatreformat_. + + - Identificare errori di stile, refusi e possibili miglioramenti nei + file che mantieni, le modifiche che revisioni, le differenze, + eccetera. Vedere it_clangformatreview_. + + - Ti aiuta a seguire lo stile del codice, particolarmente utile per i + nuovi arrivati o per coloro che lavorano allo stesso tempo su diversi + progetti con stili di codifica differenti. + +Il suo file di configurazione è ``.clang-format`` e si trova nella cartella +principale dei sorgenti del kernel. Le regole scritte in quel file tentano +di approssimare le lo stile di codifica del kernel. Si tenta anche di seguire +il più possibile +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst <it_codingstyle>`. +Dato che non tutto il kernel segue lo stesso stile, potreste voler aggiustare +le regole di base per un particolare sottosistema o cartella. Per farlo, +potete sovrascriverle scrivendole in un altro file ``.clang-format`` in +una sottocartella. + +Questo strumento è già stato incluso da molto tempo nelle distribuzioni +Linux più popolari. Cercate ``clang-format`` nel vostro repositorio. +Altrimenti, potete scaricare una versione pre-generata dei binari di LLVM/clang +oppure generarlo dai codici sorgenti: + + http://releases.llvm.org/download.html + +Troverete più informazioni ai seguenti indirizzi: + + https://clang.llvm.org/docs/ClangFormat.html + + https://clang.llvm.org/docs/ClangFormatStyleOptions.html + + +.. _it_clangformatreview: + +Revisionare lo stile di codifica per file e modifiche +----------------------------------------------------- + +Eseguendo questo programma, potrete revisionare un intero sottosistema, +cartella o singoli file alla ricerca di errori di stile, refusi o +miglioramenti. + +Per farlo, potete eseguire qualcosa del genere:: + + # Make sure your working directory is clean! + clang-format -i kernel/*.[ch] + +E poi date un'occhiata a *git diff*. + +Osservare le righe di questo diff è utile a migliorare/aggiustare +le opzioni di stile nel file di configurazione; così come per verificare +le nuove funzionalità/versioni di ``clang-format``. + +``clang-format`` è in grado di leggere diversi diff unificati, quindi +potrete revisionare facilmente delle modifiche e *git diff*. +La documentazione si trova al seguente indirizzo: + + https://clang.llvm.org/docs/ClangFormat.html#script-for-patch-reformatting + +Per evitare che ``clang-format`` formatti alcune parti di un file, potete +scrivere nel codice:: + + int formatted_code; + // clang-format off + void unformatted_code ; + // clang-format on + void formatted_code_again; + +Nonostante si attraente l'idea di utilizzarlo per mantenere un file +sempre in sintonia con ``clang-format``, specialmente per file nuovi o +se siete un manutentore, ricordatevi che altre persone potrebbero usare +una versione diversa di ``clang-format`` oppure non utilizzarlo del tutto. +Quindi, dovreste trattenervi dall'usare questi marcatori nel codice del +kernel; almeno finché non vediamo che ``clang-format`` è diventato largamente +utilizzato. + + +.. _it_clangformatreformat: + +Riformattare blocchi di codice +------------------------------ + +Utilizzando dei plugin per il vostro editor, potete riformattare una +blocco (selezione) di codice con una singola combinazione di tasti. +Questo è particolarmente utile: quando si riorganizza il codice, per codice +complesso, macro multi-riga (e allineare le loro "barre"), eccetera. + +Ricordatevi che potete sempre aggiustare le modifiche in quei casi dove +questo strumento non ha fatto un buon lavoro. Ma come prima approssimazione, +può essere davvero molto utile. + +Questo programma si integra con molti dei più popolari editor. Alcuni di +essi come vim, emacs, BBEdit, Visaul Studio, lo supportano direttamente. +Al seguente indirizzo troverete le istruzioni: + + https://clang.llvm.org/docs/ClangFormat.html + +Per Atom, Eclipse, Sublime Text, Visual Studio Code, XCode e altri editor +e IDEs dovreste essere in grado di trovare dei plugin pronti all'uso. + +Per questo caso d'uso, considerate l'uso di un secondo ``.clang-format`` +che potete personalizzare con le vostre opzioni. +Consultare it_clangformatextra_. + + +.. _it_clangformatmissing: + +Cose non supportate +------------------- + +``clang-format`` non ha il supporto per alcune cose che sono comuni nel +codice del kernel. Sono facili da ricordare; quindi, se lo usate +regolarmente, imparerete rapidamente a evitare/ignorare certi problemi. + +In particolare, quelli più comuni che noterete sono: + + - Allineamento di ``#define`` su una singola riga, per esempio:: + + #define TRACING_MAP_BITS_DEFAULT 11 + #define TRACING_MAP_BITS_MAX 17 + #define TRACING_MAP_BITS_MIN 7 + + contro:: + + #define TRACING_MAP_BITS_DEFAULT 11 + #define TRACING_MAP_BITS_MAX 17 + #define TRACING_MAP_BITS_MIN 7 + + - Allineamento dei valori iniziali, per esempio:: + + static const struct file_operations uprobe_events_ops = { + .owner = THIS_MODULE, + .open = probes_open, + .read = seq_read, + .llseek = seq_lseek, + .release = seq_release, + .write = probes_write, + }; + + contro:: + + static const struct file_operations uprobe_events_ops = { + .owner = THIS_MODULE, + .open = probes_open, + .read = seq_read, + .llseek = seq_lseek, + .release = seq_release, + .write = probes_write, + }; + + +.. _it_clangformatextra: + +Funzionalità e opzioni aggiuntive +--------------------------------- + +Al fine di minimizzare le differenze fra il codice attuale e l'output +del programma, alcune opzioni di stile e funzionalità non sono abilitate +nella configurazione base. In altre parole, lo scopo è di rendere le +differenze le più piccole possibili, permettendo la semplificazione +della revisione di file, differenze e modifiche. + +In altri casi (per esempio un particolare sottosistema/cartella/file), lo +stile del kernel potrebbe essere diverso e abilitare alcune di queste +opzioni potrebbe dare risultati migliori. + +Per esempio: + + - Allineare assegnamenti (``AlignConsecutiveAssignments``). + + - Allineare dichiarazioni (``AlignConsecutiveDeclarations``). + + - Riorganizzare il testo nei commenti (``ReflowComments``). + + - Ordinare gli ``#include`` (``SortIncludes``). + +Piuttosto che per interi file, solitamente sono utili per la riformattazione +di singoli blocchi. In alternativa, potete creare un altro file +``.clang-format`` da utilizzare con il vostro editor/IDE. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/code-of-conduct.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/code-of-conduct.rst new file mode 100644 index 000000000..7dbd7f55f --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/code-of-conduct.rst @@ -0,0 +1,12 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/code-of-conduct.rst <code_of_conduct>` + +.. _it_code_of_conduct: + +Accordo dei contributori sul codice di condotta ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ + +.. warning:: + + TODO ancora da tradurre diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst new file mode 100644 index 000000000..a393ee418 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst @@ -0,0 +1,1213 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/coding-style.rst <codingstyle>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_codingstyle: + +Stile del codice per il kernel Linux +==================================== + +Questo è un breve documento che descrive lo stile di codice preferito per +il kernel Linux. Lo stile di codifica è molto personale e non voglio +**forzare** nessuno ad accettare il mio, ma questo stile è quello che +dev'essere usato per qualsiasi cosa che io sia in grado di mantenere, e l'ho +preferito anche per molte altre cose. Per favore, almeno tenete in +considerazione le osservazioni espresse qui. + +La prima cosa che suggerisco è quella di stamparsi una copia degli standard +di codifica GNU e di NON leggerla. Bruciatela, è un grande gesto simbolico. + +Comunque, ecco i punti: + +1) Indentazione +--------------- + +La tabulazione (tab) è di 8 caratteri e così anche le indentazioni. Ci sono +alcuni movimenti di eretici che vorrebbero l'indentazione a 4 (o perfino 2!) +caratteri di profondità, che è simile al tentativo di definire il valore del +pi-greco a 3. + +Motivazione: l'idea dell'indentazione è di definire chiaramente dove un blocco +di controllo inizia e finisce. Specialmente quando siete rimasti a guardare lo +schermo per 20 ore a file, troverete molto più facile capire i livelli di +indentazione se questi sono larghi. + +Ora, alcuni rivendicano che un'indentazione da 8 caratteri sposta il codice +troppo a destra e che quindi rende difficile la lettura su schermi a 80 +caratteri. La risposta a questa affermazione è che se vi servono più di 3 +livelli di indentazione, siete comunque fregati e dovreste correggere il vostro +programma. + +In breve, l'indentazione ad 8 caratteri rende più facile la lettura, e in +aggiunta vi avvisa quando state annidando troppo le vostre funzioni. +Tenete ben a mente questo avviso. + +Al fine di facilitare l'indentazione del costrutto switch, si preferisce +allineare sulla stessa colonna la parola chiave ``switch`` e i suoi +subordinati ``case``. In questo modo si evita una doppia indentazione per +i ``case``. Un esempio.: + +.. code-block:: c + + switch (suffix) { + case 'G': + case 'g': + mem <<= 30; + break; + case 'M': + case 'm': + mem <<= 20; + break; + case 'K': + case 'k': + mem <<= 10; + fallthrough; + default: + break; + } + +A meno che non vogliate nascondere qualcosa, non mettete più istruzioni sulla +stessa riga: + +.. code-block:: c + + if (condition) do_this; + do_something_everytime; + +Non usate le virgole per evitare le parentesi: + +.. code-block:: c + + if (condition) + do_this(), do_that(); + +Invece, usate sempre le parentesi per racchiudere più istruzioni. + +.. code-block:: c + + if (condition) { + do_this(); + do_that(); + } + +Non mettete nemmeno più assegnamenti sulla stessa riga. Lo stile del kernel +è ultrasemplice. Evitate espressioni intricate. + + +Al di fuori dei commenti, della documentazione ed escludendo i Kconfig, gli +spazi non vengono mai usati per l'indentazione, e l'esempio qui sopra è +volutamente errato. + +Procuratevi un buon editor di testo e non lasciate spazi bianchi alla fine +delle righe. + + +2) Spezzare righe lunghe e stringhe +----------------------------------- + +Lo stile del codice riguarda la leggibilità e la manutenibilità utilizzando +strumenti comuni. + +Come limite di riga si preferiscono le 80 colonne. + +Espressioni più lunghe di 80 colonne dovrebbero essere spezzettate in +pezzi più piccoli, a meno che eccedere le 80 colonne non aiuti ad +aumentare la leggibilità senza nascondere informazioni. + +I nuovi pezzi derivati sono sostanzialmente più corti degli originali +e vengono posizionati più a destra. Uno stile molto comune è quello di +allineare i nuovi pezzi alla parentesi aperta di una funzione. + +Lo stesso si applica, nei file d'intestazione, alle funzioni con una +lista di argomenti molto lunga. + +Tuttavia, non spezzettate mai le stringhe visibili agli utenti come i +messaggi di printk, questo perché inibireste la possibilità +d'utilizzare grep per cercarle. + +3) Posizionamento di parentesi graffe e spazi +--------------------------------------------- + +Un altro problema che s'affronta sempre quando si parla di stile in C è +il posizionamento delle parentesi graffe. Al contrario della dimensione +dell'indentazione, non ci sono motivi tecnici sulla base dei quali scegliere +una strategia di posizionamento o un'altra; ma il modo qui preferito, +come mostratoci dai profeti Kernighan e Ritchie, è quello di +posizionare la parentesi graffa di apertura per ultima sulla riga, e quella +di chiusura per prima su una nuova riga, così: + +.. code-block:: c + + if (x is true) { + we do y + } + +Questo è valido per tutte le espressioni che non siano funzioni (if, switch, +for, while, do). Per esempio: + +.. code-block:: c + + switch (action) { + case KOBJ_ADD: + return "add"; + case KOBJ_REMOVE: + return "remove"; + case KOBJ_CHANGE: + return "change"; + default: + return NULL; + } + +Tuttavia, c'è il caso speciale, le funzioni: queste hanno la parentesi graffa +di apertura all'inizio della riga successiva, quindi: + +.. code-block:: c + + int function(int x) + { + body of function + } + +Eretici da tutto il mondo affermano che questa incoerenza è ... +insomma ... incoerente, ma tutte le persone ragionevoli sanno che (a) +K&R hanno **ragione** e (b) K&R hanno ragione. A parte questo, le funzioni +sono comunque speciali (non potete annidarle in C). + +Notate che la graffa di chiusura è da sola su una riga propria, ad +**eccezione** di quei casi dove è seguita dalla continuazione della stessa +espressione, in pratica ``while`` nell'espressione do-while, oppure ``else`` +nell'espressione if-else, come questo: + +.. code-block:: c + + do { + body of do-loop + } while (condition); + +e + +.. code-block:: c + + if (x == y) { + .. + } else if (x > y) { + ... + } else { + .... + } + +Motivazione: K&R. + +Inoltre, notate che questo posizionamento delle graffe minimizza il numero +di righe vuote senza perdere di leggibilità. In questo modo, dato che le +righe sul vostro schermo non sono una risorsa illimitata (pensate ad uno +terminale con 25 righe), avrete delle righe vuote da riempire con dei +commenti. + +Non usate inutilmente le graffe dove una singola espressione è sufficiente. + +.. code-block:: c + + if (condition) + action(); + +e + +.. code-block:: none + + if (condition) + do_this(); + else + do_that(); + +Questo non vale nel caso in cui solo un ramo dell'espressione if-else +contiene una sola espressione; in quest'ultimo caso usate le graffe per +entrambe i rami: + +.. code-block:: c + + if (condition) { + do_this(); + do_that(); + } else { + otherwise(); + } + +Inoltre, usate le graffe se un ciclo contiene più di una semplice istruzione: + +.. code-block:: c + + while (condition) { + if (test) + do_something(); + } + +3.1) Spazi +********** + +Lo stile del kernel Linux per quanto riguarda gli spazi, dipende +(principalmente) dalle funzioni e dalle parole chiave. Usate una spazio dopo +(quasi tutte) le parole chiave. L'eccezioni più evidenti sono sizeof, typeof, +alignof, e __attribute__, il cui aspetto è molto simile a quello delle +funzioni (e in Linux, solitamente, sono usate con le parentesi, anche se il +linguaggio non lo richiede; come ``sizeof info`` dopo aver dichiarato +``struct fileinfo info``). + +Quindi utilizzate uno spazio dopo le seguenti parole chiave:: + + if, switch, case, for, do, while + +ma non con sizeof, typeof, alignof, o __attribute__. Ad esempio, + +.. code-block:: c + + + s = sizeof(struct file); + +Non aggiungete spazi attorno (dentro) ad un'espressione fra parentesi. Questo +esempio è **brutto**: + +.. code-block:: c + + + s = sizeof( struct file ); + +Quando dichiarate un puntatore ad una variabile o una funzione che ritorna un +puntatore, il posto suggerito per l'asterisco ``*`` è adiacente al nome della +variabile o della funzione, e non adiacente al nome del tipo. Esempi: + +.. code-block:: c + + + char *linux_banner; + unsigned long long memparse(char *ptr, char **retptr); + char *match_strdup(substring_t *s); + +Usate uno spazio attorno (da ogni parte) alla maggior parte degli operatori +binari o ternari, come i seguenti:: + + = + - < > * / % | & ^ <= >= == != ? : + +ma non mettete spazi dopo gli operatori unari:: + + & * + - ~ ! sizeof typeof alignof __attribute__ defined + +nessuno spazio dopo l'operatore unario suffisso di incremento o decremento:: + + ++ -- + +nessuno spazio dopo l'operatore unario prefisso di incremento o decremento:: + + ++ -- + +e nessuno spazio attorno agli operatori dei membri di una struttura ``.`` e +``->``. + +Non lasciate spazi bianchi alla fine delle righe. Alcuni editor con +l'indentazione ``furba`` inseriranno gli spazi bianchi all'inizio di una nuova +riga in modo appropriato, quindi potrete scrivere la riga di codice successiva +immediatamente. Tuttavia, alcuni di questi stessi editor non rimuovono +questi spazi bianchi quando non scrivete nulla sulla nuova riga, ad esempio +perché volete lasciare una riga vuota. Il risultato è che finirete per avere +delle righe che contengono spazi bianchi in coda. + +Git vi avviserà delle modifiche che aggiungono questi spazi vuoti di fine riga, +e può opzionalmente rimuoverli per conto vostro; tuttavia, se state applicando +una serie di modifiche, questo potrebbe far fallire delle modifiche successive +perché il contesto delle righe verrà cambiato. + +4) Assegnare nomi +----------------- + +C è un linguaggio spartano, e così dovrebbero esserlo i vostri nomi. Al +contrario dei programmatori Modula-2 o Pascal, i programmatori C non usano +nomi graziosi come ThisVariableIsATemporaryCounter. Un programmatore C +chiamerebbe questa variabile ``tmp``, che è molto più facile da scrivere e +non è una delle più difficili da capire. + +TUTTAVIA, nonostante i nomi con notazione mista siano da condannare, i nomi +descrittivi per variabili globali sono un dovere. Chiamare una funzione +globale ``pippo`` è un insulto. + +Le variabili GLOBALI (da usare solo se vi servono **davvero**) devono avere +dei nomi descrittivi, così come le funzioni globali. Se avete una funzione +che conta gli utenti attivi, dovreste chiamarla ``count_active_users()`` o +qualcosa di simile, **non** dovreste chiamarla ``cntusr()``. + +Codificare il tipo di funzione nel suo nome (quella cosa chiamata notazione +ungherese) è stupido - il compilatore conosce comunque il tipo e +può verificarli, e inoltre confonde i programmatori. + +Le variabili LOCALI dovrebbero avere nomi corti, e significativi. Se avete +un qualsiasi contatore di ciclo, probabilmente sarà chiamato ``i``. +Chiamarlo ``loop_counter`` non è produttivo, non ci sono possibilità che +``i`` possa non essere capito. Analogamente, ``tmp`` può essere una qualsiasi +variabile che viene usata per salvare temporaneamente un valore. + +Se avete paura di fare casino coi nomi delle vostre variabili locali, allora +avete un altro problema che è chiamato sindrome dello squilibrio dell'ormone +della crescita delle funzioni. Vedere il capitolo 6 (funzioni). + +5) Definizione di tipi (typedef) +-------------------------------- + +Per favore non usate cose come ``vps_t``. +Usare il typedef per strutture e puntatori è uno **sbaglio**. Quando vedete: + +.. code-block:: c + + vps_t a; + +nei sorgenti, cosa significa? +Se, invece, dicesse: + +.. code-block:: c + + struct virtual_container *a; + +potreste dire cos'è effettivamente ``a``. + +Molte persone pensano che la definizione dei tipi ``migliori la leggibilità``. +Non molto. Sono utili per: + + (a) gli oggetti completamente opachi (dove typedef viene proprio usato allo + scopo di **nascondere** cosa sia davvero l'oggetto). + + Esempio: ``pte_t`` eccetera sono oggetti opachi che potete usare solamente + con le loro funzioni accessorie. + + .. note:: + Gli oggetti opachi e le ``funzioni accessorie`` non sono, di per se, + una bella cosa. Il motivo per cui abbiamo cose come pte_t eccetera è + che davvero non c'è alcuna informazione portabile. + + (b) i tipi chiaramente interi, dove l'astrazione **aiuta** ad evitare + confusione sul fatto che siano ``int`` oppure ``long``. + + u8/u16/u32 sono typedef perfettamente accettabili, anche se ricadono + nella categoria (d) piuttosto che in questa. + + .. note:: + + Ancora - dev'esserci una **ragione** per farlo. Se qualcosa è + ``unsigned long``, non c'è alcun bisogno di avere: + + typedef unsigned long myfalgs_t; + + ma se ci sono chiare circostanze in cui potrebbe essere ``unsigned int`` + e in altre configurazioni ``unsigned long``, allora certamente typedef + è una buona scelta. + + (c) quando di rado create letteralmente dei **nuovi** tipi su cui effettuare + verifiche. + + (d) circostanze eccezionali, in cui si definiscono nuovi tipi identici a + quelli definiti dallo standard C99. + + Nonostante ci voglia poco tempo per abituare occhi e cervello all'uso dei + tipi standard come ``uint32_t``, alcune persone ne obiettano l'uso. + + Perciò, i tipi specifici di Linux ``u8/u16/u32/u64`` e i loro equivalenti + con segno, identici ai tipi standard, sono permessi- tuttavia, non sono + obbligatori per il nuovo codice. + + (e) i tipi sicuri nella spazio utente. + + In alcune strutture dati visibili dallo spazio utente non possiamo + richiedere l'uso dei tipi C99 e nemmeno i vari ``u32`` descritti prima. + Perciò, utilizziamo __u32 e tipi simili in tutte le strutture dati + condivise con lo spazio utente. + +Magari ci sono altri casi validi, ma la regola di base dovrebbe essere di +non usare MAI MAI un typedef a meno che non rientri in una delle regole +descritte qui. + +In generale, un puntatore, o una struttura a cui si ha accesso diretto in +modo ragionevole, non dovrebbero **mai** essere definite con un typedef. + +6) Funzioni +----------- + +Le funzioni dovrebbero essere brevi e carine, e fare una cosa sola. Dovrebbero +occupare uno o due schermi di testo (come tutti sappiamo, la dimensione +di uno schermo secondo ISO/ANSI è di 80x24), e fare una cosa sola e bene. + +La massima lunghezza di una funziona è inversamente proporzionale alla sua +complessità e al livello di indentazione di quella funzione. Quindi, se avete +una funzione che è concettualmente semplice ma che è implementata come un +lunga (ma semplice) sequenza di caso-istruzione, dove avete molte piccole cose +per molti casi differenti, allora va bene avere funzioni più lunghe. + +Comunque, se avete una funzione complessa e sospettate che uno studente +non particolarmente dotato del primo anno delle scuole superiori potrebbe +non capire cosa faccia la funzione, allora dovreste attenervi strettamente ai +limiti. Usate funzioni di supporto con nomi descrittivi (potete chiedere al +compilatore di renderle inline se credete che sia necessario per le +prestazioni, e probabilmente farà un lavoro migliore di quanto avreste potuto +fare voi). + +Un'altra misura delle funzioni sono il numero di variabili locali. Non +dovrebbero eccedere le 5-10, oppure state sbagliando qualcosa. Ripensate la +funzione, e dividetela in pezzettini. Generalmente, un cervello umano può +seguire facilmente circa 7 cose diverse, di più lo confonderebbe. Lo sai +d'essere brillante, ma magari vorresti riuscire a capire cos'avevi fatto due +settimane prima. + +Nei file sorgenti, separate le funzioni con una riga vuota. Se la funzione è +esportata, la macro **EXPORT** per questa funzione deve seguire immediatamente +la riga della parentesi graffa di chiusura. Ad esempio: + +.. code-block:: c + + int system_is_up(void) + { + return system_state == SYSTEM_RUNNING; + } + EXPORT_SYMBOL(system_is_up); + +6.1) Prototipi di funzione +************************** + +Nei prototipi di funzione, includete i nomi dei parametri e i loro tipi. +Nonostante questo non sia richiesto dal linguaggio C, in Linux viene preferito +perché è un modo semplice per aggiungere informazioni importanti per il +lettore. + +Non usate la parola chiave ``extern`` con le dichiarazioni di funzione perché +rende le righe più lunghe e non è strettamente necessario. + +Quando scrivete i prototipi di funzione mantenete `l'ordine degli elementi <https://lore.kernel.org/mm-commits/CAHk-=wiOCLRny5aifWNhr621kYrJwhfURsa0vFPeUEm8mF0ufg@mail.gmail.com/>`_. + +Prendiamo questa dichiarazione di funzione come esempio:: + + __init void * __must_check action(enum magic value, size_t size, u8 count, + char *fmt, ...) __printf(4, 5) __malloc; + +L'ordine suggerito per gli elementi di un prototipo di funzione è il seguente: + +- classe d'archiviazione (in questo caso ``static __always_inline``. Da notare + che ``__always_inline`` è tecnicamente un attributo ma che viene trattato come + ``inline``) +- attributi della classe di archiviazione (in questo caso ``__init``, in altre + parole la sezione, ma anche cose tipo ``__cold``) +- il tipo di ritorno (in questo caso, ``void *``) +- attributi per il valore di ritorno (in questo caso, ``__must_check``) +- il nome della funzione (in questo caso, ``action``) +- i parametri della funzione(in questo caso, + ``(enum magic value, size_t size, u8 count, char *fmt, ...)``, + da notare che va messo anche il nome del parametro) +- attributi dei parametri (in questo caso, ``__printf(4, 5)``) +- attributi per il comportamento della funzione (in questo caso, ``__malloc_``) + +Notate che per la **definizione** di una funzione (il altre parole il corpo +della funzione), il compilatore non permette di usare gli attributi per i +parametri dopo i parametri. In questi casi, devono essere messi dopo gli +attributi della classe d'archiviazione (notate che la posizione di +``__printf(4,5)`` cambia rispetto alla **dichiarazione**):: + + static __always_inline __init __printf(4, 5) void * __must_check action(enum magic value, + size_t size, u8 count, char *fmt, ...) __malloc + { + ... + }*)**``)**``)``)``*)``)``)``)``*``)``)``)*) + +7) Centralizzare il ritorno delle funzioni +------------------------------------------ + +Sebbene sia deprecata da molte persone, l'istruzione goto è impiegata di +frequente dai compilatori sotto forma di salto incondizionato. + +L'istruzione goto diventa utile quando una funzione ha punti d'uscita multipli +e vanno eseguite alcune procedure di pulizia in comune. Se non è necessario +pulire alcunché, allora ritornate direttamente. + +Assegnate un nome all'etichetta di modo che suggerisca cosa fa la goto o +perché esiste. Un esempio di un buon nome potrebbe essere ``out_free_buffer:`` +se la goto libera (free) un ``buffer``. Evitate l'uso di nomi GW-BASIC come +``err1:`` ed ``err2:``, potreste doverli riordinare se aggiungete o rimuovete +punti d'uscita, e inoltre rende difficile verificarne la correttezza. + +I motivo per usare le goto sono: + +- i salti incondizionati sono più facili da capire e seguire +- l'annidamento si riduce +- si evita di dimenticare, per errore, di aggiornare un singolo punto d'uscita +- aiuta il compilatore ad ottimizzare il codice ridondante ;) + +.. code-block:: c + + int fun(int a) + { + int result = 0; + char *buffer; + + buffer = kmalloc(SIZE, GFP_KERNEL); + if (!buffer) + return -ENOMEM; + + if (condition1) { + while (loop1) { + ... + } + result = 1; + goto out_free_buffer; + } + ... + out_free_buffer: + kfree(buffer); + return result; + } + +Un baco abbastanza comune di cui bisogna prendere nota è il ``one err bugs`` +che assomiglia a questo: + +.. code-block:: c + + err: + kfree(foo->bar); + kfree(foo); + return ret; + +Il baco in questo codice è che in alcuni punti d'uscita la variabile ``foo`` è +NULL. Normalmente si corregge questo baco dividendo la gestione dell'errore in +due parti ``err_free_bar:`` e ``err_free_foo:``: + +.. code-block:: c + + err_free_bar: + kfree(foo->bar); + err_free_foo: + kfree(foo); + return ret; + +Idealmente, dovreste simulare condizioni d'errore per verificare i vostri +percorsi d'uscita. + + +8) Commenti +----------- + +I commenti sono una buona cosa, ma c'è anche il rischio di esagerare. MAI +spiegare COME funziona il vostro codice in un commento: è molto meglio +scrivere il codice di modo che il suo funzionamento sia ovvio, inoltre +spiegare codice scritto male è una perdita di tempo. + +Solitamente, i commenti devono dire COSA fa il codice, e non COME lo fa. +Inoltre, cercate di evitare i commenti nel corpo della funzione: se la +funzione è così complessa che dovete commentarla a pezzi, allora dovreste +tornare al punto 6 per un momento. Potete mettere dei piccoli commenti per +annotare o avvisare il lettore circa un qualcosa di particolarmente arguto +(o brutto), ma cercate di non esagerare. Invece, mettete i commenti in +testa alla funzione spiegando alle persone cosa fa, e possibilmente anche +il PERCHÉ. + +Per favore, quando commentate una funzione dell'API del kernel usate il +formato kernel-doc. Per maggiori dettagli, leggete i file in +:ref::ref:`Documentation/translations/it_IT/doc-guide/ <it_doc_guide>` e in +``script/kernel-doc``. + +Lo stile preferito per i commenti più lunghi (multi-riga) è: + +.. code-block:: c + + /* + * This is the preferred style for multi-line + * comments in the Linux kernel source code. + * Please use it consistently. + * + * Description: A column of asterisks on the left side, + * with beginning and ending almost-blank lines. + */ + +Per i file in net/ e in drivers/net/ lo stile preferito per i commenti +più lunghi (multi-riga) è leggermente diverso. + +.. code-block:: c + + /* The preferred comment style for files in net/ and drivers/net + * looks like this. + * + * It is nearly the same as the generally preferred comment style, + * but there is no initial almost-blank line. + */ + +È anche importante commentare i dati, sia per i tipi base che per tipi +derivati. A questo scopo, dichiarate un dato per riga (niente virgole +per una dichiarazione multipla). Questo vi lascerà spazio per un piccolo +commento per spiegarne l'uso. + + +9) Avete fatto un pasticcio +--------------------------- + +Va bene, li facciamo tutti. Probabilmente vi è stato detto dal vostro +aiutante Unix di fiducia che ``GNU emacs`` formatta automaticamente il +codice C per conto vostro, e avete notato che sì, in effetti lo fa, ma che +i modi predefiniti non sono proprio allettanti (infatti, sono peggio che +premere tasti a caso - un numero infinito di scimmie che scrivono in +GNU emacs non faranno mai un buon programma). + +Quindi, potete sbarazzarvi di GNU emacs, o riconfigurarlo con valori più +sensati. Per fare quest'ultima cosa, potete appiccicare il codice che +segue nel vostro file .emacs: + +.. code-block:: none + + (defun c-lineup-arglist-tabs-only (ignored) + "Line up argument lists by tabs, not spaces" + (let* ((anchor (c-langelem-pos c-syntactic-element)) + (column (c-langelem-2nd-pos c-syntactic-element)) + (offset (- (1+ column) anchor)) + (steps (floor offset c-basic-offset))) + (* (max steps 1) + c-basic-offset))) + + (dir-locals-set-class-variables + 'linux-kernel + '((c-mode . ( + (c-basic-offset . 8) + (c-label-minimum-indentation . 0) + (c-offsets-alist . ( + (arglist-close . c-lineup-arglist-tabs-only) + (arglist-cont-nonempty . + (c-lineup-gcc-asm-reg c-lineup-arglist-tabs-only)) + (arglist-intro . +) + (brace-list-intro . +) + (c . c-lineup-C-comments) + (case-label . 0) + (comment-intro . c-lineup-comment) + (cpp-define-intro . +) + (cpp-macro . -1000) + (cpp-macro-cont . +) + (defun-block-intro . +) + (else-clause . 0) + (func-decl-cont . +) + (inclass . +) + (inher-cont . c-lineup-multi-inher) + (knr-argdecl-intro . 0) + (label . -1000) + (statement . 0) + (statement-block-intro . +) + (statement-case-intro . +) + (statement-cont . +) + (substatement . +) + )) + (indent-tabs-mode . t) + (show-trailing-whitespace . t) + )))) + + (dir-locals-set-directory-class + (expand-file-name "~/src/linux-trees") + 'linux-kernel) + +Questo farà funzionare meglio emacs con lo stile del kernel per i file che +si trovano nella cartella ``~/src/linux-trees``. + +Ma anche se doveste fallire nell'ottenere una formattazione sensata in emacs +non tutto è perduto: usate ``indent``. + +Ora, ancora, GNU indent ha la stessa configurazione decerebrata di GNU emacs, +ed è per questo che dovete passargli alcune opzioni da riga di comando. +Tuttavia, non è così terribile, perché perfino i creatori di GNU indent +riconoscono l'autorità di K&R (le persone del progetto GNU non sono cattive, +sono solo mal indirizzate sull'argomento), quindi date ad indent le opzioni +``-kr -i8`` (che significa ``K&R, 8 caratteri di indentazione``), o utilizzate +``scripts/Lindent`` che indenterà usando l'ultimo stile. + +``indent`` ha un sacco di opzioni, e specialmente quando si tratta di +riformattare i commenti dovreste dare un'occhiata alle pagine man. +Ma ricordatevi: ``indent`` non è un correttore per una cattiva programmazione. + +Da notare che potete utilizzare anche ``clang-format`` per aiutarvi con queste +regole, per riformattare rapidamente ad automaticamente alcune parti del +vostro codice, e per revisionare interi file al fine di identificare errori +di stile, refusi e possibilmente anche delle migliorie. È anche utile per +ordinare gli ``#include``, per allineare variabili/macro, per ridistribuire +il testo e altre cose simili. +Per maggiori dettagli, consultate il file +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/clang-format.rst <it_clangformat>`. + + +10) File di configurazione Kconfig +---------------------------------- + +Per tutti i file di configurazione Kconfig* che si possono trovare nei +sorgenti, l'indentazione è un po' differente. Le linee dopo un ``config`` +sono indentate con un tab, mentre il testo descrittivo è indentato di +ulteriori due spazi. Esempio:: + + config AUDIT + bool "Auditing support" + depends on NET + help + Enable auditing infrastructure that can be used with another + kernel subsystem, such as SELinux (which requires this for + logging of avc messages output). Does not do system-call + auditing without CONFIG_AUDITSYSCALL. + +Le funzionalità davvero pericolose (per esempio il supporto alla scrittura +per certi filesystem) dovrebbero essere dichiarate chiaramente come tali +nella stringa di titolo:: + + config ADFS_FS_RW + bool "ADFS write support (DANGEROUS)" + depends on ADFS_FS + ... + +Per la documentazione completa sui file di configurazione, consultate +il documento Documentation/kbuild/kconfig-language.rst + + +11) Strutture dati +------------------ + +Le strutture dati che hanno una visibilità superiore al contesto del +singolo thread in cui vengono create e distrutte, dovrebbero sempre +avere un contatore di riferimenti. Nel kernel non esiste un +*garbage collector* (e fuori dal kernel i *garbage collector* sono lenti +e inefficienti), questo significa che **dovete** assolutamente avere un +contatore di riferimenti per ogni cosa che usate. + +Avere un contatore di riferimenti significa che potete evitare la +sincronizzazione e permette a più utenti di accedere alla struttura dati +in parallelo - e non doversi preoccupare di una struttura dati che +improvvisamente sparisce dalla loro vista perché il loro processo dormiva +o stava facendo altro per un attimo. + +Da notare che la sincronizzazione **non** si sostituisce al conteggio dei +riferimenti. La sincronizzazione ha lo scopo di mantenere le strutture +dati coerenti, mentre il conteggio dei riferimenti è una tecnica di gestione +della memoria. Solitamente servono entrambe le cose, e non vanno confuse fra +di loro. + +Quando si hanno diverse classi di utenti, le strutture dati possono avere +due livelli di contatori di riferimenti. Il contatore di classe conta +il numero dei suoi utenti, e il contatore globale viene decrementato una +sola volta quando il contatore di classe va a zero. + +Un esempio di questo tipo di conteggio dei riferimenti multi-livello può +essere trovato nella gestore della memoria (``struct mm_sturct``: mm_user e +mm_count), e nel codice dei filesystem (``struct super_block``: s_count e +s_active). + +Ricordatevi: se un altro thread può trovare la vostra struttura dati, e non +avete un contatore di riferimenti per essa, quasi certamente avete un baco. + +12) Macro, enumerati e RTL +--------------------------- + +I nomi delle macro che definiscono delle costanti e le etichette degli +enumerati sono scritte in maiuscolo. + +.. code-block:: c + + #define CONSTANT 0x12345 + +Gli enumerati sono da preferire quando si definiscono molte costanti correlate. + +I nomi delle macro in MAIUSCOLO sono preferibili ma le macro che assomigliano +a delle funzioni possono essere scritte in minuscolo. + +Generalmente, le funzioni inline sono preferibili rispetto alle macro che +sembrano funzioni. + +Le macro che contengono più istruzioni dovrebbero essere sempre chiuse in un +blocco do - while: + +.. code-block:: c + + #define macrofun(a, b, c) \ + do { \ + if (a == 5) \ + do_this(b, c); \ + } while (0) + +Cose da evitare quando si usano le macro: + +1) le macro che hanno effetti sul flusso del codice: + +.. code-block:: c + + #define FOO(x) \ + do { \ + if (blah(x) < 0) \ + return -EBUGGERED; \ + } while (0) + +sono **proprio** una pessima idea. Sembra una chiamata a funzione ma termina +la funzione chiamante; non cercate di rompere il decodificatore interno di +chi legge il codice. + +2) le macro che dipendono dall'uso di una variabile locale con un nome magico: + +.. code-block:: c + + #define FOO(val) bar(index, val) + +potrebbe sembrare una bella cosa, ma è dannatamente confusionario quando uno +legge il codice e potrebbe romperlo con una cambiamento che sembra innocente. + +3) le macro con argomenti che sono utilizzati come l-values; questo potrebbe +ritorcervisi contro se qualcuno, per esempio, trasforma FOO in una funzione +inline. + +4) dimenticatevi delle precedenze: le macro che definiscono espressioni devono +essere racchiuse fra parentesi. State attenti a problemi simili con le macro +parametrizzate. + +.. code-block:: c + + #define CONSTANT 0x4000 + #define CONSTEXP (CONSTANT | 3) + +5) collisione nello spazio dei nomi quando si definisce una variabile locale in +una macro che sembra una funzione: + +.. code-block:: c + + #define FOO(x) \ + ({ \ + typeof(x) ret; \ + ret = calc_ret(x); \ + (ret); \ + }) + +ret è un nome comune per una variabile locale - __foo_ret difficilmente +andrà in conflitto con una variabile già esistente. + +Il manuale di cpp si occupa esaustivamente delle macro. Il manuale di sviluppo +di gcc copre anche l'RTL che viene usato frequentemente nel kernel per il +linguaggio assembler. + +13) Visualizzare i messaggi del kernel +-------------------------------------- + +Agli sviluppatori del kernel piace essere visti come dotti. Tenete un occhio +di riguardo per l'ortografia e farete una belle figura. In inglese, evitate +l'uso incorretto di abbreviazioni come ``dont``: usate ``do not`` oppure +``don't``. Scrivete messaggi concisi, chiari, e inequivocabili. + +I messaggi del kernel non devono terminare con un punto fermo. + +Scrivere i numeri fra parentesi (%d) non migliora alcunché e per questo +dovrebbero essere evitati. + +Ci sono alcune macro per la diagnostica in <linux/dev_printk.h> che dovreste +usare per assicurarvi che i messaggi vengano associati correttamente ai +dispositivi e ai driver, e che siano etichettati correttamente: dev_err(), +dev_warn(), dev_info(), e così via. Per messaggi che non sono associati ad +alcun dispositivo, <linux/printk.h> definisce pr_info(), pr_warn(), pr_err(), +eccetera. + +Tirar fuori un buon messaggio di debug può essere una vera sfida; e quando +l'avete può essere d'enorme aiuto per risolvere problemi da remoto. +Tuttavia, i messaggi di debug sono gestiti differentemente rispetto agli +altri. Le funzioni pr_XXX() stampano incondizionatamente ma pr_debug() no; +essa non viene compilata nella configurazione predefinita, a meno che +DEBUG o CONFIG_DYNAMIC_DEBUG non vengono impostati. Questo vale anche per +dev_dbg() e in aggiunta VERBOSE_DEBUG per aggiungere i messaggi dev_vdbg(). + +Molti sottosistemi hanno delle opzioni di debug in Kconfig che aggiungono +-DDEBUG nei corrispettivi Makefile, e in altri casi aggiungono #define DEBUG +in specifici file. Infine, quando un messaggio di debug dev'essere stampato +incondizionatamente, per esempio perché siete già in una sezione di debug +racchiusa in #ifdef, potete usare printk(KERN_DEBUG ...). + +14) Assegnare memoria +--------------------- + +Il kernel fornisce i seguenti assegnatori ad uso generico: +kmalloc(), kzalloc(), kmalloc_array(), kcalloc(), vmalloc(), e vzalloc(). +Per maggiori informazioni, consultate la documentazione dell'API: +:ref:`Documentation/translations/it_IT/core-api/memory-allocation.rst <it_memory_allocation>` + +Il modo preferito per passare la dimensione di una struttura è il seguente: + +.. code-block:: c + + p = kmalloc(sizeof(*p), ...); + +La forma alternativa, dove il nome della struttura viene scritto interamente, +peggiora la leggibilità e introduce possibili bachi quando il tipo di +puntatore cambia tipo ma il corrispondente sizeof non viene aggiornato. + +Il valore di ritorno è un puntatore void, effettuare un cast su di esso è +ridondante. La conversione fra un puntatore void e un qualsiasi altro tipo +di puntatore è garantito dal linguaggio di programmazione C. + +Il modo preferito per assegnare un vettore è il seguente: + +.. code-block:: c + + p = kmalloc_array(n, sizeof(...), ...); + +Il modo preferito per assegnare un vettore a zero è il seguente: + +.. code-block:: c + + p = kcalloc(n, sizeof(...), ...); + +Entrambe verificano la condizione di overflow per la dimensione +d'assegnamento n * sizeof(...), se accade ritorneranno NULL. + +Questi allocatori generici producono uno *stack dump* in caso di fallimento +a meno che non venga esplicitamente specificato __GFP_NOWARN. Quindi, nella +maggior parte dei casi, è inutile stampare messaggi aggiuntivi quando uno di +questi allocatori ritornano un puntatore NULL. + +15) Il morbo inline +------------------- + +Sembra che ci sia la percezione errata che gcc abbia una qualche magica +opzione "rendimi più veloce" chiamata ``inline``. In alcuni casi l'uso di +inline è appropriato (per esempio in sostituzione delle macro, vedi +capitolo 12), ma molto spesso non lo è. L'uso abbondante della parola chiave +inline porta ad avere un kernel più grande, che si traduce in un sistema nel +suo complesso più lento per via di una cache per le istruzioni della CPU più +grande e poi semplicemente perché ci sarà meno spazio disponibile per una +pagina di cache. Pensateci un attimo; una fallimento nella cache causa una +ricerca su disco che può tranquillamente richiedere 5 millisecondi. Ci sono +TANTI cicli di CPU che potrebbero essere usati in questi 5 millisecondi. + +Spesso le persone dicono che aggiungere inline a delle funzioni dichiarate +static e utilizzare una sola volta è sempre una scelta vincente perché non +ci sono altri compromessi. Questo è tecnicamente vero ma gcc è in grado di +trasformare automaticamente queste funzioni in inline; i problemi di +manutenzione del codice per rimuovere gli inline quando compare un secondo +utente surclassano il potenziale vantaggio nel suggerire a gcc di fare una +cosa che avrebbe fatto comunque. + +16) Nomi e valori di ritorno delle funzioni +------------------------------------------- + +Le funzioni possono ritornare diversi tipi di valori, e uno dei più comuni +è quel valore che indica se una funzione ha completato con successo o meno. +Questo valore può essere rappresentato come un codice di errore intero +(-Exxx = fallimento, 0 = successo) oppure un booleano di successo +(0 = fallimento, non-zero = successo). + +Mischiare questi due tipi di rappresentazioni è un terreno fertile per +i bachi più insidiosi. Se il linguaggio C includesse una forte distinzione +fra gli interi e i booleani, allora il compilatore potrebbe trovare questi +errori per conto nostro ... ma questo non c'è. Per evitare di imbattersi +in questo tipo di baco, seguite sempre la seguente convenzione:: + + Se il nome di una funzione è un'azione o un comando imperativo, + essa dovrebbe ritornare un codice di errore intero. Se il nome + è un predicato, la funzione dovrebbe ritornare un booleano di + "successo" + +Per esempio, ``add work`` è un comando, e la funzione add_work() ritorna 0 +in caso di successo o -EBUSY in caso di fallimento. Allo stesso modo, +``PCI device present`` è un predicato, e la funzione pci_dev_present() ritorna +1 se trova il dispositivo corrispondente con successo, altrimenti 0. + +Tutte le funzioni esportate (EXPORT) devono rispettare questa convenzione, e +così dovrebbero anche tutte le funzioni pubbliche. Le funzioni private +(static) possono non seguire questa convenzione, ma è comunque raccomandato +che lo facciano. + +Le funzioni il cui valore di ritorno è il risultato di una computazione, +piuttosto che l'indicazione sul successo di tale computazione, non sono +soggette a questa regola. Solitamente si indicano gli errori ritornando un +qualche valore fuori dai limiti. Un tipico esempio è quello delle funzioni +che ritornano un puntatore; queste utilizzano NULL o ERR_PTR come meccanismo +di notifica degli errori. + +17) L'uso di bool +----------------- + +Nel kernel Linux il tipo bool deriva dal tipo _Bool dello standard C99. +Un valore bool può assumere solo i valori 0 o 1, e implicitamente o +esplicitamente la conversione a bool converte i valori in vero (*true*) o +falso (*false*). Quando si usa un tipo bool il costrutto !! non sarà più +necessario, e questo va ad eliminare una certa serie di bachi. + +Quando si usano i valori booleani, dovreste utilizzare le definizioni di true +e false al posto dei valori 1 e 0. + +Per il valore di ritorno delle funzioni e per le variabili sullo stack, l'uso +del tipo bool è sempre appropriato. L'uso di bool viene incoraggiato per +migliorare la leggibilità e spesso è molto meglio di 'int' nella gestione di +valori booleani. + +Non usate bool se per voi sono importanti l'ordine delle righe di cache o +la loro dimensione; la dimensione e l'allineamento cambia a seconda +dell'architettura per la quale è stato compilato. Le strutture che sono state +ottimizzate per l'allineamento o la dimensione non dovrebbero usare bool. + +Se una struttura ha molti valori true/false, considerate l'idea di raggrupparli +in un intero usando campi da 1 bit, oppure usate un tipo dalla larghezza fissa, +come u8. + +Come per gli argomenti delle funzioni, molti valori true/false possono essere +raggruppati in un singolo argomento a bit denominato 'flags'; spesso 'flags' è +un'alternativa molto più leggibile se si hanno valori costanti per true/false. + +Detto ciò, un uso parsimonioso di bool nelle strutture dati e negli argomenti +può migliorare la leggibilità. + +18) Non reinventate le macro del kernel +--------------------------------------- + +Il file di intestazione include/linux/kernel.h contiene un certo numero +di macro che dovreste usare piuttosto che implementarne una qualche variante. +Per esempio, se dovete calcolare la lunghezza di un vettore, sfruttate la +macro: + +.. code-block:: c + + #define ARRAY_SIZE(x) (sizeof(x) / sizeof((x)[0])) + +Analogamente, se dovete calcolare la dimensione di un qualche campo di una +struttura, usate + +.. code-block:: c + + #define sizeof_field(t, f) (sizeof(((t*)0)->f)) + +Ci sono anche le macro min() e max() che, se vi serve, effettuano un controllo +rigido sui tipi. Sentitevi liberi di leggere attentamente questo file +d'intestazione per scoprire cos'altro è stato definito che non dovreste +reinventare nel vostro codice. + +19) Linee di configurazione degli editor e altre schifezze +----------------------------------------------------------- + +Alcuni editor possono interpretare dei parametri di configurazione integrati +nei file sorgenti e indicati con dai marcatori speciali. Per esempio, emacs +interpreta le linee marcate nel seguente modo: + +.. code-block:: c + + -*- mode: c -*- + +O come queste: + +.. code-block:: c + + /* + Local Variables: + compile-command: "gcc -DMAGIC_DEBUG_FLAG foo.c" + End: + */ + +Vim interpreta i marcatori come questi: + +.. code-block:: c + + /* vim:set sw=8 noet */ + +Non includete nessuna di queste cose nei file sorgenti. Le persone hanno le +proprie configurazioni personali per l'editor, e i vostri sorgenti non +dovrebbero sovrascrivergliele. Questo vale anche per i marcatori +d'indentazione e di modalità d'uso. Le persone potrebbero aver configurato una +modalità su misura, oppure potrebbero avere qualche altra magia per far +funzionare bene l'indentazione. + +20) Inline assembly +------------------- + +Nel codice specifico per un'architettura, potreste aver bisogno di codice +*inline assembly* per interfacciarvi col processore o con una funzionalità +specifica della piattaforma. Non esitate a farlo quando è necessario. +Comunque, non usatele gratuitamente quando il C può fare la stessa cosa. +Potete e dovreste punzecchiare l'hardware in C quando è possibile. + +Considerate la scrittura di una semplice funzione che racchiude pezzi comuni +di codice assembler piuttosto che continuare a riscrivere delle piccole +varianti. Ricordatevi che l' *inline assembly* può utilizzare i parametri C. + +Il codice assembler più corposo e non banale dovrebbe andare nei file .S, +coi rispettivi prototipi C definiti nei file d'intestazione. I prototipi C +per le funzioni assembler dovrebbero usare ``asmlinkage``. + +Potreste aver bisogno di marcare il vostro codice asm come volatile al fine +d'evitare che GCC lo rimuova quando pensa che non ci siano effetti collaterali. +Non c'è sempre bisogno di farlo, e farlo quando non serve limita le +ottimizzazioni. + +Quando scrivete una singola espressione *inline assembly* contenente più +istruzioni, mettete ognuna di queste istruzioni in una stringa e riga diversa; +ad eccezione dell'ultima stringa/istruzione, ognuna deve terminare con ``\n\t`` +al fine di allineare correttamente l'assembler che verrà generato: + +.. code-block:: c + + asm ("magic %reg1, #42\n\t" + "more_magic %reg2, %reg3" + : /* outputs */ : /* inputs */ : /* clobbers */); + +21) Compilazione sotto condizione +--------------------------------- + +Ovunque sia possibile, non usate le direttive condizionali del preprocessore +(#if, #ifdef) nei file .c; farlo rende il codice difficile da leggere e da +seguire. Invece, usate queste direttive nei file d'intestazione per definire +le funzioni usate nei file .c, fornendo i relativi stub nel caso #else, +e quindi chiamate queste funzioni senza condizioni di preprocessore. Il +compilatore non produrrà alcun codice per le funzioni stub, produrrà gli +stessi risultati, e la logica rimarrà semplice da seguire. + +È preferibile non compilare intere funzioni piuttosto che porzioni d'esse o +porzioni d'espressioni. Piuttosto che mettere una ifdef in un'espressione, +fattorizzate parte dell'espressione, o interamente, in funzioni e applicate +la direttiva condizionale su di esse. + +Se avete una variabile o funzione che potrebbe non essere usata in alcune +configurazioni, e quindi il compilatore potrebbe avvisarvi circa la definizione +inutilizzata, marcate questa definizione come __maybe_unused piuttosto che +racchiuderla in una direttiva condizionale del preprocessore. (Comunque, +se una variabile o funzione è *sempre* inutilizzata, rimuovetela). + +Nel codice, dov'è possibile, usate la macro IS_ENABLED per convertire i +simboli Kconfig in espressioni booleane C, e quindi usatela nelle classiche +condizioni C: + +.. code-block:: c + + if (IS_ENABLED(CONFIG_SOMETHING)) { + ... + } + +Il compilatore valuterà la condizione come costante (constant-fold), e quindi +includerà o escluderà il blocco di codice come se fosse in un #ifdef, quindi +non ne aumenterà il tempo di esecuzione. Tuttavia, questo permette al +compilatore C di vedere il codice nel blocco condizionale e verificarne la +correttezza (sintassi, tipi, riferimenti ai simboli, eccetera). Quindi +dovete comunque utilizzare #ifdef se il codice nel blocco condizionale esiste +solo quando la condizione è soddisfatta. + +Alla fine di un blocco corposo di #if o #ifdef (più di alcune linee), +mettete un commento sulla stessa riga di #endif, annotando la condizione +che termina. Per esempio: + +.. code-block:: c + + #ifdef CONFIG_SOMETHING + ... + #endif /* CONFIG_SOMETHING */ + +Appendice I) riferimenti +------------------------ + +The C Programming Language, Second Edition +by Brian W. Kernighan and Dennis M. Ritchie. +Prentice Hall, Inc., 1988. +ISBN 0-13-110362-8 (paperback), 0-13-110370-9 (hardback). + +The Practice of Programming +by Brian W. Kernighan and Rob Pike. +Addison-Wesley, Inc., 1999. +ISBN 0-201-61586-X. + +Manuali GNU - nei casi in cui sono compatibili con K&R e questo documento - +per indent, cpp, gcc e i suoi dettagli interni, tutto disponibile qui +http://www.gnu.org/manual/ + +WG14 è il gruppo internazionale di standardizzazione per il linguaggio C, +URL: http://www.open-std.org/JTC1/SC22/WG14/ + +Kernel process/coding-style.rst, by greg@kroah.com at OLS 2002: +http://www.kroah.com/linux/talks/ols_2002_kernel_codingstyle_talk/html/ diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/deprecated.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/deprecated.rst new file mode 100644 index 000000000..febf83897 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/deprecated.rst @@ -0,0 +1,384 @@ +.. SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/deprecated.rst <deprecated>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_deprecated: + +============================================================================== +Interfacce deprecate, caratteristiche del linguaggio, attributi, e convenzioni +============================================================================== + +In un mondo perfetto, sarebbe possibile prendere tutti gli usi di +un'interfaccia deprecata e convertirli in quella nuova, e così sarebbe +possibile rimuovere la vecchia interfaccia in un singolo ciclo di sviluppo. +Tuttavia, per via delle dimensioni del kernel, la gerarchia dei manutentori e +le tempistiche, non è sempre possibile fare questo tipo di conversione tutta +in una volta. Questo significa che nuove istanze di una vecchia interfaccia +potrebbero aggiungersi al kernel proprio quando si sta cercando di rimuoverle, +aumentando così il carico di lavoro. Al fine di istruire gli sviluppatori su +cosa è considerato deprecato (e perché), è stata create la seguente lista a cui +fare riferimento quando qualcuno propone modifiche che usano cose deprecate. + +__deprecated +------------ +Nonostante questo attributo marchi visibilmente un interfaccia come deprecata, +`non produce più alcun avviso durante la compilazione +<https://git.kernel.org/linus/771c035372a036f83353eef46dbb829780330234>`_ +perché uno degli obiettivi del kernel è quello di compilare senza avvisi; +inoltre, nessuno stava agendo per rimuovere queste interfacce. Nonostante l'uso +di `__deprecated` in un file d'intestazione sia opportuno per segnare una +interfaccia come 'vecchia', questa non è una soluzione completa. L'interfaccia +deve essere rimossa dal kernel, o aggiunta a questo documento per scoraggiarne +l'uso. + +BUG() e BUG_ON() +---------------- +Al loro posto usate WARN() e WARN_ON() per gestire le +condizioni "impossibili" e gestitele come se fosse possibile farlo. +Nonostante le funzioni della famiglia BUG() siano state progettate +per asserire "situazioni impossibili" e interrompere in sicurezza un +thread del kernel, queste si sono rivelate essere troppo rischiose +(per esempio, in quale ordine rilasciare i *lock*? Ci sono stati che +sono stati ripristinati?). Molto spesso l'uso di BUG() +destabilizza il sistema o lo corrompe del tutto, il che rende +impossibile un'attività di debug o anche solo leggere un rapporto +circa l'errore. Linus ha un'opinione molto critica al riguardo: +`email 1 +<https://lore.kernel.org/lkml/CA+55aFy6jNLsywVYdGp83AMrXBo_P-pkjkphPGrO=82SPKCpLQ@mail.gmail.com/>`_, +`email 2 +<https://lore.kernel.org/lkml/CAHk-=whDHsbK3HTOpTF=ue_o04onRwTEaK_ZoJp_fjbqq4+=Jw@mail.gmail.com/>`_ + +Tenete presente che la famiglia di funzioni WARN() dovrebbe essere +usato solo per situazioni che si suppone siano "impossibili". Se +volete avvisare gli utenti riguardo a qualcosa di possibile anche se +indesiderato, usare le funzioni della famiglia pr_warn(). Chi +amministra il sistema potrebbe aver attivato l'opzione sysctl +*panic_on_warn* per essere sicuri che il sistema smetta di funzionare +in caso si verifichino delle condizioni "inaspettate". (per esempio, +date un'occhiata al questo `commit +<https://git.kernel.org/linus/d4689846881d160a4d12a514e991a740bcb5d65a>`_) + +Calcoli codificati negli argomenti di un allocatore +---------------------------------------------------- +Il calcolo dinamico delle dimensioni (specialmente le moltiplicazioni) non +dovrebbero essere fatto negli argomenti di funzioni di allocazione di memoria +(o simili) per via del rischio di overflow. Questo può portare a valori più +piccoli di quelli che il chiamante si aspettava. L'uso di questo modo di +allocare può portare ad un overflow della memoria di heap e altri +malfunzionamenti. (Si fa eccezione per valori numerici per i quali il +compilatore può generare avvisi circa un potenziale overflow. Tuttavia, anche in +questi casi è preferibile riscrivere il codice come suggerito di seguito). + +Per esempio, non usate ``count * size`` come argomento:: + + foo = kmalloc(count * size, GFP_KERNEL); + +Al suo posto, si dovrebbe usare l'allocatore a due argomenti:: + + foo = kmalloc_array(count, size, GFP_KERNEL); + +Nello specifico, kmalloc() può essere sostituta da kmalloc_array(), e kzalloc() +da kcalloc(). + +Se questo tipo di allocatore non è disponibile, allora dovrebbero essere usate +le funzioni del tipo *saturate-on-overflow*:: + + bar = vmalloc(array_size(count, size)); + +Un altro tipico caso da evitare è quello di calcolare la dimensione di una +struttura seguita da un vettore di altre strutture, come nel seguente caso:: + + header = kzalloc(sizeof(*header) + count * sizeof(*header->item), + GFP_KERNEL); + +Invece, usate la seguente funzione:: + + header = kzalloc(struct_size(header, item, count), GFP_KERNEL); + +.. note:: Se per caso state usando struct_size() su una struttura dati che + in coda contiene un array di lunghezza zero o uno, allora siete + invitati a riorganizzare il vostro codice usando il + `flexible array member <#zero-length-and-one-element-arrays>`_. + +Per altri calcoli, usate le funzioni size_mul(), size_add(), e size_sub(). Per +esempio, al posto di:: + + foo = krealloc(current_size + chunk_size * (count - 3), GFP_KERNEL); + +dovreste scrivere: + + foo = krealloc(size_add(current_size, + size_mul(chunk_size, + size_sub(count, 3))), GFP_KERNEL); + +Per maggiori dettagli fate riferimento a array3_size() e flex_array_size(), ma +anche le funzioni della famiglia check_mul_overflow(), check_add_overflow(), +check_sub_overflow(), e check_shl_overflow(). + +simple_strtol(), simple_strtoll(), simple_strtoul(), simple_strtoull() +---------------------------------------------------------------------- +Le funzioni simple_strtol(), simple_strtoll(), +simple_strtoul(), e simple_strtoull() ignorano volutamente +i possibili overflow, e questo può portare il chiamante a generare risultati +inaspettati. Le rispettive funzioni kstrtol(), kstrtoll(), +kstrtoul(), e kstrtoull() sono da considerarsi le corrette +sostitute; tuttavia va notato che queste richiedono che la stringa sia +terminata con il carattere NUL o quello di nuova riga. + +strcpy() +-------- +La funzione strcpy() non fa controlli agli estremi del buffer +di destinazione. Questo può portare ad un overflow oltre i limiti del +buffer e generare svariati tipi di malfunzionamenti. Nonostante l'opzione +`CONFIG_FORTIFY_SOURCE=y` e svariate opzioni del compilatore aiutano +a ridurne il rischio, non c'è alcuna buona ragione per continuare ad usare +questa funzione. La versione sicura da usare è strscpy(), tuttavia va +prestata attenzione a tutti quei casi dove viene usato il valore di +ritorno di strcpy(). La funzione strscpy() non ritorna un puntatore +alla destinazione, ma un contatore dei byte non NUL copiati (oppure +un errno negativo se la stringa è stata troncata). + +strncpy() su stringe terminate con NUL +-------------------------------------- +L'utilizzo di strncpy() non fornisce alcuna garanzia sul fatto che +il buffer di destinazione verrà terminato con il carattere NUL. Questo +potrebbe portare a diversi overflow di lettura o altri malfunzionamenti +causati, appunto, dalla mancanza del terminatore. Questa estende la +terminazione nel buffer di destinazione quando la stringa d'origine è più +corta; questo potrebbe portare ad una penalizzazione delle prestazioni per +chi usa solo stringe terminate. La versione sicura da usare è +strscpy(), tuttavia va prestata attenzione a tutti quei casi dove +viene usato il valore di ritorno di strncpy(). La funzione strscpy() +non ritorna un puntatore alla destinazione, ma un contatore dei byte +non NUL copiati (oppure un errno negativo se la stringa è stata +troncata). Tutti i casi che necessitano di estendere la +terminazione con NUL dovrebbero usare strscpy_pad(). + +Se il chiamate no usa stringhe terminate con NUL, allore strncpy() +può continuare ad essere usata, ma i buffer di destinazione devono essere +marchiati con l'attributo `__nonstring <https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Common-Variable-Attributes.html>`_ +per evitare avvisi durante la compilazione. + +strlcpy() +--------- +La funzione strlcpy(), per prima cosa, legge interamente il buffer di +origine, magari leggendo più di quanto verrà effettivamente copiato. Questo +è inefficiente e può portare a overflow di lettura quando la stringa non è +terminata con NUL. La versione sicura da usare è strscpy(), tuttavia +va prestata attenzione a tutti quei casi dove viene usato il valore di +ritorno di strlcpy(), dato che strscpy() ritorna un valore di errno +negativo quanto la stringa viene troncata. + +Segnaposto %p nella stringa di formato +-------------------------------------- + +Tradizionalmente, l'uso del segnaposto "%p" nella stringa di formato +esponne un indirizzo di memoria in dmesg, proc, sysfs, eccetera. Per +evitare che questi indirizzi vengano sfruttati da malintenzionati, +tutto gli usi di "%p" nel kernel rappresentano l'hash dell'indirizzo, +rendendolo di fatto inutilizzabile. Nuovi usi di "%p" non dovrebbero +essere aggiunti al kernel. Per una rappresentazione testuale di un +indirizzo usate "%pS", l'output è migliore perché mostrerà il nome del +simbolo. Per tutto il resto, semplicemente non usate "%p". + +Parafrasando la `guida +<https://lore.kernel.org/lkml/CA+55aFwQEd_d40g4mUCSsVRZzrFPUJt74vc6PPpb675hYNXcKw@mail.gmail.com/>`_ +di Linus: + +- Se il valore hash di "%p" è inutile, chiediti se il puntatore stesso + è importante. Forse dovrebbe essere rimosso del tutto? +- Se credi davvero che il vero valore del puntatore sia importante, + perché alcuni stati del sistema o i livelli di privilegi di un + utente sono considerati "special"? Se pensi di poterlo giustificare + (in un commento e nel messaggio del commit) abbastanza bene da + affrontare il giudizio di Linus, allora forse potrai usare "%px", + assicurandosi anche di averne il permesso. + +Potete disabilitare temporaneamente l'hashing di "%p" nel caso in cui questa +funzionalità vi sia d'ostacolo durante una sessione di debug. Per farlo +aggiungete l'opzione di debug "`no_hash_pointers +<https://git.kernel.org/linus/5ead723a20e0447bc7db33dc3070b420e5f80aa6>`_" alla +riga di comando del kernel. + +Vettori a dimensione variabile (VLA) +------------------------------------ + +Usare VLA sullo stack produce codice molto peggiore rispetto a quando si usano +vettori a dimensione fissa. Questi `problemi di prestazioni <https://git.kernel.org/linus/02361bc77888>`_, +tutt'altro che banali, sono già un motivo valido per eliminare i VLA; in +aggiunta sono anche un problema per la sicurezza. La crescita dinamica di un +vettore nello stack potrebbe eccedere la memoria rimanente in tale segmento. +Questo può portare a dei malfunzionamenti, potrebbe sovrascrivere +dati importanti alla fine dello stack (quando il kernel è compilato senza +`CONFIG_THREAD_INFO_IN_TASK=y`), o sovrascrivere un pezzo di memoria adiacente +allo stack (quando il kernel è compilato senza `CONFIG_VMAP_STACK=y`). + +Salto implicito nell'istruzione switch-case +------------------------------------------- + +Il linguaggio C permette ai casi di un'istruzione `switch` di saltare al +prossimo caso quando l'istruzione "break" viene omessa alla fine del caso +corrente. Tuttavia questo rende il codice ambiguo perché non è sempre ovvio se +l'istruzione "break" viene omessa intenzionalmente o è un baco. Per esempio, +osservando il seguente pezzo di codice non è chiaro se lo stato +`STATE_ONE` è stato progettato apposta per eseguire anche `STATE_TWO`:: + + switch (value) { + case STATE_ONE: + do_something(); + case STATE_TWO: + do_other(); + break; + default: + WARN("unknown state"); + } + +Dato che c'è stata una lunga lista di problemi `dovuti alla mancanza dell'istruzione +"break" <https://cwe.mitre.org/data/definitions/484.html>`_, oggigiorno non +permettiamo più che vi sia un "salto implicito" (*fall-through*). Per +identificare un salto implicito intenzionale abbiamo adottato la pseudo +parola chiave 'fallthrough' che viene espansa nell'estensione di gcc +`__attribute__((fallthrough))` `Statement Attributes +<https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Statement-Attributes.html>`_. +(Quando la sintassi C17/C18 `[[fallthrough]]` sarà più comunemente +supportata dai compilatori C, analizzatori statici, e dagli IDE, +allora potremo usare quella sintassi per la pseudo parola chiave) + +Quando la sintassi [[fallthrough]] sarà più comunemente supportata dai +compilatori, analizzatori statici, e ambienti di sviluppo IDE, +allora potremo usarla anche noi. + +Ne consegue che tutti i blocchi switch/case devono finire in uno dei seguenti +modi: + +* ``break;`` +* `fallthrough;`` +* ``continue;`` +* ``goto <label>;`` +* ``return [expression];`` + +Array di lunghezza zero o con un solo elemento +---------------------------------------------- +All'interno del kernel ricorre spesso la necessita di avere membri +di dimensione variabile all'interno di una struttura dati. In questi +casi il codice del kernel dovrebbe usare sempre i `"flexible array +member" <https://en.wikipedia.org/wiki/Flexible_array_member>`_. La +tecnica degli array a lunghezza nulla o di un solo elemento non +dovrebbe essere più usata. + +Nel codice C più vecchio, la dichiarazione di un membro di dimensione +variabile in coda ad una struttura dati veniva fatto dichiarando un +array di un solo elemento posizionato alla fine della struttura dati:: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[1]; + }; + +Questo ha portato ad un calcolo di sizeof() traballante (dovrebbe +rimuovere la dimensione del singolo elemento in coda per calcolare la +dimensione esatta dell' "intestazione"). Per evitare questi problemi è +stata introdotta un' `estensione a GNU C +<https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Zero-Length.html>`_ che +permettesse la dichiarazione di array a lungezza zero:: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[0]; + }; + +Ma questo ha portato nuovi problemi, e non ha risolto alcuni dei +problemi che affliggono entrambe le tecniche: per esempio +l'impossibilità di riconoscere se un array di quel tipo viene usato +nel mezzo di una struttura dati e _non_ alla fine (potrebbe accadere +sia direttamente, sia indirettamente quando si usano le unioni o le +strutture di strutture). + +Lo standard C99 introduce i "flexible array members". Questi array non +hanno una dimensione nella loro dichiarazione:: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[]; + }; + +Questo è il modo con cui ci si aspetta che vengano dichiarati gli +elementi di lunghezza variabile in coda alle strutture dati. Permette +al compilatore di produrre errori quando gli array flessibili non si +trovano alla fine della struttura dati, il che permette di prevenire +alcuni tipi di bachi dovuti a `comportamenti inaspettati +<https://git.kernel.org/linus/76497732932f15e7323dc805e8ea8dc11bb587cf>`_. +Inoltre, permette al compilatore di analizzare correttamente le +dimensioni degli array (attraverso sizeof(), `CONFIG_FORTIFY_SOURCE`, +e `CONFIG_UBSAN_BOUNDS`). Per esempio, non esiste alcun meccanismo in +grado di avvisarci che il seguente uso di sizeof() dia sempre come +zero come risultato:: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[0]; + }; + + struct something *instance; + + instance = kmalloc(struct_size(instance, items, count), GFP_KERNEL); + instance->count = count; + + size = sizeof(instance->items) * instance->count; + memcpy(instance->items, source, size); + +Il valore di ``size`` nell'ultima riga sarà ``zero``, quando uno +invece si aspetterebbe che il suo valore sia la dimensione totale in +byte dell'allocazione dynamica che abbiamo appena fatto per l'array +``items``. Qui un paio di esempi reali del problema: `collegamento 1 +<https://git.kernel.org/linus/f2cd32a443da694ac4e28fbf4ac6f9d5cc63a539>`_, +`collegamento 2 +<https://git.kernel.org/linus/ab91c2a89f86be2898cee208d492816ec238b2cf>`_. +Invece, `i flexible array members hanno un tipo incompleto, e quindi +sizeof() non può essere applicato +<https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Zero-Length.html>`_; dunque ogni +uso scorretto di questo operatore verrà identificato immediatamente +durante la compilazione. + +Per quanto riguarda gli array di un solo elemento, bisogna essere +consapevoli che `questi array occupano almeno quanto lo spazio di un +singolo oggetti dello stesso tipo +<https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Zero-Length.html>`_, e quindi +contribuiscono al calcolo della dimensione della struttura che li +contiene. In questo caso è facile commettere errori quando si vuole +calcolare la dimensione totale della memoria totale da allocare per +una struttura dati:: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[1]; + }; + + struct something *instance; + + instance = kmalloc(struct_size(instance, items, count - 1), GFP_KERNEL); + instance->count = count; + + size = sizeof(instance->items) * instance->count; + memcpy(instance->items, source, size); + +In questo esempio ci siamo dovuti ricordare di usare ``count - 1`` in +struct_size(), altrimenti avremmo --inavvertitamente-- allocato +memoria per un oggetti ``items`` in più. Il modo più pulito e meno +propenso agli errori è quello di usare i `flexible array member`, in +combinazione con struct_size() e flex_array_size():: + + struct something { + size_t count; + struct foo items[]; + }; + + struct something *instance; + + instance = kmalloc(struct_size(instance, items, count), GFP_KERNEL); + instance->count = count; + + memcpy(instance->items, source, flex_array_size(instance, items, instance->count)); diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/development-process.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/development-process.rst new file mode 100644 index 000000000..f1a6eca30 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/development-process.rst @@ -0,0 +1,33 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/development-process.rst <development_process_main>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_development_process_main: + +Una guida al processo di sviluppo del Kernel +============================================ + +Contenuti: + +.. toctree:: + :numbered: + :maxdepth: 2 + + 1.Intro + 2.Process + 3.Early-stage + 4.Coding + 5.Posting + 6.Followthrough + 7.AdvancedTopics + 8.Conclusion + +Lo scopo di questo documento è quello di aiutare gli sviluppatori (ed i loro +supervisori) a lavorare con la communità di sviluppo con il minimo sforzo. È +un tentativo di documentare il funzionamento di questa communità in modo che +sia accessibile anche a coloro che non hanno famigliarità con lo sviluppo del +Kernel Linux (o, anzi, con lo sviluppo di software libero in generale). Benchè +qui sia presente del materiale tecnico, questa è una discussione rivolta in +particolare al procedimento, e quindi per essere compreso non richiede una +conoscenza approfondità sullo sviluppo del kernel. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst new file mode 100644 index 000000000..de7d32f78 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst @@ -0,0 +1,341 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :doc:`../../../process/email-clients` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_email_clients: + +Informazioni sui programmi di posta elettronica per Linux +========================================================= + +Git +--- + +Oggigiorno, la maggior parte degli sviluppatori utilizza ``git send-email`` +al posto dei classici programmi di posta elettronica. Le pagine man sono +abbastanza buone. Dal lato del ricevente, i manutentori utilizzano ``git am`` +per applicare le patch. + +Se siete dei novelli utilizzatori di ``git`` allora inviate la patch a voi +stessi. Salvatela come testo includendo tutte le intestazioni. Poi eseguite +il comando ``git am messaggio-formato-testo.txt`` e revisionatene il risultato +con ``git log``. Quando tutto funziona correttamente, allora potete inviare +la patch alla lista di discussione più appropriata. + +Panoramica delle opzioni +------------------------ + +Le patch per il kernel vengono inviate per posta elettronica, preferibilmente +come testo integrante del messaggio. Alcuni manutentori accettano gli +allegati, ma in questo caso gli allegati devono avere il *content-type* +impostato come ``text/plain``. Tuttavia, generalmente gli allegati non sono +ben apprezzati perché rende più difficile citare porzioni di patch durante il +processo di revisione. + +Inoltre, è vivamente raccomandato l'uso di puro testo nel corpo del +messaggio, sia per la patch che per qualsiasi altro messaggio. Il sito +https://useplaintext.email/ può esservi d'aiuto per configurare il +vostro programma di posta elettronica. + +I programmi di posta elettronica che vengono usati per inviare le patch per il +kernel Linux dovrebbero inviarle senza alterazioni. Per esempio, non +dovrebbero modificare o rimuovere tabulazioni o spazi, nemmeno all'inizio o +alla fine delle righe. + +Non inviate patch con ``format=flowed``. Questo potrebbe introdurre +interruzioni di riga inaspettate e indesiderate. + +Non lasciate che il vostro programma di posta vada a capo automaticamente. +Questo può corrompere le patch. + +I programmi di posta non dovrebbero modificare la codifica dei caratteri nel +testo. Le patch inviate per posta elettronica dovrebbero essere codificate in +ASCII o UTF-8. +Se configurate il vostro programma per inviare messaggi codificati con UTF-8 +eviterete possibili problemi di codifica. + +I programmi di posta dovrebbero generare e mantenere le intestazioni +"References" o "In-Reply-To:" cosicché la discussione non venga interrotta. + +Di solito, il copia-e-incolla (o taglia-e-incolla) non funziona con le patch +perché le tabulazioni vengono convertite in spazi. Usando xclipboard, xclip +e/o xcutsel potrebbe funzionare, ma è meglio che lo verifichiate o meglio +ancora: non usate il copia-e-incolla. + +Non usate firme PGP/GPG nei messaggi che contengono delle patch. Questo +impedisce il corretto funzionamento di alcuni script per leggere o applicare +patch (questo si dovrebbe poter correggere). + +Prima di inviare le patch sulle liste di discussione Linux, può essere una +buona idea quella di inviare la patch a voi stessi, salvare il messaggio +ricevuto, e applicarlo ai sorgenti con successo. + + +Alcuni suggerimenti per i programmi di posta elettronica (MUA) +-------------------------------------------------------------- + +Qui troverete alcuni suggerimenti per configurare i vostri MUA allo scopo +di modificare ed inviare patch per il kernel Linux. Tuttavia, questi +suggerimenti non sono da considerarsi come un riassunto di una configurazione +completa. + +Legenda: + +- TUI = interfaccia utente testuale (*text-based user interface*) +- GUI = interfaccia utente grafica (*graphical user interface*) + +Alpine (TUI) +************ + +Opzioni per la configurazione: + +Nella sezione :menuselection:`Sending Preferences`: + +- :menuselection:`Do Not Send Flowed Text` deve essere ``enabled`` +- :menuselection:`Strip Whitespace Before Sending` deve essere ``disabled`` + +Quando state scrivendo un messaggio, il cursore dev'essere posizionato +dove volete che la patch inizi, poi premendo :kbd:`CTRL-R` vi verrà chiesto +di selezionare il file patch da inserire nel messaggio. + +Claws Mail (GUI) +**************** + +Funziona. Alcune persone riescono ad usarlo con successo per inviare le patch. + +Per inserire una patch usate :menuselection:`Messaggio-->Inserisci file` +(:kbd:`CTRL-I`) oppure un editor esterno. + +Se la patch che avete inserito dev'essere modificata usato la finestra di +scrittura di Claws, allora assicuratevi che l'"auto-interruzione" sia +disabilitata :menuselection:`Configurazione-->Preferenze-->Composizione-->Interruzione riga`. + +Evolution (GUI) +*************** + +Alcune persone riescono ad usarlo con successo per inviare le patch. + +Quando state scrivendo una lettera selezionate: Preformattato + da :menuselection:`Formato-->Stile del paragrafo-->Preformattato` + (:kbd:`CTRL-7`) o dalla barra degli strumenti + +Poi per inserire la patch usate: +:menuselection:`Inserisci--> File di testo...` (:kbd:`ALT-N x`) + +Potete anche eseguire ``diff -Nru old.c new.c | xclip``, selezionare +:menuselection:`Preformattato`, e poi usare il tasto centrale del mouse. + +Kmail (GUI) +*********** + +Alcune persone riescono ad usarlo con successo per inviare le patch. + +La configurazione base che disabilita la composizione di messaggi HTML è +corretta; non abilitatela. + +Quando state scrivendo un messaggio, nel menu opzioni, togliete la selezione a +"A capo automatico". L'unico svantaggio sarà che qualsiasi altra cosa scriviate +nel messaggio non verrà mandata a capo in automatico ma dovrete farlo voi. +Il modo più semplice per ovviare a questo problema è quello di scrivere il +messaggio con l'opzione abilitata e poi di salvarlo nelle bozze. Riaprendo ora +il messaggio dalle bozze le andate a capo saranno parte integrante del +messaggio, per cui togliendo l'opzione "A capo automatico" non perderete nulla. + +Alla fine del vostro messaggio, appena prima di inserire la vostra patch, +aggiungete il delimitatore di patch: tre trattini (``---``). + +Ora, dal menu :menuselection:`Messaggio`, selezionate :menuselection:`Inserisci file di testo...` +quindi scegliete la vostra patch. +Come soluzione aggiuntiva potreste personalizzare la vostra barra degli +strumenti aggiungendo un'icona per :menuselection:`Inserisci file di testo...`. + +Allargate la finestra di scrittura abbastanza da evitare andate a capo. +Questo perché in Kmail 1.13.5 (KDE 4.5.4), Kmail aggiunge andate a capo +automaticamente al momento dell'invio per tutte quelle righe che graficamente, +nella vostra finestra di composizione, si sono estete su una riga successiva. +Disabilitare l'andata a capo automatica non è sufficiente. Dunque, se la vostra +patch contiene delle righe molto lunghe, allora dovrete allargare la finestra +di composizione per evitare che quelle righe vadano a capo. Vedere: +https://bugs.kde.org/show_bug.cgi?id=174034 + +Potete firmare gli allegati con GPG, ma per le patch si preferisce aggiungerle +al testo del messaggio per cui non usate la firma GPG. Firmare le patch +inserite come testo del messaggio le rende più difficili da estrarre dalla loro +codifica a 7-bit. + +Se dovete assolutamente inviare delle patch come allegati invece di integrarle +nel testo del messaggio, allora premete il tasto destro sull'allegato e +selezionate :menuselection:`Proprietà`, e poi attivate +:menuselection:`Suggerisci visualizzazione automatica` per far si che +l'allegato sia più leggibile venendo visualizzato come parte del messaggio. + +Per salvare le patch inviate come parte di un messaggio, selezionate il +messaggio che la contiene, premete il tasto destro e selezionate +:menuselection:`Salva come`. Se il messaggio fu ben preparato, allora potrete +usarlo interamente senza alcuna modifica. +I messaggi vengono salvati con permessi di lettura-scrittura solo per l'utente, +nel caso in cui vogliate copiarli altrove per renderli disponibili ad altri +gruppi o al mondo, ricordatevi di usare ``chmod`` per cambiare i permessi. + +Lotus Notes (GUI) +***************** + +Scappate finché potete. + +IBM Verse (Web GUI) +******************* + +Vedi il commento per Lotus Notes. + +Mutt (TUI) +********** + +Un sacco di sviluppatori Linux usano ``mutt``, per cui deve funzionare +abbastanza bene. + +Mutt non ha un proprio editor, quindi qualunque sia il vostro editor dovrete +configurarlo per non aggiungere automaticamente le andate a capo. Molti +editor hanno un'opzione :menuselection:`Inserisci file` che inserisce il +contenuto di un file senza alterarlo. + +Per usare ``vim`` come editor per mutt:: + + set editor="vi" + +Se per inserire la patch nel messaggio usate xclip, scrivete il comando:: + + :set paste + +prima di premere il tasto centrale o shift-insert. Oppure usate il +comando:: + + :r filename + +(a)llega funziona bene senza ``set paste`` + +Potete generare le patch con ``git format-patch`` e usare Mutt per inviarle:: + + $ mutt -H 0001-some-bug-fix.patch + +Opzioni per la configurazione: + +Tutto dovrebbe funzionare già nella configurazione base. +Tuttavia, è una buona idea quella di impostare ``send_charset``:: + + set send_charset="us-ascii:utf-8" + +Mutt è molto personalizzabile. Qui di seguito trovate la configurazione minima +per iniziare ad usare Mutt per inviare patch usando Gmail:: + + # .muttrc + # ================ IMAP ==================== + set imap_user = 'yourusername@gmail.com' + set imap_pass = 'yourpassword' + set spoolfile = imaps://imap.gmail.com/INBOX + set folder = imaps://imap.gmail.com/ + set record="imaps://imap.gmail.com/[Gmail]/Sent Mail" + set postponed="imaps://imap.gmail.com/[Gmail]/Drafts" + set mbox="imaps://imap.gmail.com/[Gmail]/All Mail" + + # ================ SMTP ==================== + set smtp_url = "smtp://username@smtp.gmail.com:587/" + set smtp_pass = $imap_pass + set ssl_force_tls = yes # Require encrypted connection + + # ================ Composition ==================== + set editor = `echo \$EDITOR` + set edit_headers = yes # See the headers when editing + set charset = UTF-8 # value of $LANG; also fallback for send_charset + # Sender, email address, and sign-off line must match + unset use_domain # because joe@localhost is just embarrassing + set realname = "YOUR NAME" + set from = "username@gmail.com" + set use_from = yes + +La documentazione di Mutt contiene molte più informazioni: + + https://gitlab.com/muttmua/mutt/-/wikis/UseCases/Gmail + + http://www.mutt.org/doc/manual/ + +Pine (TUI) +********** + +Pine aveva alcuni problemi con gli spazi vuoti, ma questi dovrebbero essere +stati risolti. + +Se potete usate alpine (il successore di pine). + +Opzioni di configurazione: + +- Nelle versioni più recenti è necessario avere ``quell-flowed-text`` +- l'opzione ``no-strip-whitespace-before-send`` è necessaria + +Sylpheed (GUI) +************** + +- funziona bene per aggiungere testo in linea (o usando allegati) +- permette di utilizzare editor esterni +- è lento su cartelle grandi +- non farà l'autenticazione TSL SMTP su una connessione non SSL +- ha un utile righello nella finestra di scrittura +- la rubrica non comprende correttamente il nome da visualizzare e + l'indirizzo associato + +Thunderbird (GUI) +***************** + +Thunderbird è un clone di Outlook a cui piace maciullare il testo, ma esistono +modi per impedirglielo. + +- permettere l'uso di editor esterni: + La cosa più semplice da fare con Thunderbird e le patch è quello di usare + l'estensione "external editor" e di usare il vostro ``$EDITOR`` preferito per + leggere/includere patch nel vostro messaggio. Per farlo, scaricate ed + installate l'estensione e aggiungete un bottone per chiamarla rapidamente + usando :menuselection:`Visualizza-->Barra degli strumenti-->Personalizza...`; + una volta fatto potrete richiamarlo premendo sul bottone mentre siete nella + finestra :menuselection:`Scrivi` + + Tenete presente che "external editor" richiede che il vostro editor non + faccia alcun fork, in altre parole, l'editor non deve ritornare prima di + essere stato chiuso. Potreste dover passare dei parametri aggiuntivi al + vostro editor oppure cambiargli la configurazione. Per esempio, usando + gvim dovrete aggiungere l'opzione -f ``/usr/bin/gvim -f`` (Se il binario + si trova in ``/usr/bin``) nell'apposito campo nell'interfaccia di + configurazione di :menuselection:`external editor`. Se usate altri editor + consultate il loro manuale per sapere come configurarli. + +Per rendere l'editor interno un po' più sensato, fate così: + +- Modificate le impostazioni di Thunderbird per far si che non usi + ``format=flowed``. Andate in :menuselection:`Modifica-->Preferenze-->Avanzate-->Editor di configurazione` + per invocare il registro delle impostazioni. + +- impostate ``mailnews.send_plaintext_flowed`` a ``false`` + +- impostate ``mailnews.wraplength`` da ``72`` a ``0`` + +- :menuselection:`Visualizza-->Corpo del messaggio come-->Testo semplice` + +- :menuselection:`Visualizza-->Codifica del testo-->Unicode` + + +TkRat (GUI) +*********** + +Funziona. Usare "Inserisci file..." o un editor esterno. + +Gmail (Web GUI) +*************** + +Non funziona per inviare le patch. + +Il programma web Gmail converte automaticamente i tab in spazi. + +Allo stesso tempo aggiunge andata a capo ogni 78 caratteri. Comunque +il problema della conversione fra spazi e tab può essere risolto usando +un editor esterno. + +Un altro problema è che Gmail usa la codifica base64 per tutti quei messaggi +che contengono caratteri non ASCII. Questo include cose tipo i nomi europei. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/howto.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/howto.rst new file mode 100644 index 000000000..052f1b361 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/howto.rst @@ -0,0 +1,642 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/howto.rst <process_howto>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_process_howto: + +Come partecipare allo sviluppo del kernel Linux +=============================================== + +Questo è il documento fulcro di quanto trattato sull'argomento. +Esso contiene le istruzioni su come diventare uno sviluppatore +del kernel Linux e spiega come lavorare con la comunità di +sviluppo kernel Linux. Il documento non tratterà alcun aspetto +tecnico relativo alla programmazione del kernel, ma vi aiuterà +indirizzandovi sulla corretta strada. + +Se qualsiasi cosa presente in questo documento diventasse obsoleta, +vi preghiamo di inviare le correzioni agli amministratori di questo +file, indicati in fondo al presente documento. + +Introduzione +------------ +Dunque, volete imparare come diventare sviluppatori del kernel Linux? +O vi è stato detto dal vostro capo, "Vai, scrivi un driver Linux per +questo dispositivo". Bene, l'obbiettivo di questo documento è quello +di insegnarvi tutto ciò che dovete sapere per raggiungere il vostro +scopo descrivendo il procedimento da seguire e consigliandovi +su come lavorare con la comunità. Il documento cercherà, inoltre, +di spiegare alcune delle ragioni per le quali la comunità lavora in un +modo suo particolare. + +Il kernel è scritto prevalentemente nel linguaggio C con alcune parti +specifiche dell'architettura scritte in linguaggio assembly. +Per lo sviluppo kernel è richiesta una buona conoscenza del linguaggio C. +L'assembly (di qualsiasi architettura) non è richiesto, a meno che non +pensiate di fare dello sviluppo di basso livello per un'architettura. +Sebbene essi non siano un buon sostituto ad un solido studio del +linguaggio C o ad anni di esperienza, i seguenti libri sono, se non +altro, utili riferimenti: + +- "The C Programming Language" di Kernighan e Ritchie [Prentice Hall] +- "Practical C Programming" di Steve Oualline [O'Reilly] +- "C: A Reference Manual" di Harbison and Steele [Prentice Hall] + +Il kernel è stato scritto usando GNU C e la toolchain GNU. +Sebbene si attenga allo standard ISO C11, esso utilizza una serie di +estensioni che non sono previste in questo standard. Il kernel è un +ambiente C indipendente, che non ha alcuna dipendenza dalle librerie +C standard, così alcune parti del C standard non sono supportate. +Le divisioni ``long long`` e numeri in virgola mobile non sono permessi. +Qualche volta è difficile comprendere gli assunti che il kernel ha +riguardo gli strumenti e le estensioni in uso, e sfortunatamente non +esiste alcuna indicazione definitiva. Per maggiori informazioni, controllate, +la pagina `info gcc`. + +Tenete a mente che state cercando di apprendere come lavorare con la comunità +di sviluppo già esistente. Questo è un gruppo eterogeneo di persone, con alti +standard di codifica, di stile e di procedura. Questi standard sono stati +creati nel corso del tempo basandosi su quanto hanno riscontrato funzionare al +meglio per un squadra così grande e geograficamente sparsa. Cercate di +imparare, in anticipo, il più possibile circa questi standard, poichè ben +spiegati; non aspettatevi che gli altri si adattino al vostro modo di fare +o a quello della vostra azienda. + +Note legali +------------ +Il codice sorgente del kernel Linux è rilasciato sotto GPL. Siete pregati +di visionare il file, COPYING, presente nella cartella principale dei +sorgente, per eventuali dettagli sulla licenza. Se avete ulteriori domande +sulla licenza, contattate un avvocato, non chiedete sulle liste di discussione +del kernel Linux. Le persone presenti in queste liste non sono avvocati, +e non dovreste basarvi sulle loro dichiarazioni in materia giuridica. + +Per domande più frequenti e risposte sulla licenza GPL, guardare: + + https://www.gnu.org/licenses/gpl-faq.html + +Documentazione +-------------- +I sorgenti del kernel Linux hanno una vasta base di documenti che vi +insegneranno come interagire con la comunità del kernel. Quando nuove +funzionalità vengono aggiunte al kernel, si raccomanda di aggiungere anche i +relativi file di documentatione che spiegano come usarele. +Quando un cambiamento del kernel genera anche un cambiamento nell'interfaccia +con lo spazio utente, è raccomandabile che inviate una notifica o una +correzione alle pagine *man* spiegando tale modifica agli amministratori di +queste pagine all'indirizzo mtk.manpages@gmail.com, aggiungendo +in CC la lista linux-api@vger.kernel.org. + +Di seguito una lista di file che sono presenti nei sorgente del kernel e che +è richiesto che voi leggiate: + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/admin-guide/README.rst <it_readme>` + Questo file da una piccola anteprima del kernel Linux e descrive il + minimo necessario per configurare e generare il kernel. I novizi + del kernel dovrebbero iniziare da qui. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/changes.rst <it_changes>` + + Questo file fornisce una lista dei pacchetti software necessari + a compilare e far funzionare il kernel con successo. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst <it_codingstyle>` + + Questo file descrive lo stile della codifica per il kernel Linux, + e parte delle motivazioni che ne sono alla base. Tutto il nuovo codice deve + seguire le linee guida in questo documento. Molti amministratori + accetteranno patch solo se queste osserveranno tali regole, e molte + persone revisioneranno il codice solo se scritto nello stile appropriato. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>` + + Questo file descrive dettagliatamente come creare ed inviare una patch + con successo, includendo (ma non solo questo): + + - Contenuto delle email + - Formato delle email + - I destinatari delle email + + Seguire tali regole non garantirà il successo (tutte le patch sono soggette + a controlli realitivi a contenuto e stile), ma non seguirle lo precluderà + sempre. + + Altre ottime descrizioni di come creare buone patch sono: + + "The Perfect Patch" + https://www.ozlabs.org/~akpm/stuff/tpp.txt + + "Linux kernel patch submission format" + https://web.archive.org/web/20180829112450/http://linux.yyz.us/patch-format.html + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/stable-api-nonsense.rst <it_stable_api_nonsense>` + + Questo file descrive la motivazioni sottostanti la conscia decisione di + non avere un API stabile all'interno del kernel, incluso cose come: + + - Sottosistemi shim-layers (per compatibilità?) + - Portabilità fra Sistemi Operativi dei driver. + - Attenuare i rapidi cambiamenti all'interno dei sorgenti del kernel + (o prevenirli) + + Questo documento è vitale per la comprensione della filosifia alla base + dello sviluppo di Linux ed è molto importante per le persone che arrivano + da esperienze con altri Sistemi Operativi. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/admin-guide/security-bugs.rst <it_securitybugs>` + Se ritenete di aver trovato un problema di sicurezza nel kernel Linux, + seguite i passaggi scritti in questo documento per notificarlo agli + sviluppatori del kernel, ed aiutare la risoluzione del problema. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/management-style.rst <it_managementstyle>` + Questo documento descrive come i manutentori del kernel Linux operano + e la filosofia comune alla base del loro metodo. Questa è un'importante + lettura per tutti coloro che sono nuovi allo sviluppo del kernel (o per + chi è semplicemente curioso), poiché risolve molti dei più comuni + fraintendimenti e confusioni dovuti al particolare comportamento dei + manutentori del kernel. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/stable-kernel-rules.rst <it_stable_kernel_rules>` + Questo file descrive le regole sulle quali vengono basati i rilasci del + kernel, e spiega cosa fare se si vuole che una modifica venga inserita + in uno di questi rilasci. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/kernel-docs.rst <it_kernel_docs>` + Una lista di documenti pertinenti allo sviluppo del kernel. + Per favore consultate questa lista se non trovate ciò che cercate nella + documentazione interna del kernel. + + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/applying-patches.rst <it_applying_patches>` + Una buona introduzione che descrivere esattamente cos'è una patch e come + applicarla ai differenti rami di sviluppo del kernel. + +Il kernel inoltre ha un vasto numero di documenti che possono essere +automaticamente generati dal codice sorgente stesso o da file +ReStructuredText (ReST), come questo. Esso include una completa +descrizione dell'API interna del kernel, e le regole su come gestire la +sincronizzazione (locking) correttamente + +Tutte queste tipologie di documenti possono essere generati in PDF o in +HTML utilizzando:: + + make pdfdocs + make htmldocs + +rispettivamente dalla cartella principale dei sorgenti del kernel. + +I documenti che impiegano ReST saranno generati nella cartella +Documentation/output. +Questi posso essere generati anche in formato LaTex e ePub con:: + + make latexdocs + make epubdocs + +Diventare uno sviluppatore del kernel +------------------------------------- +Se non sapete nulla sullo sviluppo del kernel Linux, dovreste dare uno +sguardo al progetto *Linux KernelNewbies*: + + https://kernelnewbies.org + +Esso prevede un'utile lista di discussione dove potete porre più o meno ogni +tipo di quesito relativo ai concetti fondamentali sullo sviluppo del kernel +(assicuratevi di cercare negli archivi, prima di chiedere qualcosa alla +quale è già stata fornita risposta in passato). Esistono inoltre, un canale IRC +che potete usare per formulare domande in tempo reale, e molti documenti utili +che vi faciliteranno nell'apprendimento dello sviluppo del kernel Linux. + +Il sito internet contiene informazioni di base circa l'organizzazione del +codice, sottosistemi e progetti attuali (sia interni che esterni a Linux). +Esso descrive, inoltre, informazioni logistiche di base, riguardanti ad esempio +la compilazione del kernel e l'applicazione di una modifica. + +Se non sapete dove cominciare, ma volete cercare delle attività dalle quali +partire per partecipare alla comunità di sviluppo, andate al progetto Linux +Kernel Janitor's. + + https://kernelnewbies.org/KernelJanitors + +È un buon posto da cui iniziare. Esso presenta una lista di problematiche +relativamente semplici da sistemare e pulire all'interno della sorgente del +kernel Linux. Lavorando con gli sviluppatori incaricati di questo progetto, +imparerete le basi per l'inserimento delle vostre modifiche all'interno dei +sorgenti del kernel Linux, e possibilmente, sarete indirizzati al lavoro +successivo da svolgere, se non ne avrete ancora idea. + +Prima di apportare una qualsiasi modifica al codice del kernel Linux, +è imperativo comprendere come tale codice funziona. A questo scopo, non c'è +nulla di meglio che leggerlo direttamente (la maggior parte dei bit più +complessi sono ben commentati), eventualmente anche con l'aiuto di strumenti +specializzati. Uno degli strumenti che è particolarmente raccomandato è +il progetto Linux Cross-Reference, che è in grado di presentare codice +sorgente in un formato autoreferenziale ed indicizzato. Un eccellente ed +aggiornata fonte di consultazione del codice del kernel la potete trovare qui: + + https://elixir.bootlin.com/ + + +Il processo di sviluppo +----------------------- +Il processo di sviluppo del kernel Linux si compone di pochi "rami" principali +e di molti altri rami per specifici sottosistemi. Questi rami sono: + + - I sorgenti kernel 4.x + - I sorgenti stabili del kernel 4.x.y -stable + - Sorgenti dei sottosistemi del kernel e le loro modifiche + - Il kernel 4.x -next per test d'integrazione + +I sorgenti kernel 4.x +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +I kernel 4.x sono amministrati da Linus Torvald, e possono essere trovati +su https://kernel.org nella cartella pub/linux/kernel/v4.x/. Il processo +di sviluppo è il seguente: + + - Non appena un nuovo kernel viene rilasciato si apre una finestra di due + settimane. Durante questo periodo i manutentori possono proporre a Linus + dei grossi cambiamenti; solitamente i cambiamenti che sono già stati + inseriti nel ramo -next del kernel per alcune settimane. Il modo migliore + per sottoporre dei cambiamenti è attraverso git (lo strumento usato per + gestire i sorgenti del kernel, più informazioni sul sito + https://git-scm.com/) ma anche delle patch vanno bene. + + - Al termine delle due settimane un kernel -rc1 viene rilasciato e + l'obbiettivo ora è quello di renderlo il più solido possibile. A questo + punto la maggior parte delle patch dovrebbero correggere un'eventuale + regressione. I bachi che sono sempre esistiti non sono considerabili come + regressioni, quindi inviate questo tipo di cambiamenti solo se sono + importanti. Notate che un intero driver (o filesystem) potrebbe essere + accettato dopo la -rc1 poiché non esistono rischi di una possibile + regressione con tale cambiamento, fintanto che quest'ultimo è + auto-contenuto e non influisce su aree esterne al codice che è stato + aggiunto. git può essere utilizzato per inviare le patch a Linus dopo che + la -rc1 è stata rilasciata, ma è anche necessario inviare le patch ad + una lista di discussione pubblica per un'ulteriore revisione. + + - Una nuova -rc viene rilasciata ogni volta che Linus reputa che gli attuali + sorgenti siano in uno stato di salute ragionevolmente adeguato ai test. + L'obiettivo è quello di rilasciare una nuova -rc ogni settimana. + + - Il processo continua fino a che il kernel è considerato "pronto"; tale + processo dovrebbe durare circa in 6 settimane. + +È utile menzionare quanto scritto da Andrew Morton sulla lista di discussione +kernel-linux in merito ai rilasci del kernel: + + *"Nessuno sa quando un kernel verrà rilasciato, poichè questo è + legato allo stato dei bachi e non ad una cronologia preventiva."* + +I sorgenti stabili del kernel 4.x.y -stable +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +I kernel con versioni in 3-parti sono "kernel stabili". Essi contengono +correzioni critiche relativamente piccole nell'ambito della sicurezza +oppure significative regressioni scoperte in un dato 4.x kernel. + +Questo è il ramo raccomandato per gli utenti che vogliono un kernel recente +e stabile e non sono interessati a dare il proprio contributo alla verifica +delle versioni di sviluppo o sperimentali. + +Se non è disponibile alcun kernel 4.x.y., quello più aggiornato e stabile +sarà il kernel 4.x con la numerazione più alta. + +4.x.y sono amministrati dal gruppo "stable" <stable@vger.kernel.org>, e sono +rilasciati a seconda delle esigenze. Il normale periodo di rilascio è +approssimativamente di due settimane, ma può essere più lungo se non si +verificano problematiche urgenti. Un problema relativo alla sicurezza, invece, +può determinare un rilascio immediato. + +Il file Documentation/process/stable-kernel-rules.rst (nei sorgenti) documenta +quali tipologie di modifiche sono accettate per i sorgenti -stable, e come +avviene il processo di rilascio. + + +Sorgenti dei sottosistemi del kernel e le loro patch +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +I manutentori dei diversi sottosistemi del kernel --- ed anche molti +sviluppatori di sottosistemi --- mostrano il loro attuale stato di sviluppo +nei loro repositori. In questo modo, altri possono vedere cosa succede nelle +diverse parti del kernel. In aree dove lo sviluppo è rapido, potrebbe essere +chiesto ad uno sviluppatore di basare le proprie modifiche su questi repositori +in modo da evitare i conflitti fra le sottomissioni ed altri lavori in corso + +La maggior parte di questi repositori sono git, ma esistono anche altri SCM +in uso, o file di patch pubblicate come una serie quilt. +Gli indirizzi dei repositori di sottosistema sono indicati nel file +MAINTAINERS. Molti di questi posso essere trovati su https://git.kernel.org/. + +Prima che una modifica venga inclusa in questi sottosistemi, sarà soggetta ad +una revisione che inizialmente avviene tramite liste di discussione (vedere la +sezione dedicata qui sotto). Per molti sottosistemi del kernel, tale processo +di revisione è monitorato con lo strumento patchwork. +Patchwork offre un'interfaccia web che mostra le patch pubblicate, inclusi i +commenti o le revisioni fatte, e gli amministratori possono indicare le patch +come "in revisione", "accettate", o "rifiutate". Diversi siti Patchwork sono +elencati al sito https://patchwork.kernel.org/. + +Il kernel 4.x -next per test d'integrazione +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Prima che gli aggiornamenti dei sottosistemi siano accorpati nel ramo +principale 4.x, sarà necessario un test d'integrazione. +A tale scopo, esiste un repositorio speciale di test nel quale virtualmente +tutti i rami dei sottosistemi vengono inclusi su base quotidiana: + + https://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/next/linux-next.git + +In questo modo, i kernel -next offrono uno sguardo riassuntivo su quello che +ci si aspetterà essere nel kernel principale nel successivo periodo +d'incorporazione. +Coloro che vorranno fare dei test d'esecuzione del kernel -next sono più che +benvenuti. + + +Riportare Bug +------------- + +Il file 'Documentation/admin-guide/reporting-issues.rst' nella +cartella principale del kernel spiega come segnalare un baco nel +kernel, e fornisce dettagli su quali informazioni sono necessarie agli +sviluppatori del kernel per poter studiare il problema. + +Gestire i rapporti sui bug +-------------------------- + +Uno dei modi migliori per mettere in pratica le vostre capacità di hacking è +quello di riparare bachi riportati da altre persone. Non solo aiuterete a far +diventare il kernel più stabile, ma imparerete a riparare problemi veri dal +mondo ed accrescerete le vostre competenze, e gli altri sviluppatori saranno +al corrente della vostra presenza. Riparare bachi è una delle migliori vie per +acquisire meriti tra gli altri sviluppatori, perchè non a molte persone piace +perdere tempo a sistemare i bachi di altri. + +Per lavorare sui bachi già segnalati, per prima cosa cercate il +sottosistema che vi interessa. Poi, verificate nel file MAINTAINERS +dove vengono collezionati solitamente i bachi per quel sottosistema; +spesso sarà una lista di discussione, raramente un bugtracker. Cercate +bachi nell'archivio e aiutate dove credete di poterlo fare. Potete +anche consultare https://bugzilla.kernel.org; però, solo una manciata di +sottosistemi lo usano attivamente, ciò nonostante i bachi che +coinvolgono l'intero kernel sono sempre riportati lì. + +Liste di discussione +-------------------- + +Come descritto in molti dei documenti qui sopra, la maggior parte degli +sviluppatori del kernel partecipano alla lista di discussione Linux Kernel. +I dettagli su come iscriversi e disiscriversi dalla lista possono essere +trovati al sito: + + http://vger.kernel.org/vger-lists.html#linux-kernel + +Ci sono diversi archivi della lista di discussione. Usate un qualsiasi motore +di ricerca per trovarli. Per esempio: + + https://lore.kernel.org/lkml/ + +É caldamente consigliata una ricerca in questi archivi sul tema che volete +sollevare, prima di pubblicarlo sulla lista. Molte cose sono già state +discusse in dettaglio e registrate negli archivi della lista di discussione. + +Molti dei sottosistemi del kernel hanno anche una loro lista di discussione +dedicata. Guardate nel file MAINTAINERS per avere una lista delle liste di +discussione e il loro uso. + +Molte di queste liste sono gestite su kernel.org. Per informazioni consultate +la seguente pagina: + + http://vger.kernel.org/vger-lists.html + +Per favore ricordatevi della buona educazione quando utilizzate queste liste. +Sebbene sia un pò dozzinale, il seguente URL contiene alcune semplici linee +guida per interagire con la lista (o con qualsiasi altra lista): + + http://www.albion.com/netiquette/ + +Se diverse persone rispondo alla vostra mail, la lista dei riceventi (copia +conoscenza) potrebbe diventare abbastanza lunga. Non cancellate nessuno dalla +lista di CC: senza un buon motivo, e non rispondete solo all'indirizzo +della lista di discussione. Fateci l'abitudine perché capita spesso di +ricevere la stessa email due volte: una dal mittente ed una dalla lista; e non +cercate di modificarla aggiungendo intestazioni stravaganti, agli altri non +piacerà. + +Ricordate di rimanere sempre in argomento e di mantenere le attribuzioni +delle vostre risposte invariate; mantenete il "John Kernelhacker wrote ...:" +in cima alla vostra replica e aggiungete le vostre risposte fra i singoli +blocchi citati, non scrivete all'inizio dell'email. + +Se aggiungete patch alla vostra mail, assicuratevi che siano del tutto +leggibili come indicato in Documentation/process/submitting-patches.rst. +Gli sviluppatori kernel non vogliono avere a che fare con allegati o patch +compresse; vogliono invece poter commentare le righe dei vostri cambiamenti, +il che può funzionare solo in questo modo. +Assicuratevi di utilizzare un gestore di mail che non alterì gli spazi ed i +caratteri. Un ottimo primo test è quello di inviare a voi stessi una mail e +cercare di sottoporre la vostra stessa patch. Se non funziona, sistemate il +vostro programma di posta, o cambiatelo, finché non funziona. + +Ed infine, per favore ricordatevi di mostrare rispetto per gli altri +sottoscriventi. + +Lavorare con la comunità +------------------------ + +L'obiettivo di questa comunità è quello di fornire il miglior kernel possibile. +Quando inviate una modifica che volete integrare, sarà valutata esclusivamente +dal punto di vista tecnico. Quindi, cosa dovreste aspettarvi? + + - critiche + - commenti + - richieste di cambiamento + - richieste di spiegazioni + - nulla + +Ricordatevi che questo fa parte dell'integrazione della vostra modifica +all'interno del kernel. Dovete essere in grado di accettare le critiche, +valutarle a livello tecnico ed eventualmente rielaborare nuovamente le vostre +modifiche o fornire delle chiare e concise motivazioni per le quali le +modifiche suggerite non dovrebbero essere fatte. +Se non riceverete risposte, aspettate qualche giorno e riprovate ancora, +qualche volta le cose si perdono nell'enorme mucchio di email. + +Cosa non dovreste fare? + + - aspettarvi che la vostra modifica venga accettata senza problemi + - mettervi sulla difensiva + - ignorare i commenti + - sottomettere nuovamente la modifica senza fare nessuno dei cambiamenti + richiesti + +In una comunità che è alla ricerca delle migliori soluzioni tecniche possibili, +ci saranno sempre opinioni differenti sull'utilità di una modifica. +Siate cooperativi e vogliate adattare la vostra idea in modo che sia inserita +nel kernel. O almeno vogliate dimostrare che la vostra idea vale. +Ricordatevi, sbagliare è accettato fintanto che siate disposti a lavorare verso +una soluzione che è corretta. + +È normale che le risposte alla vostra prima modifica possa essere +semplicemente una lista con dozzine di cose che dovreste correggere. +Questo **non** implica che la vostra patch non sarà accettata, e questo +**non** è contro di voi personalmente. +Semplicemente correggete tutte le questioni sollevate contro la vostra modifica +ed inviatela nuovamente. + +Differenze tra la comunità del kernel e le strutture aziendali +-------------------------------------------------------------- + +La comunità del kernel funziona diversamente rispetto a molti ambienti di +sviluppo aziendali. Qui di seguito una lista di cose che potete provare a +fare per evitare problemi: + + Cose da dire riguardanti le modifiche da voi proposte: + + - "Questo risolve più problematiche." + - "Questo elimina 2000 stringhe di codice." + - "Qui una modifica che spiega cosa sto cercando di fare." + - "L'ho testato su 5 diverse architetture.." + - "Qui una serie di piccole modifiche che.." + - "Questo aumenta le prestazioni di macchine standard..." + + Cose che dovreste evitare di dire: + + - "Lo abbiamo fatto in questo modo in AIX/ptx/Solaris, di conseguenza + deve per forza essere giusto..." + - "Ho fatto questo per 20 anni, quindi.." + - "Questo è richiesto dalla mia Azienda per far soldi" + - "Questo è per la linea di prodotti della nostra Azienda" + - "Ecco il mio documento di design di 1000 pagine che descrive ciò che ho + in mente" + - "Ci ho lavorato per 6 mesi..." + - "Ecco una patch da 5000 righe che.." + - "Ho riscritto il pasticcio attuale, ed ecco qua.." + - "Ho una scadenza, e questa modifica ha bisogno di essere approvata ora" + +Un'altra cosa nella quale la comunità del kernel si differenzia dai più +classici ambienti di ingegneria del software è la natura "senza volto" delle +interazioni umane. Uno dei benefici dell'uso delle email e di irc come forma +primordiale di comunicazione è l'assenza di discriminazione basata su genere e +razza. L'ambienti di lavoro Linux accetta donne e minoranze perchè tutto quello +che sei è un indirizzo email. Aiuta anche l'aspetto internazionale nel +livellare il terreno di gioco perchè non è possibile indovinare il genere +basandosi sul nome di una persona. Un uomo può chiamarsi Andrea ed una donna +potrebbe chiamarsi Pat. Gran parte delle donne che hanno lavorato al kernel +Linux e che hanno espresso una personale opinione hanno avuto esperienze +positive. + +La lingua potrebbe essere un ostacolo per quelle persone che non si trovano +a loro agio con l'inglese. Una buona padronanza del linguaggio può essere +necessaria per esporre le proprie idee in maniera appropiata all'interno +delle liste di discussione, quindi è consigliabile che rileggiate le vostre +email prima di inviarle in modo da essere certi che abbiano senso in inglese. + + +Spezzare le vostre modifiche +---------------------------- + +La comunità del kernel Linux non accetta con piacere grossi pezzi di codice +buttati lì tutti in una volta. Le modifiche necessitano di essere +adeguatamente presentate, discusse, e suddivise in parti più piccole ed +indipendenti. Questo è praticamente l'esatto opposto di quello che le +aziende fanno solitamente. La vostra proposta dovrebbe, inoltre, essere +presentata prestissimo nel processo di sviluppo, così che possiate ricevere +un riscontro su quello che state facendo. Lasciate che la comunità +senta che state lavorando con loro, e che non li stiate sfruttando come +discarica per le vostre aggiunte. In ogni caso, non inviate 50 email nello +stesso momento in una lista di discussione, il più delle volte la vostra serie +di modifiche dovrebbe essere più piccola. + +I motivi per i quali dovreste frammentare le cose sono i seguenti: + +1) Piccole modifiche aumentano le probabilità che vengano accettate, + altrimenti richiederebbe troppo tempo o sforzo nel verificarne + la correttezza. Una modifica di 5 righe può essere accettata da un + manutentore con a mala pena una seconda occhiata. Invece, una modifica da + 500 linee può richiedere ore di rilettura per verificarne la correttezza + (il tempo necessario è esponenzialmente proporzionale alla dimensione della + modifica, o giù di lì) + + Piccole modifiche sono inoltre molto facili da debuggare quando qualcosa + non va. È molto più facile annullare le modifiche una per una che + dissezionare una patch molto grande dopo la sua sottomissione (e rompere + qualcosa). + +2) È importante non solo inviare piccole modifiche, ma anche riscriverle e + semplificarle (o più semplicemente ordinarle) prima di sottoporle. + +Qui un'analogia dello sviluppatore kernel Al Viro: + + *"Pensate ad un insegnante di matematica che corregge il compito + di uno studente (di matematica). L'insegnante non vuole vedere le + prove e gli errori commessi dallo studente prima che arrivi alla + soluzione. Vuole vedere la risposta più pulita ed elegante + possibile. Un buono studente lo sa, e non presenterebbe mai le + proprie bozze prima prima della soluzione finale"* + + *"Lo stesso vale per lo sviluppo del kernel. I manutentori ed i + revisori non vogliono vedere il procedimento che sta dietro al + problema che uno sta risolvendo. Vogliono vedere una soluzione + semplice ed elegante."* + +Può essere una vera sfida il saper mantenere l'equilibrio fra una presentazione +elegante della vostra soluzione, lavorare insieme ad una comunità e dibattere +su un lavoro incompleto. Pertanto è bene entrare presto nel processo di +revisione per migliorare il vostro lavoro, ma anche per riuscire a tenere le +vostre modifiche in pezzettini che potrebbero essere già accettate, nonostante +la vostra intera attività non lo sia ancora. + +In fine, rendetevi conto che non è accettabile inviare delle modifiche +incomplete con la promessa che saranno "sistemate dopo". + + +Giustificare le vostre modifiche +-------------------------------- + +Insieme alla frammentazione delle vostre modifiche, è altrettanto importante +permettere alla comunità Linux di capire perché dovrebbero accettarle. +Nuove funzionalità devono essere motivate come necessarie ed utili. + + +Documentare le vostre modifiche +------------------------------- + +Quando inviate le vostre modifiche, fate particolare attenzione a quello che +scrivete nella vostra email. Questa diventerà il *ChangeLog* per la modifica, +e sarà visibile a tutti per sempre. Dovrebbe descrivere la modifica nella sua +interezza, contenendo: + + - perchè la modifica è necessaria + - l'approccio d'insieme alla patch + - dettagli supplementari + - risultati dei test + +Per maggiori dettagli su come tutto ciò dovrebbe apparire, riferitevi alla +sezione ChangeLog del documento: + + "The Perfect Patch" + http://www.ozlabs.org/~akpm/stuff/tpp.txt + +A volte tutto questo è difficile da realizzare. Il perfezionamento di queste +pratiche può richiedere anni (eventualmente). È un processo continuo di +miglioramento che richiede molta pazienza e determinazione. Ma non mollate, +si può fare. Molti lo hanno fatto prima, ed ognuno ha dovuto iniziare dove +siete voi ora. + + + + +---------- + +Grazie a Paolo Ciarrocchi che ha permesso che la sezione "Development Process" +(https://lwn.net/Articles/94386/) fosse basata sui testi da lui scritti, ed a +Randy Dunlap e Gerrit Huizenga per la lista di cose che dovreste e non +dovreste dire. Grazie anche a Pat Mochel, Hanna Linder, Randy Dunlap, +Kay Sievers, Vojtech Pavlik, Jan Kara, Josh Boyer, Kees Cook, Andrew Morton, +Andi Kleen, Vadim Lobanov, Jesper Juhl, Adrian Bunk, Keri Harris, Frans Pop, +David A. Wheeler, Junio Hamano, Michael Kerrisk, e Alex Shepard per le +loro revisioni, commenti e contributi. Senza il loro aiuto, questo documento +non sarebbe stato possibile. + +Manutentore: Greg Kroah-Hartman <greg@kroah.com> diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/index.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/index.rst new file mode 100644 index 000000000..8d4e36a07 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/index.rst @@ -0,0 +1,69 @@ +.. raw:: latex + + \renewcommand\thesection* + \renewcommand\thesubsection* + +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/index.rst <process_index>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_process_index: + +Lavorare con la comunità di sviluppo del kernel +=============================================== + +Quindi volete diventare sviluppatori del kernel? Benvenuti! C'è molto da +imparare sul lato tecnico del kernel, ma è anche importante capire come +funziona la nostra comunità. Leggere questi documenti renderà più facile +l'accettazione delle vostre modifiche con il minimo sforzo. + +Di seguito le guide che ogni sviluppatore dovrebbe leggere. + +.. toctree:: + :maxdepth: 1 + + howto + code-of-conduct + development-process + submitting-patches + programming-language + coding-style + maintainer-pgp-guide + email-clients + kernel-enforcement-statement + kernel-driver-statement + +Poi ci sono altre guide sulla comunità che sono di interesse per molti +degli sviluppatori: + +.. toctree:: + :maxdepth: 1 + + changes + stable-api-nonsense + management-style + stable-kernel-rules + submit-checklist + kernel-docs + maintainers + +Ed infine, qui ci sono alcune guide più tecniche che son state messe qua solo +perché non si è trovato un posto migliore. + +.. toctree:: + :maxdepth: 1 + + applying-patches + adding-syscalls + magic-number + volatile-considered-harmful + clang-format + ../riscv/patch-acceptance + +.. only:: subproject and html + + Indices + ======= + + * :ref:`genindex` diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-docs.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-docs.rst new file mode 100644 index 000000000..38e0a9551 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-docs.rst @@ -0,0 +1,18 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/kernel-docs.rst <kernel_docs>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + + +.. _it_kernel_docs: + +Indice di documenti per le persone interessate a capire e/o scrivere per il kernel Linux +======================================================================================== + +.. note:: + Questo documento contiene riferimenti a documenti in lingua inglese; inoltre + utilizza dai campi *ReStructuredText* di supporto alla ricerca e che per + questo motivo è meglio non tradurre al fine di garantirne un corretto + utilizzo. + Per questi motivi il documento non verrà tradotto. Per favore fate + riferimento al documento originale in lingua inglese. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-driver-statement.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-driver-statement.rst new file mode 100644 index 000000000..f016a75a9 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-driver-statement.rst @@ -0,0 +1,211 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/kernel-driver-statement.rst <process_statement_driver>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_process_statement_driver: + +Dichiarazioni sui driver per il kernel +====================================== + +Presa di posizione sui moduli per il kernel Linux +------------------------------------------------- + +Noi, i sottoscritti sviluppatori del kernel, consideriamo pericoloso +o indesiderato qualsiasi modulo o driver per il kernel Linux di tipo +*a sorgenti chiusi* (*closed-source*). Ripetutamente, li abbiamo +trovati deleteri per gli utenti Linux, le aziende, ed in generale +l'ecosistema Linux. Questi moduli impediscono l'apertura, la stabilità, +la flessibilità, e la manutenibilità del modello di sviluppo di Linux +e impediscono ai loro utenti di beneficiare dell'esperienza dalla +comunità Linux. I fornitori che distribuiscono codice a sorgenti chiusi +obbligano i propri utenti a rinunciare ai principali vantaggi di Linux +o a cercarsi nuovi fornitori. +Perciò, al fine di sfruttare i vantaggi che codice aperto ha da offrire, +come l'abbattimento dei costi e un supporto condiviso, spingiamo i +fornitori ad adottare una politica di supporto ai loro clienti Linux +che preveda il rilascio dei sorgenti per il kernel. + +Parliamo solo per noi stessi, e non per una qualsiasi azienda per la +quale lavoriamo oggi, o abbiamo lavorato in passato, o lavoreremo in +futuro. + + + - Dave Airlie + - Nick Andrew + - Jens Axboe + - Ralf Baechle + - Felipe Balbi + - Ohad Ben-Cohen + - Muli Ben-Yehuda + - Jiri Benc + - Arnd Bergmann + - Thomas Bogendoerfer + - Vitaly Bordug + - James Bottomley + - Josh Boyer + - Neil Brown + - Mark Brown + - David Brownell + - Michael Buesch + - Franck Bui-Huu + - Adrian Bunk + - François Cami + - Ralph Campbell + - Luiz Fernando N. Capitulino + - Mauro Carvalho Chehab + - Denis Cheng + - Jonathan Corbet + - Glauber Costa + - Alan Cox + - Magnus Damm + - Ahmed S. Darwish + - Robert P. J. Day + - Hans de Goede + - Arnaldo Carvalho de Melo + - Helge Deller + - Jean Delvare + - Mathieu Desnoyers + - Sven-Thorsten Dietrich + - Alexey Dobriyan + - Daniel Drake + - Alex Dubov + - Randy Dunlap + - Michael Ellerman + - Pekka Enberg + - Jan Engelhardt + - Mark Fasheh + - J. Bruce Fields + - Larry Finger + - Jeremy Fitzhardinge + - Mike Frysinger + - Kumar Gala + - Robin Getz + - Liam Girdwood + - Jan-Benedict Glaw + - Thomas Gleixner + - Brice Goglin + - Cyrill Gorcunov + - Andy Gospodarek + - Thomas Graf + - Krzysztof Halasa + - Harvey Harrison + - Stephen Hemminger + - Michael Hennerich + - Tejun Heo + - Benjamin Herrenschmidt + - Kristian Høgsberg + - Henrique de Moraes Holschuh + - Marcel Holtmann + - Mike Isely + - Takashi Iwai + - Olof Johansson + - Dave Jones + - Jesper Juhl + - Matthias Kaehlcke + - Kenji Kaneshige + - Jan Kara + - Jeremy Kerr + - Russell King + - Olaf Kirch + - Roel Kluin + - Hans-Jürgen Koch + - Auke Kok + - Peter Korsgaard + - Jiri Kosina + - Aaro Koskinen + - Mariusz Kozlowski + - Greg Kroah-Hartman + - Michael Krufky + - Aneesh Kumar + - Clemens Ladisch + - Christoph Lameter + - Gunnar Larisch + - Anders Larsen + - Grant Likely + - John W. Linville + - Yinghai Lu + - Tony Luck + - Pavel Machek + - Matt Mackall + - Paul Mackerras + - Roland McGrath + - Patrick McHardy + - Kyle McMartin + - Paul Menage + - Thierry Merle + - Eric Miao + - Akinobu Mita + - Ingo Molnar + - James Morris + - Andrew Morton + - Paul Mundt + - Oleg Nesterov + - Luca Olivetti + - S.Çağlar Onur + - Pierre Ossman + - Keith Owens + - Venkatesh Pallipadi + - Nick Piggin + - Nicolas Pitre + - Evgeniy Polyakov + - Richard Purdie + - Mike Rapoport + - Sam Ravnborg + - Gerrit Renker + - Stefan Richter + - David Rientjes + - Luis R. Rodriguez + - Stefan Roese + - Francois Romieu + - Rami Rosen + - Stephen Rothwell + - Maciej W. Rozycki + - Mark Salyzyn + - Yoshinori Sato + - Deepak Saxena + - Holger Schurig + - Amit Shah + - Yoshihiro Shimoda + - Sergei Shtylyov + - Kay Sievers + - Sebastian Siewior + - Rik Snel + - Jes Sorensen + - Alexey Starikovskiy + - Alan Stern + - Timur Tabi + - Hirokazu Takata + - Eliezer Tamir + - Eugene Teo + - Doug Thompson + - FUJITA Tomonori + - Dmitry Torokhov + - Marcelo Tosatti + - Steven Toth + - Theodore Tso + - Matthias Urlichs + - Geert Uytterhoeven + - Arjan van de Ven + - Ivo van Doorn + - Rik van Riel + - Wim Van Sebroeck + - Hans Verkuil + - Horst H. von Brand + - Dmitri Vorobiev + - Anton Vorontsov + - Daniel Walker + - Johannes Weiner + - Harald Welte + - Matthew Wilcox + - Dan J. Williams + - Darrick J. Wong + - David Woodhouse + - Chris Wright + - Bryan Wu + - Rafael J. Wysocki + - Herbert Xu + - Vlad Yasevich + - Peter Zijlstra + - Bartlomiej Zolnierkiewicz + diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-enforcement-statement.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-enforcement-statement.rst new file mode 100644 index 000000000..1f62da622 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/kernel-enforcement-statement.rst @@ -0,0 +1,175 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/kernel-enforcement-statement.rst <process_statement_kernel>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_process_statement_kernel: + +Applicazione della licenza sul kernel Linux +=========================================== + +Come sviluppatori del kernel Linux, abbiamo un certo interessa su come il +nostro software viene usato e su come la sua licenza viene fatta rispettare. +Il rispetto reciproco degli obblighi di condivisione della GPL-2.0 è +fondamentale per la sostenibilità di lungo periodo del nostro software e +della nostra comunità. + +Benché ognuno abbia il diritto a far rispettare il diritto d'autore per i +propri contributi alla nostra comunità, condividiamo l'interesse a far si che +ogni azione individuale nel far rispettare i propri diritti sia condotta in +modo da portare beneficio alla comunità e che non abbia, involontariamente, +impatti negativi sulla salute e la crescita del nostro ecosistema software. +Al fine di scoraggiare l'esecuzione di azioni inutili, concordiamo che è nel +migliore interesse della nostra comunità di sviluppo di impegnarci nel +rispettare i seguenti obblighi nei confronti degli utenti del kernel Linux +per conto nostro e di qualsiasi successore ai nostri interessi sul diritto +d'autore: + + Malgrado le clausole di risoluzione della licenza GPL-2.0, abbiamo + concordato che è nel migliore interesse della nostra comunità di sviluppo + adottare le seguenti disposizioni della GPL-3.0 come permessi aggiuntivi + alla nostra licenza nei confronti di qualsiasi affermazione non difensiva + di diritti sulla licenza. + + In ogni caso, se cessano tutte le violazioni di questa Licenza, allora + la tua licenza da parte di un dato detentore del copyright viene + ripristinata (a) in via cautelativa, a meno che e fino a quando il + detentore del copyright non cessa esplicitamente e definitivamente + la tua licenza, e (b) in via permanente se il detentore del copyright + non ti notifica in alcun modo la violazione entro 60 giorni dalla + cessazione della licenza. + + Inoltre, la tua licenza da parte di un dato detentore del copyright + viene ripristinata in maniera permanente se il detentore del copyright + ti notifica la violazione in maniera adeguata, se questa è la prima + volta che ricevi una notifica di violazione di questa Licenza (per + qualunque Programma) dallo stesso detentore di copyright, e se rimedi + alla violazione entro 30 giorni dalla data di ricezione della notifica + di violazione. + +Fornendo queste garanzie, abbiamo l'intenzione di incoraggiare l'uso del +software. Vogliamo che le aziende e le persone usino, modifichino e +distribuiscano a questo software. Vogliamo lavorare con gli utenti in modo +aperto e trasparente per eliminare ogni incertezza circa le nostre aspettative +sul rispetto o l'ottemperanza alla licenza che possa limitare l'uso del nostro +software. Vediamo l'azione legale come ultima spiaggia, da avviare solo quando +gli altri sforzi della comunità hanno fallito nel risolvere il problema. + +Per finire, una volta che un problema di non rispetto della licenza viene +risolto, speriamo che gli utenti si sentano i benvenuti ad aggregarsi a noi +nello sviluppo di questo progetto. Lavorando assieme, saremo più forti. + +Ad eccezione deve specificato, parliamo per noi stessi, e non per una qualsiasi +azienda per la quale lavoriamo oggi, o per cui abbiamo lavorato in passato, o +lavoreremo in futuro. + + + - Laura Abbott + - Bjorn Andersson (Linaro) + - Andrea Arcangeli + - Neil Armstrong + - Jens Axboe + - Pablo Neira Ayuso + - Khalid Aziz + - Ralf Baechle + - Felipe Balbi + - Arnd Bergmann + - Ard Biesheuvel + - Tim Bird + - Paolo Bonzini + - Christian Borntraeger + - Mark Brown (Linaro) + - Paul Burton + - Javier Martinez Canillas + - Rob Clark + - Kees Cook (Google) + - Jonathan Corbet + - Dennis Dalessandro + - Vivien Didelot (Savoir-faire Linux) + - Hans de Goede + - Mel Gorman (SUSE) + - Sven Eckelmann + - Alex Elder (Linaro) + - Fabio Estevam + - Larry Finger + - Bhumika Goyal + - Andy Gross + - Juergen Gross + - Shawn Guo + - Ulf Hansson + - Stephen Hemminger (Microsoft) + - Tejun Heo + - Rob Herring + - Masami Hiramatsu + - Michal Hocko + - Simon Horman + - Johan Hovold (Hovold Consulting AB) + - Christophe JAILLET + - Olof Johansson + - Lee Jones (Linaro) + - Heiner Kallweit + - Srinivas Kandagatla + - Jan Kara + - Shuah Khan (Samsung) + - David Kershner + - Jaegeuk Kim + - Namhyung Kim + - Colin Ian King + - Jeff Kirsher + - Greg Kroah-Hartman (Linux Foundation) + - Christian König + - Vinod Koul + - Krzysztof Kozlowski + - Viresh Kumar + - Aneesh Kumar K.V + - Julia Lawall + - Doug Ledford + - Chuck Lever (Oracle) + - Daniel Lezcano + - Shaohua Li + - Xin Long + - Tony Luck + - Catalin Marinas (Arm Ltd) + - Mike Marshall + - Chris Mason + - Paul E. McKenney + - Arnaldo Carvalho de Melo + - David S. Miller + - Ingo Molnar + - Kuninori Morimoto + - Trond Myklebust + - Martin K. Petersen (Oracle) + - Borislav Petkov + - Jiri Pirko + - Josh Poimboeuf + - Sebastian Reichel (Collabora) + - Guenter Roeck + - Joerg Roedel + - Leon Romanovsky + - Steven Rostedt (VMware) + - Frank Rowand + - Ivan Safonov + - Anna Schumaker + - Jes Sorensen + - K.Y. Srinivasan + - David Sterba (SUSE) + - Heiko Stuebner + - Jiri Kosina (SUSE) + - Willy Tarreau + - Dmitry Torokhov + - Linus Torvalds + - Thierry Reding + - Rik van Riel + - Luis R. Rodriguez + - Geert Uytterhoeven (Glider bvba) + - Eduardo Valentin (Amazon.com) + - Daniel Vetter + - Linus Walleij + - Richard Weinberger + - Dan Williams + - Rafael J. Wysocki + - Arvind Yadav + - Masahiro Yamada + - Wei Yongjun + - Lv Zheng + - Marc Zyngier (Arm Ltd) diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/license-rules.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/license-rules.rst new file mode 100644 index 000000000..4cd87a3a7 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/license-rules.rst @@ -0,0 +1,500 @@ +.. SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/license-rules.rst <kernel_licensing>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_kernel_licensing: + +Regole per licenziare il kernel Linux +===================================== + +Il kernel Linux viene rilasciato sotto i termini definiti dalla seconda +versione della licenza *GNU General Public License* (GPL-2.0), di cui una +copia è disponibile nel file LICENSES/preferred/GPL-2.0; a questo si +aggiunge eccezione per le chiamate di sistema come descritto in +LICENSES/exceptions/Linux-syscall-note; tutto ciò è descritto nel file COPYING. + +Questo documento fornisce una descrizione su come ogni singolo file sorgente +debba essere licenziato per far si che sia chiaro e non ambiguo. Questo non +sostituisce la licenza del kernel. + +La licenza descritta nel file COPYING si applica ai sorgenti del kernel nella +loro interezza, quindi i singoli file sorgenti possono avere diverse licenze ma +devono essere compatibili con la GPL-2.0:: + + GPL-1.0+ : GNU General Public License v1.0 o successiva + GPL-2.0+ : GNU General Public License v2.0 o successiva + LGPL-2.0 : GNU Library General Public License v2 + LGPL-2.0+ : GNU Library General Public License v2 o successiva + LGPL-2.1 : GNU Lesser General Public License v2.1 + LGPL-2.1+ : GNU Lesser General Public License v2.1 o successiva + +A parte questo, i singolo file possono essere forniti con una doppia licenza, +per esempio con una delle varianti compatibili della GPL e alternativamente con +una licenza permissiva come BSD, MIT eccetera. + +I file d'intestazione per l'API verso lo spazio utente (UAPI) descrivono +le interfacce usate dai programmi, e per questo sono un caso speciale. +Secondo le note nel file COPYING, le chiamate di sistema sono un chiaro +confine oltre il quale non si estendono i requisiti della GPL per quei +programmi che le usano per comunicare con il kernel. Dato che i file +d'intestazione UAPI devono poter essere inclusi nei sorgenti di un +qualsiasi programma eseguibile sul kernel Linux, questi meritano +un'eccezione documentata da una clausola speciale. + +Il modo più comune per indicare la licenza dei file sorgenti è quello di +aggiungere il corrispondente blocco di testo come commento in testa a detto +file. Per via della formattazione, dei refusi, eccetera, questi blocchi di +testo sono difficili da identificare dagli strumenti usati per verificare il +rispetto delle licenze. + +Un'alternativa ai blocchi di testo è data dall'uso degli identificatori +*Software Package Data Exchange* (SPDX) in ogni file sorgente. Gli +identificatori di licenza SPDX sono analizzabili dalle macchine e sono precisi +simboli stenografici che identificano la licenza sotto la quale viene +licenziato il file che lo include. Gli identificatori di licenza SPDX sono +gestiti del gruppo di lavoro SPDX presso la Linux Foundation e sono stati +concordati fra i soci nell'industria, gli sviluppatori di strumenti, e i +rispettivi gruppi legali. Per maggiori informazioni, consultate +https://spdx.org/ + +Il kernel Linux richiede un preciso identificatore SPDX in tutti i file +sorgenti. Gli identificatori validi verranno spiegati nella sezione +`Identificatori di licenza`_ e sono stati copiati dalla lista ufficiale di +licenze SPDX assieme al rispettivo testo come mostrato in +https://spdx.org/licenses/. + +Sintassi degli identificatori di licenza +---------------------------------------- + +1. Posizionamento: + + L'identificativo di licenza SPDX dev'essere posizionato come prima riga + possibile di un file che possa contenere commenti. Per la maggior parte + dei file questa è la prima riga, fanno eccezione gli script che richiedono + come prima riga '#!PATH_TO_INTERPRETER'. Per questi script l'identificativo + SPDX finisce nella seconda riga. + +| + +2. Stile: + + L'identificativo di licenza SPDX viene aggiunto sotto forma di commento. + Lo stile del commento dipende dal tipo di file:: + + sorgenti C: // SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> + intestazioni C: /* SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> */ + ASM: /* SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> */ + scripts: # SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> + .rst: .. SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> + .dts{i}: // SPDX-License-Identifier: <SPDX License Expression> + + Se un particolare programma non dovesse riuscire a gestire lo stile + principale per i commenti, allora dev'essere usato il meccanismo accettato + dal programma. Questo è il motivo per cui si ha "/\* \*/" nei file + d'intestazione C. Notammo che 'ld' falliva nell'analizzare i commenti del + C++ nei file .lds che venivano prodotti. Oggi questo è stato corretto, + ma ci sono in giro ancora vecchi programmi che non sono in grado di + gestire lo stile dei commenti del C++. + +| + +3. Sintassi: + + Una <espressione di licenza SPDX> può essere scritta usando l'identificatore + SPDX della licenza come indicato nella lista di licenze SPDX, oppure la + combinazione di due identificatori SPDX separati da "WITH" per i casi + eccezionali. Quando si usano più licenze l'espressione viene formata da + sottoespressioni separate dalle parole chiave "AND", "OR" e racchiuse fra + parentesi tonde "(", ")". + + Gli identificativi di licenza per licenze come la [L]GPL che si avvalgono + dell'opzione 'o successive' si formano aggiungendo alla fine il simbolo "+" + per indicare l'opzione 'o successive'.:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0+ + // SPDX-License-Identifier: LGPL-2.1+ + + WITH dovrebbe essere usato quando sono necessarie delle modifiche alla + licenza. Per esempio, la UAPI del kernel linux usa l'espressione:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 WITH Linux-syscall-note + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0+ WITH Linux-syscall-note + + Altri esempi di usi di WITH all'interno del kernel sono:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 WITH mif-exception + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0+ WITH GCC-exception-2.0 + + Le eccezioni si possono usare solo in combinazione con identificatori di + licenza. Gli identificatori di licenza riconosciuti sono elencati nei + corrispondenti file d'eccezione. Per maggiori dettagli consultate + `Eccezioni`_ nel capitolo `Identificatori di licenza`_ + + La parola chiave OR dovrebbe essere usata solo quando si usa una doppia + licenza e solo una dev'essere scelta. Per esempio, alcuni file dtsi sono + disponibili con doppia licenza:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 OR BSD-3-Clause + + Esempi dal kernel di espressioni per file licenziati con doppia licenza + sono:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 OR MIT + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 OR BSD-2-Clause + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 OR Apache-2.0 + // SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 OR MPL-1.1 + // SPDX-License-Identifier: (GPL-2.0 WITH Linux-syscall-note) OR MIT + // SPDX-License-Identifier: GPL-1.0+ OR BSD-3-Clause OR OpenSSL + + La parola chiave AND dovrebbe essere usata quando i termini di più licenze + si applicano ad un file. Per esempio, quando il codice viene preso da + un altro progetto il quale da i permessi per aggiungerlo nel kernel ma + richiede che i termini originali della licenza rimangano intatti:: + + // SPDX-License-Identifier: (GPL-2.0 WITH Linux-syscall-note) AND MIT + + Di seguito, un altro esempio dove entrambe i termini di licenza devono + essere rispettati:: + + // SPDX-License-Identifier: GPL-1.0+ AND LGPL-2.1+ + +Identificatori di licenza +------------------------- + +Le licenze attualmente in uso, così come le licenze aggiunte al kernel, possono +essere categorizzate in: + +1. _`Licenze raccomandate`: + + Ovunque possibile le licenze qui indicate dovrebbero essere usate perché + pienamente compatibili e molto usate. Queste licenze sono disponibile nei + sorgenti del kernel, nella cartella:: + + LICENSES/preferred/ + + I file in questa cartella contengono il testo completo della licenza e i + `Metatag`_. Il nome di questi file è lo stesso usato come identificatore + di licenza SPDX e che deve essere usato nei file sorgenti. + + Esempi:: + + LICENSES/preferred/GPL-2.0 + + Contiene il testo della seconda versione della licenza GPL e i metatag + necessari:: + + LICENSES/preferred/MIT + + Contiene il testo della licenza MIT e i metatag necessari. + + _`Metatag`: + + I seguenti metatag devono essere presenti in un file di licenza: + + - Valid-License-Identifier: + + Una o più righe che dichiarano quali identificatori di licenza sono validi + all'interno del progetto per far riferimento alla licenza in questione. + Solitamente, questo è un unico identificatore valido, ma per esempio le + licenze che permettono l'opzione 'o successive' hanno due identificatori + validi. + + - SPDX-URL: + + L'URL della pagina SPDX che contiene informazioni aggiuntive riguardanti + la licenza. + + - Usage-Guidance: + + Testo in formato libero per dare suggerimenti agli utenti. Il testo deve + includere degli esempi su come usare gli identificatori di licenza SPDX + in un file sorgente in conformità con le linea guida in + `Sintassi degli identificatori di licenza`_. + + - License-Text: + + Tutto il testo che compare dopo questa etichetta viene trattato + come se fosse parte del testo originale della licenza. + + Esempi:: + + Valid-License-Identifier: GPL-2.0 + Valid-License-Identifier: GPL-2.0+ + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/GPL-2.0.html + Usage-Guide: + To use this license in source code, put one of the following SPDX + tag/value pairs into a comment according to the placement + guidelines in the licensing rules documentation. + For 'GNU General Public License (GPL) version 2 only' use: + SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + For 'GNU General Public License (GPL) version 2 or any later version' use: + SPDX-License-Identifier: GPL-2.0+ + License-Text: + Full license text + + :: + + SPDX-License-Identifier: MIT + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/MIT.html + Usage-Guide: + To use this license in source code, put the following SPDX + tag/value pair into a comment according to the placement + guidelines in the licensing rules documentation. + SPDX-License-Identifier: MIT + License-Text: + Full license text + +| + +2. Licenze deprecate: + + Questo tipo di licenze dovrebbero essere usate solo per codice già esistente + o quando si prende codice da altri progetti. Le licenze sono disponibili + nei sorgenti del kernel nella cartella:: + + LICENSES/deprecated/ + + I file in questa cartella contengono il testo completo della licenza e i + `Metatag`_. Il nome di questi file è lo stesso usato come identificatore + di licenza SPDX e che deve essere usato nei file sorgenti. + + Esempi:: + + LICENSES/deprecated/ISC + + Contiene il testo della licenza Internet System Consortium e i suoi + metatag:: + + LICENSES/deprecated/GPL-1.0 + + Contiene il testo della versione 1 della licenza GPL e i suoi metatag. + + Metatag: + + I metatag necessari per le 'altre' ('other') licenze sono gli stessi + di usati per le `Licenze raccomandate`_. + + Esempio del formato del file:: + + Valid-License-Identifier: ISC + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/ISC.html + Usage-Guide: + Usage of this license in the kernel for new code is discouraged + and it should solely be used for importing code from an already + existing project. + To use this license in source code, put the following SPDX + tag/value pair into a comment according to the placement + guidelines in the licensing rules documentation. + SPDX-License-Identifier: ISC + License-Text: + Full license text + +| + +3. Solo per doppie licenze + + Queste licenze dovrebbero essere usate solamente per codice licenziato in + combinazione con un'altra licenza che solitamente è quella preferita. + Queste licenze sono disponibili nei sorgenti del kernel nella cartella:: + + LICENSES/dual + + I file in questa cartella contengono il testo completo della rispettiva + licenza e i suoi `Metatag`_. I nomi dei file sono identici agli + identificatori di licenza SPDX che dovrebbero essere usati nei file + sorgenti. + + Esempi:: + + LICENSES/dual/MPL-1.1 + + Questo file contiene il testo della versione 1.1 della licenza *Mozilla + Pulic License* e i metatag necessari:: + + LICENSES/dual/Apache-2.0 + + Questo file contiene il testo della versione 2.0 della licenza Apache e i + metatag necessari. + + Metatag: + + I requisiti per le 'altre' ('*other*') licenze sono identici a quelli per le + `Licenze raccomandate`_. + + Esempio del formato del file:: + + Valid-License-Identifier: MPL-1.1 + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/MPL-1.1.html + Usage-Guide: + Do NOT use. The MPL-1.1 is not GPL2 compatible. It may only be used for + dual-licensed files where the other license is GPL2 compatible. + If you end up using this it MUST be used together with a GPL2 compatible + license using "OR". + To use the Mozilla Public License version 1.1 put the following SPDX + tag/value pair into a comment according to the placement guidelines in + the licensing rules documentation: + SPDX-License-Identifier: MPL-1.1 + License-Text: + Full license text + +| + +4. _`Eccezioni`: + + Alcune licenze possono essere corrette con delle eccezioni che forniscono + diritti aggiuntivi. Queste eccezioni sono disponibili nei sorgenti del + kernel nella cartella:: + + LICENSES/exceptions/ + + I file in questa cartella contengono il testo completo dell'eccezione e i + `Metatag per le eccezioni`_. + + Esempi:: + + LICENSES/exceptions/Linux-syscall-note + + Contiene la descrizione dell'eccezione per le chiamate di sistema Linux + così come documentato nel file COPYING del kernel Linux; questo viene usato + per i file d'intestazione per la UAPI. Per esempio + /\* SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 WITH Linux-syscall-note \*/:: + + LICENSES/exceptions/GCC-exception-2.0 + + Contiene la 'eccezione di linking' che permette di collegare qualsiasi + binario, indipendentemente dalla sua licenza, con un compilato il cui file + sorgente è marchiato con questa eccezione. Questo è necessario per creare + eseguibili dai sorgenti che non sono compatibili con la GPL. + + _`Metatag per le eccezioni`: + + Un file contenente un'eccezione deve avere i seguenti metatag: + + - SPDX-Exception-Identifier: + + Un identificatore d'eccezione che possa essere usato in combinazione con + un identificatore di licenza SPDX. + + - SPDX-URL: + + L'URL della pagina SPDX che contiene informazioni aggiuntive riguardanti + l'eccezione. + + - SPDX-Licenses: + + Una lista di licenze SPDX separate da virgola, che possono essere usate + con l'eccezione. + + - Usage-Guidance: + + Testo in formato libero per dare suggerimenti agli utenti. Il testo deve + includere degli esempi su come usare gli identificatori di licenza SPDX + in un file sorgente in conformità con le linea guida in + `Sintassi degli identificatori di licenza`_. + + - Exception-Text: + + Tutto il testo che compare dopo questa etichetta viene trattato + come se fosse parte del testo originale della licenza. + + Esempi:: + + SPDX-Exception-Identifier: Linux-syscall-note + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/Linux-syscall-note.html + SPDX-Licenses: GPL-2.0, GPL-2.0+, GPL-1.0+, LGPL-2.0, LGPL-2.0+, LGPL-2.1, LGPL-2.1+ + Usage-Guidance: + This exception is used together with one of the above SPDX-Licenses + to mark user-space API (uapi) header files so they can be included + into non GPL compliant user-space application code. + To use this exception add it with the keyword WITH to one of the + identifiers in the SPDX-Licenses tag: + SPDX-License-Identifier: <SPDX-License> WITH Linux-syscall-note + Exception-Text: + Full exception text + + :: + + SPDX-Exception-Identifier: GCC-exception-2.0 + SPDX-URL: https://spdx.org/licenses/GCC-exception-2.0.html + SPDX-Licenses: GPL-2.0, GPL-2.0+ + Usage-Guidance: + The "GCC Runtime Library exception 2.0" is used together with one + of the above SPDX-Licenses for code imported from the GCC runtime + library. + To use this exception add it with the keyword WITH to one of the + identifiers in the SPDX-Licenses tag: + SPDX-License-Identifier: <SPDX-License> WITH GCC-exception-2.0 + Exception-Text: + Full exception text + +Per ogni identificatore di licenza SPDX e per le eccezioni dev'esserci un file +nella sotto-cartella LICENSES. Questo è necessario per permettere agli +strumenti di effettuare verifiche (come checkpatch.pl), per avere le licenze +disponibili per la lettura e per estrarre i diritti dai sorgenti, così come +raccomandato da diverse organizzazioni FOSS, per esempio l'`iniziativa FSFE +REUSE <https://reuse.software/>`_. + +_`MODULE_LICENSE` +----------------- + + I moduli del kernel necessitano di un'etichetta MODULE_LICENSE(). Questa + etichetta non sostituisce le informazioni sulla licenza del codice sorgente + (SPDX-License-Identifier) né fornisce informazioni che esprimono o + determinano l'esatta licenza sotto la quale viene rilasciato. + + Il solo scopo di questa etichetta è quello di fornire sufficienti + informazioni al caricatore di moduli del kernel, o agli strumenti in spazio + utente, per capire se il modulo è libero o proprietario. + + Le stringe di licenza valide per MODULE_LICENSE() sono: + + ============================= ============================================= + "GPL" Il modulo è licenziato con la GPL versione 2. + Questo non fa distinzione fra GPL'2.0-only o + GPL-2.0-or-later. L'esatta licenza può essere + determinata solo leggendo i corrispondenti + file sorgenti. + + "GPL v2" Stesso significato di "GPL". Esiste per + motivi storici. + + "GPL and additional rights" Questa è una variante che esiste per motivi + storici che indica che i sorgenti di un + modulo sono rilasciati sotto una variante + della licenza GPL v2 e quella MIT. Per favore + non utilizzatela per codice nuovo. + + "Dual MIT/GPL" Questo è il modo corretto per esprimere il + il fatto che il modulo è rilasciato con + doppia licenza a scelta fra: una variante + della GPL v2 o la licenza MIT. + + "Dual BSD/GPL" Questo modulo è rilasciato con doppia licenza + a scelta fra: una variante della GPL v2 o la + licenza BSD. La variante esatta della licenza + BSD può essere determinata solo attraverso i + corrispondenti file sorgenti. + + "Dual MPL/GPL" Questo modulo è rilasciato con doppia licenza + a scelta fra: una variante della GPL v2 o la + Mozilla Public License (MPL). La variante + esatta della licenza MPL può essere + determinata solo attraverso i corrispondenti + file sorgenti. + + "Proprietary" Questo modulo è rilasciato con licenza + proprietaria. Questa stringa è solo per i + moduli proprietari di terze parti e non può + essere usata per quelli che risiedono nei + sorgenti del kernel. I moduli etichettati in + questo modo stanno contaminando il kernel e + gli viene assegnato un flag 'P'; quando + vengono caricati, il caricatore di moduli del + kernel si rifiuterà di collegare questi + moduli ai simboli che sono stati esportati + con EXPORT_SYMBOL_GPL(). + + ============================= ============================================= diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/magic-number.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/magic-number.rst new file mode 100644 index 000000000..02eb7eb24 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/magic-number.rst @@ -0,0 +1,91 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/magic-number.rst <magicnumbers>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_magicnumbers: + +I numeri magici di Linux +======================== + +Questo documento è un registro dei numeri magici in uso. Quando +aggiungete un numero magico ad una struttura, dovreste aggiungerlo anche +a questo documento; la cosa migliore è che tutti i numeri magici usati +dalle varie strutture siano unici. + +È **davvero** un'ottima idea proteggere le strutture dati del kernel con +dei numeri magici. Questo vi permette in fase d'esecuzione di (a) verificare +se una struttura è stata malmenata, o (b) avete passato a una procedura la +struttura errata. Quest'ultimo è molto utile - particolarmente quando si passa +una struttura dati tramite un puntatore void \*. Il codice tty, per esempio, +effettua questa operazione con regolarità passando avanti e indietro le +strutture specifiche per driver e discipline. + +Per utilizzare un numero magico, dovete dichiararlo all'inizio della struttura +dati, come di seguito:: + + struct tty_ldisc { + int magic; + ... + }; + +Per favore, seguite questa direttiva quando aggiungerete migliorie al kernel! +Mi ha risparmiato un numero illimitato di ore di debug, specialmente nei casi +più ostici dove si è andati oltre la dimensione di un vettore e la struttura +dati che lo seguiva in memoria è stata sovrascritta. Seguendo questa +direttiva, questi casi vengono identificati velocemente e in sicurezza. + +Registro dei cambiamenti:: + + Theodore Ts'o + 31 Mar 94 + + La tabella magica è aggiornata a Linux 2.1.55. + + Michael Chastain + <mailto:mec@shout.net> + 22 Sep 1997 + + Ora dovrebbe essere aggiornata a Linux 2.1.112. Dato che + siamo in un momento di congelamento delle funzionalità + (*feature freeze*) è improbabile che qualcosa cambi prima + della versione 2.2.x. Le righe sono ordinate secondo il + campo numero. + + Krzysztof G. Baranowski + <mailto: kgb@knm.org.pl> + 29 Jul 1998 + + Aggiornamento della tabella a Linux 2.5.45. Giusti nel congelamento + delle funzionalità ma è comunque possibile che qualche nuovo + numero magico s'intrufoli prima del kernel 2.6.x. + + Petr Baudis + <pasky@ucw.cz> + 03 Nov 2002 + + Aggiornamento della tabella magica a Linux 2.5.74. + + Fabian Frederick + <ffrederick@users.sourceforge.net> + 09 Jul 2003 + + +===================== ================ ======================== ========================================== +Nome magico Numero Struttura File +===================== ================ ======================== ========================================== +PG_MAGIC 'P' pg_{read,write}_hdr ``include/linux/pg.h`` +APM_BIOS_MAGIC 0x4101 apm_user ``arch/x86/kernel/apm_32.c`` +FASYNC_MAGIC 0x4601 fasync_struct ``include/linux/fs.h`` +SLIP_MAGIC 0x5302 slip ``drivers/net/slip.h`` +MGSLPC_MAGIC 0x5402 mgslpc_info ``drivers/char/pcmcia/synclink_cs.c`` +BAYCOM_MAGIC 0x19730510 baycom_state ``drivers/net/baycom_epp.c`` +HDLCDRV_MAGIC 0x5ac6e778 hdlcdrv_state ``include/linux/hdlcdrv.h`` +KV_MAGIC 0x5f4b565f kernel_vars_s ``arch/mips/include/asm/sn/klkernvars.h`` +CODA_MAGIC 0xC0DAC0DA coda_file_info ``fs/coda/coda_fs_i.h`` +YAM_MAGIC 0xF10A7654 yam_port ``drivers/net/hamradio/yam.c`` +CCB_MAGIC 0xf2691ad2 ccb ``drivers/scsi/ncr53c8xx.c`` +QUEUE_MAGIC_FREE 0xf7e1c9a3 queue_entry ``drivers/scsi/arm/queue.c`` +QUEUE_MAGIC_USED 0xf7e1cc33 queue_entry ``drivers/scsi/arm/queue.c`` +NMI_MAGIC 0x48414d4d455201 nmi_s ``arch/mips/include/asm/sn/nmi.h`` +===================== ================ ======================== ========================================== diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-handbooks.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-handbooks.rst new file mode 100644 index 000000000..d840145bc --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-handbooks.rst @@ -0,0 +1,24 @@ +.. SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: Documentation/process/maintainer-handbooks.rst +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_maintainer_handbooks_main: + +Note sul processo di sviluppo dei sottosistemi e dei sorgenti dei manutentori +============================================================================= + +Lo scopo di questo documento è quello di fornire informazioni sul processo di +sviluppo dedicate ai sottosistemi che vanno ad integrare quelle più generali +descritte in :ref:`Documentation/translations/it_IT/process +<it_development_process_main>`. + +Indice: + +.. toctree:: + :numbered: + :maxdepth: 2 + + maintainer-tip diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-pgp-guide.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-pgp-guide.rst new file mode 100644 index 000000000..a1e98ec95 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-pgp-guide.rst @@ -0,0 +1,949 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/maintainer-pgp-guide.rst <pgpguide>` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_pgpguide: + +========================================= +La guida a PGP per manutentori del kernel +========================================= + +:Author: Konstantin Ryabitsev <konstantin@linuxfoundation.org> + +Questo documento è destinato agli sviluppatori del kernel Linux, in particolar +modo ai manutentori. Contiene degli approfondimenti riguardo informazioni che +sono state affrontate in maniera più generale nella sezione +"`Protecting Code Integrity`_" pubblicata dalla Linux Foundation. +Per approfondire alcuni argomenti trattati in questo documento è consigliato +leggere il documento sopraindicato + +.. _`Protecting Code Integrity`: https://github.com/lfit/itpol/blob/master/protecting-code-integrity.md + +Il ruolo di PGP nello sviluppo del kernel Linux +=============================================== + +PGP aiuta ad assicurare l'integrità del codice prodotto dalla comunità +di sviluppo del kernel e, in secondo luogo, stabilisce canali di comunicazione +affidabili tra sviluppatori attraverso lo scambio di email firmate con PGP. + +Il codice sorgente del kernel Linux è disponibile principalmente in due +formati: + +- repositori distribuiti di sorgenti (git) +- rilasci periodici di istantanee (archivi tar) + +Sia i repositori git che gli archivi tar portano le firme PGP degli +sviluppatori che hanno creato i rilasci ufficiali del kernel. Queste firme +offrono una garanzia crittografica che le versioni scaricabili rese disponibili +via kernel.org, o altri portali, siano identiche a quelle che gli sviluppatori +hanno sul loro posto di lavoro. A tal scopo: + +- i repositori git forniscono firme PGP per ogni tag +- gli archivi tar hanno firme separate per ogni archivio + +.. _it_devs_not_infra: + +Fidatevi degli sviluppatori e non dell'infrastruttura +----------------------------------------------------- + +Fin dal 2011, quando i sistemi di kernel.org furono compromessi, il principio +generale del progetto Kernel Archives è stato quello di assumere che qualsiasi +parte dell'infrastruttura possa essere compromessa in ogni momento. Per questa +ragione, gli amministratori hanno intrapreso deliberatemene dei passi per +enfatizzare che la fiducia debba risiedere sempre negli sviluppatori e mai nel +codice che gestisce l'infrastruttura, indipendentemente da quali che siano le +pratiche di sicurezza messe in atto. + +Il principio sopra indicato è la ragione per la quale è necessaria questa +guida. Vogliamo essere sicuri che il riporre la fiducia negli sviluppatori +non sia fatto semplicemente per incolpare qualcun'altro per future falle di +sicurezza. L'obiettivo è quello di fornire una serie di linee guida che gli +sviluppatori possano seguire per creare un ambiente di lavoro sicuro e +salvaguardare le chiavi PGP usate nello stabilire l'integrità del kernel Linux +stesso. + +.. _it_pgp_tools: + +Strumenti PGP +============= + +Usare GnuPG v2 +-------------- + +La vostra distribuzione potrebbe avere già installato GnuPG, dovete solo +verificare che stia utilizzando la versione 2.x e non la serie 1.4 -- +molte distribuzioni forniscono entrambe, di base il comando ''gpg'' +invoca GnuPG v.1. Per controllate usate:: + + $ gpg --version | head -n1 + +Se visualizzate ``gpg (GnuPG) 1.4.x``, allora state usando GnuPG v.1. +Provate il comando ``gpg2`` (se non lo avete, potreste aver bisogno +di installare il pacchetto gnupg2):: + + $ gpg2 --version | head -n1 + +Se visualizzate ``gpg (GnuPG) 2.x.x``, allora siete pronti a partire. +Questa guida assume che abbiate la versione 2.2.(o successiva) di GnuPG. +Se state usando la versione 2.0, alcuni dei comandi indicati qui non +funzioneranno, in questo caso considerate un aggiornamento all'ultima versione, +la 2.2. Versioni di gnupg-2.1.11 e successive dovrebbero essere compatibili +per gli obiettivi di questa guida. + +Se avete entrambi i comandi: ``gpg`` e ``gpg2``, assicuratevi di utilizzare +sempre la versione V2, e non quella vecchia. Per evitare errori potreste creare +un alias:: + + $ alias gpg=gpg2 + +Potete mettere questa opzione nel vostro ``.bashrc`` in modo da essere sicuri. + +Configurare le opzioni di gpg-agent +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +L'agente GnuPG è uno strumento di aiuto che partirà automaticamente ogni volta +che userete il comando ``gpg`` e funzionerà in background con l'obiettivo di +individuare la passphrase. Ci sono due opzioni che dovreste conoscere +per personalizzare la scadenza della passphrase nella cache: + +- ``default-cache-ttl`` (secondi): Se usate ancora la stessa chiave prima + che il time-to-live termini, il conto alla rovescia si resetterà per un + altro periodo. Di base è di 600 (10 minuti). + +- ``max-cache-ttl`` (secondi): indipendentemente da quanto sia recente l'ultimo + uso della chiave da quando avete inserito la passphrase, se il massimo + time-to-live è scaduto, dovrete reinserire nuovamente la passphrase. + Di base è di 30 minuti. + +Se ritenete entrambe questi valori di base troppo corti (o troppo lunghi), +potete creare il vostro file ``~/.gnupg/gpg-agent.conf`` ed impostare i vostri +valori:: + + # set to 30 minutes for regular ttl, and 2 hours for max ttl + default-cache-ttl 1800 + max-cache-ttl 7200 + +.. note:: + + Non è più necessario far partire l'agente gpg manualmente all'inizio della + vostra sessione. Dovreste controllare i file rc per rimuovere tutto ciò che + riguarda vecchie le versioni di GnuPG, poiché potrebbero non svolgere più + bene il loro compito. + +Impostare un *refresh* con cronjob +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Potreste aver bisogno di rinfrescare regolarmente il vostro portachiavi in +modo aggiornare le chiavi pubbliche di altre persone, lavoro che è svolto +al meglio con un cronjob giornaliero:: + + @daily /usr/bin/gpg2 --refresh >/dev/null 2>&1 + +Controllate il percorso assoluto del vostro comando ``gpg`` o ``gpg2`` e usate +il comando ``gpg2`` se per voi ``gpg`` corrisponde alla versione GnuPG v.1. + +.. _it_master_key: + +Proteggere la vostra chiave PGP primaria +======================================== + +Questa guida parte dal presupposto che abbiate già una chiave PGP che usate +per lo sviluppo del kernel Linux. Se non ne avete ancora una, date uno sguardo +al documento "`Protecting Code Integrity`_" che abbiamo menzionato prima. + +Dovreste inoltre creare una nuova chiave se quella attuale è inferiore a 2048 +bit (RSA). + +Chiave principale o sottochiavi +------------------------------- + +Le sottochiavi sono chiavi PGP totalmente indipendenti, e sono collegate alla +chiave principale attraverso firme certificate. È quindi importante +comprendere i seguenti punti: + +1. Non ci sono differenze tecniche tra la chiave principale e la sottochiave. +2. In fesa di creazione, assegniamo limitazioni funzionali ad ogni chiave + assegnando capacità specifiche. +3. Una chiave PGP può avere 4 capacità: + + - **[S]** può essere usata per firmare + - **[E]** può essere usata per criptare + - **[A]** può essere usata per autenticare + - **[C]** può essere usata per certificare altre chiavi + +4. Una singola chiave può avere più capacità +5. Una sottochiave è completamente indipendente dalla chiave principale. + Un messaggio criptato con la sottochiave non può essere decrittato con + quella principale. Se perdete la vostra sottochiave privata, non può + essere rigenerata in nessun modo da quella principale. + +La chiave con capacità **[C]** (certify) è identificata come la chiave +principale perché è l'unica che può essere usata per indicare la relazione +con altre chiavi. Solo la chiave **[C]** può essere usata per: + +- Aggiungere o revocare altre chiavi (sottochiavi) che hanno capacità S/E/A +- Aggiungere, modificare o eliminare le identità (unids) associate alla chiave +- Aggiungere o modificare la data di termine di sé stessa o di ogni sottochiave +- Firmare le chiavi di altre persone a scopo di creare una rete di fiducia + +Di base, alla creazione di nuove chiavi, GnuPG genera quanto segue: + +- Una chiave madre che porta sia la capacità di certificazione che quella + di firma (**[SC]**) +- Una sottochiave separata con capacità di criptaggio (**[E]**) + +Se avete usato i parametri di base per generare la vostra chiave, quello +sarà il risultato. Potete verificarlo utilizzando ``gpg --list-secret-keys``, +per esempio:: + + sec rsa2048 2018-01-23 [SC] [expires: 2020-01-23] + 000000000000000000000000AAAABBBBCCCCDDDD + uid [ultimate] Alice Dev <adev@kernel.org> + ssb rsa2048 2018-01-23 [E] [expires: 2020-01-23] + +Qualsiasi chiave che abbia la capacità **[C]** è la vostra chiave madre, +indipendentemente da quali altre capacità potreste averle assegnato. + +La lunga riga sotto la voce ``sec`` è la vostra impronta digitale -- +negli esempi che seguono, quando vedere ``[fpr]`` ci si riferisce a questa +stringa di 40 caratteri. + +Assicuratevi che la vostra passphrase sia forte +----------------------------------------------- + +GnuPG utilizza le passphrases per criptare la vostra chiave privata prima +di salvarla sul disco. In questo modo, anche se il contenuto della vostra +cartella ``.gnupg`` venisse letto o trafugato nella sia interezza, gli +attaccanti non potrebbero comunque utilizzare le vostre chiavi private senza +aver prima ottenuto la passphrase per decriptarle. + +È assolutamente essenziale che le vostre chiavi private siano protette da +una passphrase forte. Per impostarla o cambiarla, usate:: + + $ gpg --change-passphrase [fpr] + +Create una sottochiave di firma separata +---------------------------------------- + +Il nostro obiettivo è di proteggere la chiave primaria spostandola su un +dispositivo sconnesso dalla rete, dunque se avete solo una chiave combinata +**[SC]** allora dovreste creare una sottochiave di firma separata:: + + $ gpg --quick-add-key [fpr] ed25519 sign + +Ricordate di informare il keyserver del vostro cambiamento, cosicché altri +possano ricevere la vostra nuova sottochiave:: + + $ gpg --send-key [fpr] + +.. note:: Supporto ECC in GnuPG + GnuPG 2.1 e successivi supportano pienamente *Elliptic Curve Cryptography*, + con la possibilità di combinare sottochiavi ECC con le tradizionali chiavi + primarie RSA. Il principale vantaggio della crittografia ECC è che è molto + più veloce da calcolare e crea firme più piccole se confrontate byte per + byte con le chiavi RSA a più di 2048 bit. A meno che non pensiate di + utilizzare un dispositivo smartcard che non supporta le operazioni ECC, vi + raccomandiamo ti creare sottochiavi di firma ECC per il vostro lavoro col + kernel. + + Se per qualche ragione preferite rimanere con sottochiavi RSA, nel comando + precedente, sostituite "ed25519" con "rsa2048". In aggiunta, se avete + intenzione di usare un dispositivo hardware che non supporta le chiavi + ED25519 ECC, come la Nitrokey Pro o la Yubikey, allora dovreste usare + "nistp256" al posto di "ed25519". + +Copia di riserva della chiave primaria per gestire il recupero da disastro +-------------------------------------------------------------------------- + +Maggiori sono le firme di altri sviluppatori che vengono applicate alla vostra, +maggiori saranno i motivi per avere una copia di riserva che non sia digitale, +al fine di effettuare un recupero da disastro. + +Il modo migliore per creare una copia fisica della vostra chiave privata è +l'uso del programma ``paperkey``. Consultate ``man paperkey`` per maggiori +dettagli sul formato dell'output ed i suoi punti di forza rispetto ad altre +soluzioni. Paperkey dovrebbe essere già pacchettizzato per la maggior parte +delle distribuzioni. + +Eseguite il seguente comando per creare una copia fisica di riserva della +vostra chiave privata:: + + $ gpg --export-secret-key [fpr] | paperkey -o /tmp/key-backup.txt + +Stampate il file (o fate un pipe direttamente verso lpr), poi prendete +una penna e scrivete la passphare sul margine del foglio. **Questo è +caldamente consigliato** perché la copia cartacea è comunque criptata con +la passphrase, e se mai doveste cambiarla non vi ricorderete qual'era al +momento della creazione di quella copia -- *garantito*. + +Mettete la copia cartacea e la passphrase scritta a mano in una busta e +mettetela in un posto sicuro e ben protetto, preferibilmente fuori casa, +magari in una cassetta di sicurezza in banca. + +.. note:: + + Probabilmente la vostra stampante non è più quello stupido dispositivo + connesso alla porta parallela, ma dato che il suo output è comunque + criptato con la passphrase, eseguire la stampa in un sistema "cloud" + moderno dovrebbe essere comunque relativamente sicuro. Un'opzione potrebbe + essere quella di cambiare la passphrase della vostra chiave primaria + subito dopo aver finito con paperkey. + +Copia di riserva di tutta la cartella GnuPG +------------------------------------------- + +.. warning:: + + **!!!Non saltate questo passo!!!** + +Quando avete bisogno di recuperare le vostre chiavi PGP è importante avere +una copia di riserva pronta all'uso. Questo sta su un diverso piano di +prontezza rispetto al recupero da disastro che abbiamo risolto con +``paperkey``. Vi affiderete a queste copie esterne quando dovreste usare la +vostra chiave Certify -- ovvero quando fate modifiche alle vostre chiavi o +firmate le chiavi di altre persone ad una conferenza o ad un gruppo d'incontro. + +Incominciate con una piccola chiavetta di memoria USB (preferibilmente due) +che userete per le copie di riserva. Dovrete criptarle usando LUKS -- fate +riferimento alla documentazione della vostra distribuzione per capire come +fare. + +Per la passphrase di criptazione, potete usare la stessa della vostra chiave +primaria. + +Una volta che il processo di criptazione è finito, reinserite il disco USB ed +assicurativi che venga montato correttamente. Copiate interamente la cartella +``.gnugp`` nel disco criptato:: + + $ cp -a ~/.gnupg /media/disk/foo/gnupg-backup + +Ora dovreste verificare che tutto continui a funzionare:: + + $ gpg --homedir=/media/disk/foo/gnupg-backup --list-key [fpr] + +Se non vedete errori, allora dovreste avere fatto tutto con successo. +Smontate il disco USB, etichettatelo per bene di modo da evitare di +distruggerne il contenuto non appena vi serve una chiavetta USB a caso, ed +infine mettetelo in un posto sicuro -- ma non troppo lontano, perché vi servirà +di tanto in tanto per modificare le identità, aggiungere o revocare +sottochiavi, o firmare le chiavi di altre persone. + +Togliete la chiave primaria dalla vostra home +--------------------------------------------- + +I file che si trovano nella vostra cartella home non sono poi così ben protetti +come potreste pensare. Potrebbero essere letti o trafugati in diversi modi: + +- accidentalmente quando fate una rapida copia della cartella home per + configurare una nuova postazione +- da un amministratore di sistema negligente o malintenzionato +- attraverso copie di riserva insicure +- attraverso malware installato in alcune applicazioni (browser, lettori PDF, + eccetera) +- attraverso coercizione quando attraversate confini internazionali + +Proteggere la vostra chiave con una buona passphare aiuta notevolmente a +ridurre i rischi elencati qui sopra, ma le passphrase possono essere scoperte +attraverso i keylogger, il shoulder-surfing, o altri modi. Per questi motivi, +nella configurazione si raccomanda di rimuove la chiave primaria dalla vostra +cartella home e la si archivia su un dispositivo disconnesso. + +.. warning:: + + Per favore, fate riferimento alla sezione precedente e assicuratevi + di aver fatto una copia di riserva totale della cartella GnuPG. Quello + che stiamo per fare renderà la vostra chiave inutile se non avete delle + copie di riserva utilizzabili! + +Per prima cosa, identificate il keygrip della vostra chiave primaria:: + + $ gpg --with-keygrip --list-key [fpr] + +L'output assomiglierà a questo:: + + pub rsa2048 2018-01-24 [SC] [expires: 2020-01-24] + 000000000000000000000000AAAABBBBCCCCDDDD + Keygrip = 1111000000000000000000000000000000000000 + uid [ultimate] Alice Dev <adev@kernel.org> + sub rsa2048 2018-01-24 [E] [expires: 2020-01-24] + Keygrip = 2222000000000000000000000000000000000000 + sub ed25519 2018-01-24 [S] + Keygrip = 3333000000000000000000000000000000000000 + +Trovate la voce keygrid che si trova sotto alla riga ``pub`` (appena sotto +all'impronta digitale della chiave primaria). Questo corrisponderà direttamente +ad un file nella cartella ``~/.gnupg``:: + + $ cd ~/.gnupg/private-keys-v1.d + $ ls + 1111000000000000000000000000000000000000.key + 2222000000000000000000000000000000000000.key + 3333000000000000000000000000000000000000.key + +Quello che dovrete fare è rimuovere il file .key che corrisponde al keygrip +della chiave primaria:: + + $ cd ~/.gnupg/private-keys-v1.d + $ rm 1111000000000000000000000000000000000000.key + +Ora, se eseguite il comando ``--list-secret-keys``, vedrete che la chiave +primaria non compare più (il simbolo ``#`` indica che non è disponibile):: + + $ gpg --list-secret-keys + sec# rsa2048 2018-01-24 [SC] [expires: 2020-01-24] + 000000000000000000000000AAAABBBBCCCCDDDD + uid [ultimate] Alice Dev <adev@kernel.org> + ssb rsa2048 2018-01-24 [E] [expires: 2020-01-24] + ssb ed25519 2018-01-24 [S] + +Dovreste rimuovere anche i file ``secring.gpg`` che si trovano nella cartella +``~/.gnupg``, in quanto rimasugli delle versioni precedenti di GnuPG. + +Se non avete la cartella "private-keys-v1.d" +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Se non avete la cartella ``~/.gnupg/private-keys-v1.d``, allora le vostre +chiavi segrete sono ancora salvate nel vecchio file ``secring.gpg`` usato +da GnuPG v1. Effettuare una qualsiasi modifica alla vostra chiave, come +cambiare la passphare o aggiungere una sottochiave, dovrebbe convertire +automaticamente il vecchio formato ``secring.gpg``nel nuovo +``private-keys-v1.d``. + +Una volta che l'avete fatto, assicuratevi di rimuovere il file ``secring.gpg``, +che continua a contenere la vostra chiave privata. + +.. _it_smartcards: + +Spostare le sottochiavi in un apposito dispositivo criptato +=========================================================== + +Nonostante la chiave primaria sia ora al riparo da occhi e mani indiscrete, +le sottochiavi si trovano ancora nella vostra cartella home. Chiunque riesca +a mettere le sue mani su quelle chiavi riuscirà a decriptare le vostre +comunicazioni o a falsificare le vostre firme (se conoscono la passphrase). +Inoltre, ogni volta che viene fatta un'operazione con GnuPG, le chiavi vengono +caricate nella memoria di sistema e potrebbero essere rubate con l'uso di +malware sofisticati (pensate a Meltdown e a Spectre). + +Il miglior modo per proteggere le proprie chiave è di spostarle su un +dispositivo specializzato in grado di effettuare operazioni smartcard. + +I benefici di una smartcard +--------------------------- + +Una smartcard contiene un chip crittografico che è capace di immagazzinare +le chiavi private ed effettuare operazioni crittografiche direttamente sulla +carta stessa. Dato che la chiave non lascia mai la smartcard, il sistema +operativo usato sul computer non sarà in grado di accedere alle chiavi. +Questo è molto diverso dai dischi USB criptati che abbiamo usato allo scopo di +avere una copia di riserva sicura -- quando il dispositivo USB è connesso e +montato, il sistema operativo potrà accedere al contenuto delle chiavi private. + +L'uso di un disco USB criptato non può sostituire le funzioni di un dispositivo +capace di operazioni di tipo smartcard. + +Dispositivi smartcard disponibili +--------------------------------- + +A meno che tutti i vostri computer dispongano di lettori smartcard, il modo +più semplice è equipaggiarsi di un dispositivo USB specializzato che +implementi le funzionalità delle smartcard. Sul mercato ci sono diverse +soluzioni disponibili: + +- `Nitrokey Start`_: è Open hardware e Free Software, è basata sul progetto + `GnuK`_ della FSIJ. Questo è uno dei pochi dispositivi a supportare le chiavi + ECC ED25519, ma offre meno funzionalità di sicurezza (come la resistenza + alla manomissione o alcuni attacchi ad un canale laterale). +- `Nitrokey Pro 2`_: è simile alla Nitrokey Start, ma è più resistente alla + manomissione e offre più funzionalità di sicurezza. La Pro 2 supporta la + crittografia ECC (NISTP). +- `Yubikey 5`_: l'hardware e il software sono proprietari, ma è più economica + della Nitrokey Pro ed è venduta anche con porta USB-C il che è utile con i + computer portatili più recenti. In aggiunta, offre altre funzionalità di + sicurezza come FIDO, U2F, e ora supporta anche le chiavi ECC (NISTP) + +`Su LWN c'è una buona recensione`_ dei modelli elencati qui sopra e altri. +La scelta dipenderà dal costo, dalla disponibilità nella vostra area +geografica e vostre considerazioni sull'hardware aperto/proprietario. + +Se volete usare chiavi ECC, la vostra migliore scelta sul mercato è la +Nitrokey Start. + +.. _`Nitrokey Start`: https://shop.nitrokey.com/shop/product/nitrokey-start-6 +.. _`Nitrokey Pro 2`: https://shop.nitrokey.com/shop/product/nitrokey-pro-2-3 +.. _`Yubikey 5`: https://www.yubico.com/product/yubikey-5-overview/ +.. _Gnuk: http://www.fsij.org/doc-gnuk/ +.. _`Su LWN c'è una buona recensione`: https://lwn.net/Articles/736231/ + +Configurare il vostro dispositivo smartcard +------------------------------------------- + +Il vostro dispositivo smartcard dovrebbe iniziare a funzionare non appena +lo collegate ad un qualsiasi computer Linux moderno. Potete verificarlo +eseguendo:: + + $ gpg --card-status + +Se vedete tutti i dettagli della smartcard, allora ci siamo. Sfortunatamente, +affrontare tutti i possibili motivi per cui le cose potrebbero non funzionare +non è lo scopo di questa guida. Se avete problemi nel far funzionare la carta +con GnuPG, cercate aiuto attraverso i soliti canali di supporto. + +Per configurare la vostra smartcard, dato che non c'è una via facile dalla +riga di comando, dovrete usate il menu di GnuPG:: + + $ gpg --card-edit + [...omitted...] + gpg/card> admin + Admin commands are allowed + gpg/card> passwd + +Dovreste impostare il PIN dell'utente (1), quello dell'amministratore (3) e il +codice di reset (4). Assicuratevi di annotare e salvare questi codici in un +posto sicuro -- specialmente il PIN dell'amministratore e il codice di reset +(che vi permetterà di azzerare completamente la smartcard). Il PIN +dell'amministratore viene usato così raramente che è inevitabile dimenticarselo +se non lo si annota. + +Tornando al nostro menu, potete impostare anche altri valori (come il nome, +il sesso, informazioni d'accesso, eccetera), ma non sono necessari e aggiunge +altre informazioni sulla carta che potrebbero trapelare in caso di smarrimento. + +.. note:: + + A dispetto del nome "PIN", né il PIN utente né quello dell'amministratore + devono essere esclusivamente numerici. + +Spostare le sottochiavi sulla smartcard +--------------------------------------- + +Uscite dal menu (usando "q") e salverete tutte le modifiche. Poi, spostiamo +tutte le sottochiavi sulla smartcard. Per la maggior parte delle operazioni +vi serviranno sia la passphrase della chiave PGP che il PIN +dell'amministratore:: + + $ gpg --edit-key [fpr] + + Secret subkeys are available. + + pub rsa2048/AAAABBBBCCCCDDDD + created: 2018-01-23 expires: 2020-01-23 usage: SC + trust: ultimate validity: ultimate + ssb rsa2048/1111222233334444 + created: 2018-01-23 expires: never usage: E + ssb ed25519/5555666677778888 + created: 2017-12-07 expires: never usage: S + [ultimate] (1). Alice Dev <adev@kernel.org> + + gpg> + +Usando ``--edit-key`` si tornerà alla modalità menu e noterete che +la lista delle chiavi è leggermente diversa. Da questo momento in poi, +tutti i comandi saranno eseguiti nella modalità menu, come indicato +da ``gpg>``. + +Per prima cosa, selezioniamo la chiave che verrà messa sulla carta -- +potete farlo digitando ``key 1`` (è la prima della lista, la sottochiave +**[E]**):: + + gpg> key 1 + +Nel'output dovreste vedere ``ssb*`` associato alla chiave **[E]**. Il simbolo +``*`` indica che la chiave è stata "selezionata". Funziona come un +interruttore, ovvero se scrivete nuovamente ``key 1``, il simbolo ``*`` sparirà +e la chiave non sarà più selezionata. + +Ora, spostiamo la chiave sulla smartcard:: + + gpg> keytocard + Please select where to store the key: + (2) Encryption key + Your selection? 2 + +Dato che è la nostra chiave **[E]**, ha senso metterla nella sezione criptata. +Quando confermerete la selezione, vi verrà chiesta la passphrase della vostra +chiave PGP, e poi il PIN dell'amministratore. Se il comando ritorna senza +errori, allora la vostra chiave è stata spostata con successo. + +**Importante**: digitate nuovamente ``key 1`` per deselezionare la prima chiave +e selezionate la seconda chiave **[S]** con ``key 2``:: + + gpg> key 1 + gpg> key 2 + gpg> keytocard + Please select where to store the key: + (1) Signature key + (3) Authentication key + Your selection? 1 + +Potete usare la chiave **[S]** sia per firmare che per autenticare, ma vogliamo +che sia nella sezione di firma, quindi scegliete (1). Ancora una volta, se il +comando ritorna senza errori, allora l'operazione è avvenuta con successo:: + + gpg> q + Save changes? (y/N) y + +Salvando le modifiche cancellerete dalla vostra cartella home tutte le chiavi +che avete spostato sulla carta (ma questo non è un problema, perché abbiamo +fatto delle copie di sicurezza nel caso in cui dovessimo configurare una +nuova smartcard). + +Verificare che le chiavi siano state spostate +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Ora, se doveste usare l'opzione ``--list-secret-keys``, vedrete una +sottile differenza nell'output:: + + $ gpg --list-secret-keys + sec# rsa2048 2018-01-24 [SC] [expires: 2020-01-24] + 000000000000000000000000AAAABBBBCCCCDDDD + uid [ultimate] Alice Dev <adev@kernel.org> + ssb> rsa2048 2018-01-24 [E] [expires: 2020-01-24] + ssb> ed25519 2018-01-24 [S] + +Il simbolo ``>`` in ``ssb>`` indica che la sottochiave è disponibile solo +nella smartcard. Se tornate nella vostra cartella delle chiavi segrete e +guardate al suo contenuto, noterete che i file ``.key`` sono stati sostituiti +con degli stub:: + + $ cd ~/.gnupg/private-keys-v1.d + $ strings *.key | grep 'private-key' + +Per indicare che i file sono solo degli stub e che in realtà il contenuto è +sulla smartcard, l'output dovrebbe mostrarvi ``shadowed-private-key``. + +Verificare che la smartcard funzioni +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Per verificare che la smartcard funzioni come dovuto, potete creare +una firma:: + + $ echo "Hello world" | gpg --clearsign > /tmp/test.asc + $ gpg --verify /tmp/test.asc + +Col primo comando dovrebbe chiedervi il PIN della smartcard, e poi dovrebbe +mostrare "Good signature" dopo l'esecuzione di ``gpg --verify``. + +Complimenti, siete riusciti a rendere estremamente difficile il furto della +vostra identità digitale di sviluppatore. + +Altre operazioni possibili con GnuPG +------------------------------------ + +Segue un breve accenno ad alcune delle operazioni più comuni che dovrete +fare con le vostre chiavi PGP. + +Montare il disco con la chiave primaria +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Vi servirà la vostra chiave principale per tutte le operazioni che seguiranno, +per cui per prima cosa dovrete accedere ai vostri backup e dire a GnuPG di +usarli:: + + $ export GNUPGHOME=/media/disk/foo/gnupg-backup + $ gpg --list-secret-keys + +Dovete assicurarvi di vedere ``sec`` e non ``sec#`` nell'output del programma +(il simbolo ``#`` significa che la chiave non è disponibile e che state ancora +utilizzando la vostra solita cartella di lavoro). + +Estendere la data di scadenza di una chiave +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +La chiave principale ha una data di scadenza di 2 anni dal momento della sua +creazione. Questo per motivi di sicurezza e per rendere obsolete le chiavi +che, eventualmente, dovessero sparire dai keyserver. + +Per estendere di un anno, dalla data odierna, la scadenza di una vostra chiave, +eseguite:: + + $ gpg --quick-set-expire [fpr] 1y + +Se per voi è più facile da memorizzare, potete anche utilizzare una data +specifica (per esempio, il vostro compleanno o capodanno):: + + $ gpg --quick-set-expire [fpr] 2020-07-01 + +Ricordatevi di inviare l'aggiornamento ai keyserver:: + + $ gpg --send-key [fpr] + +Aggiornare la vostra cartella di lavoro dopo ogni modifica +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Dopo aver fatto delle modifiche alle vostre chiavi usando uno spazio a parte, +dovreste importarle nella vostra cartella di lavoro abituale:: + + $ gpg --export | gpg --homedir ~/.gnupg --import + $ unset GNUPGHOME + + +Usare PGP con Git +================= + +Una delle caratteristiche fondanti di Git è la sua natura decentralizzata -- +una volta che il repositorio è stato clonato sul vostro sistema, avete la +storia completa del progetto, inclusi i suoi tag, i commit ed i rami. Tuttavia, +con i centinaia di repositori clonati che ci sono in giro, come si fa a +verificare che la loro copia di linux.git non è stata manomessa da qualcuno? + +Oppure, cosa succede se viene scoperta una backdoor nel codice e la riga +"Autore" dice che sei stato tu, mentre tu sei abbastanza sicuro di +`non averci niente a che fare`_? + +Per risolvere entrambi i problemi, Git ha introdotto l'integrazione con PGP. +I tag firmati dimostrano che il repositorio è integro assicurando che il suo +contenuto è lo stesso che si trova sulle macchine degli sviluppatori che hanno +creato il tag; mentre i commit firmati rendono praticamente impossibile +ad un malintenzionato di impersonarvi senza avere accesso alle vostre chiavi +PGP. + +.. _`non averci niente a che fare`: https://github.com/jayphelps/git-blame-someone-else + +Configurare git per usare la vostra chiave PGP +---------------------------------------------- + +Se avete solo una chiave segreta nel vostro portachiavi, allora non avete nulla +da fare in più dato che sarà la vostra chiave di base. Tuttavia, se doveste +avere più chiavi segrete, potete dire a git quale dovrebbe usare (``[fpg]`` +è la vostra impronta digitale):: + + $ git config --global user.signingKey [fpr] + +**IMPORTANTE**: se avete una comando dedicato per ``gpg2``, allora dovreste +dire a git di usare sempre quello piuttosto che il vecchio comando ``gpg``:: + + $ git config --global gpg.program gpg2 + +Come firmare i tag +------------------ + +Per creare un tag firmato, passate l'opzione ``-s`` al comando tag:: + + $ git tag -s [tagname] + +La nostra raccomandazione è quella di firmare sempre i tag git, perché +questo permette agli altri sviluppatori di verificare che il repositorio +git dal quale stanno prendendo il codice non è stato alterato intenzionalmente. + +Come verificare i tag firmati +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Per verificare un tag firmato, potete usare il comando ``verify-tag``:: + + $ git verify-tag [tagname] + +Se state prendendo un tag da un fork del repositorio del progetto, git +dovrebbe verificare automaticamente la firma di quello che state prendendo +e vi mostrerà il risultato durante l'operazione di merge:: + + $ git pull [url] tags/sometag + +Il merge conterrà qualcosa di simile:: + + Merge tag 'sometag' of [url] + + [Tag message] + + # gpg: Signature made [...] + # gpg: Good signature from [...] + +Se state verificando il tag di qualcun altro, allora dovrete importare +la loro chiave PGP. Fate riferimento alla sezione ":ref:`it_verify_identities`" +che troverete più avanti. + +Configurare git per firmare sempre i tag con annotazione +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Se state creando un tag con annotazione è molto probabile che vogliate +firmarlo. Per imporre a git di firmare sempre un tag con annotazione, +dovete impostare la seguente opzione globale:: + + $ git config --global tag.forceSignAnnotated true + +Come usare commit firmati +------------------------- + +Creare dei commit firmati è facile, ma è molto più difficile utilizzarli +nello sviluppo del kernel linux per via del fatto che ci si affida alle +liste di discussione e questo modo di procedere non mantiene le firme PGP +nei commit. In aggiunta, quando si usa *rebase* nel proprio repositorio +locale per allinearsi al kernel anche le proprie firme PGP verranno scartate. +Per questo motivo, la maggior parte degli sviluppatori del kernel non si +preoccupano troppo di firmare i propri commit ed ignoreranno quelli firmati +che si trovano in altri repositori usati per il proprio lavoro. + +Tuttavia, se avete il vostro repositorio di lavoro disponibile al pubblico +su un qualche servizio di hosting git (kernel.org, infradead.org, ozlabs.org, +o altri), allora la raccomandazione è di firmare tutti i vostri commit +anche se gli sviluppatori non ne beneficeranno direttamente. + +Vi raccomandiamo di farlo per i seguenti motivi: + +1. Se dovesse mai esserci la necessità di fare delle analisi forensi o + tracciare la provenienza di un codice, anche sorgenti mantenuti + esternamente che hanno firme PGP sui commit avranno un certo valore a + questo scopo. +2. Se dovesse mai capitarvi di clonare il vostro repositorio locale (per + esempio dopo un danneggiamento del disco), la firma vi permetterà di + verificare l'integrità del repositorio prima di riprendere il lavoro. +3. Se qualcuno volesse usare *cherry-pick* sui vostri commit, allora la firma + permetterà di verificare l'integrità dei commit prima di applicarli. + +Creare commit firmati +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Per creare un commit firmato, dovete solamente aggiungere l'opzione ``-S`` +al comando ``git commit`` (si usa la lettera maiuscola per evitare +conflitti con un'altra opzione):: + + $ git commit -S + +Configurare git per firmare sempre i commit +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Potete dire a git di firmare sempre i commit:: + + git config --global commit.gpgSign true + +.. note:: + + Assicuratevi di aver configurato ``gpg-agent`` prima di abilitare + questa opzione. + +.. _it_verify_identities: + +Come verificare l'identità degli sviluppatori del kernel +======================================================== + +Firmare i tag e i commit è facile, ma come si fa a verificare che la chiave +usata per firmare qualcosa appartenga davvero allo sviluppatore e non ad un +impostore? + +Configurare l'auto-key-retrieval usando WKD e DANE +-------------------------------------------------- + +Se non siete ancora in possesso di una vasta collezione di chiavi pubbliche +di altri sviluppatori, allora potreste iniziare il vostro portachiavi +affidandovi ai servizi di auto-scoperta e auto-recupero. GnuPG può affidarsi +ad altre tecnologie di delega della fiducia, come DNSSEC e TLS, per sostenervi +nel caso in cui iniziare una propria rete di fiducia da zero sia troppo +scoraggiante. + +Aggiungete il seguente testo al vostro file ``~/.gnupg/gpg.conf``:: + + auto-key-locate wkd,dane,local + auto-key-retrieve + +La *DNS-Based Authentication of Named Entities* ("DANE") è un metodo +per la pubblicazione di chiavi pubbliche su DNS e per renderle sicure usando +zone firmate con DNSSEC. Il *Web Key Directory* ("WKD") è un metodo +alternativo che usa https a scopo di ricerca. Quando si usano DANE o WKD +per la ricerca di chiavi pubbliche, GnuPG validerà i certificati DNSSEC o TLS +prima di aggiungere al vostro portachiavi locale le eventuali chiavi trovate. + +Kernel.org pubblica la WKD per tutti gli sviluppatori che hanno un account +kernel.org. Una volta che avete applicato le modifiche al file ``gpg.conf``, +potrete auto-recuperare le chiavi di Linus Torvalds e Greg Kroah-Hartman +(se non le avete già):: + + $ gpg --locate-keys torvalds@kernel.org gregkh@kernel.org + +Se avete un account kernel.org, al fine di rendere più utile l'uso di WKD +da parte di altri sviluppatori del kernel, dovreste `aggiungere alla vostra +chiave lo UID di kernel.org`_. + +.. _`aggiungere alla vostra chiave lo UID di kernel.org`: https://korg.wiki.kernel.org/userdoc/mail#adding_a_kernelorg_uid_to_your_pgp_key + +Web of Trust (WOT) o Trust on First Use (TOFU) +---------------------------------------------- + +PGP incorpora un meccanismo di delega della fiducia conosciuto come +"Web of Trust". Di base, questo è un tentativo di sostituire la necessità +di un'autorità certificativa centralizzata tipica del mondo HTTPS/TLS. +Invece di avere svariati produttori software che decidono chi dovrebbero +essere le entità di certificazione di cui dovreste fidarvi, PGP lascia +la responsabilità ad ogni singolo utente. + +Sfortunatamente, solo poche persone capiscono come funziona la rete di fiducia. +Nonostante sia un importante aspetto della specifica OpenPGP, recentemente +le versioni di GnuPG (2.2 e successive) hanno implementato un meccanisco +alternativo chiamato "Trust on First Use" (TOFU). Potete pensare a TOFU come +"ad un approccio all fidicia simile ad SSH". In SSH, la prima volta che vi +connettete ad un sistema remoto, l'impronta digitale della chiave viene +registrata e ricordata. Se la chiave dovesse cambiare in futuro, il programma +SSH vi avviserà e si rifiuterà di connettersi, obbligandovi a prendere una +decisione circa la fiducia che riponete nella nuova chiave. In modo simile, +la prima volta che importate la chiave PGP di qualcuno, si assume sia valida. +Se ad un certo punto GnuPG trova un'altra chiave con la stessa identità, +entrambe, la vecchia e la nuova, verranno segnate come invalide e dovrete +verificare manualmente quale tenere. + +Vi raccomandiamo di usare il meccanisco TOFU+PGP (che è la nuova configurazione +di base di GnuPG v2). Per farlo, aggiungete (o modificate) l'impostazione +``trust-model`` in ``~/.gnupg/gpg.conf``:: + + trust-model tofu+pgp + +Come usare i keyserver in sicurezza +----------------------------------- +Se ottenete l'errore "No public key" quando cercate di validate il tag di +qualcuno, allora dovreste cercare quella chiave usando un keyserver. È +importante tenere bene a mente che non c'è alcuna garanzia che la chiave +che avete recuperato da un keyserver PGP appartenga davvero alla persona +reale -- è progettato così. Dovreste usare il Web of Trust per assicurarvi +che la chiave sia valida. + +Come mantenere il Web of Trust va oltre gli scopi di questo documento, +semplicemente perché farlo come si deve richiede sia sforzi che perseveranza +che tendono ad andare oltre al livello di interesse della maggior parte degli +esseri umani. Qui di seguito alcuni rapidi suggerimenti per aiutarvi a ridurre +il rischio di importare chiavi maligne. + +Primo, diciamo che avete provato ad eseguire ``git verify-tag`` ma restituisce +un errore dicendo che la chiave non è stata trovata:: + + $ git verify-tag sunxi-fixes-for-4.15-2 + gpg: Signature made Sun 07 Jan 2018 10:51:55 PM EST + gpg: using RSA key DA73759BF8619E484E5A3B47389A54219C0F2430 + gpg: issuer "wens@...org" + gpg: Can't check signature: No public key + +Cerchiamo nel keyserver per maggiori informazioni sull'impronta digitale +della chiave (l'impronta digitale, probabilmente, appartiene ad una +sottochiave, dunque non possiamo usarla direttamente senza trovare prima +l'ID della chiave primaria associata ad essa):: + + $ gpg --search DA73759BF8619E484E5A3B47389A54219C0F2430 + gpg: data source: hkp://keys.gnupg.net + (1) Chen-Yu Tsai <wens@...org> + 4096 bit RSA key C94035C21B4F2AEB, created: 2017-03-14, expires: 2019-03-15 + Keys 1-1 of 1 for "DA73759BF8619E484E5A3B47389A54219C0F2430". Enter number(s), N)ext, or Q)uit > q + +Localizzate l'ID della chiave primaria, nel nostro esempio +``C94035C21B4F2AEB``. Ora visualizzate le chiavi di Linus Torvalds +che avete nel vostro portachiavi:: + + $ gpg --list-key torvalds@kernel.org + pub rsa2048 2011-09-20 [SC] + ABAF11C65A2970B130ABE3C479BE3E4300411886 + uid [ unknown] Linus Torvalds <torvalds@kernel.org> + sub rsa2048 2011-09-20 [E] + +Poi, cercate un percorso affidabile da Linux Torvalds alla chiave che avete +trovato con ``gpg --search`` usando la chiave sconosciuta.Per farlo potete usare +diversi strumenti come https://github.com/mricon/wotmate, +https://git.kernel.org/pub/scm/docs/kernel/pgpkeys.git/tree/graphs, e +https://the.earth.li/~noodles/pathfind.html. + +Se trovate un paio di percorsi affidabili è un buon segno circa la validità +della chiave. Ora, potete aggiungerla al vostro portachiavi dal keyserver:: + + $ gpg --recv-key C94035C21B4F2AEB + +Questa procedura non è perfetta, e ovviamente state riponendo la vostra +fiducia nell'amministratore del servizio *PGP Pathfinder* sperando che non +sia malintenzionato (infatti, questo va contro :ref:`it_devs_not_infra`). +Tuttavia, se mantenete con cura la vostra rete di fiducia sarà un deciso +miglioramento rispetto alla cieca fiducia nei keyserver. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-tip.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-tip.rst new file mode 100644 index 000000000..126f17ee5 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-tip.rst @@ -0,0 +1,10 @@ +.. SPDX-License-Identifier: GPL-2.0 + +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: Documentation/process/maintainer-tip.rst + +Il tascabile dei sorgenti tip +============================= + +.. note:: To be translated diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/maintainers.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainers.rst new file mode 100644 index 000000000..3225f7c89 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/maintainers.rst @@ -0,0 +1,13 @@ +:Original: Documentation/process/maintainers.rst + +Lista dei manutentori e come inviare modifiche al kernel +======================================================== + +Questa pagina non verrà tradotta. Fate riferimento alla versione originale in +inglese. + +.. note:: La pagina originale usa una direttiva speciale per integrare il file + `MAINTAINERS` in sphinx. La parte di quel documento che si potrebbe + tradurre contiene comunque informazioni già presenti in + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst + <it_submittingpatches>`. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/management-style.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/management-style.rst new file mode 100644 index 000000000..76ed07408 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/management-style.rst @@ -0,0 +1,295 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :doc:`../../../process/management-style` +:Translator: Alessia Mantegazza <amantegazza@vaga.pv.it> + +.. _it_managementstyle: + +Il modello di gestione del kernel Linux +======================================= + +Questo breve documento descrive il modello di gestione del kernel Linux. +Per certi versi, esso rispecchia il documento +:ref:`translations/it_IT/process/coding-style.rst <it_codingstyle>`, +ed è principalmente scritto per evitare di rispondere [#f1]_ in continuazione +alle stesse identiche (o quasi) domande. + +Il modello di gestione è qualcosa di molto personale e molto più difficile da +qualificare rispetto a delle semplici regole di codifica, quindi questo +documento potrebbe avere più o meno a che fare con la realtà. È cominciato +come un gioco, ma ciò non significa che non possa essere vero. +Lo dovrete decidere voi stessi. + +In ogni caso, quando si parla del "dirigente del kernel", ci si riferisce +sempre alla persona che dirige tecnicamente, e non a coloro che +tradizionalmente hanno un ruolo direttivo all'interno delle aziende. Se vi +occupate di convalidare acquisti o avete una qualche idea sul budget del vostro +gruppo, probabilmente non siete un dirigente del kernel. Quindi i suggerimenti +qui indicati potrebbero fare al caso vostro, oppure no. + +Prima di tutto, suggerirei di acquistare "Le sette regole per avere successo", +e di non leggerlo. Bruciatelo, è un grande gesto simbolico. + +.. [#f1] Questo documento non fa molto per risponde alla domanda, ma rende + così dannatamente ovvio a chi la pone che non abbiamo la minima idea + di come rispondere. + +Comunque, partiamo: + +.. _it_decisions: + +1) Le decisioni +--------------- + +Tutti pensano che i dirigenti decidano, e che questo prendere decisioni +sia importante. Più grande e dolorosa è la decisione, più importante deve +essere il dirigente che la prende. Questo è molto profondo ed ovvio, ma non è +del tutto vero. + +Il gioco consiste nell'"evitare" di dover prendere decisioni. In particolare +se qualcuno vi chiede di "Decidere" tra (a) o (b), e vi dice che ha +davvero bisogno di voi per questo, come dirigenti siete nei guai. +Le persone che gestite devono conoscere i dettagli più di quanto li conosciate +voi, quindi se vengono da voi per una decisione tecnica, siete fottuti. +Non sarete chiaramente competente per prendere quella decisione per loro. + +(Corollario: se le persone che gestite non conoscono i dettagli meglio di voi, +anche in questo caso sarete fregati, tuttavia per altre ragioni. Ossia state +facendo il lavoro sbagliato, e che invece dovrebbero essere "loro" a gestirvi) + +Quindi il gioco si chiama "evitare" decisioni, almeno le più grandi e +difficili. Prendere decisioni piccoli e senza conseguenze va bene, e vi fa +sembrare competenti in quello che state facendo, quindi quello che un dirigente +del kernel ha bisogno di fare è trasformare le decisioni grandi e difficili +in minuzie delle quali nessuno importa. + +Ciò aiuta a capire che la differenza chiave tra una grande decisione ed una +piccola sta nella possibilità di modificare tale decisione in seguito. +Qualsiasi decisione importante può essere ridotta in decisioni meno importanti, +ma dovete assicurarvi che possano essere reversibili in caso di errori +(presenti o futuri). Improvvisamente, dovrete essere doppiamente dirigenti +per **due** decisioni non sequenziali - quella sbagliata **e** quella giusta. + +E le persone vedranno tutto ciò come prova di vera capacità di comando +(*cough* cavolata *cough*) + +Così la chiave per evitare le decisioni difficili diviene l'evitare +di fare cose che non possono essere disfatte. Non infilatevi in un angolo +dal quale non potrete sfuggire. Un topo messo all'angolo può rivelarsi +pericoloso - un dirigente messo all'angolo è solo pietoso. + +**In ogni caso** dato che nessuno è stupido al punto da lasciare veramente ad +un dirigente del kernel un enorme responsabilità, solitamente è facile fare +marcia indietro. Annullare una decisione è molto facile: semplicemente dite a +tutti che siete stati degli scemi incompetenti, dite che siete dispiaciuti, ed +annullate tutto l'inutile lavoro sul quale gli altri hanno lavorato nell'ultimo +anno. Improvvisamente la decisione che avevate preso un anno fa non era poi +così grossa, dato che può essere facilmente annullata. + +È emerso che alcune persone hanno dei problemi con questo tipo di approccio, +questo per due ragioni: + + - ammettere di essere degli idioti è più difficile di quanto sembri. A tutti + noi piace mantenere le apparenze, ed uscire allo scoperto in pubblico per + ammettere che ci si è sbagliati è qualcosa di davvero impegnativo. + - avere qualcuno che ti dice che ciò su cui hai lavorato nell'ultimo anno + non era del tutto valido, può rivelarsi difficile anche per un povero ed + umile ingegnere, e mentre il **lavoro** vero era abbastanza facile da + cancellare, dall'altro canto potreste aver irrimediabilmente perso la + fiducia di quell'ingegnere. E ricordate che l'"irrevocabile" era quello + che avevamo cercato di evitare fin dall'inizio, e la vostra decisione + ha finito per esserlo. + +Fortunatamente, entrambe queste ragioni posso essere mitigate semplicemente +ammettendo fin dal principio che non avete una cavolo di idea, dicendo +agli altri in anticipo che la vostra decisione è puramente ipotetica, e che +potrebbe essere sbagliata. Dovreste sempre riservarvi il diritto di cambiare +la vostra opinione, e rendere gli altri ben **consapevoli** di ciò. +Ed è molto più facile ammettere di essere stupidi quando non avete **ancora** +fatto quella cosa stupida. + +Poi, quando è realmente emersa la vostra stupidità, le persone semplicemente +roteeranno gli occhi e diranno "Uffa, no, ancora". + +Questa ammissione preventiva di incompetenza potrebbe anche portare le persone +che stanno facendo il vero lavoro, a pensarci due volte. Dopo tutto, se +**loro** non sono certi se sia una buona idea, voi, sicuro come la morte, +non dovreste incoraggiarli promettendogli che ciò su cui stanno lavorando +verrà incluso. Fate si che ci pensino due volte prima che si imbarchino in un +grosso lavoro. + +Ricordate: loro devono sapere più cose sui dettagli rispetto a voi, e +solitamente pensano di avere già la risposta a tutto. La miglior cosa che +potete fare in qualità di dirigente è di non instillare troppa fiducia, ma +invece fornire una salutare dose di pensiero critico su quanto stanno facendo. + +Comunque, un altro modo di evitare una decisione è quello di lamentarsi +malinconicamente dicendo : "non possiamo farli entrambi e basta?" e con uno +sguardo pietoso. Fidatevi, funziona. Se non è chiaro quale sia il miglior +approccio, lo scopriranno. La risposta potrebbe essere data dal fatto che +entrambe i gruppi di lavoro diventano frustati al punto di rinunciarvi. + +Questo può suonare come un fallimento, ma di solito questo è un segno che +c'era qualcosa che non andava in entrambe i progetti, e il motivo per +il quale le persone coinvolte non abbiano potuto decidere era che entrambe +sbagliavano. Voi ne uscirete freschi come una rosa, e avrete evitato un'altra +decisione con la quale avreste potuto fregarvi. + + +2) Le persone +------------- + +Ci sono molte persone stupide, ed essere un dirigente significa che dovrete +scendere a patti con questo, e molto più importate, che **loro** devono avere +a che fare con **voi**. + +Ne emerge che mentre è facile annullare degli errori tecnici, non è invece +così facile rimuovere i disordini della personalità. Dovrete semplicemente +convivere con i loro, ed i vostri, problemi. + +Comunque, al fine di preparavi in qualità di dirigenti del kernel, è meglio +ricordare di non abbattere alcun ponte, bombardare alcun paesano innocente, +o escludere troppi sviluppatori kernel. Ne emerge che escludere le persone +è piuttosto facile, mentre includerle nuovamente è difficile. Così +"l'esclusione" immediatamente cade sotto il titolo di "non reversibile", e +diviene un no-no secondo la sezione :ref:`it_decisions`. + +Esistono alcune semplici regole qui: + + (1) non chiamate le persone teste di c*** (al meno, non in pubblico) + (2) imparate a scusarvi quando dimenticate la regola (1) + +Il problema del punto numero 1 è che è molto facile da rispettare, dato che +è possibile dire "sei una testa di c***" in milioni di modi differenti [#f2]_, +a volte senza nemmeno pensarci, e praticamente sempre con la calda convinzione +di essere nel giusto. + +E più convinti sarete che avete ragione (e diciamolo, potete chiamare +praticamente **tutti** testa di c**, e spesso **sarete** nel giusto), più +difficile sarà scusarvi successivamente. + +Per risolvere questo problema, avete due possibilità: + + - diventare davvero bravi nello scusarsi + - essere amabili così che nessuno finirà col sentirsi preso di mira. Siate + creativi abbastanza, e potrebbero esserne divertiti. + +L'opzione dell'essere immancabilmente educati non esiste proprio. Nessuno +si fiderà di qualcuno che chiaramente sta nascondendo il suo vero carattere. + +.. [#f2] Paul Simon cantava: "50 modi per lasciare il vostro amante", perché, + molto francamente, "Un milione di modi per dire ad uno sviluppatore + Testa di c***" non avrebbe funzionato. Ma sono sicuro che ci abbia + pensato. + + +3) Le persone II - quelle buone +------------------------------- + +Mentre emerge che la maggior parte delle persone sono stupide, il corollario +a questo è il triste fatto che anche voi siete fra queste, e che mentre +possiamo tutti crogiolarci nella sicurezza di essere migliori della media +delle persone (diciamocelo, nessuno crede di essere nelle media o sotto di +essa), dovremmo anche ammettere che non siamo il "coltello più affilato" del +circondario, e che ci saranno altre persone che sono meno stupide di quanto +lo siete voi. + +Molti reagiscono male davanti alle persone intelligenti. Altri le usano a +proprio vantaggio. + +Assicuratevi che voi, in qualità di manutentori del kernel, siate nel secondo +gruppo. Inchinatevi dinanzi a loro perché saranno le persone che vi renderanno +il lavoro più facile. In particolare, prenderanno le decisioni per voi, che è +l'oggetto di questo gioco. + +Quindi quando trovate qualcuno più sveglio di voi, prendetevela comoda. +Le vostre responsabilità dirigenziali si ridurranno in gran parte nel dire +"Sembra una buona idea - Vai", oppure "Sembra buono, ma invece circa questo e +quello?". La seconda versione in particolare è una gran modo per imparare +qualcosa di nuovo circa "questo e quello" o di sembrare **extra** dirigenziali +sottolineando qualcosa alla quale i più svegli non avevano pensato. In +entrambe i casi, vincete. + +Una cosa alla quale dovete fare attenzione è che l'essere grandi in qualcosa +non si traduce automaticamente nell'essere grandi anche in altre cose. Quindi +dovreste dare una spintarella alle persone in una specifica direzione, ma +diciamocelo, potrebbero essere bravi in ciò che fanno e far schifo in tutto +il resto. La buona notizia è che le persone tendono a gravitare attorno a ciò +in cui sono bravi, quindi non state facendo nulla di irreversibile quando li +spingete verso una certa direzione, solo non spingete troppo. + + +4) Addossare le colpe +--------------------- + +Le cose andranno male, e le persone vogliono qualcuno da incolpare. Sarete voi. + +Non è poi così difficile accettare la colpa, specialmente se le persone +riescono a capire che non era **tutta** colpa vostra. Il che ci porta +sulla miglior strada per assumersi la colpa: fatelo per qualcun'altro. +Vi sentirete bene nel assumervi la responsabilità, e loro si sentiranno +bene nel non essere incolpati, e coloro che hanno perso i loro 36GB di +pornografia a causa della vostra incompetenza ammetteranno a malincuore che +almeno non avete cercato di fare il furbetto. + +Successivamente fate in modo che gli sviluppatori che in realtà hanno fallito +(se riuscite a trovarli) sappiano **in privato** che sono "fottuti". +Questo non per fargli sapere che la prossima volta possono evitarselo ma per +fargli capire che sono in debito. E, forse cosa più importante, sono loro che +devono sistemare la cosa. Perché, ammettiamolo, è sicuro non sarete voi a +farlo. + +Assumersi la colpa è anche ciò che vi rendere dirigenti in prima battuta. +È parte di ciò che spinge gli altri a fidarsi di voi, e vi garantisce +la gloria potenziale, perché siete gli unici a dire "Ho fatto una cavolata". +E se avete seguito le regole precedenti, sarete decisamente bravi nel dirlo. + + +5) Le cose da evitare +--------------------- + +Esiste una cosa che le persone odiano più che essere chiamate "teste di c****", +ed è essere chiamate "teste di c****" con fare da bigotto. Se per il primo +caso potrete comunque scusarvi, per il secondo non ve ne verrà data nemmeno +l'opportunità. Probabilmente smetteranno di ascoltarvi anche se tutto sommato +state svolgendo un buon lavoro. + +Tutti crediamo di essere migliori degli altri, il che significa che quando +qualcuno inizia a darsi delle arie, ci da **davvero** fastidio. Potreste anche +essere moralmente ed intellettualmente superiore a tutti quelli attorno a voi, +ma non cercate di renderlo ovvio per gli altri a meno che non **vogliate** +veramente far arrabbiare qualcuno [#f3]_. + +Allo stesso modo evitate di essere troppo gentili e pacati. Le buone maniere +facilmente finiscono per strabordare e nascondere i problemi, e come si usa +dire, "su internet nessuno può sentire la vostra pacatezza". Usate argomenti +diretti per farvi capire, non potete sperare che la gente capisca in altro +modo. + +Un po' di umorismo può aiutare a smorzare sia la franchezza che la moralità. +Andare oltre i limiti al punto d'essere ridicolo può portare dei punti a casa +senza renderlo spiacevole per i riceventi, i quali penseranno che stavate +facendo gli scemi. Può anche aiutare a lasciare andare quei blocchi mentali +che abbiamo nei confronti delle critiche. + +.. [#f3] Suggerimento: i forum di discussione su internet, che non sono + collegati col vostro lavoro, sono ottimi modi per sfogare la frustrazione + verso altre persone. Di tanto in tanto scrivete messaggi offensivi col ghigno + in faccia per infiammare qualche discussione: vi sentirete purificati. Solo + cercate di non cagare troppo vicino a casa. + +6) Perché io? +------------- + +Dato che la vostra responsabilità principale è quella di prendervi le colpe +d'altri, e rendere dolorosamente ovvio a tutti che siete degli incompetenti, +la domanda naturale che ne segue sarà : perché dovrei fare tutto ciò? + +Innanzitutto, potreste diventare o no popolari al punto da avere la fila di +ragazzine (o ragazzini, evitiamo pregiudizi o sessismo) che gridano e bussano +alla porta del vostro camerino, ma comunque **proverete** un immenso senso di +realizzazione personale dall'essere "in carica". Dimenticate il fatto che voi +state discutendo con tutti e che cercate di inseguirli il più velocemente che +potete. Tutti continueranno a pensare che voi siete la persona in carica. + +È un bel lavoro se riuscite ad adattarlo a voi. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/programming-language.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/programming-language.rst new file mode 100644 index 000000000..c1a9b481a --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/programming-language.rst @@ -0,0 +1,53 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/programming-language.rst <programming_language>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_programming_language: + +Linguaggio di programmazione +============================ + +Il kernel è scritto nel linguaggio di programmazione C [it-c-language]_. +Più precisamente, il kernel viene compilato con ``gcc`` [it-gcc]_ usando +l'opzione ``-std=gnu11`` [it-gcc-c-dialect-options]_: il dialetto GNU +dello standard ISO C11. +Linux supporta anche ``clang`` [it-clang]_, leggete la documentazione +:ref:`Building Linux with Clang/LLVM <kbuild_llvm>`. + +Questo dialetto contiene diverse estensioni al linguaggio [it-gnu-extensions]_, +e molte di queste vengono usate sistematicamente dal kernel. + +Il kernel offre un certo livello di supporto per la compilazione con +``icc`` [it-icc]_ su diverse architetture, tuttavia in questo momento +il supporto non è completo e richiede delle patch aggiuntive. + +Attributi +--------- + +Una delle estensioni più comuni e usate nel kernel sono gli attributi +[it-gcc-attribute-syntax]_. Gli attributi permettono di aggiungere una semantica, +definita dell'implementazione, alle entità del linguaggio (come le variabili, +le funzioni o i tipi) senza dover fare importanti modifiche sintattiche al +linguaggio stesso (come l'aggiunta di nuove parole chiave) [it-n2049]_. + +In alcuni casi, gli attributi sono opzionali (ovvero un compilatore che non +dovesse supportarli dovrebbe produrre comunque codice corretto, anche se +più lento o che non esegue controlli aggiuntivi durante la compilazione). + +Il kernel definisce alcune pseudo parole chiave (per esempio ``__pure``) +in alternativa alla sintassi GNU per gli attributi (per esempio +``__attribute__((__pure__))``) allo scopo di mostrare quali funzionalità si +possono usare e/o per accorciare il codice. + +Per maggiori informazioni consultate il file d'intestazione +``include/linux/compiler_attributes.h``. + +.. [it-c-language] http://www.open-std.org/jtc1/sc22/wg14/www/standards +.. [it-gcc] https://gcc.gnu.org +.. [it-clang] https://clang.llvm.org +.. [it-icc] https://software.intel.com/en-us/c-compilers +.. [it-gcc-c-dialect-options] https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/C-Dialect-Options.html +.. [it-gnu-extensions] https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/C-Extensions.html +.. [it-gcc-attribute-syntax] https://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc/Attribute-Syntax.html +.. [it-n2049] http://www.open-std.org/jtc1/sc22/wg14/www/docs/n2049.pdf diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/stable-api-nonsense.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/stable-api-nonsense.rst new file mode 100644 index 000000000..cdfc509b8 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/stable-api-nonsense.rst @@ -0,0 +1,209 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/stable-api-nonsense.rst <stable_api_nonsense>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_stable_api_nonsense: + +L'interfaccia dei driver per il kernel Linux +============================================ + +(tutte le risposte alle vostre domande e altro) + +Greg Kroah-Hartman <greg@kroah.com> + +Questo è stato scritto per cercare di spiegare perché Linux **non ha +un'interfaccia binaria, e non ha nemmeno un'interfaccia stabile**. + +.. note:: + + Questo articolo parla di interfacce **interne al kernel**, non delle + interfacce verso lo spazio utente. + + L'interfaccia del kernel verso lo spazio utente è quella usata dai + programmi, ovvero le chiamate di sistema. Queste interfacce sono **molto** + stabili nel tempo e non verranno modificate. Ho vecchi programmi che sono + stati compilati su un kernel 0.9 (circa) e tuttora funzionano sulle versioni + 2.6 del kernel. Queste interfacce sono quelle che gli utenti e i + programmatori possono considerare stabili. + +Riepilogo generale +------------------ + +Pensate di volere un'interfaccia del kernel stabile, ma in realtà non la +volete, e nemmeno sapete di non volerla. Quello che volete è un driver +stabile che funzioni, e questo può essere ottenuto solo se il driver si trova +nei sorgenti del kernel. Ci sono altri vantaggi nell'avere il proprio driver +nei sorgenti del kernel, ognuno dei quali hanno reso Linux un sistema operativo +robusto, stabile e maturo; questi sono anche i motivi per cui avete scelto +Linux. + +Introduzione +------------ + +Solo le persone un po' strambe vorrebbero scrivere driver per il kernel con +la costante preoccupazione per i cambiamenti alle interfacce interne. Per il +resto del mondo, queste interfacce sono invisibili o non di particolare +interesse. + +Innanzitutto, non tratterò **alcun** problema legale riguardante codice +chiuso, nascosto, avvolto, blocchi binari, o qualsia altra cosa che descrive +driver che non hanno i propri sorgenti rilasciati con licenza GPL. Per favore +fate riferimento ad un avvocato per qualsiasi questione legale, io sono un +programmatore e perciò qui vi parlerò soltanto delle questioni tecniche (non +per essere superficiali sui problemi legali, sono veri e dovete esserne a +conoscenza in ogni circostanza). + +Dunque, ci sono due tematiche principali: interfacce binarie del kernel e +interfacce stabili nei sorgenti. Ognuna dipende dall'altra, ma discuteremo +prima delle cose binarie per toglierle di mezzo. + +Interfaccia binaria del kernel +------------------------------ + +Supponiamo d'avere un'interfaccia stabile nei sorgenti del kernel, di +conseguenza un'interfaccia binaria dovrebbe essere anche'essa stabile, giusto? +Sbagliato. Prendete in considerazione i seguenti fatti che riguardano il +kernel Linux: + + - A seconda della versione del compilatore C che state utilizzando, diverse + strutture dati del kernel avranno un allineamento diverso, e possibilmente + un modo diverso di includere le funzioni (renderle inline oppure no). + L'organizzazione delle singole funzioni non è poi così importante, ma la + spaziatura (*padding*) nelle strutture dati, invece, lo è. + + - In base alle opzioni che sono state selezionate per generare il kernel, + un certo numero di cose potrebbero succedere: + + - strutture dati differenti potrebbero contenere campi differenti + - alcune funzioni potrebbero non essere implementate (per esempio, + alcuni *lock* spariscono se compilati su sistemi mono-processore) + - la memoria interna del kernel può essere allineata in differenti modi + a seconda delle opzioni di compilazione. + + - Linux funziona su una vasta gamma di architetture di processore. Non esiste + alcuna possibilità che il binario di un driver per un'architettura funzioni + correttamente su un'altra. + +Alcuni di questi problemi possono essere risolti compilando il proprio modulo +con la stessa identica configurazione del kernel, ed usando la stessa versione +del compilatore usato per compilare il kernel. Questo è sufficiente se volete +fornire un modulo per uno specifico rilascio su una specifica distribuzione +Linux. Ma moltiplicate questa singola compilazione per il numero di +distribuzioni Linux e il numero dei rilasci supportati da quest'ultime e vi +troverete rapidamente in un incubo fatto di configurazioni e piattaforme +hardware (differenti processori con differenti opzioni); dunque, anche per il +singolo rilascio di un modulo, dovreste creare differenti versioni dello +stesso. + +Fidatevi, se tenterete questa via, col tempo, diventerete pazzi; l'ho imparato +a mie spese molto tempo fa... + + +Interfaccia stabile nei sorgenti del kernel +------------------------------------------- + +Se parlate con le persone che cercano di mantenere aggiornato un driver per +Linux ma che non si trova nei sorgenti, allora per queste persone l'argomento +sarà "ostico". + +Lo sviluppo del kernel Linux è continuo e viaggia ad un ritmo sostenuto, e non +rallenta mai. Perciò, gli sviluppatori del kernel trovano bachi nelle +interfacce attuali, o trovano modi migliori per fare le cose. Se le trovano, +allora le correggeranno per migliorarle. In questo frangente, i nomi delle +funzioni potrebbero cambiare, le strutture dati potrebbero diventare più grandi +o più piccole, e gli argomenti delle funzioni potrebbero essere ripensati. +Se questo dovesse succedere, nello stesso momento, tutte le istanze dove questa +interfaccia viene utilizzata verranno corrette, garantendo che tutto continui +a funzionare senza problemi. + +Portiamo ad esempio l'interfaccia interna per il sottosistema USB che ha subito +tre ristrutturazioni nel corso della sua vita. Queste ristrutturazioni furono +fatte per risolvere diversi problemi: + + - È stato fatto un cambiamento da un flusso di dati sincrono ad uno + asincrono. Questo ha ridotto la complessità di molti driver e ha + aumentato la capacità di trasmissione di tutti i driver fino a raggiungere + quasi la velocità massima possibile. + - È stato fatto un cambiamento nell'allocazione dei pacchetti da parte del + sottosistema USB per conto dei driver, cosicché ora i driver devono fornire + più informazioni al sottosistema USB al fine di correggere un certo numero + di stalli. + +Questo è completamente l'opposto di quello che succede in alcuni sistemi +operativi proprietari che hanno dovuto mantenere, nel tempo, il supporto alle +vecchie interfacce USB. I nuovi sviluppatori potrebbero usare accidentalmente +le vecchie interfacce e sviluppare codice nel modo sbagliato, portando, di +conseguenza, all'instabilità del sistema. + +In entrambe gli scenari, gli sviluppatori hanno ritenuto che queste importanti +modifiche erano necessarie, e quindi le hanno fatte con qualche sofferenza. +Se Linux avesse assicurato di mantenere stabile l'interfaccia interna, si +sarebbe dovuto procedere alla creazione di una nuova, e quelle vecchie, e +mal funzionanti, avrebbero dovuto ricevere manutenzione, creando lavoro +aggiuntivo per gli sviluppatori del sottosistema USB. Dato che gli +sviluppatori devono dedicare il proprio tempo a questo genere di lavoro, +chiedergli di dedicarne dell'altro, senza benefici, magari gratuitamente, non +è contemplabile. + +Le problematiche relative alla sicurezza sono molto importanti per Linux. +Quando viene trovato un problema di sicurezza viene corretto in breve tempo. +A volte, per prevenire il problema di sicurezza, si sono dovute cambiare +delle interfacce interne al kernel. Quando è successo, allo stesso tempo, +tutti i driver che usavano quelle interfacce sono stati aggiornati, garantendo +la correzione definitiva del problema senza doversi preoccupare di rivederlo +per sbaglio in futuro. Se non si fossero cambiate le interfacce interne, +sarebbe stato impossibile correggere il problema e garantire che non si sarebbe +più ripetuto. + +Nel tempo le interfacce del kernel subiscono qualche ripulita. Se nessuno +sta più usando un'interfaccia, allora questa verrà rimossa. Questo permette +al kernel di rimanere il più piccolo possibile, e garantisce che tutte le +potenziali interfacce sono state verificate nel limite del possibile (le +interfacce inutilizzate sono impossibili da verificare). + + +Cosa fare +--------- + +Dunque, se avete un driver per il kernel Linux che non si trova nei sorgenti +principali del kernel, come sviluppatori, cosa dovreste fare? Rilasciare un +file binario del driver per ogni versione del kernel e per ogni distribuzione, +è un incubo; inoltre, tenere il passo con tutti i cambiamenti del kernel è un +brutto lavoro. + +Semplicemente, fate sì che il vostro driver per il kernel venga incluso nei +sorgenti principali (ricordatevi, stiamo parlando di driver rilasciati secondo +una licenza compatibile con la GPL; se il vostro codice non ricade in questa +categoria: buona fortuna, arrangiatevi, siete delle sanguisughe) + +Se il vostro driver è nei sorgenti del kernel e un'interfaccia cambia, il +driver verrà corretto immediatamente dalla persona che l'ha modificata. Questo +garantisce che sia sempre possibile compilare il driver, che funzioni, e tutto +con un minimo sforzo da parte vostra. + +Avere il proprio driver nei sorgenti principali del kernel ha i seguenti +vantaggi: + + - La qualità del driver aumenterà e i costi di manutenzione (per lo + sviluppatore originale) diminuiranno. + - Altri sviluppatori aggiungeranno nuove funzionalità al vostro driver. + - Altri persone troveranno e correggeranno bachi nel vostro driver. + - Altri persone troveranno degli aggiustamenti da fare al vostro driver. + - Altri persone aggiorneranno il driver quando è richiesto da un cambiamento + di un'interfaccia. + - Il driver sarà automaticamente reso disponibile in tutte le distribuzioni + Linux senza dover chiedere a nessuna di queste di aggiungerlo. + +Dato che Linux supporta più dispositivi di qualsiasi altro sistema operativo, +e che girano su molti più tipi di processori di qualsiasi altro sistema +operativo; ciò dimostra che questo modello di sviluppo qualcosa di giusto, +dopo tutto, lo fa :) + + + +------ + +Dei ringraziamenti vanno a Randy Dunlap, Andrew Morton, David Brownell, +Hanna Linder, Robert Love, e Nishanth Aravamudan per la loro revisione +e per i loro commenti sulle prime bozze di questo articolo. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/stable-kernel-rules.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/stable-kernel-rules.rst new file mode 100644 index 000000000..0be675b03 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/stable-kernel-rules.rst @@ -0,0 +1,216 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/stable-kernel-rules.rst <stable_kernel_rules>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_stable_kernel_rules: + +Tutto quello che volevate sapere sui rilasci -stable di Linux +============================================================== + +Regole sul tipo di patch che vengono o non vengono accettate nei sorgenti +"-stable": + + - Ovviamente dev'essere corretta e verificata. + - Non dev'essere più grande di 100 righe, incluso il contesto. + - Deve correggere una cosa sola. + - Deve correggere un baco vero che sta disturbando gli utenti (non cose del + tipo "Questo potrebbe essere un problema ..."). + - Deve correggere un problema di compilazione (ma non per cose già segnate + con CONFIG_BROKEN), un kernel oops, un blocco, una corruzione di dati, + un vero problema di sicurezza, o problemi del tipo "oh, questo non va bene". + In pratica, qualcosa di critico. + - Problemi importanti riportati dagli utenti di una distribuzione potrebbero + essere considerati se correggono importanti problemi di prestazioni o di + interattività. Dato che questi problemi non sono così ovvi e la loro + correzione ha un'alta probabilità d'introdurre una regressione, dovrebbero + essere sottomessi solo dal manutentore della distribuzione includendo un + link, se esiste, ad un rapporto su bugzilla, e informazioni aggiuntive + sull'impatto che ha sugli utenti. + - Non deve correggere problemi relativi a una "teorica sezione critica", + a meno che non venga fornita anche una spiegazione su come questa si + possa verificare. + - Non deve includere alcuna correzione "banale" (correzioni grammaticali, + pulizia dagli spazi bianchi, eccetera). + - Deve rispettare le regole scritte in + :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>` + - Questa patch o una equivalente deve esistere già nei sorgenti principali di + Linux + + +Procedura per sottomettere patch per i sorgenti -stable +------------------------------------------------------- + +.. note:: + Una patch di sicurezza non dovrebbe essere gestita (solamente) dal processo + di revisione -stable, ma dovrebbe seguire le procedure descritte in + :ref:`Documentation/translations/it_IT/admin-guide/security-bugs.rst <it_securitybugs>`. + +Per tutte le altre sottomissioni, scegliere una delle seguenti procedure +------------------------------------------------------------------------ + +.. _it_option_1: + +Opzione 1 +********* + +Per far sì che una patch venga automaticamente inclusa nei sorgenti stabili, +aggiungete l'etichetta + +.. code-block:: none + + Cc: stable@vger.kernel.org + +nell'area dedicata alla firme. Una volta che la patch è stata inclusa, verrà +applicata anche sui sorgenti stabili senza che l'autore o il manutentore +del sottosistema debba fare qualcosa. + +.. _it_option_2: + +Opzione 2 +********* + +Dopo che la patch è stata inclusa nei sorgenti Linux, inviate una mail a +stable@vger.kernel.org includendo: il titolo della patch, l'identificativo +del commit, il perché pensate che debba essere applicata, e in quale versione +del kernel la vorreste vedere. + +.. _it_option_3: + +Opzione 3 +********* + +Inviata la patch, dopo aver verificato che rispetta le regole descritte in +precedenza, a stable@vger.kernel.org. Dovete annotare nel changelog +l'identificativo del commit nei sorgenti principali, così come la versione +del kernel nel quale vorreste vedere la patch. + +L':ref:`it_option_1` è fortemente raccomandata; è il modo più facile e usato. +L':ref:`it_option_2` e l':ref:`it_option_3` sono più utili quando, al momento +dell'inclusione dei sorgenti principali, si ritiene che non debbano essere +incluse anche in quelli stabili (per esempio, perché si crede che si dovrebbero +fare più verifiche per eventuali regressioni). L':ref:`it_option_3` è +particolarmente utile se una patch dev'essere riportata su una versione +precedente (per esempio la patch richiede modifiche a causa di cambiamenti di +API). + +Notate che per l':ref:`it_option_3`, se la patch è diversa da quella nei +sorgenti principali (per esempio perché è stato necessario un lavoro di +adattamento) allora dev'essere ben documentata e giustificata nella descrizione +della patch. + +L'identificativo del commit nei sorgenti principali dev'essere indicato sopra +al messaggio della patch, così: + +.. code-block:: none + + commit <sha1> upstream. + +In aggiunta, alcune patch inviate attraverso l':ref:`it_option_1` potrebbero +dipendere da altre che devo essere incluse. Questa situazione può essere +indicata nel seguente modo nell'area dedicata alle firme: + +.. code-block:: none + + Cc: <stable@vger.kernel.org> # 3.3.x: a1f84a3: sched: Check for idle + Cc: <stable@vger.kernel.org> # 3.3.x: 1b9508f: sched: Rate-limit newidle + Cc: <stable@vger.kernel.org> # 3.3.x: fd21073: sched: Fix affinity logic + Cc: <stable@vger.kernel.org> # 3.3.x + Signed-off-by: Ingo Molnar <mingo@elte.hu> + +La sequenza di etichette ha il seguente significato: + +.. code-block:: none + + git cherry-pick a1f84a3 + git cherry-pick 1b9508f + git cherry-pick fd21073 + git cherry-pick <this commit> + +Inoltre, alcune patch potrebbero avere dei requisiti circa la versione del +kernel. Questo può essere indicato usando il seguente formato nell'area +dedicata alle firme: + +.. code-block:: none + + Cc: <stable@vger.kernel.org> # 3.3.x + +L'etichetta ha il seguente significato: + +.. code-block:: none + + git cherry-pick <this commit> + +per ogni sorgente "-stable" che inizia con la versione indicata. + +Dopo la sottomissione: + + - Il mittente riceverà un ACK quando la patch è stata accettata e messa in + coda, oppure un NAK se la patch è stata rigettata. A seconda degli impegni + degli sviluppatori, questa risposta potrebbe richiedere alcuni giorni. + - Se accettata, la patch verrà aggiunta alla coda -stable per essere + revisionata dal altri sviluppatori e dal principale manutentore del + sottosistema. + + +Ciclo di una revisione +---------------------- + + - Quando i manutentori -stable decidono di fare un ciclo di revisione, le + patch vengono mandate al comitato per la revisione, ai manutentori soggetti + alle modifiche delle patch (a meno che il mittente non sia anche il + manutentore di quell'area del kernel) e in CC: alla lista di discussione + linux-kernel. + - La commissione per la revisione ha 48 ore per dare il proprio ACK o NACK + alle patch. + - Se una patch viene rigettata da un membro della commissione, o un membro + della lista linux-kernel obietta la bontà della patch, sollevando problemi + che i manutentori ed i membri non avevano compreso, allora la patch verrà + rimossa dalla coda. + - Le patch che hanno ricevuto un ACK verranno inviate nuovamente come parte di + un rilascio candidato (-rc) al fine di essere verificate dagli sviluppatori e + dai testatori. + - Solitamente si pubblica solo una -rc, tuttavia se si riscontrano problemi + importanti, alcune patch potrebbero essere modificate o essere scartate, + oppure nuove patch potrebbero essere messe in coda. Dunque, verranno pubblicate + nuove -rc e così via finché non si ritiene che non vi siano più problemi. + - Si può rispondere ad una -rc scrivendo sulla lista di discussione un'email + con l'etichetta "Tested-by:". Questa etichetta verrà raccolta ed aggiunta al + commit rilascio. + - Alla fine del ciclo di revisione il nuovo rilascio -stable conterrà tutte le + patch che erano in coda e sono state verificate. + - Le patch di sicurezza verranno accettate nei sorgenti -stable direttamente + dalla squadra per la sicurezza del kernel, e non passerà per il normale + ciclo di revisione. Contattate la suddetta squadra per maggiori dettagli + su questa procedura. + +Sorgenti +-------- + + - La coda delle patch, sia quelle già applicate che in fase di revisione, + possono essere trovate al seguente indirizzo: + + https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/stable/stable-queue.git + + - Il rilascio definitivo, e marchiato, di tutti i kernel stabili può essere + trovato in rami distinti per versione al seguente indirizzo: + + https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/stable/linux.git + + - I rilasci candidati di tutti i kernel stabili possono essere trovati al + seguente indirizzo: + + https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/stable/linux-stable-rc.git/ + + + .. warning:: + I sorgenti -stable-rc sono un'istantanea dei sorgenti stable-queue e + subirà frequenti modifiche, dunque verrà anche trapiantato spesso. + Dovrebbe essere usato solo allo scopo di verifica (per esempio in un + sistema di CI) + +Comitato per la revisione +------------------------- + + - Questo comitato è fatto di sviluppatori del kernel che si sono offerti + volontari per questo lavoro, e pochi altri che non sono proprio volontari. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/submit-checklist.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/submit-checklist.rst new file mode 100644 index 000000000..2fc09cc1f --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/submit-checklist.rst @@ -0,0 +1,132 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/submit-checklist.rst <submitchecklist>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_submitchecklist: + +Lista delle verifiche da fare prima di inviare una patch per il kernel Linux +~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ + +Qui troverete una lista di cose che uno sviluppatore dovrebbe fare per +vedere le proprie patch accettate più rapidamente. + +Tutti questi punti integrano la documentazione fornita riguardo alla +sottomissione delle patch, in particolare +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst <it_submittingpatches>`. + +1) Se state usando delle funzionalità del kernel allora includete (#include) + i file che le dichiarano/definiscono. Non dipendente dal fatto che un file + d'intestazione include anche quelli usati da voi. + +2) Compilazione pulita: + + a) con le opzioni ``CONFIG`` negli stati ``=y``, ``=m`` e ``=n``. Nessun + avviso/errore di ``gcc`` e nessun avviso/errore dal linker. + + b) con ``allnoconfig``, ``allmodconfig`` + + c) quando si usa ``O=builddir`` + + d) Qualsiasi modifica in Documentation/ deve compilare con successo senza + avvisi o errori. Usare ``make htmldocs`` o ``make pdfdocs`` per verificare + e correggere i problemi + +3) Compilare per diverse architetture di processore usando strumenti per + la cross-compilazione o altri. + +4) Una buona architettura per la verifica della cross-compilazione è la ppc64 + perché tende ad usare ``unsigned long`` per le quantità a 64-bit. + +5) Controllate lo stile del codice della vostra patch secondo le direttive + scritte in :ref:`Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst <it_codingstyle>`. + Prima dell'invio della patch, usate il verificatore di stile + (``script/checkpatch.pl``) per scovare le violazioni più semplici. + Dovreste essere in grado di giustificare tutte le violazioni rimanenti nella + vostra patch. + +6) Le opzioni ``CONFIG``, nuove o modificate, non scombussolano il menu + di configurazione e sono preimpostate come disabilitate a meno che non + soddisfino i criteri descritti in ``Documentation/kbuild/kconfig-language.rst`` + alla punto "Voci di menu: valori predefiniti". + +7) Tutte le nuove opzioni ``Kconfig`` hanno un messaggio di aiuto. + +8) La patch è stata accuratamente revisionata rispetto alle più importanti + configurazioni ``Kconfig``. Questo è molto difficile da fare + correttamente - un buono lavoro di testa sarà utile. + +9) Verificare con sparse. + +10) Usare ``make checkstack`` e correggere tutti i problemi rilevati. + + .. note:: + + ``checkstack`` non evidenzia esplicitamente i problemi, ma una funzione + che usa più di 512 byte sullo stack è una buona candidata per una + correzione. + +11) Includete commenti :ref:`kernel-doc <kernel_doc>` per documentare API + globali del kernel. Usate ``make htmldocs`` o ``make pdfdocs`` per + verificare i commenti :ref:`kernel-doc <kernel_doc>` ed eventualmente + correggerli. + +12) La patch è stata verificata con le seguenti opzioni abilitate + contemporaneamente: ``CONFIG_PREEMPT``, ``CONFIG_DEBUG_PREEMPT``, + ``CONFIG_DEBUG_SLAB``, ``CONFIG_DEBUG_PAGEALLOC``, ``CONFIG_DEBUG_MUTEXES``, + ``CONFIG_DEBUG_SPINLOCK``, ``CONFIG_DEBUG_ATOMIC_SLEEP``, + ``CONFIG_PROVE_RCU`` e ``CONFIG_DEBUG_OBJECTS_RCU_HEAD``. + +13) La patch è stata compilata e verificata in esecuzione con, e senza, + le opzioni ``CONFIG_SMP`` e ``CONFIG_PREEMPT``. + +14) Se la patch ha effetti sull'IO dei dischi, eccetera: allora dev'essere + verificata con, e senza, l'opzione ``CONFIG_LBDAF``. + +15) Tutti i percorsi del codice sono stati verificati con tutte le funzionalità + di lockdep abilitate. + +16) Tutti i nuovi elementi in ``/proc`` sono documentati in ``Documentation/``. + +17) Tutti i nuovi parametri d'avvio del kernel sono documentati in + ``Documentation/admin-guide/kernel-parameters.rst``. + +18) Tutti i nuovi parametri dei moduli sono documentati con ``MODULE_PARM_DESC()``. + +19) Tutte le nuove interfacce verso lo spazio utente sono documentate in + ``Documentation/ABI/``. Leggete ``Documentation/ABI/README`` per maggiori + informazioni. Le patch che modificano le interfacce utente dovrebbero + essere inviate in copia anche a linux-api@vger.kernel.org. + +20) La patch è stata verificata con l'iniezione di fallimenti in slab e + nell'allocazione di pagine. Vedere ``Documentation/fault-injection/``. + + Se il nuovo codice è corposo, potrebbe essere opportuno aggiungere + l'iniezione di fallimenti specifici per il sottosistema. + +21) Il nuovo codice è stato compilato con ``gcc -W`` (usate + ``make KCFLAGS=-W``). Questo genererà molti avvisi, ma è ottimo + per scovare bachi come "warning: comparison between signed and unsigned". + +22) La patch è stata verificata dopo essere stata inclusa nella serie di patch + -mm; questo al fine di assicurarsi che continui a funzionare assieme a + tutte le altre patch in coda e i vari cambiamenti nei sottosistemi VM, VFS + e altri. + +23) Tutte le barriere di sincronizzazione {per esempio, ``barrier()``, + ``rmb()``, ``wmb()``} devono essere accompagnate da un commento nei + sorgenti che ne spieghi la logica: cosa fanno e perché. + +24) Se la patch aggiunge nuove chiamate ioctl, allora aggiornate + ``Documentation/userspace-api/ioctl/ioctl-number.rst``. + +25) Se il codice che avete modificato dipende o usa una qualsiasi interfaccia o + funzionalità del kernel che è associata a uno dei seguenti simboli + ``Kconfig``, allora verificate che il kernel compili con diverse + configurazioni dove i simboli sono disabilitati e/o ``=m`` (se c'è la + possibilità) [non tutti contemporaneamente, solo diverse combinazioni + casuali]: + + ``CONFIG_SMP``, ``CONFIG_SYSFS``, ``CONFIG_PROC_FS``, ``CONFIG_INPUT``, + ``CONFIG_PCI``, ``CONFIG_BLOCK``, ``CONFIG_PM``, ``CONFIG_MAGIC_SYSRQ``, + ``CONFIG_NET``, ``CONFIG_INET=n`` (ma l'ultimo con ``CONFIG_NET=y``). diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst new file mode 100644 index 000000000..a3bb00088 --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst @@ -0,0 +1,817 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/submitting-patches.rst <submittingpatches>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_submittingpatches: + +Inviare patch: la guida essenziale per vedere il vostro codice nel kernel +========================================================================= + +Una persona o un'azienda che volesse inviare una patch al kernel potrebbe +sentirsi scoraggiata dal processo di sottomissione, specialmente quando manca +una certa familiarità col "sistema". Questo testo è una raccolta di +suggerimenti che aumenteranno significativamente le probabilità di vedere le +vostre patch accettate. + +Questo documento contiene un vasto numero di suggerimenti concisi. Per maggiori +dettagli su come funziona il processo di sviluppo del kernel leggete +Documentation/translations/it_IT/process/development-process.rst. Leggete anche +Documentation/translations/it_IT/process/submit-checklist.rst per una lista di +punti da verificare prima di inviare del codice. +Per delle patch relative alle associazioni per Device Tree leggete +Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst. + +Questa documentazione assume che sappiate usare ``git`` per preparare le patch. +Se non siete pratici di ``git``, allora è bene che lo impariate; +renderà la vostra vita di sviluppatore del kernel molto più semplice. + +I sorgenti di alcuni sottosistemi e manutentori contengono più informazioni +riguardo al loro modo di lavorare ed aspettative. Consultate +:ref:`Documentation/translations/it_IT/process/maintainer-handbooks.rst <it_maintainer_handbooks_main>` + +Ottenere i sorgenti attuali +--------------------------- + +Se non avete un repositorio coi sorgenti del kernel più recenti, allora usate +``git`` per ottenerli. Vorrete iniziare col repositorio principale che può +essere recuperato col comando:: + + git clone git://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/torvalds/linux.git + +Notate, comunque, che potreste non voler sviluppare direttamente coi sorgenti +principali del kernel. La maggior parte dei manutentori hanno i propri +sorgenti e desiderano che le patch siano preparate basandosi su di essi. +Guardate l'elemento **T:** per un determinato sottosistema nel file MAINTANERS +che troverete nei sorgenti, o semplicemente chiedete al manutentore nel caso +in cui i sorgenti da usare non siano elencati il quel file. + +.. _it_describe_changes: + +Descrivete le vostre modifiche +------------------------------ + +Descrivete il vostro problema. Esiste sempre un problema che via ha spinto +ha fare il vostro lavoro, che sia la correzione di un baco da una riga o una +nuova funzionalità da 5000 righe di codice. Convincete i revisori che vale +la pena risolvere il vostro problema e che ha senso continuare a leggere oltre +al primo paragrafo. + +Descrivete ciò che sarà visibile agli utenti. Chiari incidenti nel sistema +e blocchi sono abbastanza convincenti, ma non tutti i bachi sono così evidenti. +Anche se il problema è stato scoperto durante la revisione del codice, +descrivete l'impatto che questo avrà sugli utenti. Tenete presente che +la maggior parte delle installazioni Linux usa un kernel che arriva dai +sorgenti stabili o dai sorgenti di una distribuzione particolare che prende +singolarmente le patch dai sorgenti principali; quindi, includete tutte +le informazioni che possono essere utili a capire le vostre modifiche: +le circostanze che causano il problema, estratti da dmesg, descrizioni di +un incidente di sistema, prestazioni di una regressione, picchi di latenza, +blocchi, eccetera. + +Quantificare le ottimizzazioni e i compromessi. Se affermate di aver +migliorato le prestazioni, il consumo di memoria, l'impatto sollo stack, +o la dimensione del file binario, includete dei numeri a supporto della +vostra dichiarazione. Ma ricordatevi di descrivere anche eventuali costi +che non sono ovvi. Solitamente le ottimizzazioni non sono gratuite, ma sono +un compromesso fra l'uso di CPU, la memoria e la leggibilità; o, quando si +parla di ipotesi euristiche, fra differenti carichi. Descrivete i lati +negativi che vi aspettate dall'ottimizzazione cosicché i revisori possano +valutare i costi e i benefici. + +Una volta che il problema è chiaro, descrivete come lo risolvete andando +nel dettaglio tecnico. È molto importante che descriviate la modifica +in un inglese semplice cosicché i revisori possano verificare che il codice si +comporti come descritto. + +I manutentori vi saranno grati se scrivete la descrizione della patch in un +formato che sia compatibile con il gestore dei sorgenti usato dal kernel, +``git``, come un "commit log". Leggete :ref:`it_the_canonical_patch_format`. + +Risolvete solo un problema per patch. Se la vostra descrizione inizia ad +essere lunga, potrebbe essere un segno che la vostra patch necessita d'essere +divisa. Leggete :ref:`it_split_changes`. + +Quando inviate o rinviate una patch o una serie, includete la descrizione +completa delle modifiche e la loro giustificazione. Non limitatevi a dire che +questa è la versione N della patch (o serie). Non aspettatevi che i +manutentori di un sottosistema vadano a cercare le versioni precedenti per +cercare la descrizione da aggiungere. In pratica, la patch (o serie) e la sua +descrizione devono essere un'unica cosa. Questo aiuta i manutentori e i +revisori. Probabilmente, alcuni revisori non hanno nemmeno ricevuto o visto +le versioni precedenti della patch. + +Descrivete le vostro modifiche usando l'imperativo, per esempio "make xyzzy +do frotz" piuttosto che "[This patch] makes xyzzy do frotz" or "[I] changed +xyzzy to do frotz", come se steste dando ordini al codice di cambiare il suo +comportamento. + +Se ci sono delle discussioni, o altre informazioni d'interesse, che fanno +riferimento alla patch, allora aggiungete l'etichetta 'Link:' per farvi +riferimento. Per esempio, se la vostra patch corregge un baco potete aggiungere +quest'etichetta per fare riferimento ad un rapporto su una lista di discussione +o un *bug tracker*. Un altro esempio; potete usare quest'etichetta per far +riferimento ad una discussione precedentemente avvenuta su una lista di +discussione, o qualcosa di documentato sul web, da cui poi è nata la patch in +questione. + +Quando volete fare riferimento ad una lista di discussione, preferite il +servizio d'archiviazione lore.kernel.org. Per create un collegamento URL è +sufficiente usare il campo ``Message-Id``, presente nell'intestazione del +messaggio, senza parentesi angolari. Per esempio:: + + Link: https://lore.kernel.org/r/30th.anniversary.repost@klaava.Helsinki.FI/ + +Prima d'inviare il messaggio ricordatevi di verificare che il collegamento così +creato funzioni e che indirizzi verso il messaggio desiderato. + +Tuttavia, provate comunque a dare una spiegazione comprensibile anche senza +accedere alle fonti esterne. Inoltre, riassumente i punti più salienti che hanno +condotto all'invio della patch. + +Se volete far riferimento a uno specifico commit, non usate solo +l'identificativo SHA-1. Per cortesia, aggiungete anche la breve riga +riassuntiva del commit per rendere la chiaro ai revisori l'oggetto. +Per esempio:: + + Commit e21d2170f36602ae2708 ("video: remove unnecessary + platform_set_drvdata()") removed the unnecessary + platform_set_drvdata(), but left the variable "dev" unused, + delete it. + +Dovreste anche assicurarvi di usare almeno i primi 12 caratteri +dell'identificativo SHA-1. Il repositorio del kernel ha *molti* oggetti e +questo rende possibile la collisione fra due identificativi con pochi +caratteri. Tenete ben presente che anche se oggi non ci sono collisioni con il +vostro identificativo a 6 caratteri, potrebbero essercene fra 5 anni da oggi. + +Se la vostra patch corregge un baco in un commit specifico, per esempio avete +trovato un problema usando ``git bisect``, per favore usate l'etichetta +'Fixes:' indicando i primi 12 caratteri dell'identificativo SHA-1 seguiti +dalla riga riassuntiva. Per esempio:: + + Fixes: e21d2170f366 ("video: remove unnecessary platform_set_drvdata()") + +La seguente configurazione di ``git config`` può essere usata per formattare +i risultati dei comandi ``git log`` o ``git show`` come nell'esempio +precedente:: + + [core] + abbrev = 12 + [pretty] + fixes = Fixes: %h (\"%s\") + +Un esempio:: + + $ git log -1 --pretty=fixes 54a4f0239f2e + Fixes: 54a4f0239f2e ("KVM: MMU: make kvm_mmu_zap_page() return the number of pages it actually freed") + +.. _it_split_changes: + +Separate le vostre modifiche +---------------------------- + +Separate ogni **cambiamento logico** in patch distinte. + +Per esempio, se i vostri cambiamenti per un singolo driver includono +sia delle correzioni di bachi che miglioramenti alle prestazioni, +allora separateli in due o più patch. Se i vostri cambiamenti includono +un aggiornamento dell'API e un nuovo driver che lo sfrutta, allora separateli +in due patch. + +D'altro canto, se fate una singola modifica su più file, raggruppate tutte +queste modifiche in una singola patch. Dunque, un singolo cambiamento logico +è contenuto in una sola patch. + +Il punto da ricordare è che ogni modifica dovrebbe fare delle modifiche +che siano facilmente comprensibili e che possano essere verificate dai revisori. +Ogni patch dovrebbe essere giustificabile di per sé. + +Se al fine di ottenere un cambiamento completo una patch dipende da un'altra, +va bene. Semplicemente scrivete una nota nella descrizione della patch per +farlo presente: **"this patch depends on patch X"**. + +Quando dividete i vostri cambiamenti in una serie di patch, prestate +particolare attenzione alla verifica di ogni patch della serie; per ognuna +il kernel deve compilare ed essere eseguito correttamente. Gli sviluppatori +che usano ``git bisect`` per scovare i problemi potrebbero finire nel mezzo +della vostra serie in un punto qualsiasi; non vi saranno grati se nel mezzo +avete introdotto dei bachi. + +Se non potete condensare la vostra serie di patch in una più piccola, allora +pubblicatene una quindicina alla volta e aspettate che vengano revisionate +ed integrate. + + +4) Verificate lo stile delle vostre modifiche +--------------------------------------------- + +Controllate che la vostra patch non violi lo stile del codice, maggiori +dettagli sono disponibili in Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst. +Non farlo porta semplicemente a una perdita di tempo da parte dei revisori e +voi vedrete la vostra patch rifiutata, probabilmente senza nemmeno essere stata +letta. + +Un'eccezione importante si ha quando del codice viene spostato da un file +ad un altro -- in questo caso non dovreste modificare il codice spostato +per nessun motivo, almeno non nella patch che lo sposta. Questo separa +chiaramente l'azione di spostare il codice e il vostro cambiamento. +Questo aiuta enormemente la revisione delle vere differenze e permette agli +strumenti di tenere meglio la traccia della storia del codice. + +Prima di inviare una patch, verificatene lo stile usando l'apposito +verificatore (scripts/checkpatch.pl). Da notare, comunque, che il verificator +di stile dovrebbe essere visto come una guida, non come un sostituto al +giudizio umano. Se il vostro codice è migliore nonostante una violazione +dello stile, probabilmente è meglio lasciarlo com'è. + +Il verificatore ha tre diversi livelli di severità: + - ERROR: le cose sono molto probabilmente sbagliate + - WARNING: le cose necessitano d'essere revisionate con attenzione + - CHECK: le cose necessitano di un pensierino + +Dovreste essere in grado di giustificare tutte le eventuali violazioni rimaste +nella vostra patch. + + +5) Selezionate i destinatari della vostra patch +----------------------------------------------- + +Dovreste sempre inviare una copia della patch ai manutentori dei sottosistemi +interessati dalle modifiche; date un'occhiata al file MAINTAINERS e alla storia +delle revisioni per scoprire chi si occupa del codice. Lo script +scripts/get_maintainer.pl può esservi d'aiuto (passategli il percorso alle +vostre patch). Se non riuscite a trovare un manutentore per il sottosistema su +cui state lavorando, allora Andrew Morton (akpm@linux-foundation.org) sarà la +vostra ultima possibilità. + +Normalmente, dovreste anche scegliere una lista di discussione a cui inviare la +vostra serie di patch. La lista di discussione linux-kernel@vger.kernel.org +dovrebbe essere usata per inviare tutte le patch, ma il traffico è tale per cui +diversi sviluppatori la trascurano. Guardate nel file MAINTAINERS per trovare la +lista di discussione dedicata ad un sottosistema; probabilmente lì la vostra +patch riceverà molta più attenzione. Tuttavia, per favore, non spammate le liste +di discussione che non sono interessate al vostro lavoro. + +Molte delle liste di discussione relative al kernel vengono ospitate su +vger.kernel.org; potete trovare un loro elenco alla pagina +http://vger.kernel.org/vger-lists.html. Tuttavia, ci sono altre liste di +discussione ospitate altrove. + +Non inviate più di 15 patch alla volta sulle liste di discussione vger!!! + +L'ultimo giudizio sull'integrazione delle modifiche accettate spetta a +Linux Torvalds. Il suo indirizzo e-mail è <torvalds@linux-foundation.org>. +Riceve moltissime e-mail, e, a questo punto, solo poche patch passano +direttamente attraverso il suo giudizio; quindi, dovreste fare del vostro +meglio per -evitare di- inviargli e-mail. + +Se avete una patch che corregge un baco di sicurezza che potrebbe essere +sfruttato, inviatela a security@kernel.org. Per bachi importanti, un breve +embargo potrebbe essere preso in considerazione per dare il tempo alle +distribuzioni di prendere la patch e renderla disponibile ai loro utenti; +in questo caso, ovviamente, la patch non dovrebbe essere inviata su alcuna +lista di discussione pubblica. Leggete anche +Documentation/admin-guide/security-bugs.rst. + +Patch che correggono bachi importanti su un kernel già rilasciato, dovrebbero +essere inviate ai manutentori dei kernel stabili aggiungendo la seguente riga:: + + Cc: stable@vger.kernel.org + +nella vostra patch, nell'area dedicata alle firme (notate, NON come destinatario +delle e-mail). In aggiunta a questo file, dovreste leggere anche +Documentation/translations/it_IT/process/stable-kernel-rules.rst. + +Se le modifiche hanno effetti sull'interfaccia con lo spazio utente, per favore +inviate una patch per le pagine man ai manutentori di suddette pagine (elencati +nel file MAINTAINERS), o almeno una notifica circa la vostra modifica, +cosicché l'informazione possa trovare la sua strada nel manuale. Le modifiche +all'API dello spazio utente dovrebbero essere inviate in copia anche a +linux-api@vger.kernel.org. + +Niente: MIME, links, compressione, allegati. Solo puro testo +------------------------------------------------------------- + +Linus e gli altri sviluppatori del kernel devono poter commentare +le modifiche che sottomettete. Per uno sviluppatore è importante +essere in grado di "citare" le vostre modifiche, usando normali +programmi di posta elettronica, cosicché sia possibile commentare +una porzione specifica del vostro codice. + +Per questa ragione tutte le patch devono essere inviate via e-mail +come testo. Il modo più facile, e quello raccomandato, è con ``git +send-email``. Al sito https://git-send-email.io è disponibile una +guida interattiva sull'uso di ``git send-email``. + +Se decidete di non usare ``git send-email``: + +.. warning:: + + Se decidete di copiare ed incollare la patch nel corpo dell'e-mail, state + attenti che il vostro programma non corrompa il contenuto con andate + a capo automatiche. + +La patch non deve essere un allegato MIME, compresso o meno. Molti +dei più popolari programmi di posta elettronica non trasmettono un allegato +MIME come puro testo, e questo rende impossibile commentare il vostro codice. +Inoltre, un allegato MIME rende l'attività di Linus più laboriosa, diminuendo +così la possibilità che il vostro allegato-MIME venga accettato. + +Eccezione: se il vostro servizio di posta storpia le patch, allora qualcuno +potrebbe chiedervi di rinviarle come allegato MIME. + +Leggete Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst +per dei suggerimenti sulla configurazione del programmi di posta elettronica +per l'invio di patch intatte. + +Rispondere ai commenti di revisione +----------------------------------- + +In risposta alla vostra email, quasi certamente i revisori vi +invieranno dei commenti su come migliorare la vostra patch. Dovete +rispondere a questi commenti; ignorare i revisori è un ottimo modo per +essere ignorati. Riscontri o domande che non conducono ad una +modifica del codice quasi certamente dovrebbero portare ad un commento +nel changelog cosicché il prossimo revisore potrà meglio comprendere +cosa stia accadendo. + +Assicuratevi di dire ai revisori quali cambiamenti state facendo e di +ringraziarli per il loro tempo. Revisionare codice è un lavoro faticoso e che +richiede molto tempo, e a volte i revisori diventano burberi. Tuttavia, anche in +questo caso, rispondete con educazione e concentratevi sul problema che hanno +evidenziato. Quando inviate una version successiva ricordatevi di aggiungere un +``patch changelog`` alla email di intestazione o ad ogni singola patch spiegando +le differenze rispetto a sottomissioni precedenti (vedere +:ref:`it_the_canonical_patch_format`). + +Leggete Documentation/translations/it_IT/process/email-clients.rst per +le raccomandazioni sui programmi di posta elettronica e l'etichetta da usare +sulle liste di discussione. + +.. _it_resend_reminders: + +Non scoraggiatevi - o impazientitevi +------------------------------------ + +Dopo che avete inviato le vostre modifiche, siate pazienti e aspettate. +I revisori sono persone occupate e potrebbero non ricevere la vostra patch +immediatamente. + +Un tempo, le patch erano solite scomparire nel vuoto senza alcun commento, +ma ora il processo di sviluppo funziona meglio. Dovreste ricevere commenti +in una settimana o poco più; se questo non dovesse accadere, assicuratevi di +aver inviato le patch correttamente. Aspettate almeno una settimana prima di +rinviare le modifiche o sollecitare i revisori - probabilmente anche di più +durante la finestra d'integrazione. + +Potete anche rinviare la patch, o la serie di patch, dopo un paio di settimane +aggiungendo la parola "RESEND" nel titolo:: + + [PATCH Vx RESEND] sub/sys: Condensed patch summary + +Ma non aggiungete "RESEND" quando state sottomettendo una versione modificata +della vostra patch, o serie di patch - "RESEND" si applica solo alla +sottomissione di patch, o serie di patch, che non hanno subito modifiche +dall'ultima volta che sono state inviate. + +Aggiungete PATCH nell'oggetto +----------------------------- + +Dato l'alto volume di e-mail per Linus, e la lista linux-kernel, è prassi +prefiggere il vostro oggetto con [PATCH]. Questo permette a Linus e agli +altri sviluppatori del kernel di distinguere facilmente le patch dalle altre +discussioni. + +``git send-email`` lo fa automaticamente. + + +Firmate il vostro lavoro - Il certificato d'origine dello sviluppatore +---------------------------------------------------------------------- + +Per migliorare la tracciabilità su "chi ha fatto cosa", specialmente per +quelle patch che per raggiungere lo stadio finale passano attraverso +diversi livelli di manutentori, abbiamo introdotto la procedura di "firma" +delle patch che vengono inviate per e-mail. + +La firma è una semplice riga alla fine della descrizione della patch che +certifica che l'avete scritta voi o che avete il diritto di pubblicarla +come patch open-source. Le regole sono abbastanza semplici: se potete +certificare quanto segue: + +Il certificato d'origine dello sviluppatore 1.1 +^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ + +Contribuendo a questo progetto, io certifico che: + + (a) Il contributo è stato creato interamente, o in parte, da me e che + ho il diritto di inviarlo in accordo con la licenza open-source + indicata nel file; oppure + + (b) Il contributo è basato su un lavoro precedente che, nei limiti + della mia conoscenza, è coperto da un'appropriata licenza + open-source che mi da il diritto di modificarlo e inviarlo, + le cui modifiche sono interamente o in parte mie, in accordo con + la licenza open-source (a meno che non abbia il permesso di usare + un'altra licenza) indicata nel file; oppure + + (c) Il contributo mi è stato fornito direttamente da qualcuno che + ha certificato (a), (b) o (c) e non l'ho modificata. + + (d) Capisco e concordo col fatto che questo progetto e i suoi + contributi sono pubblici e che un registro dei contributi (incluse + tutte le informazioni personali che invio con essi, inclusa la mia + firma) verrà mantenuto indefinitamente e che possa essere + ridistribuito in accordo con questo progetto o le licenze + open-source coinvolte. + +poi dovete solo aggiungere una riga che dice:: + + Signed-off-by: Random J Developer <random@developer.example.org> + +usando il vostro vero nome (spiacenti, non si accettano pseudonimi o +contributi anonimi). Questo verrà fatto automaticamente se usate +``git commit -s``. Anche il ripristino di uno stato precedente dovrebbe +includere "Signed-off-by", se usate ``git revert -s`` questo verrà +fatto automaticamente. + +Alcune persone aggiungono delle etichette alla fine. Per ora queste verranno +ignorate, ma potete farlo per meglio identificare procedure aziendali interne o +per aggiungere dettagli circa la firma. + +In seguito al SoB (Signed-off-by:) dell'autore ve ne sono altri da +parte di tutte quelle persone che si sono occupate della gestione e +del trasporto della patch. Queste però non sono state coinvolte nello +sviluppo, ma la loro sequenza d'apparizione ci racconta il percorso +**reale** che una patch a intrapreso dallo sviluppatore, fino al +manutentore, per poi giungere a Linus. + + +Quando utilizzare Acked-by:, Cc:, e Co-developed-by: +---------------------------------------------------- + +L'etichetta Signed-off-by: indica che il firmatario è stato coinvolto nello +sviluppo della patch, o che era nel suo percorso di consegna. + +Se una persona non è direttamente coinvolta con la preparazione o gestione +della patch ma desidera firmare e mettere agli atti la loro approvazione, +allora queste persone possono chiedere di aggiungere al changelog della patch +una riga Acked-by:. + +Acked-by: viene spesso utilizzato dai manutentori del sottosistema in oggetto +quando quello stesso manutentore non ha contribuito né trasmesso la patch. + +Acked-by: non è formale come Signed-off-by:. Questo indica che la persona ha +revisionato la patch e l'ha trovata accettabile. Per cui, a volte, chi +integra le patch convertirà un "sì, mi sembra che vada bene" in un Acked-by: +(ma tenete presente che solitamente è meglio chiedere esplicitamente). + +Acked-by: non indica l'accettazione di un'intera patch. Per esempio, quando +una patch ha effetti su diversi sottosistemi e ha un Acked-by: da un +manutentore di uno di questi, significa che il manutentore accetta quella +parte di codice relativa al sottosistema che mantiene. Qui dovremmo essere +giudiziosi. Quando si hanno dei dubbi si dovrebbe far riferimento alla +discussione originale negli archivi della lista di discussione. + +Se una persona ha avuto l'opportunità di commentare la patch, ma non lo ha +fatto, potete aggiungere l'etichetta ``Cc:`` alla patch. Questa è l'unica +etichetta che può essere aggiunta senza che la persona in questione faccia +alcunché - ma dovrebbe indicare che la persona ha ricevuto una copia della +patch. Questa etichetta documenta che terzi potenzialmente interessati sono +stati inclusi nella discussione. + +Co-developed-by: indica che la patch è stata cosviluppata da diversi +sviluppatori; viene usato per assegnare più autori (in aggiunta a quello +associato all'etichetta From:) quando più persone lavorano ad una patch. Dato +che Co-developed-by: implica la paternità della patch, ogni Co-developed-by: +dev'essere seguito immediatamente dal Signed-off-by: del corrispondente +coautore. Qui si applica la procedura di base per sign-off, in pratica +l'ordine delle etichette Signed-off-by: dovrebbe riflettere il più possibile +l'ordine cronologico della storia della patch, indipendentemente dal fatto che +la paternità venga assegnata via From: o Co-developed-by:. Da notare che +l'ultimo Signed-off-by: dev'essere quello di colui che ha sottomesso la patch. + +Notate anche che l'etichetta From: è opzionale quando l'autore in From: è +anche la persona (e indirizzo email) indicato nel From: dell'intestazione +dell'email. + +Esempio di una patch sottomessa dall'autore in From::: + + <changelog> + + Co-developed-by: First Co-Author <first@coauthor.example.org> + Signed-off-by: First Co-Author <first@coauthor.example.org> + Co-developed-by: Second Co-Author <second@coauthor.example.org> + Signed-off-by: Second Co-Author <second@coauthor.example.org> + Signed-off-by: From Author <from@author.example.org> + +Esempio di una patch sottomessa dall'autore Co-developed-by::: + + From: From Author <from@author.example.org> + + <changelog> + + Co-developed-by: Random Co-Author <random@coauthor.example.org> + Signed-off-by: Random Co-Author <random@coauthor.example.org> + Signed-off-by: From Author <from@author.example.org> + Co-developed-by: Submitting Co-Author <sub@coauthor.example.org> + Signed-off-by: Submitting Co-Author <sub@coauthor.example.org> + +Utilizzare Reported-by:, Tested-by:, Reviewed-by:, Suggested-by: e Fixes: +------------------------------------------------------------------------- + +L'etichetta Reported-by da credito alle persone che trovano e riportano i bachi +e si spera che questo possa ispirarli ad aiutarci nuovamente in futuro. +Rammentate che se il baco è stato riportato in privato, dovrete chiedere il +permesso prima di poter utilizzare l'etichetta Reported-by. Questa etichetta va +usata per i bachi, dunque non usatela per richieste di nuove funzionalità. + +L'etichetta Tested-by: indica che la patch è stata verificata con successo +(su un qualche sistema) dalla persona citata. Questa etichetta informa i +manutentori che qualche verifica è stata fatta, fornisce un mezzo per trovare +persone che possano verificare il codice in futuro, e garantisce che queste +stesse persone ricevano credito per il loro lavoro. + +Reviewd-by:, invece, indica che la patch è stata revisionata ed è stata +considerata accettabile in accordo con la dichiarazione dei revisori: + +Dichiarazione di svista dei revisori +^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ + +Offrendo la mia etichetta Reviewed-by, dichiaro quanto segue: + + (a) Ho effettuato una revisione tecnica di questa patch per valutarne + l'adeguatezza ai fini dell'inclusione nel ramo principale del + kernel. + + (b) Tutti i problemi e le domande riguardanti la patch sono stati + comunicati al mittente. Sono soddisfatto dalle risposte + del mittente. + + (c) Nonostante ci potrebbero essere cose migliorabili in queste + sottomissione, credo che sia, in questo momento, (1) una modifica + di interesse per il kernel, e (2) libera da problemi che + potrebbero metterne in discussione l'integrazione. + + (d) Nonostante abbia revisionato la patch e creda che vada bene, + non garantisco (se non specificato altrimenti) che questa + otterrà quello che promette o funzionerà correttamente in tutte + le possibili situazioni. + +L'etichetta Reviewed-by è la dichiarazione di un parere sulla bontà di +una modifica che si ritiene appropriata e senza alcun problema tecnico +importante. Qualsiasi revisore interessato (quelli che lo hanno fatto) +possono offrire il proprio Reviewed-by per la patch. Questa etichetta serve +a dare credito ai revisori e a informare i manutentori sul livello di revisione +che è stato fatto sulla patch. L'etichetta Reviewd-by, quando fornita da +revisori conosciuti per la loro conoscenza sulla materia in oggetto e per la +loro serietà nella revisione, accrescerà le probabilità che la vostra patch +venga integrate nel kernel. + +Quando si riceve una email sulla lista di discussione da un tester o +un revisore, le etichette Tested-by o Reviewd-by devono essere +aggiunte dall'autore quando invierà nuovamente la patch. Tuttavia, se +la patch è cambiata in modo significativo, queste etichette potrebbero +non avere più senso e quindi andrebbero rimosse. Solitamente si tiene traccia +della rimozione nel changelog della patch (subito dopo il separatore '---'). + +L'etichetta Suggested-by: indica che l'idea della patch è stata suggerita +dalla persona nominata e le da credito. Tenete a mente che questa etichetta +non dovrebbe essere aggiunta senza un permesso esplicito, specialmente se +l'idea non è stata pubblicata in un forum pubblico. Detto ciò, dando credito +a chi ci fornisce delle idee, si spera di poterli ispirare ad aiutarci +nuovamente in futuro. + +L'etichetta Fixes: indica che la patch corregge un problema in un commit +precedente. Serve a chiarire l'origine di un baco, il che aiuta la revisione +del baco stesso. Questa etichetta è di aiuto anche per i manutentori dei +kernel stabili al fine di capire quale kernel deve ricevere la correzione. +Questo è il modo suggerito per indicare che un baco è stato corretto nella +patch. Per maggiori dettagli leggete :ref:`it_describe_changes` + +Da notare che aggiungere un tag "Fixes:" non esime dalle regole +previste per i kernel stabili, e nemmeno dalla necessità di aggiungere +in copia conoscenza stable@vger.kernel.org su tutte le patch per +suddetti kernel. + +.. _it_the_canonical_patch_format: + +Il formato canonico delle patch +------------------------------- + +Questa sezione descrive il formato che dovrebbe essere usato per le patch. +Notate che se state usando un repositorio ``git`` per salvare le vostre patch +potere usare il comando ``git format-patch`` per ottenere patch nel formato +appropriato. Lo strumento non crea il testo necessario, per cui, leggete +le seguenti istruzioni. + +L'oggetto di una patch canonica è la riga:: + + Subject: [PATCH 001/123] subsystem: summary phrase + +Il corpo di una patch canonica contiene i seguenti elementi: + + - Una riga ``from`` che specifica l'autore della patch, seguita + da una riga vuota (necessaria soltanto se la persona che invia la + patch non ne è l'autore). + + - Il corpo della spiegazione, con linee non più lunghe di 75 caratteri, + che verrà copiato permanentemente nel changelog per descrivere la patch. + + - Una riga vuota + + - Le righe ``Signed-off-by:``, descritte in precedenza, che finiranno + anch'esse nel changelog. + + - Una linea di demarcazione contenente semplicemente ``---``. + + - Qualsiasi altro commento che non deve finire nel changelog. + + - Le effettive modifiche al codice (il prodotto di ``diff``). + +Il formato usato per l'oggetto permette ai programmi di posta di usarlo +per ordinare le patch alfabeticamente - tutti i programmi di posta hanno +questa funzionalità - dato che al numero sequenziale si antepongono degli zeri; +in questo modo l'ordine numerico ed alfabetico coincidono. + +Il ``subsystem`` nell'oggetto dell'email dovrebbe identificare l'area +o il sottosistema modificato dalla patch. + +La ``summary phrase`` nell'oggetto dell'email dovrebbe descrivere brevemente +il contenuto della patch. La ``summary phrase`` non dovrebbe essere un nome +di file. Non utilizzate la stessa ``summary phrase`` per tutte le patch in +una serie (dove una ``serie di patch`` è una sequenza ordinata di diverse +patch correlate). + +Ricordatevi che la ``summary phrase`` della vostra email diventerà un +identificatore globale ed unico per quella patch. Si propaga fino al +changelog ``git``. La ``summary phrase`` potrà essere usata in futuro +dagli sviluppatori per riferirsi a quella patch. Le persone vorranno +cercare la ``summary phrase`` su internet per leggere le discussioni che la +riguardano. Potrebbe anche essere l'unica cosa che le persone vedranno +quando, in due o tre mesi, riguarderanno centinaia di patch usando strumenti +come ``gitk`` o ``git log --oneline``. + +Per queste ragioni, dovrebbe essere lunga fra i 70 e i 75 caratteri, e deve +descrivere sia cosa viene modificato, sia il perché sia necessario. Essere +brevi e descrittivi è una bella sfida, ma questo è quello che fa un riassunto +ben scritto. + +La ``summary phrase`` può avere un'etichetta (*tag*) di prefisso racchiusa fra +le parentesi quadre "Subject: [PATCH <tag>...] <summary phrase>". +Le etichette non verranno considerate come parte della frase riassuntiva, ma +indicano come la patch dovrebbe essere trattata. Fra le etichette più comuni +ci sono quelle di versione che vengono usate quando una patch è stata inviata +più volte (per esempio, "v1, v2, v3"); oppure "RFC" per indicare che si +attendono dei commenti (*Request For Comments*). + +Se ci sono quattro patch nella serie, queste dovrebbero essere +enumerate così: 1/4, 2/4, 3/4, 4/4. Questo assicura che gli +sviluppatori capiranno l'ordine in cui le patch dovrebbero essere +applicate, e per tracciare quelle che hanno revisionate o che hanno +applicato. + +Un paio di esempi di oggetti:: + + Subject: [PATCH 2/5] ext2: improve scalability of bitmap searching + Subject: [PATCH v2 01/27] x86: fix eflags tracking + Subject: [PATCH v2] sub/sys: Condensed patch summary + Subject: [PATCH v2 M/N] sub/sys: Condensed patch summary + +La riga ``from`` dev'essere la prima nel corpo del messaggio ed è nel +formato: + + From: Patch Author <author@example.com> + +La riga ``from`` indica chi verrà accreditato nel changelog permanente come +l'autore della patch. Se la riga ``from`` è mancante, allora per determinare +l'autore da inserire nel changelog verrà usata la riga ``From`` +nell'intestazione dell'email. + +Il corpo della spiegazione verrà incluso nel changelog permanente, per cui +deve aver senso per un lettore esperto che è ha dimenticato i dettagli della +discussione che hanno portato alla patch. L'inclusione di informazioni +sui problemi oggetto dalla patch (messaggi del kernel, messaggi di oops, +eccetera) è particolarmente utile per le persone che potrebbero cercare fra +i messaggi di log per la patch che li tratta. Il testo dovrebbe essere scritto +con abbastanza dettagli da far capire al lettore **perché** quella +patch fu creata, e questo a distanza di settimane, mesi, o addirittura +anni. + +Se la patch corregge un errore di compilazione, non sarà necessario +includere proprio _tutto_ quello che è uscito dal compilatore; +aggiungete solo quello che è necessario per far si che la vostra patch +venga trovata. Come nella ``summary phrase``, è importante essere sia +brevi che descrittivi. + +La linea di demarcazione ``---`` serve essenzialmente a segnare dove finisce +il messaggio di changelog. + +Aggiungere il ``diffstat`` dopo ``---`` è un buon uso di questo spazio, per +mostrare i file che sono cambiati, e il numero di file aggiunto o rimossi. +Un ``diffstat`` è particolarmente utile per le patch grandi. Se +includete un ``diffstat`` dopo ``---``, usate le opzioni ``-p 1 -w70`` +cosicché i nomi dei file elencati non occupino troppo spazio +(facilmente rientreranno negli 80 caratteri, magari con qualche +indentazione). (``git`` genera di base dei diffstat adatti). + +I commenti che sono importanti solo per i manutentori, quindi +inadatti al changelog permanente, dovrebbero essere messi qui. Un +buon esempio per questo tipo di commenti potrebbe essere il cosiddetto +``patch changelogs`` che descrivere le differenze fra le versioni +della patch. + +Queste informazioni devono andare **dopo** la linea ``---`` che separa +il *changelog* dal resto della patch. Le informazioni riguardanti la +versione di una patch non sono parte del *chagelog* che viene incluso +in git. Queste sono informazioni utili solo ai revisori. Se venissero +messe sopra la riga, qualcuno dovrà fare del lavoro manuale per +rimuoverle; cosa che invece viene fatta automaticamente quando vengono +messe correttamente oltre la riga.:: + + <commit message> + ... + Signed-off-by: Author <author@mail> + --- + V2 -> V3: Removed redundant helper function + V1 -> V2: Cleaned up coding style and addressed review comments + + path/to/file | 5+++-- + ... + +Maggiori dettagli sul formato delle patch nei riferimenti qui di seguito. + +.. _it_backtraces: + +Aggiungere i *backtrace* nei messaggi di commit +^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ + +I *backtrace* aiutano a documentare la sequenza di chiamate a funzione +che portano ad un problema. Tuttavia, non tutti i *backtrace* sono +davvero utili. Per esempio, le sequenze iniziali di avvio sono uniche +e ovvie. Copiare integralmente l'output di ``dmesg`` aggiunge tante +informazioni che distraggono dal vero problema (per esempio, i +marcatori temporali, la lista dei moduli, la lista dei registri, lo +stato dello stack). + +Quindi, per rendere utile un *backtrace* dovreste eliminare le +informazioni inutili, cosicché ci si possa focalizzare sul +problema. Ecco un esempio di un *backtrace* essenziale:: + + unchecked MSR access error: WRMSR to 0xd51 (tried to write 0x0000000000000064) + at rIP: 0xffffffffae059994 (native_write_msr+0x4/0x20) + Call Trace: + mba_wrmsr + update_domains + rdtgroup_mkdir + +.. _it_explicit_in_reply_to: + +Usare esplicitamente In-Reply-To nell'intestazione +-------------------------------------------------- + +Aggiungere manualmente In-Reply-To: nell'intestazione dell'e-mail +potrebbe essere d'aiuto per associare una patch ad una discussione +precedente, per esempio per collegare la correzione di un baco con l'e-mail +che lo riportava. Tuttavia, per serie di patch multiple è generalmente +sconsigliato l'uso di In-Reply-To: per collegare precedenti versioni. +In questo modo versioni multiple di una patch non diventeranno un'ingestibile +giungla di riferimenti all'interno dei programmi di posta. Se un collegamento +è utile, potete usare https://lore.kernel.org/ per ottenere i collegamenti +ad una versione precedente di una serie di patch (per esempio, potete usarlo +per l'email introduttiva alla serie). + +Riferimenti +----------- + +Andrew Morton, "La patch perfetta" (tpp). + <http://www.ozlabs.org/~akpm/stuff/tpp.txt> + +Jeff Garzik, "Formato per la sottomissione di patch per il kernel Linux" + <https://web.archive.org/web/20180829112450/http://linux.yyz.us/patch-format.html> + +Greg Kroah-Hartman, "Come scocciare un manutentore di un sottosistema" + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer.html> + + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer-02.html> + + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer-03.html> + + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer-04.html> + + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer-05.html> + + <http://www.kroah.com/log/linux/maintainer-06.html> + +No!!!! Basta gigantesche bombe patch alle persone sulla lista linux-kernel@vger.kernel.org! + <https://lore.kernel.org/r/20050711.125305.08322243.davem@davemloft.net> + +Kernel Documentation/translations/it_IT/process/coding-style.rst. + +E-mail di Linus Torvalds sul formato canonico di una patch: + <https://lore.kernel.org/r/Pine.LNX.4.58.0504071023190.28951@ppc970.osdl.org> + +Andi Kleen, "Su come sottomettere patch del kernel" + Alcune strategie su come sottomettere modifiche toste o controverse. + + http://halobates.de/on-submitting-patches.pdf diff --git a/Documentation/translations/it_IT/process/volatile-considered-harmful.rst b/Documentation/translations/it_IT/process/volatile-considered-harmful.rst new file mode 100644 index 000000000..efc640cac --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/process/volatile-considered-harmful.rst @@ -0,0 +1,134 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :ref:`Documentation/process/volatile-considered-harmful.rst <volatile_considered_harmful>` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +.. _it_volatile_considered_harmful: + +Perché la parola chiave "volatile" non dovrebbe essere usata +------------------------------------------------------------ + +Spesso i programmatori C considerano volatili quelle variabili che potrebbero +essere cambiate al di fuori dal thread di esecuzione corrente; come risultato, +a volte saranno tentati dall'utilizzare *volatile* nel kernel per le +strutture dati condivise. In altre parole, gli è stato insegnato ad usare +*volatile* come una variabile atomica di facile utilizzo, ma non è così. +L'uso di *volatile* nel kernel non è quasi mai corretto; questo documento ne +descrive le ragioni. + +Il punto chiave da capire su *volatile* è che il suo scopo è quello di +sopprimere le ottimizzazioni, che non è quasi mai quello che si vuole. +Nel kernel si devono proteggere le strutture dati condivise contro accessi +concorrenti e indesiderati: questa è un'attività completamente diversa. +Il processo di protezione contro gli accessi concorrenti indesiderati eviterà +anche la maggior parte dei problemi relativi all'ottimizzazione in modo più +efficiente. + +Come *volatile*, le primitive del kernel che rendono sicuro l'accesso ai dati +(spinlock, mutex, barriere di sincronizzazione, ecc) sono progettate per +prevenire le ottimizzazioni indesiderate. Se vengono usate opportunamente, +non ci sarà bisogno di utilizzare *volatile*. Se vi sembra che *volatile* sia +comunque necessario, ci dev'essere quasi sicuramente un baco da qualche parte. +In un pezzo di codice kernel scritto a dovere, *volatile* può solo servire a +rallentare le cose. + +Considerate questo tipico blocco di codice kernel:: + + spin_lock(&the_lock); + do_something_on(&shared_data); + do_something_else_with(&shared_data); + spin_unlock(&the_lock); + +Se tutto il codice seguisse le regole di sincronizzazione, il valore di un +dato condiviso non potrebbe cambiare inaspettatamente mentre si trattiene un +lock. Un qualsiasi altro blocco di codice che vorrà usare quel dato rimarrà +in attesa del lock. Gli spinlock agiscono come barriere di sincronizzazione +- sono stati esplicitamente scritti per agire così - il che significa che gli +accessi al dato condiviso non saranno ottimizzati. Quindi il compilatore +potrebbe pensare di sapere cosa ci sarà nel dato condiviso ma la chiamata +spin_lock(), che agisce come una barriera di sincronizzazione, gli imporrà di +dimenticarsi tutto ciò che sapeva su di esso. + +Se il dato condiviso fosse stato dichiarato come *volatile*, la +sincronizzazione rimarrebbe comunque necessaria. Ma verrà impedito al +compilatore di ottimizzare gli accessi al dato anche _dentro_ alla sezione +critica, dove sappiamo che in realtà nessun altro può accedervi. Mentre si +trattiene un lock, il dato condiviso non è *volatile*. Quando si ha a che +fare con dei dati condivisi, un'opportuna sincronizzazione rende inutile +l'uso di *volatile* - anzi potenzialmente dannoso. + +L'uso di *volatile* fu originalmente pensato per l'accesso ai registri di I/O +mappati in memoria. All'interno del kernel, l'accesso ai registri, dovrebbe +essere protetto dai lock, ma si potrebbe anche desiderare che il compilatore +non "ottimizzi" l'accesso ai registri all'interno di una sezione critica. +Ma, all'interno del kernel, l'accesso alla memoria di I/O viene sempre fatto +attraverso funzioni d'accesso; accedere alla memoria di I/O direttamente +con i puntatori è sconsigliato e non funziona su tutte le architetture. +Queste funzioni d'accesso sono scritte per evitare ottimizzazioni indesiderate, +quindi, di nuovo, *volatile* è inutile. + +Un'altra situazione dove qualcuno potrebbe essere tentato dall'uso di +*volatile*, è nel caso in cui il processore è in un'attesa attiva sul valore +di una variabile. Il modo giusto di fare questo tipo di attesa è il seguente:: + + while (my_variable != what_i_want) + cpu_relax(); + +La chiamata cpu_relax() può ridurre il consumo di energia del processore +o cedere il passo ad un processore hyperthreaded gemello; funziona anche come +una barriera per il compilatore, quindi, ancora una volta, *volatile* non è +necessario. Ovviamente, tanto per puntualizzare, le attese attive sono +generalmente un atto antisociale. + +Ci sono comunque alcune rare situazioni dove l'uso di *volatile* nel kernel +ha senso: + + - Le funzioni d'accesso sopracitate potrebbero usare *volatile* su quelle + architetture che supportano l'accesso diretto alla memoria di I/O. + In pratica, ogni chiamata ad una funzione d'accesso diventa una piccola + sezione critica a se stante, e garantisce che l'accesso avvenga secondo + le aspettative del programmatore. + + - I codice *inline assembly* che fa cambiamenti nella memoria, ma che non + ha altri effetti espliciti, rischia di essere rimosso da GCC. Aggiungere + la parola chiave *volatile* a questo codice ne previene la rimozione. + + - La variabile jiffies è speciale in quanto assume un valore diverso ogni + volta che viene letta ma può essere lette senza alcuna sincronizzazione. + Quindi jiffies può essere *volatile*, ma l'aggiunta ad altre variabili di + questo è sconsigliata. Jiffies è considerata uno "stupido retaggio" + (parole di Linus) in questo contesto; correggerla non ne varrebbe la pena e + causerebbe più problemi. + + - I puntatori a delle strutture dati in una memoria coerente che potrebbe + essere modificata da dispositivi di I/O può, a volte, essere legittimamente + *volatile*. Un esempio pratico può essere quello di un adattatore di rete + che utilizza un puntatore ad un buffer circolare, questo viene cambiato + dall'adattatore per indicare quali descrittori sono stati processati. + +Per la maggior parte del codice, nessuna delle giustificazioni sopracitate può +essere considerata. Di conseguenza, l'uso di *volatile* è probabile che venga +visto come un baco e porterà a verifiche aggiuntive. Gli sviluppatori tentati +dall'uso di *volatile* dovrebbero fermarsi e pensare a cosa vogliono davvero +ottenere. + +Le modifiche che rimuovono variabili *volatile* sono generalmente ben accette +- purché accompagnate da una giustificazione che dimostri che i problemi di +concorrenza siano stati opportunamente considerati. + +Riferimenti +=========== + +[1] http://lwn.net/Articles/233481/ + +[2] http://lwn.net/Articles/233482/ + +Crediti +======= + +Impulso e ricerca originale di Randy Dunlap + +Scritto da Jonathan Corbet + +Migliorato dai commenti di Satyam Sharma, Johannes Stezenbach, Jesper +Juhl, Heikki Orsila, H. Peter Anvin, Philipp Hahn, e Stefan Richter. diff --git a/Documentation/translations/it_IT/riscv/patch-acceptance.rst b/Documentation/translations/it_IT/riscv/patch-acceptance.rst new file mode 100644 index 000000000..edf67252b --- /dev/null +++ b/Documentation/translations/it_IT/riscv/patch-acceptance.rst @@ -0,0 +1,40 @@ +.. include:: ../disclaimer-ita.rst + +:Original: :doc:`../../../riscv/patch-acceptance` +:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it> + +arch/riscv linee guida alla manutenzione per gli sviluppatori +============================================================= + +Introduzione +------------ + +L'insieme di istruzioni RISC-V sono sviluppate in modo aperto: le +bozze in fase di sviluppo sono disponibili a tutti per essere +revisionate e per essere sperimentare nelle implementazioni. Le bozze +dei nuovi moduli o estensioni possono cambiare in fase di sviluppo - a +volte in modo incompatibile rispetto a bozze precedenti. Questa +flessibilità può portare a dei problemi di manutenzioni per il +supporto RISC-V nel kernel Linux. I manutentori Linux non amano +l'abbandono del codice, e il processo di sviluppo del kernel +preferisce codice ben revisionato e testato rispetto a quello +sperimentale. Desideriamo estendere questi stessi principi al codice +relativo all'architettura RISC-V che verrà accettato per l'inclusione +nel kernel. + +In aggiunta alla lista delle verifiche da fare prima di inviare una patch +------------------------------------------------------------------------- + +Accetteremo le patch per un nuovo modulo o estensione se la fondazione +RISC-V li classifica come "Frozen" o "Retified". (Ovviamente, gli +sviluppatori sono liberi di mantenere una copia del kernel Linux +contenente il codice per una bozza di estensione). + +In aggiunta, la specifica RISC-V permette agli implementatori di +creare le proprie estensioni. Queste estensioni non passano +attraverso il processo di revisione della fondazione RISC-V. Per +questo motivo, al fine di evitare complicazioni o problemi di +prestazioni, accetteremo patch solo per quelle estensioni che sono +state ufficialmente accettate dalla fondazione RISC-V. (Ovviamente, +gli implementatori sono liberi di mantenere una copia del kernel Linux +contenente il codice per queste specifiche estensioni). |